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Messaggio Da Camperfree Lun 23 Set 2013, 10:06

Perigord
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Equipaggio: Elio (57) e Fernanda (53). Durata del viaggio: 9 giorni.
Camper: Mobilvetta Kimù 122.
Km percorsi: 2254

Premessa
Questo è un viaggio desiderato da ben cinque anni! In seguito ad un documentario televisivo che raccontava un po’ la storia del Perigord e della Dordogna in particolare, da noi registrato e spesse volte visto e rivisto, è nata l’idea di soddisfare, finalmente, questo desiderio.
I giorni dei santi e i pochi giorni di ferie di Fernanda, circa 8 – 9, mi hanno indotto a programmare un tragitto breve e conciso ma che includesse il cuore del Perigord e le località più rappresentative da non perdere assolutamente, che in qualche modo fossero l’emblema di questi luoghi. Ed allora a cercare e leggere diari di altri camperisti, a consultare camper******, fonte inesauribile di notizie, Campereavventure dell’amico Gianni Andreoletti, scrigno del più aggiornato elenco di aree di sosta della Francia ed altri siti della rete.
Come sempre, ci siamo avvalsi dell’atlante stradale Michelin della Francia, con scala di 1:200 000, ottimo e dettagliato per gli usi camperistici. Abbiamo fatto uso di varie guide sulla Francia, come la guida del Touring e la Guida Michelin, ma che spesso privilegiano il turismo alberghiero non tenendo conto delle esigenze camperistiche. Ci siamo serviti dell’aiuto del nostro ottimo navigatore satellitare Tom Tom 630 che, pur con qualche “svista” ci ha sempre “condotti” a destinazione, anche se talvolta, per la sua testardaggine a volerci far percorrere sentieri o stradine ove a malapena passa una moto, verrebbe voglia di farlo volare dal finestrino. Ma tant’è.

Diario

Sabato, 29.10.11
Dopo i soliti preparativi della partenza, la tensione comprensibile dovuta alla possibile dimenticanza di qualcosa di indispensabile, ci apprestiamo a “decollare”. Partenza un po’ “turbata” dalla stufa che non funzionava. Ieri, infatti, in tutta fretta, siamo stati dal concessionario che, a sua volta, ci ha inviati fino ad Alba, presso un’officina autorizzata Webasto dove, a pomeriggio inoltrato, finalmente si risolveva il problema. La ventola non girava bene e causava il blocco della stufa. La causa è probabilmente stata un qualche oggetto che vi è finito dentro. A detta del tecnico nessun oggetto può finirvi dentro, a meno che, in fase di montaggio, qualcuno, maldestramente, non vi “dimentichi” qualcosa. Il pensiero va, naturalmente, all’addetto che ha montato l’apparecchio in fabbrica, che ci ha “procurato” la “spesuccia” di 235 euro per la sostituzione della ventola e del suo intero gruppo elettronico ma, soprattutto, la perdita di una giornata intera per cercare di risolvere il problema. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Giunti a casa in serata, dopo cena, abbiamo caricato il camper.
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Alle 10 circa riusciamo a partire.
Oggi il programma prevede il passaggio per la Corniche dell’Esterel. La giornata si presenta promettente. Infatti, man mano che ci avviciniamo al confine francese il cielo diviene sempre più limpido e sereno fino a diventare una bella giornata. Passata Nizza e Cannes, usciamo dall’autostrada a La Napoule – Théoule sur Mer e percorriamo la N98. La giornata si è fatta stupenda e la temperatura è gradevolissima, tanto che alcune persone fanno addirittura il bagno. Percorriamo la Corniche con calma. Sempre meravigliosa questa costa che, con i colori autunnali offre scorci imperdibili e indimenticabili. Facciamo delle foto bellissime. Il cielo azzurro conferisce al paesaggio una incredibile bellezza, specie alle rocce rosse tipiche di questa costa. Il traffico è scarso, i paesi sono quasi deserti ed a nostra completa disposizione. Pranziamo in uno slargo con vista stupenda sul mare e la sua costa.
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A St. Raphael, per una oscura ragione, sbagliamo strada e prendiamo per S.te Maxime verso St. Tropez. Mi accorgo subito dell’errore, visto che continuavamo a costeggiare il mare e tiro fuori il navigatore, fino ad ora non utilizzato. Imposto per Le Muy e, attraverso il Col de Bougnon, per una strada a tratti panoramica, giungiamo a Le Muy. Qui facciamo gasolio a 1.329 euro presso un Intermarche. Poco dopo, vista l’ora, decidiamo di prendere l’autostrada, poiché abbiamo intenzione di andare a dormire nell’area sosta di Fontaine de Vaucluse. Le autostrade francesi sono un salasso per noi camperisti, ma se è tardi non se ne può fare a meno. Usciamo a Cavaillon ed arriviamo a Fontaine de Vaucluse che è ormai buio. Troviamo l’area abbastanza piena ma con dei posti ancora disponibili. Ci sistemiamo, cena e, stanchi, andiamo a letto presto poiché la giornata calda ci ha presi alla sprovvista.

