Bretagna
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Bretagna
Autore Daniele
Partecipanti: Elena, Daniele(che scrive) e Riccardo (a dire il vero ancora portato nella pancia...)
Questo viaggio per noi nasce un po' diversamente dagli altri, in quanto non sono stati possibili i nostri soliti sport, visto che Riccardo è in arrivo. Anticipiamo anzi un po' le vacanze visto che più avanti spostarsi sarà un po' difficile.
Saremmo stati più contenti di partire verso destinazioni decisamente più settentrionali, ma la ginecologa ci ha dato un diktat, niente viaggi lunghi. Inoltre ci prefiggiamo di evitare tappe eccessivamente massacranti, per quanto possibile ... per cui stiamo ben al di sotto dei nostri soliti standard. Il tempo a disposizione è limitato, e quindi siamo stati costretti a fare delle scelte. Non pensiamo che questo sia il viaggio più completo possibile, potrete valutare sia le cose fatte che gli errori per ovviarci.
Obbiettivo del viaggio: S. Michel, Bretagna da visitare (non siamo persone da spiaggia), un po' di fresco, un po' di Tour de France, un paio di castelli della Loira
Mezzo: Chausson Wellcome 65 su Ducato 2.8 td.
Aiuti per il viaggio: il fidato Tom Tom con POI di varie origini, le stampe di Camperavventure è per avere una versione testuale delle aree camper, una carta dell'Europa 1:800000 (bleah) cartine locali, leguide EDT. Ho scaricato un po' di diari, ma poi li ho lasciati a casa ...
Foto: qui ho messo una scelta. Il resto lo trovate su:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] continuamente in aggiornamento, ci sto lavorando; per un po' lo troverete disordinato e senza commenti.
27/6/08: Partenza dalla Val di Susa:
Partire è sempre un po' difficile, prima di tutto per il caldo soffocante che rende lentissima la preparazione del mezzo, e poi dobbiamo fare il giro dei familiari. Poco prima delle 17 si riesce finalmente a decollare. Il mezzo caldo mi instupidisce nei primi km di guida, per cui faccio una sosta a Cesana Torinese per un ultimo caffè dalla barista nostra amica e assorbire finalmente un po' di fresco. Si riparte subito ..
Decidiamo difatti, vista la chiusura del Moncenisio, di passare da Monginevro +Lautaret.
Valicato il Lautaret sentiamo finalmente che si sta andando in vacanza, visto che il colle costituisce il “limite” di solito invalicato dei nostri we. La strada che segue, che ho fatto più volte, la odio abbastanza; è il terribile ritorno da qualche raro we di montagna nella valle del Venon; fatta con calma la godo di più. Decidiamo di dormire al fresco, a Bourg d'Oisans.
Le aree di sosta consigliate non mi aggradano perché troppo vicine alla RN, preferisco il parcheggio nel centro chiamato per l'appunto Venon (45.05397 N, 6.03266 E), dove dormiamo al fresco in compagnia di un paio di camper puri. 175 km circa.
28/6/08
Ci aspetta la tappa più lunga dell'andata. Decido di tagliare il gruppo di città Grenoble Lyon in autostrada. Un bel salasso, più di 14 €; ne sarebbe valsa la pena se non avessi forzato il TomTom a fare l'anello occidentale di Lion, ficcandomi in una terribile coda che mi ha fatto perdere un paio d'ore.
quindi dall'autostrada poco dopo Lion, e, completamente in balia del navigatore, proseguo per infinite strade che attraversano prima le colline e poi le pianure francesi, con qualche breve sosta per far muovere la futura mamma. L'itinerario è Lione -> Roanne -> Lapalisse -> Moulins -> Bourges -> Vierzon -> Chenonceaux
Finalmente verso le 20.30 arriviamo a Chenanceaux. L'imprecisione dei POI sul TomTom è sconcertante ed irritante, poi attacco il cervello e vado nel parcheggio del Castello. Il parcheggio ufficiale la notte non è permesso ai Camper, mentre è possibile sostare sulla stradina che porta al campeggio di fronte alla ferrovia (nella notte è passato solo un treno...), immediatamente adiacente al parcheggio del castello.
