Provenza, Hyeres e Ile de Porquerolles
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Provenza, Hyeres e Ile de Porquerolles
Pasqua 2011
di Daniele Drago
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Dati fondamentali
Partecipanti: Daniele (il redattore del diario, 44), Elena (mia moglie, 37) e Riccardo (anni 2+7 mesi)
Sono inoltre presenti un elefante, 4 topi, un paio di conigli, un mini winnie the pooh, un I-OH e qualche altro pupazzo.
Mezzo: Elnalgh Duke 46 appena ritirato, al primo viaggio, con appena 112 km all'attivo. Inutile dire che per noi la scoperta del mezzo nuovo è stato il principale leitmotif del viaggio. Non vi tedierò con questioni tecniche, ma non è un elemento da ignorare per chi legge.
Orientamento: carta della Provence-Cote d'azur 1:200000 e il malfido TOMTOM.
Guida turistica: la PESSIMA Lonley Planet del sud della Francia; io di solito sono entusiasta delle Lonley, che mi sono state indispensabili in molti viaggi. In questo caso però abbiamo rilevato che le indicazioni sono sempre approssimative, drammaticamente scarne, piene di inutili ironie; l'autore ha avuto davvero una scarsa capacità di rendere l'idea dei posti. Alcune località fondamentali sono totalmente ignorate, i campeggi in buona parte non citati. Lo so, la Francia meriterebbe un tomo come le pagine gialle, ma anche fare l'opposto ...
Come capita spesso nei nostri viaggi, la programmazione non è il nostro forte. Siamo rimasti per giorni in balia del dubbio, puntiamo a nord, al centro, al sud della Francia ? La Germania ?
Poi le previsioni sono migliorate, e siamo stati sedotti da posti visti spesso di fretta che volevamo approfondire. Nulla di nuovo direte voi ? Può essere. Ma spesso si passa di corsa e si sorpassano luoghi che poi varrebbe la pena di visitare. E una catena senza fine, resta sempre la sete, perché ad ogni viaggio si “passa” da posti che incuriosiscono, pronti per il prossimo viaggio.
I nostri viaggi non sono caratterizzati da ritmi serrati e cumuli di cose viste. Non siamo agitati dalla mania di vedere tutto. Il ritmo è dettato dalle esigenze del membro più giovane dell'equipaggio a cui in qualche modo ci pieghiamo.
Foto: abbiamo fatto un po' pena, anzi molta, lo ammetto.
Distanze: non ho tenuto distanze per distrazione durante il viaggio, ho cercato con gmaps di simularle. Abbiamo volontariamente evitato le autostrade.
Musica: nulla, l'autoradio non sono riuscita a montarla.
Libri: Per me: Arnaldur Indridason - Un caso archiviato
Per Elena: Erri de Luca – E disse
Per Riki: Topo Tip dice le bugie
Sabato 23 aprile 2011 Avigliana-Gap 184 km
Siamo di solito lenti a preparare i bagagli, e questa volta non facciamo una eccezione. Anzi, il mezzo è nuovo, tutto quello che era nel vecchio è in casa, abbiamo la giornata per renderlo operativo.
Scegliamo di lasciare dalla nonna Riccardo, e dedicarci alle operazioni di carico. L'obiettivo e di partire subito dopo cena per sfruttare la nanna del piccolo.
Facciamo CS alle 20 e partiamo. Viaggiamo sulla strada ben nota (Oulx, Monginevro, Briançon) sempre su statale fino a poco dopo mezzanotte quando arriviamo a GAP. Entrando si notano delle indicazioni con il simbolino di camper che portano a un piazzale, parcheggio di un Intermarchè.
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Il posto corrisponde a un punto che avevo già memorizzato; qui sostano una decina di camper con ampi spazi. Parcheggio, apro il gas, mettiamo il pigiama e saliamo in mansarda per dormire. Prima notte in mansarda in vita nostra, una storia diversa rispetto al vecchio basculante.
