Profumi e colori di Provenza

Anche in questo diario abbiamo volutamente omesso i dettagli delle visite a musei,monumenti, chiese ed altro perché già ampiamente descritte su tutte le guide dei luoghi visitati. Inoltre ognuno di noi ha aspettative, desideri ed esigenze diverse che gli fanno pianificare il viaggio in funzione di queste.
Cercheremo quindi di fornire le informazioni tecniche necessarie quali, località, punti sosta,coordinate GPS, costi ed ogni altra informazione utile per organizzare al meglio un viaggio nei luoghi da noi visitati.
I commenti inseriti si riferiscono alle nostre sensazioni personali che possono essere ovviamente condivise o meno da altri che hanno effettuato oppure effettueranno un viaggio simile.


Quest’anno ritardiamo la partenza per le ferie estive a causa di impegni lavorativi, inoltre per domenica 17 luglio siamo stati invitati alla presentazione ufficiale del Novara Calcio tornato in serie A. Partiamo quindi di lunedì in piena alta stagione, sperando che non ci sia troppo affollamento nei luoghi che visiteremo.
La prima pianificazione prevedeva di tornare in Bretagna ma nei pochi giorni a disposizione non me la sono sentita di fare tutti quei chilometri così ho convinto mia moglie ad optare per la Provenza.
Programmiamo di fare alcune tappe, visitarne i dintorni con lo scooter e rilassarci nel restante tempo a disposizione.
Partiamo puntuali alle 08,30 e, senza correre, arriviamo in vetta al colle della Maddalena dove ci fermiamo a pranzare mentre all’esterno del camper il vento è piuttosto freddino. Scendendo dal versante francese, scorgiamo una marmotta ritta in piedi di vedetta davanti alla sua tana.
Poiché il lettore MP3 dell’autoradio non funziona, mi fermo in una piazzola per sistemarlo e dopo un paio di minuti veniamo sorpassati da 3 camion con rimorchio che filano come matti.
Cominciamo bene, mi dico, non ho voglia di correre e percorrere queste strade avendo dietro di me elementi simili non è una cosa che possa piacermi.
Fortunatamente non ne troviamo altri, così percorriamo i chilometri che ci mancano passando per Digne les Bains e costeggiando l’altopiano di Valensole con i suoi campi di lavanda il cui intenso profumo penetra nel camper. Il vento fa ondeggiare gli steli della lavanda e sembra che i campi siano percorsi da onde fiorite e profumate.
Purtroppo questo vento ci disturberà praticamente fino al termine del nostro viaggio indispettendoci parecchio.
Raggiungiamo Moustiers Sainte Marie dirigendoci al camping Manaysse perchè queste vacanze abbiamo deciso di passarle comodamente nei campeggi che in Francia sono molto più economici rispetto ai nostri e poi nelle ore di relax vogliamo essere liberi di aprire la veranda e metterci sulle sdraio a leggere, cosa praticamente impossibile nelle aree di sosta strapiene in questo periodo.
Non abbiamo prenotato da nessuna parte, anche perché in alta stagione la prenotazione deve essere di almeno una settimana quindi facciamo affidamento sul “fattore C...” avendo comunque in agenda più indirizzi di campeggi.
Ci va subito bene visto che c’è ancora una piazzola libera, comoda, ombreggiata e ampia, con acqua e corrente elettrica, questa per la verità più volte al giorno è stata di valore
inferiore ai 220 V ed il frigo commutava automaticamente sull’alimentazione a gas. I servizi, puliti, con docce calde sono a breve distanza e il costo è di 13,40 € a notte. Nell’area
attrezzata sotto il sole avrei speso 6 € per la sosta notturna e 2 € per dieci minuti di ricarica idrica o elettrica.
Sbrigate le solite incombenze, ci concediamo un aperitivo leggendo qualche pagina in relax.
Mentre, senza staccare gli occhi dal libro, sorseggio il mio aperitivo, sento di avere in bocca qualcosa di strano. Sputo tutto immediatamente e mi rendo conto che si tratta di una vespa,
visto che non era pelosa come un’ape, che mi aveva comunque punto la lingua.
Mia moglie si preoccupa perché qualche anno fa ho avuto uno shock anafilattico a seguito della puntura di un calabrone che si è risolto fortunatamente senza gravi conseguenze.
Evidentemente in seguito a quel fatto si sono generati degli anticorpi dato sono stato punto altre volte senza più avere nessuna reazione allergica, certo se l’avessi ingoiata avrei corso il rischio di essere punto in parti interne della gola con quali conseguenze non saprei dire.
Comunque la lingua non si gonfia e non mi duole, solo un leggero pizzicorio che non mi impedisce di cenare e di andare in paese con lo scooter.
Il sole è ancora alto e ci sono parecchi turisti, la cittadina è abbarbicata su una collina di tufo a 634 metri di altitudine, ed attraversata da un torrente che forma diverse cascatelle. Tra le due cime che dominano il villaggio, si vede brillare appesa ad una catena la stella che la leggenda vuole messa li da un crociato prigioniero dei Saraceni che era riuscito a tornare a casa.
Torniamo al campeggio e ci infiliamo a letto coperti dal piumino leggero considerata la temperatura non propriamente estiva.
Domani si uscirà con lo scooter per andare al Gran Canyon del Verdon.