Ceniamo e facciamo un breve giro per il paese, visto che rispetto al costo (5 €) il tempo che noi abbiamo a disposizione per la visita serale al castello è troppo risicato.
47.33044N 6.03266 E Km tot 746
29/6/08
Visita al Castello Audioguidata 30 €
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Il castello è molto bello, l'audioguida è molto meno noiosa di quella di Avignone. Nel corso della visita capiamo soprattutto che la poligamia era ai reali francesi ampiamente concessa e accettata senza ipocrisie, anche se poi negli stessi anni si facevano massacri in tutta l'Europa per motivi religiosi ...
Scopro anche che la mia lotta nel giardino di casa contro il trifoglio può essere interrotta, visto che anche i giardini del castello tra i più famosi del mondo ne sono infestati.
Il castello di Chenonceaux viene segnalato come uno dei più belli della Loira. Non conosco gli altri, ma per quel che ci riguarda merita la sua fama: molte opere d'arte, parco e giardini fantastici, vino di produzione interna ...
Nel pomeriggio ripartiamo in direzione di Mont Saint Michel. Decido di evitare, per la notte, il casino del luogo, che già immagino, e andiamo a dormire in un'area ad Avranches, vicino ai Jardin des Plantes (leggermente in salita, cunei indispensabili). Fa davvero fresco, l'aria è già quella dei pesi del nord, ci si riaprono i polmoni.
Il giro in bici nella serata fa scoprire la bella cittadina che ci introduce al nordovest della Francia.
48.68649N 1,36833W - 1022 km
30/6
Visita al Mont Saint Michel
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Avvicinandoci alla meta vediamo l'intensificarsi del traffico e prendiamo una saggia decisione; lasciamo il camper nel parcheggio di fianco a un biscottificio poco prima dei campeggi ufficiali, e inforchiamo la bici per fare gli ultimi 3 km che ci separano dal Monte. Evitiamo così di infilarci nel disordine (a dire il vero ben organizzato) e risparmiamo 8 euro ...
Alla base del monte facciamo una caustica osservazione: tutti questi km per arrivare ad una abbazia sostanzialmente analoga (ok, noi abbiamo detto identica anche se non è vero...) a quella che abbiamo esattamente sopra nostra zucca (la Sagra di San Michele, per i non torinesi ..) a casa e dove non andiamo dall'età di circa 9 anni ...
Nella viuzza che porta al Monte la folla è insopportabile, simile a Venezia durante il Carnevale. Visitiamo il monte, che ci piace, ma che come tutte le mete troppo pubblicizzate alla fine non ci entusiasma ...
Dopo l'orgia di foto, un pranzo pagato troppo, torniamo al mezzo, comperiamo i biscotti a prezzo stratosferico pensando di aver trovato l'unico biscottificio di Bretagna (che invece pullulano in ogni angolo) e ripartiamo alla volta di S. Malò.
Commento finale su S. Michel: non è un posto dei più belli mai visti, però se si fa un viaggio da queste parti comunque non può essere tralasciato
Volevamo, a dire il vero fermarci sulla strada a Cancale, per una breve visita, ma col mezzo il parcheggio nelle zone interessanti è impossibile e Elena, dopo le fatiche mattutine, non può affaticarsi di nuovo per arrivarci dalla AA ufficiale, per cui proseguiamo. Per la precisione l'area camper è a monte del paese, e per vederlo si deve scendere. Non ho invece trovato parcheggi in basso. Per chi ha più tempo e fortuna bonne chance.
Saint Malò riserva una antipatica sorpresa, ovvero il parcheggio a pagamento tanto sbandierato è chiuso in quanto apre il 3 luglio; vedo indicato un parcheggio in un parco, a La Briantais, e la foto è allettante; arrivato grazie all'aiuto di un camperista francese, scopro invece che il posto è alquanto orrido, però non mi va di cercare ancora nelle altre aree della città e quindi mi piazzo e crolliamo abbastanza facilmente nel sonno.
48.61599 N 2.01107 W km tot 1127
1/07/08
Visita a Saint Malò
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Mi porto verso il centro seguendo i consigli del camperista francese, parcheggiando in Avenue Luis Martin, dove il parcheggio è tollerato e, malgrado l'aspetto dubbio del posto, si arriva in un attimo al centro.