Gps: 44.565377°, 6.084790°, con camper service a pagamento con carta di credito
Domenica 24 aprile, Gap-Lago St. Croix (Aiguines) -176 km
Avevamo visto GAP in estate, ed era una bella cittadina con un po' di negozietti. La domenica di Pasqua con tutti i negozi chiusi è abbastanza triste e priva di spunti veri di interesse. Il centro è comunque piacevole da girare, vista la fitta rete di viuzze a percorrenza pedonale; particolare una piazza interna pedonale con un po' di locali aperti. Passiamo così la mattinata girando abbastanza a caso. Massima emozione è una cerimonia civile/militare con tanto di fanfara.
Consumiamo un frugale pranzo di Pasqua e poi partiamo . Litigo un po' col Tom Tom ma alla fine arriviamo a Moustieres St. Marie.
A tal proposito consiglio la massima prudenza nell'usare i navigatori in Provenza. Ci sono alcune strade veramente impegnative per un camper, e il navigatore spesso propone delle “scorciatoie” che poi obbligano a un ritmo così lento che fanno poi perdere il vantaggio di qualche km in meno e fanno sudare freddo l'autista. In questo caso conviene andare fino a Manosque e passare da una strada abbastanza a sud che attraversa Greux les Bain e Riez; strada mancata all'andata e poi ritrovata al ritorno. Va sottolineato tuttavia che i “posti sbagliati” spesso sono bellissimi.
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Moustieres St. Marie è una delle località più note della zona. Arroccata allo sbocco delle famose gorges, domina dall'altro il fondovalle sottostante. E' fatta da alcune strette vie con la tipica pittoresca architettura urbana provenzale. Il nostro giro col bimbo , fatto nel tardo pomeriggio, è stato purtroppo un po' sbrigativo, e non ci ha permesso di vistare il famoso monastero che si raggiunge risalendo un acciottolato sui primi declivi calcarei retrostanti l'abitato.
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Unica pecca inevitabile, è il gran numero di negozi achiappaturisti con le solite carabattole che si trovano nell'universo intero ovunque ci siano più di tre turisti. Per girare, come il mattino, dotiamo Riki della sua learner bike, che lo rende indipendente non senza creare totale scompiglio per tutti i passanti che ci circondano.
Una piccola nota sulle possibili sistemazioni.
Nel TT avevo caricato diversi punti per piazzarsi sul luogo. Purtroppo la scarsa precisione reale del navigatore crea già confusione, cui si aggiungono i luoghi stretti e la gran frequentazione.
Per la visita del paese mi piazzo in un parcheggio abbastanza alto, sotto un supermercato (chiuso la domenica di pasqua) 8 a 8 (gps 43.843501°, 6.221009°); qui in teoria non dovevano esserci molte difficoltà a pernottare in sosta libera. Salendo avevo visto altre possibili sistemazioni. Avrei però preferito dormire più in basso, magari vicino a un prato, per fare scorrazzare il piccolo. Dopo cena decidiamo quindi di scendere, con l'intento di fare solo pochi metri, quindi senza prepararci a viaggiare. Arrivato al parcheggio, sotto, trovo una vera AA a pagamento per 6 euro (gps 43.843416°, 6.218842°); a questo punto a malincuore mi ci sarei messo, ma mi avvicina un camperista italiano dicendomi che l'AA è chiusa in entrata e uscita (!!!) in quanto i camperisti hanno avuto uno “scambio di idee” poco simpatico col gestore. Inoltre il cs non funziona. Mi consiglia di andare sul lago di St. Croix, dove c'è un'area gratuita con tanto di cs.
Anni prima eravamo già stati sul posto, sempre di notte, e non avevamo visto nulla di simile, ma alla fine mi fido (non si dovrebbe mai ascoltare gli altri) e mi ci dirigo, con la famiglia mal sistemata e senza navigatore che mi mostra i preziosi punti di sosta. E nel mentre il buio si avvicina.
Al lago giro un po' e non trovo nessuna AA gratuita. Vedo un po' di camper sul lago e scendo. Ci sono minacciosissimi cartelli che vietano il campeggio selvaggio, e due camperisti italiani mi dicono che per andare sul lago bisogna superare delle sbarre (non proprio sbarre, piuttosto pistoni che si abbassano) dopo aver pagato al campeggio; loro stavano andando via (gps: 43.800776°, 6.246851°).