Domenica, 30.10.11
Dopo il caldo quasi anormale di ieri questa notte abbiamo dormito benissimo. In quest’area ci siamo sempre trovati bene. Sveglia tardi! Che dormita! Ci sbrighiamo con le faccende mattutine in modo da partire prima possibile. Nostra prima meta è Pont du Gard. Ma ad a Avignone, città già da noi visitata, ci viene voglia di rivedere il ponte di St. Bénézet. La splendida giornata di sole e i colori autunnali danno una luce nuova al paesaggio.
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Ciò ci permette di fare delle splendide foto a questo sito. E’ tutto molto bello e non c’è nemmeno molta ressa. Proseguiamo, quindi, per Pont du Gard con la N100 che attraversa zone coltivate a vigneti, i cui accesi colori d’autunno abbelliscono ulteriormente il paesaggio.
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Parcheggiamo nel grosso parcheggio del sito (15 €) ed in breve, in 5 minuti siamo al famoso ponte. Molto bello con quella struttura in pietra color ocra che, illuminata dal sole, risalta ancora maggiormente. Vi passiamo circa un’oretta ad ammirare l’opera dei Romani, che la sapevano molto lunga nella risoluzione dei problemi del territorio. Soddisfatti della visita ritorniamo al camper e, vista l’ora, pranziamo qui al parcheggio.
Ripartiamo alla volta di Millau, dove sappiamo esserci un’area sosta. Con la D981, la D982, D8, D27, quindi con la D999 passiamo Sauve, raggiungiamo Ganges, quindi la panoramica, ma stretta, D25 per St. Maurice-Navacelles, attraversando una stretta “Gorge” che in caso di incrocio con un altro veicolo costringe a qualche manovra. Il paesaggio è molto vario. Si passa da zone verdi e boscose a zone più brulle e selvagge. Passiamo ancora Le Caylar e con la N2009 che fiancheggia l’autostrada, si attraversa un paesaggio a tratti brullo. Un percorso lungo e tortuoso, ma interessante, fattibile e godibile se in presenza di una bella giornata. In caso di pioggia sarebbe preferibile la pur costosa autostrada, poiché il percorso potrebbe diventare noioso e lungo.
Giungiamo a Millau al tramonto e cerchiamo subito l’area sosta. Abbiamo bisogno di fare CS perché abbiamo voglia di una bella doccia, poiché anche oggi il caldo si è fatto sentire. Ma, purtroppo, al CS, distante circa 400 metri dall’area sosta, non riusciamo a prendere l’acqua. La malefica macchinetta (Flot Bleu), funzionante solo con carta di credito, non accetta nessuna delle nostre carte. Ho il dubbio che non funzionasse granché bene. In più, se funzionasse, chi avesse bisogno di elettricità, può averne solo per 55 minuti, ma rimanendo sulla griglia del CS! Assurdo! Anche con il cavo di prolunga ci si potrebbe solo spostare un po’ più in là dalla griglia ma rimanendo comunque sul passaggio per accedervi. Ri-assurdo! Non siamo riusciti ad usufruire di questo pessimo CS. Abbiamo solo potuto scaricare. Per fortuna che avevamo ancora circa mezzo serbatoio delle acque chiare e siamo riusciti a farci una doccia “moolto” in economia. Per chiudere la giornata, l’area di sosta, comunque quasi piena, è molto ristretta, con piazzole delimitate da tronchi di legno, in cui è un pò complicato entrarci, con il rischio di qualche toccata. Anche per la sua posizione angusta e defilata, si ha l’impressione di una scatola di sardine posizionata in modo tale da non “disturbare” la vista. Insomma una pessima area sosta, distante 400 metri dal CS, anch’esso pessimo. Non un bel biglietto da visita per una città che, già di suo, non offre granché. Credo che non serberemo un buon ricordo di questa “strana” struttura. Vedremo domani mattina se la cittadina ci “ripaga” dei disagi oppure ci costringerà a “cancellare” Millau dai nostri ricordi.
Una cena, questa sera, che non va molto giù. Non siamo ancora in Perigord e le premesse non sono incoraggianti. Solo il tempo meteorologico ci supporta con le belle giornate autunnali. E pensare che ci aspettavamo il freddo, o quasi freddo, motivo per cui abbiamo anche privilegiato il vestiario “pesante” rispetto a quello “leggero”. Speriamo bene.
Buonanotte.