La città ricorda molto le Sante Maries della Camargue, chiusa ancora dai bastioni delle mura ...
Non ricordiamo (che strano) di prendere le attrezzature da bagno, che qui sarebbe possibile, e quindi, dopo averla girata vedendo ogni minimo particolare, riprendiamo il viaggio lungo la costa.
Ci rammarichiamo di non aver fatto le operazioni di camper service quando arriviamo sul Cap Frehel, che invece consiglio a tutti per il pernottamento. Questo perché i CS di Pievenon funzionano con un gettone che è introvabile se il Municipio è chiuso.
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Proseguiamo fino Saint-Quaix Portrieux, dove pernottiamo nei pressi del porto, in un sito non segnalato ma pieno di camper, anche se c'era un inquietante cartello di divieto di sosta notturna per i Camper ...
In ogni caso il luogo è tra un orrendo porto e un bella spiaggetta.
La vicinanza del porto ha come conseguenza una certa quale rumorosità mattutina che disturbano il sottoscritto ma non svegliano la consorte e il suo bagaglio.
48.64885N 2.82413W km tot 1246
2/7/08
Ci spostiamo molto tranquillamente verso Painpol, dove troviamo una comoda area di sosta (anzi due aree adiacenti) presso Champ de Foire N48.78439 W3.04601.
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Il tempo comincia a peggiorare, passa qualche pioggerellina, tiriamo fuori kway e scarpe. Giriamo la città, molto bella. Ci concediamo un buono pasto fuori, quello che sembra una delle specialità locali che non siano dolci fatti al 90% di burro, ovvero delle Galette con il cidre.
Visitiamo un toccante piccolo museo sull'epopea dei pescatori locali in Islanda. Ora, se uno giudica i musei in base alle cose presenti, non ha un gran che da vedere.
Ma se uno invece giudica le sensazioni che vengono trasmesse, le storie di questi uomini che vivendo nella povertà hanno vissuto terribili ed eccezionali vicende, allora si, il museo è di soddisfazione. A noi è piaciuto.
Ci sarebbe il tempo, in teoria, di spostarsi ancora. Però sono troppi giorni che tiriamo troppo, ci fermiamo per un po' di svacco.
La sera dopo cena esco con la bici. Mi dirigo lungo la penisola di Guiben, posto molto panoramico che si raggiunge poi con qualche passo a piedi.
Il luogo è certamente bello, molto rappresentativo di quella che alla fine mi pare la Bretagna più significativa.
Km tot 1275.1
3/7/08
Ile de Brehat
E' necessario spostarsi un verso Arcouest dove, lasciato il camper in un parcheggio necessariamente a pagamento, prendiamo il traghetto verso l' Ile de Brehat.
Ci sono posti che sono costruiti necessariamente per sfilare soldi a turisti: quest'isola è uno di questi. Si parcheggia solo a pagamento, poi si prende il traghetto (noi scegliamo, a ragione, quello che include il giro intorno all'isola). Se si vuole usare le bici o si spendono 15 euro per trasportarle o poco meno per noleggiarle.
Attrazione locale è una fabbrica di oggetti di vetro, dove è possibile osservare dei giovani ragazzi che li realizzano. Molto belli, sono possibili degli acquisti anche se sono molto cari.
L'isola è solcata da molte strade che purtroppo sono spesso lontane dal mare. Siamo contenti di aver fatto il tour dell'isola che ci ha permesso di vedere le scogliere. Siamo in un periodo di totale bassa marea, per cui ovunque c'è il buffo spettacolo delle barche in secca.
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In tutta la Bretagna si ventila la presenza dei Pulcinella di Mare, i Puffin, che avevamo visto in Islanda. Ci piacerebbe vederli, ma poi osserviamo che ci sono sempre in giro disegni ma NON fotografie, per cui ci viene il sospetto che siano davvero rari ...
L'isola alla fine è certamente bella, affascinate, immersa in un mondo senza auto (fantastico), molto molto bretone, però è anche eccessivamente piena di case.
La giornata purtroppo è tormentata da una pioggerellina intermittente.