Appena svegli ci rendiamo subito conto che i piani per la giornata dovranno essere modificati.
Alle 9,30 inizia una perturbazione temporalesca che si protrae fino alle 14, acqua a catinelle e vento. Restiamo in camper a leggere ed oziare, rinunciando alla visita delle gole perchè,
nonostante la pioggia sia cessata, i nuvoloni continuano a rincorrersi e non ci fidiamo.
Nel tardo pomeriggio andiamo nuovamente al villaggio per curiosare tra le bancarelle del mercato dei prodotti alimentari tipici.
Moustiers è famosa per la produzione di ceramiche e molti negozi espongono questo tipo di articoli nelle loro vetrine.
Qualche acquisto e rientriamo perché alle 19 ricomincia a piovere e fa freddo. Speriamo in bene per domani.


Il vento non è cessato, in compenso il cielo è terso e ci mettiamo in cammino o meglio in scooter, dirigendoci verso il Lac de Sainte-Croix.
Imbocchiamo la strada che porta a La Palud sur Verdon, ossia la riva destra del Gran Canyon e, lottando contro il vento che ci fa sbandare, arriviamo fino al col d’Ayen.
Torniamo a valle e imbocchiamo la riva sinistra detta anche Corniche Sublime, meno trafficata dell’altra e con vedute mozzafiato sulle gole ma sempre con il vento a farla da padrone.
Scattiamo alcune foto e, senza correre, facciamo rientro al camper dopo aver fatto il pieno allo scooter.
Nel pomeriggio ci rimettiamo in moto in direzione opposta per vedere le piantagioni di lavanda.
Il raccolto è già iniziato ma ci sono ancora tanti immensi campi colorati e profumati dove le api festeggiano ubriacandosi di nettare.
A secondo delle località e delle condizioni climatiche che potrebbero variare ogni anno, la fioritura della lavanda avviene in momenti diversi dalla metà di Giugno alla metà di Agosto, noi siamo stati fortunati e per la seconda volta abbiamo l’occasione di immergerci in questo ambiente.
Attraversiamo Riez e saliamo verso l’altopiano di Valensole dove domenica 17 luglio si è svolta la festa della lavanda. Imbocchiamo la D8 in direzione Mezel e ci troviamo circondati dai campi di lavanda fermandoci più volte per le foto di rito.
All’incrocio giriamo a destra sulla D108 e a Puimoisson prendiamo verso Moustiers dove andiamo in centro a gustarci un’ottima crepe ai marroni accompagnata da una altrettanto ottima birra.
Anche oggi ci sono molti turisti, i bar e i ristoranti sono sempre affollati così come i negozi e le bancarelle.
Dopo circa 120 km in scooter rientriamo per rilassarci prima di cena, domani si parte per un’altra destinazione.


Raggiungiamo APT e troviamo subito il camping Le Luberon dove, aiutati dal “fattore C...”, riusciamo a trovare una sola piazzola ancora libera.
E’ ampia il giusto, ombreggiata, con acqua ed elettricità al costo di 30,28 € a notte, abbastanza cara, forse perchè ci sono tre piscine di media misura di cui una per bambini e altri servizi di animazione.
Siamo a circa 1 chilometro dal centro di Apt che visitiamo nel pomeriggio, inoltre nelle vicinanze della rotonda dove inizia la strada che porta verso il campeggio in direzione Saignon c’è un Super U con annesso distributore a prezzi vantaggiosi.
Ci rilassiamo per il resto del pomeriggio leggendo comodamente allungati sulle sdraio all’ombra sempre in compagnia di un vento dispettoso.