Lunedì, 31.10.11
Sveglia alle 8.30. Ci apprestiamo a raggiungere il centro di Millau, non tanto per visitarlo, poiché sappiamo da altri diari che la città non offre nulla di particolare e ciò ci viene confermato da quanto vediamo, ma quanto perché Millau è nota come la città dei guanti. E infatti in centro troviamo, in Rue Drite, “l’atelier du gantier” dove la mia signora alleggerisce il nostro conto in banca. E’ un atelier artigianale dove si possono anche ordinare guanti personalizzati a scelta e farseli spedire a casa. Hanno anche un loro sito internet. Noi, non avendo trovato tutto disponibile, abbiamo scelto un paio di modelli che l’atelier provvederà a produrre ed inviarci a casa.
Qualche giretto per l’anonimo centro e torniamo al camper provvedendo a rifornire la cambusa presso il Super U poco distante.
Ripartiamo con destinazione Rocamadour. Percorriamo la D911 fino a deviare sulla D29 con la quale, a Segur, piccolo paesino di campagna, troviamo, presso la Mairie, un ottimo CS gratuito, con carico, scarico, docce, toilette e servizi vari, dove ci approvvigioniamo di acqua. Veramente comodo. Grazie Segur. Si è fatta l’ora di pranzo ed in uno spiazzo adiacente pranziamo. Proseguiamo sulla D29, con qualche coda ad una rotonda, aggiriamo e passiamo Rodez, dove notiamo la Cattedrale lassù in alto sulla città. Imbocchiamo la D840 (N140) ed attraversiamo Decazeville, la bella Capdenac e la altrettanto bella Figeac. La D840, percorrendo una bella campagna, ci permette di giungere a Rocamadour all’imbrunire. Ci sistemiamo nel parcheggio gratuito vicino al castello. Facciamo due passi alla luce della sera. Il castello, la chiesa ed il paese ai loro piedi, sapientemente illuminati, appaiono molto suggestivi e belli. Sono circa le 20, torniamo al camper e ceniamo. E’ una bella serata con cielo stellato, temperatura gradevole, che fa presagire una bella giornata per domani.
Redigo il diario e poi a nanna. Buonanotte.