Tornati ci spostiamo ancora e ci rechiamo a pernottare a Roscoff, nell'area di St.Barbè. L'area è in un punto panoramico, però vicina ad un impianto di produzione ittica. Relativamente comoda al paese, è vicina a un CS gratuito.
N48.72480 W3.97007 km tot. 1407.6
4/7/08
Facciamo una lunga visita a Roscoff. Troviamo la città un po' meno affollata di altre.
Abbiamo una lunga esperienza di panetterie francesi, che deriva da innumerevoli vacanze e we in Francia. Per cui l'affermazione che le panetterie, pardon, le boulangerie, di Roscoff sono particolari e veramente eccezionali non è buttata li a caso. Sopratutto è molto buono del pane integrale e di segale piuttosto raro in Francia fatto bene.
Mentre faccio CS (gratuito) mi chiedo perché piove sempre durante questa operazione !!
Ci sono dei momenti nel corso di un viaggio in cui si fanno delle scelte. In questo caso da una parte era segnalato cattivo tempo per i giorni a seguire, dall'altra era prossima la partenza del Tour. Inoltre eravamo impazienti di vedere Carnac e la zona dei megaliti. Per cui facciamo un'azione contro l'istinto che ci dominava. Lasciamo la costa Nord, che ci stava piacendo molto, e ci dirigiamo a Sud verso Brest.
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Sia chiaro, sapevamo che Brest non è certo la perla della Bretagna, visto che è stata distrutta nel corso della II guerra mondiale.
Arriviamo in città alle 17.05, e seguiamo le indicazioni per i camperisti che seguono il Tour. Veniamo infilati in un campo sportivo con doccia e bagni per la bella cifra di 14 €. La signora che ha organizzato la cosa ci assicura che l'area del porto (quella ufficiale) ha chiuso alle 17. Mi fido, non ho più voglia di girare alla ricerca di un posto più intelligente dove fermarsi. Non metto nemmeno le coordinate, non mi pare il caso di segnalare una non area.
.Brest non è certo una città in pianura. Peccato che l'area a noi riservata sia in alto, e il concerto per il Tour in diretta TV nazionale sia al porto (sigh, a pochi metri dall'area camper ufficiale).
Nell'attesa che arrivi un Bus scendiamo a piedi (ricordate sempre che elena è al 7mo mese ...). Il concerto è carino, ci sono tutti gli esecutori dei tormentoni che si sentono nelle radio francesi. Certo che io avrei sperato in qualche stand di qualche cosa di ciclistico, invece nisba, poteva essere il concerto per la festa della pizza.
A mezzo concerto ho pensato che i ragazzotti locali avessero cominciato a prendersi a gavettonate e ci avessero centrato. Non avevo davvero capito cosa fossero glia acquazzoni bretoni: delle vere secchiate d'acqua improvvise. Finisce fortunatamente in fretta. Il ritorno con i mezzi pubblici è veramente penoso.
5/7/08
Raggiungere la vera partenza del tour sarebbe davvero un bel problema, elena ha già faticato abbastanza la sera prima con il su/giù. Ci accontentiamo di vedere la carovana e il passaggio degli atleti a ritmo blando lungo le vie della città.
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E' sabato,tempo di shopping. Lasciamo Brest per raggiungere Quimper, che dovrebbe essere la capitale culturale della Bretagna. Troviamo parcheggio sul bordo di un megaparcheggione non lontano dal fiume al margine del centro città. Anche se non ha la magia di Pampiol e Roscoff, la città è bella, merita davvero. La giriamo in lungo e in largo, comperiamo i generi di prima necessità.
Siamo stufi di dormire nelle aree di sosta cittadine. Non dormire a Cap Frehel l'abbiamo vissuto come un affronto. Si deve rimediare, trovare un posto incantevole e romantico dove godere il paesaggio nella notte, magari mettere fuori il tavolino nuovo fiammante (lo sappiamo, è contro le regole). Il posto designato e il Pointe du Van, nella Cornovallia francese. Il luogo conviene rispetto alla Pointe du Raz, in quanto non a pagamento, meno frequentato.