Poltriamo a letto fino a metà mattina poi in scooter raggiungiamo Rustrel per visitare il Colorado Provenzale, le cave di ocra e fosfato che, dopo l’intervento dell’uomo, la natura ha provveduto a plasmare.
Sistemato all’ombra lo scooter nel parcheggio a pagamento, entriamo nell’area il cui accesso è gratuito. I tre sentieri sono ottimamente segnalati, quello blu lungo 2.400 metri si percorre in 1 h e 15, quello marrone lungo 3.800 metri si percorre in 2 h e quello rosso lungo 5.500 metri in 3 h.
I tempi sono veritieri ma si può anche riposare o pranzare all’ombra delle piante e uscire a piacimento.
Una cosa importante da ricordare è quella di calzare scarpe comode per evitare fastidiose e dolorose vesciche come è successo a me.
Imbocchiamo il sentiero più lungo e attraversiamo punti panoramici dai nomi evocativi quali “Sentiero delle fate”, “Sahara” “Fiume di sabbia” etc.
Le foto si sprecano e i colori cambiano man mano che cambia l’angolazione rispetto al sole.
E’ consigliabile evitare di sporcarsi troppo con l’ocra dato che macchia in maniera quasi indelebile, tuttavia se non fate come certi ragazzini che erano colorati dalla testa ai piedi perché si rotolavano nella polvere, non vi sporcherete nemmeno troppo le scarpe.
La visita vale la pena e le ore passate sui sentieri risultano più che soddisfacenti.
Torniamo al parcheggio dove possono sostare anche i camper a 6 € al giorno oppure 10 € notte compresa.
Il posto non è vicino ad abitazioni ma sembra tranquillo.
Attraversiamo Rustrel dove ci sono delle villette molto belle e torniamo ad APT rientrando al campeggio dopo una piccola spesa al Super U.


Anche questa mattina ci alziamo tardi, stiamo proprio diventando dei pigroni.
E’ sabato e il centro di Apt si è riempito di bancarelle del mercato che espongono tantissimi articoli tipici, dagli abiti ai prodotti alimentari.
Oggi ho avvertito i primi sintomi dell’avanzare della senilità.
Infatti presso una bancarella di dimensioni ragguardevoli che espone tanti abiti con i colori tipici provenzali, invito mia moglie ad effettuare più acquisti, un po’ come dare alla Banda Bassotti le chiavi della Banca d’Italia.
La sorpresa deve averle offuscato le idee dato che si limita all’acquisto di quattro capi ( si pentirà in seguito perché gli articoli sono belli e non cari ).
Acquistiamo anche dei piccoli meloni tipici di Cavaillon, del formaggio di capra e della toma gustosissima.
Il mercato di Apt è il più bello da noi visitato sia per la quantità degli espositori che per la qualità della merce.
Dopo uno spuntino in campeggio, ci dirigiamo verso il vicino villaggio di Saignon che ha una splendida piazzetta sulla quale stanno festeggiando un matrimonio.
Questi villaggi sono piccoli ma molto piacevoli da visitare soprattutto quando non ci sono molti turisti, ma siamo alla fine di Luglio e dobbiamo adattarci.
Dirigiamo verso Bonnieux attraversando ancora qualche campo di lavanda. Il villaggio che molti descrivono come bellissimo, a noi non è piaciuto per niente, tranne la piazza del municipio. Sarà stata anche colpa del vento che ha rotto veramente tanto i marroni,comunque questa è la nostra impressione e non necessariamente deve essere condivisa.
Dopo decine di curve con il traffico che aumenta, raggiungiamo Lourmarin cercando un distributore per l’assetato scooter.
Grazie alle indicazione che ci fornisce una commerciante di frutta e verdura, raggiungiamo un Super U a circa 3 km dal villaggio perchè i distributori in Francia non sono così capillari come da noi, in compenso i prezzi sono più bassi.
Lourmarin presenta degli angoli deliziosi, i suoi vicoli, le piazzette, le case in pietra e il castello sono da visitare senza fretta.
Ultima tappa della giornata odierna è il borgo di Cucuron con le sue stradine, i bastioni, le belle case e, in una grande piazza alberata, quello che una volta era un vero e proprio laghetto oggi diventato una grande vasca cinta da un parapetto di pietra.
Non è difficile immaginare come scorresse la vita in questi borghi prima che il turismo li fagocitasse portando benessere a discapito però della tranquilla vita di paese.
Le piazze sono tutte belle e ombreggiate, una fontana d’acqua zampillante non manca mai e sotto ai platani centenari gli abitanti prendevano il fresco giocando a petanque o conversando davanti ad un bicchiere di pastis.
Ho conosciuto ed iniziato ad amare questi luoghi tanti anni fa quando una delle prime TV libere trasmise due film “L’acqua delle colline” e “Manon delle sorgenti” realizzati nel 1986 e tratti dai romanzi di Marcel Pagnol “Jean de Florette” e “Manon des sources”. Sarà che i film erano ben realizzati, sarà che tra gli attori molto bravi spiccavano Gérard Depardieu e Ives Montand, sarà che era estate e avrei voluto essere in ferie, sarà che anche i due romanzi che ho poi letto mi hanno entusiasmato, sarà ciò che volete ma la Provenza mi è entrata nel sangue. Peccato che i DVD di questi film in lingua italiana siano introvabili e devo accontentarmi di rileggere i romanzi o guardare altri film come “Un’ottima annata” dove Russell Crowe si innamora di una donna ma anche dei luoghi e della vita provenzale.
Tornando ad oggi, la giornata è stata ancora ventosa ma non fredda. Dopo una rigenerante doccia facciamo onore ai deliziosi meloni di Cavaillon accompagnati dal crudo di Parma e ci godiamo un paio di film dai numerosi DVD che abbiamo portato con noi.