Martedì, 01.11.11
Ci siamo addormentati con un cielo terso e stellato che nulla di brutto faceva presagire sulla giornata di oggi. Verso le 5 del mattino un forte vento che si è placato nel giro di una mezz’oretta. Sul far del giorno il tipico ticchettio della pioggia ci fa capire che la giornata non è quella di ieri. Infatti forti scrosci di pioggia si susseguono a momenti di relativa calma. Come se non bastasse è finita la bombola del gas proprio nel momento di preparare il caffè, come da perfetta regola della sfiga. Poco male, attendo qualche minuto, smette di piovere e faccio il cambio della bombola. Il caffè è salvo, e la colazione anche. La giornata si presenta grigia e nebulosa. La pioggia va e viene, tanto che ci induce ad un cambio di programma. Rinunciamo alla visita di Rocamadour sotto la pioggia ed, invece, decidiamo di partire subito per Sarlat la Caneda, capoluogo del Perigord Noir, in Aquitania, che ha conservato angoli di sapore medievale. Con la D43, incontriamo la N20 (D820) presso Souillac, che attraversiamo ammirando la sua graziosa disposizione lungo la Dordogna. Strada facendo la pioggia diminuisce e verso ovest si intravvede qualche schiarita. Giungiamo a Sarlat che non piove più.
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Andiamo subito all’area sosta vicino al cimitero per fare CS. Sono ormai le 11.30 e cerchiamo un parcheggio un po’ più vicino al centro. Lo troviamo a pagamento, dove vi è già qualche altro camper parcheggiato, e ci infiliamo per le vie del centro storico. Molto interessante, bello con le case in pietra color ocra, non molta gente per le strade, ci dilettiamo in ottime fotografie. Un paese bellissimo, che merita indiscutibilmente una bella visita.
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Non all’altezza l’area sosta. Intanto ci soffermiamo con piacere lungo le vie del centro storico, fra un angolo caratteristico ed una facciata storica, fra un negozio di fois gras ed un tipico ristorantino del posto. E, infatti, per pranzo decidiamo proprio di concederci in un ristorante, Le Medieval con specialità del Perigord, due belle “Assiette” che da sole valgono un pranzo. Ottime. Intanto la giornata si è fatta decisamente gradevole con un bel cielo azzurro ed un sole abbastanza caldo. Continuiamo a girare per il centro storico di questa bella cittadina e, verso le 15, ormai sazi delle bellezze di Sarlat, accontento Fernanda e ci dirigiamo verso Montignac per visitare le famose grotte di Lascaux, in verità le grotte visitabili sono quelle artificiali, assolutamente identiche alle originali, denominate Lascaux II, definite la Cappella Sistina della preistoria. Infatti Sarlat la Caneda può rappresentare un ottima base di partenza per scoprire le grotte preistoriche della regione.
Giungiamo giusto in tempo per l’ultima visita guidata. Fernanda ha coronato un suo sogno. A me personalmente le grotte in genere non attraggono. Ma comunque ho apprezzato. Ritorniamo a Montignac, che dista solo qualche chilometro, dove avevamo già visionato l’area sosta. E’ un po’ isolata, nei pressi degli impianti sportivi, sotto a grandi platani, ma c’è un camper belga in sosta. Rifacciamo il giro per il paese e, nel parcheggio nelle vicinanze del ponte sulla Vezere e della Salle des Fetes, notiamo un Concorde “Credo” in sosta, tutto solo nel parcheggio deserto. Pensiamo, perché lasciarlo solo? Andiamo anche noi li e ci sistemiamo. Il parcheggio è praticamente deserto, tranquillo e vicinissimo al centro.

Mercoledì, 02.11.11
Una notte molto tranquilla in questo parcheggio. Immagino, però, che in piena stagione non sia possibile pernottare o sostare qui. Questa mattina vi è il mercato e parecchie auto stanno affluendo nel parcheggio. Sbrighiamo le faccende mattutine ed andiamo a fare CS presso l’area sosta poco distante. Qualche foto al paese che non offre particolari spunti di interesse se non alcuni begli scorci offerti dalla Vezere e dalla vegetazione sulle sue rive, rigogliosa e dai magnifici colori autunnali.
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Riprendiamo il cammino e dirigiamo con la D706 verso St. Leon sur Vezere. Piccolo paesino di campagna con un piccolo castello e una bella area sosta, adagiato sulle rive della Vezere, appunto. La giornata è buona e la temperatura gradevole. Riprendiamo la strada per Les Eyzies de Tayac sempre con la D706. Passiamo per la Roque St. Christophe, dove ammiriamo lungo la strada “la cité” troglodytiques, uno dei più grandi e più antichi siti rupestri del mondo. Non visitiamo tutto il sito ma ci limitiamo ad osservare ciò che si vede dalla strada, la quale in questo luogo passa attraverso due pareti rocciose con un restringimento che lascia passare a malapena un autobus.
Giungiamo, quindi, a Les Eyzies, grazioso paese con case aggrappate ad una falesia. Parcheggiamo nel vicino parcheggio per autobus sulle rive della Vezere poiché è deserto, senza, necessariamente, usufruire dell’area sosta, poco distante. Pranziamo e ci concediamo un breve pisolino, visto che la giornata si è fatta calda. Una breve visita di una mezz’oretta è sufficiente per vedere il paese, ove si trova anche il museo nazionale della preistoria.
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Ripartiamo e dirigiamo a St. Cyprien ma sbagliamo strada, a causa del nostro TomTom che si ostina a volerci far passare per stradine di campagna, imboccando la D47 per Sarlat. Mi accorgo presto dell’errore e torniamo indietro. Con la D48 giungiamo a St. Cyprien, anche se era nostra intenzione percorrere ancora la D706 per Campagne, poiché il mio atlante stradale Michelin la classifica come strada panoramica. Pazienza.