Già sulla strada il camper era scosso da fastidiosissime raffiche di vento. Alla Pointe du Van vento è davvero forte. Dopo cena esco dal camper solo io per due passi. Cammino in obliquo, vestito in tenuta invernale, arrivo sulla falesia alta una cinquantina di metri a picco su un mare in gran burrasca. Guardando il tramonto sul mare e sulla brughiera, capisco perché hanno chiamato questa regione Finistere, finis terrae. Sembra davvero che il mondo finisca qui. Inoltre appare chiaro che questo è il primo posto in Europa dove arrivano le perturbazioni del Nord Atlantico.
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Il vento ci fa dormire male, nell'area di mero parcheggio (bagni pubblici) in cui c'è un curioso camper tedesco verniciato di NERO. IL proprietario si lava nudo fuori dal camper, si allena al suono della fisarmonica, si illumina con una candela ...
N 47.49194 W3.13935 km tot 1866
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6/7/08
Sapevamo fin dall'inizio che non tutte le giornate potevano essere al 1000/100.
Dobbiamo rispettare i ritmi naturali. Il meteo non è certo invitante. Il mattino facciamo una dovuta passeggiata nei sentieri della Pointe du Van, sicuramente belli e con un panorama mozzafiato, anche se il vento disturba molto. Non ripetiamo alla Pointe du Raz.
Poi lentamente percorro la costa verso sud. Forse dovrei impostare meglio il Tom Tom.
Fatto sta che lui si rifiuta di farmi fare le strade litoranee; io lo forzo, ma poi ogni tanto mi incastro. Molto utile una carta di dettaglio della Bretagna comperata nei giorni precedenti.
A vedere i molti campi di Mulini a Vento capisco perché noi comperiamo elettricità alla Francia.
Viaggio tranquillamente con qualche sosta fino alla penisola di Quiberon, finalmente nella zona di Carnac. Anche qui ho la bella idea di cercare il posto panoramico per dormire.
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Quiberon deve essere, con un meteo decente, un luogo molto turistico. E' uno stretto istmo, con una zona occidentale selvaggia ed esposta agli elementi metereologici, una zona orientale protetta e più tranquilla. E' quasi ovunque impossibile fermarsi con il camper, e l'area camper a pagamento è nella parte occidentale, esposta agli elementi, e a pagamento (Kernè, 5 euro) ed estremamente affollata di turisti itineranti e appassionati di surf.
Passiamo un'altra notte sballottati dal vento. Abbiamo l'infondata sensazione che il camper si ribalti ad ogni folata di vento. Ogni tanto, all'improvviso, sentiamo arrivare acquazzoni improvvisi, come delle vere secchiate d'acqua sul camper, che poi finiscono dopo poco. Nella notte mi parte anche un paio di volte l'allarme, per gli scossoni, che poi spengo. Tanto parlare di dormire è un'eufemismo.
N47.49194 W3.13935 km tot 1866
Carnac
La passeggiata lungo il mare nei pressi dell'area di sosta dura poco. Il solito vento che ci ha tormentato tutta la notte rende poco piacevole anche la semplice passeggiata, anche perché il mare in burrasca ha accumulato sulla spiaggia della bella schiuma di un qualche cosa che il vento spande qua e la. Un cartello minaccioso diffida di avvicinarsi all'acqua pena morte sicura tra i flutti.
Ci spostiamo a Carnac, dove parcheggiamo nella piazza vicino al cs, molto comoda anche per la visita del paese.
Decidiamo di cominciare con il museo della preistoria, giusto per capire prima di vedere. Il museo è un po' lento da vedere, con molti testi da leggere, ma complessivamente è interessante e fa capire bene la storia dei luoghi (5 euro cad.)
Dopo esserci nuovamente concessi una galette con il cidre, ci dirigiamo verso i siti preistorici famosi di Carnac. Pur essendoci parcheggi nei luoghi "camper compatibili", decidiamo di muoverci in bicicletta. Malgrado alla fine per ele il percorso fatto sia stato un po' troppo stancante (ma considerate il suo bagaglio speciale), io credo che per i camperisti che portano sempre la bici dietro sia un buon motivo di usarla, in quanto il giro è stato assai piacevole.