Siamo abbastanza stanchi di questo vento, così variamo il percorso pianificato e invece di spingerci all’interno verso il Mont Ventoux ci dirigiamo a Cavaillon da dove partiremo alla scoperta di altri villaggi nei dintorni.
Il camping De la Durance si trova lungo la riva della Durance e confina con l’ippodromo.
Solita trafila, non parlano una parola di italiano, ma questo non è un problema dato che in una settimana il mio francese è tornato ad essere fluido.
Non hanno piazzole libere, poi emerge prepotentemente il "fattore C..." e ci trovano una bella e ampia piazzola con acqua ed elettricità a 17,30 € a notte comprensivi dell’utilizzo della piscina e dei campi da tennis a fianco del campeggio.
All’esterno del camping si trova anche il camper service per i mezzi di passaggio che possono acquistare il gettone per il suo utilizzo alla reception.
Il vento soffia senza interruzione e siamo costretto ad utilizzare una corda elastica per impedire al telo della veranda di sbattere rumorosamente.
Quanto arriva la sera sembra calmarsi ma che p...izza !
A poche centinaia di metri c’è un Intermarchè con distributore a prezzi buoni, però con il camper è possibile fare gasolio solo al self prepagato in quanto l’accesso all’area del distributore in cui c’è la cassa è limitato con sbarre alte 2,70 metri


Per fortuna non c’è vento. Andiamo al mercato di Cavaillon che è grande ma la qualità della merce, tranne alcuni casi, è inferiore a quella trovata ad APT.
Acquistiamo tovaglie e tovaglioli con motivi provenzali, dei meloni che si riveleranno dolcissimi e dell’ottima toma.
Dopo aver portato in camper gli acquisti partiamo per l’esplorazione giornaliera dei dintorni.
Prendiamo la D2 e poi svoltiamo in direzione Maubec dove mi fermo per scattare una foto ad alcune case. Accidenti la macchina fotografica non funziona, eppure ho caricato la batteria proprio ieri.
Apro lo sportellino e la batteria non c’è,.....è rimasta nel caricabatterie. Allora sto proprio invecchiando!
Mi prenderei a schiaffi e mia moglie si offre subito di aiutarmi.
Per oggi lasciamo perdere le foto, abbiamo la videocamera e useremo quella.
Raggiungiamo Oppède le Vieux dove è obbligatorio lasciare l’auto o il camper nel parcheggio a pagamento d’estate ( non vi spaventate per la strada che sembra stretta ma è facilmente percorribile anche dai mezzi lunghi ).
Con lo scooter si può arrivare proprio in cima al villaggio che è quasi fantasma perché gli abitanti sono poco più di una decina in inverno e tre volte tante in estate.
Ci sono però parecchi turisti tra le poche viuzze lastricate a pavé e nel ristorantino sulla piazza.
Ripartiamo per Menerbes e poi Lacoste che non ci entusiasmano per nulla. Cerchiamo anche di pranzare ma sono passate le 14 e stranamente ci propongono solo piatti da asporto.
Rinunciamo e torniamo a Cavaillon dove facciamo una piccola spesa all’Intermarché e pranziamo alle 15,45.
Il tempo si è rannuvolato e cade qualche goccia di pioggia. Una famiglia francese con cui chiacchieriamo quando passano davanti alla nostra piazzola ci dice che il vento continuerà.
Ci rilassiamo con la lettura sperando che domani migliori.