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Mai notizia fu più falsa e infondata. Però al buio, con il bimbo che frignava e la moglie sensibilmente alterata (all'8a8 eravamo perfettamente piazzati), vado nel vicino campeggio CAMPING "LE GALETAS" dove c'è una specifica area dedicata ai camper, sgancio 10 euro e entro nell'area nello sterrato senza elettricità (che del resto a me non serviva), con discreti stalli separati da tronchi di legno.
Il giorno dopo avrei scoperto che da dove ero arrivato avrei potuto proseguire senza sbarre sul lungolago. Qui in effetti, in barba ai minacciosi cartelli che lo vietano, ci sono sempre diversi camper, con a disposizione anche un blocco servizi con tanto di attacco acqua. Credo che però non sia inverosimile, soprattutto in alta stagione, che ogni tanto passi la notte la Gendarmerie a far sloggiare. Le “sbarre”, è vero, sono presenti per scendere dal campeggio, ma a me sembra che servano sopratutto per i noleggiatori di pedalò. Al campeggio non ho visto nessuna indicazione per acquistare l'accesso al lago, cosa che del resto nessuno di coloro che hanno affollato il lungolago il giorno successivo ha fatto.
Il campeggio comunque è comodo al lago e non si sta male (gps: 43.796431°, 6.241935°).
Fermati e messo sui cunei, ci siamo dati al riposo con la promessa che il giorno dopo non ci saremmo spostati.
Lunedì 25 aprile – Aiguines (Lago di St. Croix)
Giornata passata a giocare col bimbo sul lago, dove si sono accumulati nel corso della giornata numerosi mezzi di vario tipo.
Dopo un pranzo al sacco, il bimbo decide di crollare in camper, segno di una acquisita familiarità col mezzo nuovo.
La natura del lago è abbastanza interessante; a sud est prevale un mondo calcareo, con la conseguente tipica vegetazione brulla e resti di terre rosse e una morfologia più aspra; a nordovest invece ci sono le formazioni terrigene del bacino di Valensole, con una vegetazione più lussureggiante e un aspetto più dolce, seppur sia sempre evidente la profonda incisione operata dal fiume Verdon. Decido che appena possibile approfondirò queste mie impressioni.
Contento delle 2 ore a disposizione tiro fuori l'mtb e mi vesto per l'occasione. Tempo di fare 200 metri e si scatena un furioso temporale che mi costringe a una precipitosa ritirata.
Ne approfitto per fare la prima doccia sul camper nuovo. Quando il piccolo si sveglia facciamo le operazioni di cs nel campeggio per le quali è necessario centrare con lo scarico delle grigie un pozzetto centimetrico. In serata consiglio di famiglia per decidere dove direzionarci il giorno dopo.
Martedì 26 aprile- Aiguines – La Tour Fondue (Giens) -118km
Si parte con calma dirigendosi verso sud, attraverso un dedalo di stradine strette. Passiamo dai bellissimi paesi di Aups, Cotignac e Carces per fermarci al Lac de Carces per pranzo. Il luogo meriterebbe una visita, però sul lato opposto della strada, che è trafficata e con pochi spazi sui bordi. Ma non è storia di questo viaggio, così come non è capire il come quando perché delle miniere di bauxite e vistare le città appena di fretta superate.
Attraversiamo Cabasse e invece che i bei paesini ci fermiamo al supermercato per dotarci finalmente di una buona dose di formaggi caprini e generi di prima necessità.
Il piccolo prende sonno e seguendo strade secondarie valichiamo gli ultimi rilievi montuosi, poi un breve tratto di autostrada gratuita che ci porta finalmente nella penisola di Hyeres.
La penisola di Hyeres è una stretta striscia di terra che si incunea nel Mediterraneo, partendo dal bordo orientale di Tolone, fino ad arrivare a fronteggiare le Iles de Hyeres.
Il bordo occidentale dell'istmo delimita una delle più grandi lagune d'Europa, con una bassa vegetazione sferzata da venti di cui approfittano felici appassionati si windsurf e kitesurf.