St. Cyprien non offre nulla di interessante. E’ ormai il tramonto e decidiamo di andare a vedere la confluenza della Vezere, la sorella minore, nella Dordogna a Limeuil. Vi giungiamo che è quasi buio. Riusciamo comunque a fare alcune belle foto impostando al massimo la sensibilità della nostra Nikon. E’ un bel posto, con due ponti che attraversano, uno la Vezere e l’altro la Dordogna in senso perpendicolare uno con l’altro, proprio nel punto di confluenza. Intanto il cielo si è rannuvolato ed alcune gocce di pioggia ci colgono “sul fatto”. Ormai è buio e dirigiamo verso la nostra meta serale, dove abbiamo intenzione di passare la notte, La Roque Gageac. Ritorniamo indietro con la D703 ed attraversiamo Beynac e Cazenac giungendo in breve a La Roque Gageac. Troviamo subito l’area sosta e ci sistemiamo fra altri 5 o 6 camper. È una bella serata, un po’ ventosa, prendo il cavalletto e facciamo alcune foto in notturna al sito. Durante la cena ricadono alcune gocce di pioggia, ma poi smette.
Non è chiaro se l’area sosta è a pagamento fuori stagione oppure no. Parrebbe di no a giudicare dai vari parchimetri coperti da teli di plastica nera. Vedremo domani.