In alta stagione i siti si vedono da fuori, non è possibile girare al loro interno. E' stato deciso questo perché la grandissima frequentazione aveva gravemente danneggiato il tappeto erboso su cui i menhir sono appoggiati, col rischio di far cadere gli stessi. E' comunque possibile vedere discretamente i siti dall'esterno, ed uno di essi, a rotazione, è visitabile una visita guidata prenotata
presso la sede principale dei siti archeologici (3 euri cad.).
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Fortunatamente un po' di francese lo mastichiamo, per cui ci siamo goduti la bellissima presentazione che ci è stata fatta da una bravissima ragazza (che parlava in modo scandito e lento). Per cui i menhir sono diventati da dei banali sassi di granito appoggiati su un prato a delle vere testimonianze di un antico passato.
Sappiamo che la vacanza sta volgendo al termine. Cerchiamo un biscottificio per fare una bella spesa di regali per parenti e piccole spese per noi, e poi torniamo all'area di Carnac per la notte. Dopo due notti infernali per il vento volevo intorno a me alberi, case tutto che mi proteggesse. La sera l'area è davvero un carnaio, mi infilo in un piccolo buchetto, ma chi se ne frega, alla fine abbiamo dormito benissimo !!!
Provo a caricare acqua al cs ma butto 2 euri nel nulla; vedo una scritta stinta a pennarello che avverte del non funzionamento.
N 47.58513 W 3.08275 km 1921
8/7/08
La partenza per il ritorno incombe. Incuriositi dai siti preistorici vogliamo vedere ancora qualche cosa. Ci rendiamo conto che ci vorrebbe più tempo per vedere tutto con calma. Tempo che non c'è. Ci concediamo solo più un sito, Locmariaquer. Un enorme parcheggio a 50 metri dal principale sito archeologico, il Grand Menhir Brisé, è apposito per i camper. Uno a 20 metri è dedicato alle sole auto. Ho un momento di perplessità nel momento in cui vedo due italiani che tentano di parcheggiare il Camper in quello per le auto ...
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Seguiamo un'altra visita guidata, con Dolmen e Menihr. Un po' meno brillante della precedente ma sempre molto interessante.
Andiamo ancora sull'istmo dell'isola a vedere l'ultimo dolmen, e poi cominciamo la via del ritorno. Ele è davvero stanca, rinunciamo all'ennesimo castello. Seguiamo prima la costa, poi una serie di superstrade gratuite che ci portano fino a Cholet, dove si sta svolgendo la cronometro del Tour. Vorrei infilarmi, ma a tappa iniziata è un po' un problema, e poi la strada che ci manca e tanta. Mangiamo e proseguiamo lungo statali fino a sostare a Lussac les Chateaux, in piena Loira.
Il paese sarebbe di per se anonimo, anche se ha una bellissima area di sosta con CS gratuito. I francesi sono molto bravi, e vedo nei cartelli messi dal comune nell'area di sosta le possibilità di attività che renderebbero certamente interessante la permanenza nel luogo. Finalmente fa un po' caldo, dopo tanti km quello che conta è la doccia e il meritato riposo.
N 46.40262 E0.72578 km 2334
9/07/08
E' il giorno in cui ci si deve avvicinare davvero a casa. Non faremo grandi visite oggi, ma almeno vogliamo "vedere" dal finestrino. Contro ogni convenienza stradale decidiamo di dirigerci verso la zona dei vulcani, nel parco dell'Auvergne. Siamo ben consci che i posti che vediamo meriterebbero da soli una vacanza, ma per questa volta basta un fugacissimo assaggio Riposiamo su un colle poco sopra Vulcania, poi scendiamo a Clermont Ferrand. Poco consci delle distanze pensiamo di fare un giro prima di cena a Grenoble. Allunghiamo così disgraziatamente la strada, arriviamo a Grenoble tardi e stanchi. Decidiamo a questo punto di non tornare dal Moncenisio, che abbiamo saputo essere riaperto, e di tornare all'area di Bourg d'Oisans dell'andata per il pernottamento.
km tot 2970
10/7/08
Visitiamo Borg d'Oisans che avevamo ignorato all'andata. Spendiamo ancora un po' di denaro in magliette da bici e poi finalmente ritorno a casa attraverso il valico del Monginevro che potrei percorrere anche a occhi bendati. Sarà l'ultima vacanza ancora in due, almeno per un po' di anni.
km tot 3150
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