Il tempo sembra tenere e non c’è il vento previsto. Relativamente presto ci mettiamo in scooter diretti a Gordes dove oggi c’è anche il mercato.
Ci sono auto parcheggiate ben distante dal centro dove c’è un caos indescrivibile e i turisti raggiungono il villaggio a piedi.
Superiamo agevolmente le code e parcheggiamo gratuitamente lo scooter in uno dei parcheggi a pagamento per le auto.
Passeggiamo tra le bancarelle di questo mercato che per prezzi è quasi da elite e poi andiamo al “Village des Bories” dove i camper devono parcheggiare a quasi due chilometri dal Village mentre le auto e lo scooter arrivano a pochi metri dall’ingresso.
Il costo della visita che dura pochi minuti è di 6 € a testa ma, a nostro parere, i trulli ed i nuraghi italiani sono decisamente un’altra cosa.
Si rannuvola, così cambiamo itinerario e andiamo subito a Roussillon, un villaggio di case rosse immerso tra le foreste verdeggianti che si staglia sullo sfondo di un paesaggio di cave di ocra.
Dopo la visita al villaggio zeppo di turisti e la degustazione di un buon gelato, andiamo a vedere il sentiero delle ocre dove il biglietto di 2,50 € ci consente di scegliere tra due percorsi,la “boucle courte” della durata di 35 minuti e la “boucle longue” della durata di 50 minuti.
Noi seguiamo le indicazioni di quest’ultimo percorso rapportando il paesaggio con ciò che abbiamo visto a Rustrel.
Le conformazioni rocciose sono migliori a Rustrel mentre i colori paiono migliori a Roussillon, comunque è valsa la pena di visitarli entrambi.
Cade qualche goccia di pioggia mentre usciamo dal villaggio tornando a Gordes per proseguire verso l’Abbazia cistercense di Sénanque.
Qualche foto al villaggio arroccato sulla falesia ed eccoci all’Abbazia immersa tra campi di lavanda ancora in fiore.
La visita guidata avviene con le spiegazioni solo in francese anche se alla biglietteria parlano correttamente l’italiano.
Ascoltiamo la guida mentre visitiamo gli interni che risultano piuttosto spogli e usciamo dopo un’ora con la sorpresa di trovare un bel sole splendente nell’azzurro del cielo.
Poiché la strada da Gordes all’Abbazia è a senso unico, facciamo un percorso alternativo che ci porta nuovamente ad attraversare il villaggio per poi dirigerci verso Goult con le sue case in pietra, il castello non accessibile e l’immancabile piazza con fontana.
Dopo oltre 100 chilometri, puntiamo su Cavaillon, fermandoci ad un SuperU per una piccola spesa, per fare ritorno al camper quando sono le 19,30.


La famiglia di francesi aveva annunciato la pioggia per la notte ma i primi scrosci iniziano alle 8,00. Sembra un temporale e oggi che servirebbe un po’ di vento per allontanare le nuvole,non c’è neppure un refolo, Luglio di m......
Verso le 11 cessa ma resta molto nuvoloso, aspettiamo fino alle 14 poi decidiamo di sfidare la sorte e muoviamo verso L’Isle sur la Sorgue.
Appena arrivati inizia a cadere una pioggerellina che serve solo a rompere le scatole.
Prendiamo l’ombrello dal bauletto dello scooter e andiamo a zonzo per il centro di questa cittadina.
La Sorgue circonda tutto il vecchio nucleo e si dirama in altri canali al punto che qualcuno definisce questa cittadina la “Venezia provenzale”.
Ovviamente non ha nulla da dividere con la nostra Venezia, è solo un paragone molto esagerato.
Ci sono ancora le ruote a pale utilizzate per le attività artigianali ed in seguito dalle aziende e due di queste sono ancora funzionanti.
La cittadina è famosa per le attività legate all’antiquariato e ci sono ben sette “villaggi” che trattano questi articoli soprattutto nei Week End.
Ripartiamo verso Fontaine de Vaucluse con qualche scroscio di pioggia che ci fa anche fermare per ripararci sotto ad una pensilina.
Parecchi turisti sono attratti da questo paesino che di turismo vive.
Il punto sosta per i camper è zeppo di mezzi ma anche di auto e bus.
Per arrivare alla “gouffre”, la cavità dalle cui viscere sgorga la Sorgue basta seguire il flusso della gente che risale il sentiero costeggiante il fiume.
La cavità presenta solo una pozza d’acqua tranquilla perché l’origine del flusso che alimenta il fiume nessuno ha mai scoperto dove sia nonostante le numerose spedizioni speleologiche e le immersioni fatte in oltre 130 anni.
Il sole ha finalmente fatto la sua comparsa nel cielo permettendoci di tornare a Cavaillon senza timore di docce indesiderate.
Il centro della cittadina non ci pare meritevole di troppe attenzioni così rientriamo per sistemare il camper visto che domani ci sposteremo un’altra volta.