In testa l'istmo si allarga e nella parte orientale si ritrova un più tipico panorama della costa azzurra, dove si trova l'abitato di Giens e il porto turistico. Noi avendo l'intenzione di salpare per il giorno dopo per l'Ile de Porquerolles saltiamo eventuali possibilità di sosta libera lungo la strada e ci troviamo a dover scegliere tra un affollato parcheggio a pagamento, in pendenza e polveroso, e il camping comunale che pratica una tariffa forfait di 15 euro (senza elettricità, al costo di 4,5 €, che non ci serve). La scelta ci pare ovvia e non senza fatica di manovra mi piazzo nel camping, dove trovo un collega di lavoro in tenda con moglie e i due figli.(gps: 43.029265°, 6.156780°). Il posto purtroppo è ricco di zanzare che crescono felici nella laguna.
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Mercoledì 27 aprile - Ile de Porquerolles
L'Ile de Porquerolles è una riserva assoluta pensata per conservare in uno stato totalmente naturale la vegetazione della macchia mediterranea, sia per quanto riguarda l'ambiente costiero/litoraneo che per le zone interne.
In questo contesto, pur non privandosi della possibilità di un ricco sfruttamento turistico, c'è un forte tentativo di evitarne gli impatti peggiori dal punto di vista ambientale.
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Nell'isola non si può arrivare con mezzi motorizzati. Ci sono pochissime auto dei residenti, un paio di furgoni dei due alberghi, le auto elettriche della sorveglianza, qualche mezzo di rifornimento.
L'isola ha praticamente un solo centro abitato e qualche rarissima casa sparsa.
E' attraversata da una rete di piste sterrate; l'interno è in parte ricco di vegetazione naturale e in parte di coltivazioni perlopiù a vite.
Per arrivare sull'isola si deve prendere un traghetto [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
In assenza di traffico motorizzato nell'isola ci si sposta o a piedi o in bici, anzi, precisamente in mountain bike.
I costi del trasporto della bici o del noleggio sull'isola sono paragonabili. Se non si dispone di una mtb conviene in assoluto il noleggio. Se no è una questione di scelte. Noleggiano anche bici per i bambini e i carrelli appendice per trasportare i più piccoli. Appena sbarcati si trovano immediatamente molti noleggiatori. Conviene, per 2 €, prendere, presso l'ufficio di informazioni turistiche, una mappa per orientarsi tra il dedalo di sentieri.
Ovviamente dal campeggio si arriva in pochi secondi al traghetto; dal camping è possibile prendere biglietti scontati se non si portano le bici.
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Noi abbiamo traghettato anche le bici e il carrello appendice, soluzione piuttosto impegnativa.
Abbiamo subito abbandonato il piccolo abitato e ci siamo portati, con qualche chilometro di facile pedalata fino alla punta estrema della spiaggia di Notre Dame.
Quando uno arriva dalla montagna al mare, di solito arriva vestito e per un po' resta abituato al “freddo”; poi però è una vera liberazione liberarsi dei vestiti.
Arrivando in spiaggia, l'entusiasmo del bambino per la sabbia ha fatto placare i nostri bellicosi intenti ciclistici, per cui passiamo qualche ora a giocare con la sabbia.
Le spiagge dell'isola sono naturali in modo totale. Nessuna pulizia, nessun impianto, niente. La spiaggia è coperta da resti di alghe, rami spiaggiati, conchiglie frantumate, ma è di un bel colore chiaro.
Nel pomeriggio tentiamo di fare un giro più circostanziato dell'isola, ma inavvertitamente scegliamo una strada troppo sconnessa per cui Riki non si addormenta come avremmo voluto, anzi, protesta vivacemente; quindi il girò sarà più frettoloso e breve di quanto previsto.
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Questo non ci impedisce
di vedere alcuni incredibili scorci delle aree coltivate interne, purtroppo senza nemmeno la possibilità di fare degli scatti che comunque difficilmente renderebbero l'idea di un ambiente più vicino alle isole tropicali.
Il luogo ci piace, per cui decidiamo di non spostarci l'indomani e di tornare con più calma senza bici.
La sera in campeggio Riki davvero si scatena. Con la learner bike prende possesso dell'intero campeggio, si lancia in discesa alla massima velocità scartando fortunosamente mezzi, tende, persone, con me che disperatamente cerco di fermarlo e controllarlo, correndo insieme a altri bimbi di varia età e nazionalità. Nel momento massimo si mette in cima ad una stradina e si lancia urlando “sono graaande”.