Giovedì, 03.11.11
Notte “ballerina” a causa di un forte vento che ha soffiato tutta la notte “sfrondando” i platani intorno a noi, le cui grandi foglie hanno bersagliato il nostro camper senza sosta. In ogni caso questa mattina abbiamo definitivamente appurato che la sosta, cosi come quella delle auto, è gratuita in bassa stagione. Lo si evince, come detto, dalle macchinette dei parcheggi auto “incappucciate”. Il vento ci accompagnerà per quasi tutto il giorno. Il cielo è nuvoloso ma la temperatura è gradevole. Visitiamo La Roque Gageac, quasi deserta, direi “in disarmo”, non si vede anima viva eccetto qualche camperista.
Offre alcuni scorci interessanti, l’insieme “aggrappato” alla falesia offre una vista piacevole e il panorama sulla Dordogna sottostante è notevole. Ma nulla più. Le nostre aspettative su questa località sono andate parzialmente deluse. Forse a causa del periodo di bassa stagione che non vede la disponibilità di certi servizi come barche ferme, locali e negozi chiusi e la mancanza di gente e turisti. L’altra faccia della medaglia è che il paese si offre a noi in totale “sfrontatezza”. Lo visitiamo in tutta tranquillità con solo la compagnia degli uccelli e del vento.
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Facciamo ritorno al camper, faccio CS e ritorniamo a St. Cyprien, dove sappiamo esserci un Carrefour, per fare gasolio. Ci portiamo quindi a Beynac e Cazenac. Per noi è stata una scoperta, letteralmente. Un bel paesino, caratteristico, con le case in pietra dalle sfumature tipiche della zona, caratteristiche di questi luoghi, scorci notevolissimi, alcune belle case ornate da piccoli giardini, una cura invidiabile. Scarpiniamo per le viuzze del paese, tutte in pietra, e “scaliamo” le case su su, fino al castello che sovrasta il paese, arroccato su una falesia.
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E’mezzogiorno ma rinunciamo al pranzo per ora e decidiamo di visitare il castello. Abbiamo fatto bene! Merita davvero. La visita (7.50 € a persona) è libera attraverso un percorso indicato di volta in volta, che porta a “scoprire” il maniero e la vita che doveva svolgersi nel medio evo.
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Il vento soffia sempre forte. Dall’alto dei torrioni a guardare in giù il paese vengono i brividi, vista l’altezza notevole. Tutto molto bello e ben tenuto. E’ il castello dove Luc Besson ha girato il suo film Giovanna d’Arco. Un paesino che ci sentiamo di consigliare a quanti “gironzolano” da queste parti. Terminiamo la visita verso le 14 circa. Ridiscendiamo le viuzze e torniamo al camper, che abbiamo lasciato nel parcheggio all’ingresso del paese, sulla D703, sotto i platani. Pranziamo velocemente che sono le 14.30. Nei dintorni sappiamo che c’è il castello che fu di Josephine Baker, le chateau Des Milandes, ed andiamo a vederlo dall’esterno, poiché in questo periodo non è visitabile. E’ carino, perfino bello per certi aspetti. Ma tutti sanno come finì. Josephine Baker fu quasi “cacciata” via dai nuovi proprietari, sommersa dai debiti e nell’impossibilità di poterlo ancora mantenere. Per i 30 anni che lo abitò si circondò di tantissimo personale, un insegnante per ognuno dei suoi 12 figli adottivi, condusse una vita dispendiosa, fino a quando, dilapidato tutto quanto aveva guadagnato con i suoi spettacoli, si vide costretta a vendere persino i mobili per far fronte alle spese. E venne il giorno che dovette vendere il castello. Triste la storia del suo ultimo giorno, quando fu messa letteralmente alla porta, poiché non voleva lasciare il suo castello, e lei si sedette, piangente, sulle scale davanti all’ingresso, dove vi rimase un intero giorno.
Inizia a piovere pian piano. Ritorniamo verso Castelnaud e la pioggia si intensifica. Riusciamo a fare qualche foto al castello ed al piccolo borgo dal basso. E’ ormai pomeriggio inoltrato ed incominciamo a dirigere la prua verso casa. Ci rimangono un paio di giorni. Dirigiamo quindi, verso Rocamadour. Strada facendo la pioggia si fa a tratti intensa. Giunti al parcheggio di Rocamadour cerchiamo una boulangerie ma non ce ne sono. Un signore ci indica il vicino paesino di Alvignac. Qui troviamo e compriamo la nostra baguette. Vedo anche un segnale che indica un punto sosta camper. Per curiosità e per dovere di “cronaca” andiamo a vedere. E’ uno spiazzo asfaltato alle porte del paese, sulla D20, con anche il CS. Vi troviamo anche un camper in sosta. Siamo quasi tentati di rimanere qui ma vogliamo vedere il parcheggio di Rocamadour se non è deserto. Infatti vi troviamo 3 o 4 camper in sosta nel parcheggio riservato alle auto e nessuno in quello riservato ai camper, che, lo ricordiamo, è su sterrato e posizionato verso il bosco. Vista la pioggia, i pochi camperisti hanno rinunciato ad usufruire dello sterrato che poteva porre dei problemi di fango e pozzanghere. Ci accodiamo anche noi e ci sistemiamo nel parcheggio delle auto che è senz’altro più pulito con la pioggia che sta cadendo. In serata la pioggia smette. Speriamo che questa volta riusciamo a visitare il paese. Cena, buona lettura ed a nanna.
Buonanotte.

Venerdì, 04.11.11
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Al risveglio ci accoglie una giornata uggiosa, umida e con la nebbia a coprire il tutto. Temiamo che anche questa volta Rocamadour ci respinga. Decidiamo comunque di visitare almeno il castello. Ma all’ingresso non avevamo le monete da 2 € per la macchinetta erogatrice dei biglietti e di tornare in camper non avevamo voglia. Ci siamo detti: rotta per rotta, facciamo almeno un tratto della via crucis, seppur con la nebbia e con il sentiero cosparso di foglie bagnate, rischio di scivolate. Una curva dietro l’altra, qualche foto e la nebbia nel frattempo va diradandosi. Arriviamo fino alla porta d’ingresso del Santuario. Il cielo si è aperto! La nebbia è quasi del tutto svanita ed un pallido sole comincia a fare capolino.