Pochi chilometri ci separano da Avignon dove arriviamo intorno alle 10 al camping Du Pont D’Avignon, prima scelta rispetto al Bagatelle considerando che quest’ultimo è troppo vicino al ponte sul Rodano e quindi piuttosto rumoroso anche di notte.
Alla reception parlano italiano e ci trovano una piazzola senza tanti problemi al costo di 27,75 € a notte.
E’ spaziosa e ombreggiata, con elettricità e l’acqua è disponibile in varie postazioni lungo i viali interni, l’unico problema è che è ancora occupata da una tenda di olandesi e fino a mezzogiorno non possiamo occuparla.
Arriviamo fino alla piazzola dove ci fermiamo facendoci comunque notare degli occupanti che sembrano prendersela comoda. Parcheggiamo nei pressi e esploriamo il camping che è molto grande ma anche ben tenuto con piscina, campi da tennis e giochi per i bimbi.
Alle 11,30 la situazione sgombero in piazzola è ancora in alto mare e lo stesso dicasi alle 11,45. Sembra quasi lo facciano apposta, così alle 12 e 5 secondi sposto il camper davanti alla piazzola, scendo e faccio presente alla signora, dato che il marito finge di non vedermi, che sono le 12,00. Siccome la signora mi dice che lo sa ma mi guarda come se non capisse il motivo per cui gli ho detto questo, cambio tono di voce e, con un’espressione del viso non proprio simpatica, rispondo che dalle 12,00 la piazzola è pagata dal sottoscritto e quindi devono levarsi immediatamente dai marroni.
Devo essere risultato piuttosto convincente visto che in 15 secondi spostano la macchina e tutte le loro carabattole sul prato al di fuori della piazzola da dove se ne andranno dopo più di due ore. Se aspettavamo i loro comodi stavamo freschi.
Posso lasciar correre tante cose ma se cercano di prendermi per i fondelli allora non ci sto.
Andiamo in centro con lo scooter e notiamo che l’area camper gratuita è stracolma di mezzi.
Il festival di Avignon è terminato da pochi giorni ma la cittadina è invasa da una moltitudine di persone, soprattutto giovani, e ci sono moltissimi cartelli appesi alle inferriate, ai muri e sugli alberi che pubblicizzano spettacoli teatrali e musicali.
E’ in corso il cosiddetto festival Off, alternativo all’ufficiale festival In.
Ci sono gruppi e solisti, alcuni in costume o mascherati nei modi più vari che recitano, suonano, ballano e si esibiscono sulle vie e sulle piazze della città dei Papi.
E’ possibile vedere le performance più originali, strane e anche assurde, alcune allegre, altre grottesche, altre che secondo noi è solo l’interprete a conoscere il significato della rappresentazione che sta eseguendo, e anche i pareri di altri spettatori occasionali confermano la nostra teoria.
Comunque la cittadina è vivace, allegra e colorata ed è piacevole passeggiare nelle sue vie.
Prendiamo un gelato prima tornare al campeggio mentre si alza nuovamente un vento talmente forte che ci costringe a legare la veranda per evitare il suo scuotimento.


Il nuovo giorno presenta un cielo sereno ma c’è ancora un vento fortissimo.
Raggiunto di nuovo il centro andiamo al mercato coperto dove però troviamo solo banchi di prodotti alimentari.
E’ uno spazio dove si possono acquistare prodotti freschi da asporto oppure gustarli ai tavoli mentre le cucine in bella vista preparano quanto richiesto. I banchi del pesce sono numerosi ma non si avverte il tipico olezzo che è facile inalare quando si entra nei supermercati che hanno il banco pescheria.
Visitiamo il palazzo dei Papi che, seppur spoglio, è comunque interessante.
Pranziamo con delle tapas ai tavolini di un localino nelle vie interne poi facciamo lo struscio partendo da Rue de la République e toccando tutte le principali vie grandi o piccole sia a destra che a sinistra.
Dopo un gelato torniamo al campeggio per la doccia e cambiarci in vista della serata.
Dopo le 19 ci accomodiamo al tavolo di un ristorante in Place de l’Horloge ancora piena di gente che va e che viene.
La cena si rivela più che buona, tre portate a testa, acqua e birra a 70€.
Domani si va in Camargue per l’ennesima volta.