Per fortuna che prima dell'ora del silenzio crolla e lo mettiamo a dormire.
Giovedì 28 aprile - Ile de Porquerolles
Ci imbarchiamo senza bici. A piedi apprezziamo il piccolo abitato vicino al porto. Ci sono alcuni negozi di alimentari con frutta fresca migliori di quelli che si vedono in terraferma, qualche ristorante, una fortunata panetteria/micromarket, un paio di negozi di chincaglierie.
L'effetto di un paese senza auto è notevole, una specie di paradiso in terra.
Andiamo con un'oretta di passeggiata alla spiaggia des Argents dove passiamo qualche ora.
Venerdì 29 aprile – La Tour Fondue -Sainte Croix Du Verdon – 156 km
Lasciamo il campeggio prima delle 10 e ci dirigiamo di nuovo verso nord. Passiamo a fare la spesa e poi riprendiamo il girovagare in Provenza. Vorremmo fare un giro differente rispetto all'andata per tornare sul lago, ma poi un passaggio stretto ci fa ritornare sulla strada dell'andata. Tuttavia dopo Cotignac decidiamo di deviare per Barjols per arrivare, all'ora di pranzo, a Quinson.
Quinson appare subito un posto molto interessante; qui il Verdon si insinua in un nuovo canyon, anzi in nuove gorges, minori ovviamente rispetto a quelle regine di La Palud, rallentando prima di entrarvi e quindi formando una specie di lago. Inoltre è famoso per i siti archeologici.
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Ci fermiamo al parcheggio del museo archeologico, dove appena fuori sarebbe possibile sostare la notte e c'è anche un mezzo CS con acqua non potabile ( 43.697446°, 6.038421°).
Mentre mangiamo si avvicina un “camperista” francese che appare piuttosto segnato da alcol se non altre sostanze allucinogene, che ci avverte della facile evenienza che in quel luogo si possa avere problemi tanto con le autorità quanto con qualche elemento poco raccomandabile, il che, detto da lui, è tutto un programma.
Però piove e quindi riserviamo la visita del luogo a un futuro viaggio, sfruttando il tempo della pioggia per spostarci.
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Ci dirigiamo quindi verso St. Croix du Verdon, dove seguo le indicazioni che portano verso una AA vicino al paese (43.760800°, 6.150788°).
Intendo male il cartello, che sembrava indicare come a pagamento solo il pernotto.
In realtà quell'area è a pagamento di 6€ /g indipendentemente dall'entità della sosta, con esclusione dell'orario 8-10 del mattino ovviamente per permettere le operazioni di abbandono dell'area.
Peccato perché i sottostanti parcheggi erano deserti, anche se TUTTI i camper che avevo visto li in giro sono convenuti nella AA dopo che hanno incontrato la gendarmerie.
St. Croix è un paesino abbarbicato sulla montagna, fatto di case addossate una sull'altra collegate da strette stradette che scendono verso il lago.
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Rispetto a Mousiteres St. Marie ha meno negozi e sopratutto quei pochi vendono meno carabattole e cose più tipicamente locali. Tuttavia per i nostri gusti appare anche più pittoresco, forse perché più naturale. Dalla AA per questi sentieri si arriva al lago, dove in effetti ci sarebbe anche in bel parcheggio e dove c'è un bel camping addossato al lago.
Passiamo il secondo pomeriggio facendo una passeggiata, un po' di giochi sulla spiaggia e qualche acquisto e poi torniamo al camper. Dopo cena il meteo migliora offrendo un bel colpo d'occhio del panorama che si può osservare dal parapetto che delimita l'AA .
Sabato 30 aprile – Sainte Croix Du Verdon – Avigliana - 306 km
Fatte con calma le operazioni di cs, a dire il vero inutili, ripartiamo in direzione di Manosque scegliendo un itinerario un pelo più lungo ma più scorrevole, passando perciò da Greux les Bains.
Di qui ci dirigiamo verso l'Italia lungo la RN85. Dopo qualche spesa in pausa pranzo, il tato si addormenta sul seggiolino e grazie alla strada scorrevole guadagniamo rapidamente strada, arrivando a casa prima di cena.
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