Visitiamo Rocamadour!
Iniziamo con la bellissima chiesa di Notre Dame, la Madonna Nera, aggrappata alla roccia. Poche le persone in giro e per appassionati di fotografia come noi è una meraviglia riuscire a fare foto senza troppe persone ai vari angoli e scorci.
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Grazioso il paese, con le case arroccate, i tantissimi scalini da scendere o salire, raccolto intorno alla chiesa. Il tutto è particolarmente suggestivo. Il sole adesso la fa da padrone ed anche la temperatura si è fatta gradevole. Una stupenda luce illumina il paese.
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Intanto si è fatto mezzogiorno e ci apprestiamo a rientrare al camper. Per la risalita preferiamo prendere l’ascensore poiché Fernanda non sta molto bene. Ripartiamo scendendo per il vallone e percorrendo la D32 che permette di ammirare Rocamadour di fronte. Ci fermiamo, infatti, in una piazzola proprio di fronte al paese che, illuminato in modo magistrale, ora, da un bel sole permette di ammirarlo dalla posizione migliore e poterlo fotografare in un modo fantastico. Uno spettacolo!
Riprendiamo la strada del ritorno sempre percorrendo la D32 verso sud, dirigendo verso Rodez. Ripassiamo per Segur dove contiamo di fare CS come all’andata. Ma, sorpresa, troviamo il CS fuori servizio. Hanno già chiuso tutto, niente acqua, per il periodo invernale con rischio di gelo. Si può usare solo a gettoni da 2 € per 6 minuti, da prendere in una vicina epicerie. Scarichiamo almeno le grigie e ripartiamo. Notiamo verso Millau grossi nuvoloni neri che si stanno addensando. Strada facendo inizia a piovere. Un acquazzone si scarica poco prima di Millau. Dobbiamo fare CS prima di arrivarvi poiché li non è possibile. Cerchiamo la prima deviazione per il primo paesino dove senz’altro ci sarà un cimitero con relativa fontana. Deviamo per St. Beauzely e nella frazioncina di Azinières troviamo un piccolo cimitero con fontana. La cassetta la scaricheremo tranquillamente al CS di Millau. Tutto bene, dunque, quel che finisce bene. Sono ormai le 18 e comincia a fare buio. Sistemiamo il camper nell’area sosta e ci rechiamo in centro per definire un particolare con il maestro guantaio, presso cui abbiamo ordinato dei guanti all’andata. In questo momento non piove, ma è appesa alle nuvole. Tornati al camper, durante la cena ricomincia a piovere forte con qualche tuono. Nostro figlio Diego, al telefono, ci da brutte notizie circa il maltempo in Liguria. A Genova pare abbia fatto un disastro, come nelle Cinque Terre. Speriamo che a casa non faccia danni.
Domani si passa in Provenza per alcune compere e poi a casa, sperando di trovare l’autostrada ligure aperta, poiché nostro figlio ci ha detto che verso Genova l’autostrada è chiusa.