A causa di lavori in corso nei pressi di Arles, ci fanno fare una lunga deviazione e ne approfittiamo per fare spesa presso un Carrefour dove facciamo due giri al distributore per il gasolio del camper e la verde dello scooter.
Le aree di sosta per i camper sono piene e sembra di essere in un parcheggio uno a fianco dell’altro. Andiamo subito al camping le Clos du Rhone scartando il quasi gemello La Brise memori delle piazzole indecenti trovate anni addietro in quest’ultimo.
Ennesimo colpo del “fattore C...” e ci trovano una piazzola discreta al prezzo di 31,80 € a notte. C’è anche un altro camping a circa 9 chilometri dal villaggio in un agriturismo tranquillo,
se non ci fosse stato posto qui, ci saremmo spostati in quello.
Siamo a circa 2 chilometri dal centro per cui usiamo lo scooter. Facciamo ancora un po’ di spese personali e dei regali da portare ad amici.
Fa molto caldo anche se è già pomeriggio inoltrato.
Cerchiamo un ristorante dove ascoltare anche del Flamenco e in un negozio ci consigliano “El Campo” in Rue Victor Hugo 13 ma occorre prenotare e sono ormai le 18.
Ci proviamo e ancora una volta ci va di “fattore C...” perchè hanno solo due tavolini liberi e ci fanno scegliere quello che più ci aggrada.
Di corsa a fare una doccia e cambiarci e alle 19,30 in punto siamo seduti in un angolo tranquillo dove si vede tutta la sala e la musica si ascolta senza essere assordati.
La cena è più che ottima, consigliati anche dalla cameriera prendiamo l’aperitivo, una Marmite del Campo che è una zuppa di pesce con pezzi di pesce vari, crostacei e cozze accompagnata da crostini e salse che basterà per entrambi e ancora ne avanziamo. Una Paella Marisca veramente buona e un piatto di seppie grigliate che gusteremo un po’ a testa.
Con una bottiglia di buon bianco e l’acqua spendiamo 72 € compresa la maggiorazione di 2 € a testa per la musica e lasciamo una meritata mancia alla cameriera.
Il trio suona fino alle 22 e la serata trascorre molto piacevolmente.
Dribbliamo i tanti turisti che affollano ancora le stradine e torniamo al camper più che soddisfatti.


Con lo scooter ci spostiamo ad Aigues Mortes passando tra recinti con cavalli, tori e mucche.
Stagni e coltivazioni varie si alternano a Mas dove effettuano escursioni a cavallo e altre iniziative per i turisti.
Troviamo una coda di auto che superiamo abbastanza agevolmente fermandoci poi a causa di un senso unico alternato dovuto ad un grave incidente tra uno scooterone e un auto.
L’auto ha la fiancata sinistra completamente rovinata e la moto è a terra in mezzo alla strada.
Vedendo il lenzuolo bianco sul ciglio della strada e alcuni soccorritori che fotografano all’interno di un fosso, capiamo che per il centauro questa è stata l’ultima corsa.
Raggiunta Aigues Mortes e messo in sicurezza lo scooter, visitiamo la cittadina già meta di altri nostri viaggi. Gironzoliamo per le vie del centro facendo ulteriori acquisti e andiamo anche al mercato fuori dalle mura.
Al rientro al campeggio, facciamo un po’ di pulizie in camper cercando anche di eliminare alcune zanzare che in modo subdolo erano riuscite ad entrare. Quest’anno non ne abbiamo trovate molte ma nelle precedenti occasioni in cui siamo stati in Camargue ci sono state delle lotte interminabili con questi insetti.
Andiamo in centro dove incrociamo molte donne agghindate con gli abiti tipici camarguesi, poi anche uomini e cavalli.
Scopriamo così che si tratta di una festa, una specie di ingresso in società delle ragazze, ciascuna accompagnata da una donna più anziana.
Fanno da contorno cavalli e cavalieri accompagnati da musicisti e danzatrici che in corteo sfilano, partendo dall’arena, per le vie della cittadina in mezzo a due ali di folla. E’ un bello spettacolo di colori, suoni e persone.
Per la cena optiamo per un locale già conosciuto “Charlie” dove ordiniamo la Paella Royale per la quale occorre attendere almeno venti minuti.
Dobbiamo chiedere l’acqua per tre volte prima che ce la portino e alla fine arriva una bottiglia di “acqua a la caraffe” e non la Badoit richiesta.
La Paella è veramente buona e abbondante, peccato che il vento spenga continuamente ilumini accesi per tenerla in caldo. Anche la bottiglia di rosato che l’accompagna è più che discreta.
Chiedo il conto facendo togliere dalla comanda i 5 € della minerale che non ci hanno portato e pago con carta di credito ma al momento di firmare mi accorgo che mi hanno addebitato 65
€ invece di 55.
Ovviamente mi faccio rimborsare i 10 € ma mi resta il dubbio che ci abbiano provato.
Dicono che siano gli italiani che cercano di fregare i turisti ma tutto il mondo è paese e non è la prima volta che all’estero mi accorgo di questi chiamiamoli “errori”.