Sabato, 05.11.11
Notte agitata! Ha piovuto tutta la notte con solo brevi interruzioni. Ha fatto tanta acqua! Al risveglio capatina al locale Super U per alcune compere, facciamo il pieno di gasolio ed andiamo alla ricerca di un caricabatterie da auto, poiché abbiamo i cellulari scarichi e non possiamo comunicare con casa nostra. Lo troviamo al Geant, sulla D911 per Rodez, appena in uscita dalla città. Finalmente ripartiamo per la Provenza che è ormai mezzogiorno.
Piove sempre tanto e Le Tarn che attraversa Millau è a dei livelli preoccupanti. Imbocchiamo l’autostrada e passiamo, con una nebbia che ci impedisce di goderne la vista, sul ponte detto appunto “di Millau”, un’opera ingegneristica audace e notevole. Più avanti notiamo i campi allagati. Man mano che procediamo verso Montpellier notiamo in senso opposto lunghe file di mezzi della polizia e dei vigili del fuoco che, probabilmente si stanno recando verso i luoghi di probabile emergenza. Infatti i cartelli luminosi dell’autostrada danno “Alerte Meteo”. Nonostante la pioggia che, per fortuna, a tratti, diminuisce di intensità, procediamo spediti e ci fermiamo, per pranzo, solo brevemente per un veloce panino. Verso Aix en Provence la pioggia si placa un pochino ma, lungo l’autostrada per Manosque aumenta di nuovo di intensità ed è accompagnata da tuoni e fulmini. Vediamo la Durance praticamente esondata ed a contatto dell’autostrada. Decisamente una giornata climaticamente “nera”.
Arriviamo finalmente nei pressi di Valensole dove Fernanda ha intenzione di acquistare della lavanda in sacchetti. Ma, delusione, il solito negozio dove ci siamo serviti altre volte, è chiuso. Valensole è desolatamente deserta e tutti i negozi sono chiusi. Insomma in disarmo. Va bene che siamo fuori stagione ma, è una desolazione! Nulla di fatto.
E’ ormai l’imbrunire e torniamo verso Manosque dove andiamo a fare un giro presso l’Occitane e dove Fernanda effettua alcuni acquisti di prodotti cosmetici. Si è fatto buio. Sono le 19 e dirigiamo verso Greoux les Bains, dove so esserci un’area sosta. Dopo qualche peripezia a causa anche della pioggia battente, la troviamo. E’ quasi piena e le complicazioni per entrare ed uscire ci fanno optare, grazie anche alle indicazioni di un gentile camperista, e visto che dobbiamo solo passarvi la notte, per un’alternativa nelle vicinanze. E’ un grosso parcheggio praticamente vuoto. Vi troviamo già altri 3 equipaggi in sosta per la notte e ci sistemiamo anche noi. Piove sempre, senza interruzione, ormai da ore. Speriamo che a casa, in Liguria, non provochi ulteriori danni oltre quelli già causati. Le notizie che nostro figlio ci fornisce non sono per nulla tranquillizzanti. Mia suocera rincara la dose riferendo dei danni fatti a Savona. Siamo un po’ preoccupati e non vediamo l’ora di essere a casa, sperando di non trovare le strade o l’autostrada chiusa.

Domenica, 06.11.11
La notte è lunga ed interminabile e la pioggia incessante. Per fortuna il nostro Webasto, dopo la costosa riparazione va alla grande! Al mattino una veloce colazione e partiamo. La pioggia sembra concedere una pausa ma a tratti si ripresenta con rovesci violenti.
Con la D8, la D35 e D560 attraversiamo una bella campagna con vigneti dai colori eccezionali, peccato che è tutto allagato, vi sono campi completamente sommersi dall’acqua e la strada in alcuni punti è attraversata da grossi torrenti ed acqua dappertutto.
L’andatura non è elevata e giungiamo a St. Maximin la Ste Baume che è quasi mezzogiorno. Facciamo gasolio e presso un Intermarchè le ultime compere da portare a casa. Imbocchiamo l’autostrada ed a tratti ci colgono dei violenti rovesci seguiti da assenza di pioggia e persino qualche beffardo raggio di sole. Nelle vicinanze di Cannes ci coglie un autentico nubifragio e in un tratto l’autostrada è attraversata da un autentico torrente d’acqua che si riversa dalle alture sovrastanti. Speriamo che la smetta perché siamo ormai da 24 ore sotto la pioggia.
Man mano che ci avviciniamo verso il confine italiano però, il tempo migliora. Non piove più e la strada è perfino asciugata.
Giungiamo a casa che sono circa le 16. A parte un po’ d’acqua davanti al garage la situazione è abbastanza tranquilla. Meno male. Il viaggio di ritorno di questi ultimi due giorni è stato quasi allucinante per condizioni climatiche pessime e preoccupazione per ciò che avremmo potuto trovare qui a casa. La situazione è quasi normale. Non cosi purtroppo a Genova dove abbiamo visto i disastri che questa perturbazione ha causato.
In ogni caso, a parte questi ultimi giorni, il viaggio in Perigord è stato bellissimo. Supportati anche da un tempo molto bello per la maggior parte dei giorni, abbiamo visitato una zona della Francia che non conoscevamo ancora e che ci ha lasciati a bocca aperta, con il desiderio di tornarci per completare e vedere ciò che non abbiamo visto e rivedere quello che abbiamo visto.

Grazie Perigord per le emozioni e le sensazioni che ci hai regalato.
Elio e Fernanda Vita.
Camperfree
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