Facciamo ancora una scappata in centro dove vedremo l’ultimo mercato di queste ferie acquistando, tra l’altro, meloni e formaggio da consumare nei prossimi giorni.
Carichiamo lo scooter sul camper e costeggiando in parte l’Etang de Vaccarès raggiungiamo Salin de Giraud fermandoci qualche chilometro più avanti presso la salina per alcune foto e per l’acquisto di sale non raffinato.
Traghettiamo al Bac de Barcarin con 5 € e proseguiamo in direzione Marsiglia, Aix en Provence, Manosque dove ci fermiamo al Leclerc per un’ultima spesa e per il pieno a prezzo buono di gasolio.
Raggiungiamo Sisteron passando tra vallate con immense coltivazioni di mele. Non seguo le indicazioni del navigatore che vuole farmi passare da Digne la Bains ma proseguo per la strada che ho già fatto parecchie volte.
Raggiungiamo Le Lauzet Ubaye occupando, grazie ancora una volta al “fattore C...“, l’ultimo posto libero nel punto riservato alla sosta dei camper.
Domani abbiamo in programma l’uscita con lo scooter al lago artificiale di Serre Poncon.


Al mattino ci attende una sorpresa. Vediamo che i camper se ne vanno e ci accorgiamo che ci sono delle transenne all’ingresso del piazzale.
L’area è utilizzata dall’elicottero di soccorso e quindi di giorno non si può sostare.
Chiedo informazioni alla signorina dell’ufficio informazioni che ne sa meno di me così, seppur a malincuore, prendiamo la via del ritorno verso l’Italia.
Giunti alla cima del colle della Maddalena, dopo aver visto da lontano una marmotta saltellante, ci fermiamo per passeggiare un po’.
La giornata è splendida, non c’è un filo di vento ed è la prima volta che non ne troviamo quassù.
Passeggiamo sulle prime coste intorno alla cima dove ci sono moltissime tane di marmotte senza però riuscire a vederle.
Attraversiamo la strada e su questo versante le cose cambiano. Oltre ai moltissimi fischi di questi animaletti riusciamo a vederne parecchie decine, alcune anche a distanza ravvicinata.
Le foto si sprecano dato che così tante non c'era mai capitato di vederne, addirittura famiglie di sei esemplari saltellanti con i piccoli che giocavano tra di loro.
Se ci fosse stato ancora con noi Zar, il nostro indimenticabile pastore tedesco, sarebbe diventato matto perché lui le scambiava sempre per gatti.
Sembrava una giornata persa e invece è stata una magnifica esperienza.
Raggiungiamo la valle a Borgo San Dalmazzo e dopo pochi chilometri arriviamo a Ponterosso di Entraque al Real Park, albergo, ristorante, pesca sportiva, giochi e tanto altro ancora.
Nell’area camper a pagamento 6 € al giorno e 3 € mezza giornata ci sono parecchi camper quasi tutti di pensionati genovesi che si conoscono tra di loro.
Decidiamo di cenare al ristorante ma avremmo fatto meglio a restare in camper.
Il risotto con i funghi è il peggiore che abbiamo mai mangiato. Passi per le zucchine e le melanzane a dadini, passi per la dadolata di pomodoro fresco, ma l’erba cipollina cosa centra con il risotto con i funghi? E sembra anche riso precotto.
Per fortuna la trota e le verdure erano discrete e con le bevande abbiamo speso 55 €
Torniamo in camper a vederci l’ultimo DVD, domani purtroppo si torna a casa.


Seguendo le indicazioni del navigatore più che altro per evitare gli autovelox, percorriamo i chilometri restanti senza fretta e siamo nel cortile di casa prima della 13,00.
Ovviamente mentre tornavamo avevamo già iniziato a programmare la prossima uscita perché la vita del camperista è una bella malattia dalla quale difficilmente riusciremo a guarire.


Un’ottima vacanza anche se disturbata dal vento.
Il binomio camper e scooter si sta rivelando sempre più soddisfacente. Non avendo problemi di parcheggio, possiamo visitare tutti i posti che vogliamo e il costo degli spostamenti è un terzo rispetto a quelli del camper.
Il fatto di aver scelto i campeggi anziché le aree di sosta, non ha inciso più di tanto sul budget e ci ha consentito, oltre alle varie comodità, una maggiore libertà durante le ore di relax. Poi per essere sinceri, non ce la sentiamo più di sostare assiepati con tanti “camperisti” che non conoscono neppure il significato della parola. Anche quest’anno abbiamo visto la disposizione di tre mezzi stile carovana in attesa dell’attacco degli indiani. Troppo squallido.
Il traffico non ha riservato particolari problemi salvo alcune eccezioni tipo auto ferme dietro a una curva per scattare delle foto.
I carburanti costano meno che in Italia, soprattutto presso i Centri Commerciali.