Romagna Gargano e Salento
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Romagna Gargano e Salento
Di Giacomo
Equipaggio:
Giacomo (driver), Ileana (driver e navigatore), Giulia (9 anni, responsabile cellula), Riccardo (3 anni, aiutante), Niccolò ( 5 mesi, sveglia notturna e mattutina).
Il 22 Luglio, dopo aver caricato con perizia Gastone (Roller Team Pegaso 707), iniziamo questa prima avventura camperistica. Da sottolineare che siamo tutti e cinque neofiti, un po’ spaventati dall’inesperienza ma fermamente convinti di aver fatto una scelta meravigliosa di avere acquistato il nostro camperone. Partenza da Cologno Monzese e prima tappa ipotizzata a Fano. Dopo un pasto veloce in un’area di sosta (non prima di aver divelto alcuni rami con la mansarda del camper), arriviamo in un’AA nei pressi di Fano, gestore splendido e primo, piccolo guasto al fusibile dello scarico del Thetford in parallelo con il piezo della cucina a gas. Dopo quasi cinque minuti di panico nel cercare la collocazione della scatola dei fusibili della cellula, quest’ultima viene felicemente scovata ed il problema tosto risolto. A parte un camping limitrofo che ha suonato fino alle 24 canzoni di Edoardo Vianello ( in camper abbiamo improvvisato un coretto sui Watussi), abbiamo passato la prima notte in maniera magnifica. Seconda tappa verso il Gargano. Passata la splendida Peschici, ci dirigiamo verso Vieste e qui, il prode Tom Tom (con una marginale colpa del navigatore) cade in fallo e, con il camper quasi in riserva, ci immette verso la strada di Monte San'tAngelo all’interno del parco del Gargano (circa 40 km). La strada in sè è meravigliosa, peccato che la spia della riserva incomincia a languire sempre più, il traffico è nullo e già incominciamo a presagire di trascorrere la nottata nei boschi fino a quando qualche anima pia di passaggio potrà aiutarci. Alcuni tratti in discesa vengono fatti a motore spento o in folle; il navigatore, per non fare capire il tragico momento ai bimbi, intona maldestramente alcune canzoncine da gita oratoriale che hanno il solo merito di irritare maggiormente il driver che è oramai in apnea per non consumare benzina. Riusciamo ad arrivare a Mattinata e trovare un benzinaio aperto, Gastone in questo caso ha bevuto 89 litri sui 90 di capacità. Lo stress e la paura fanno posto a risate quasi isteriche. Ci fermiamo in AA “Punta Grugno”, meravigliosa. Sita all’ombra di splendidi ulivi, è pulita, silenziosa, con ristorante, bagni e quant’altro a disposizione ed una spiaggia di ciottoli a meno di 50 mt, mare ottimo. In questa occasione, un ambulante che vendeva cozze al kilo e, alla luce del fatto che eravamo sprovvisti di cipolla per fare un’ottima impepata, si è messo con il megafono in mezzo ai camper a chiedere se qualcuno avesse una cipolla da fargli in dono. Ovvio che le proposte non sono mancate ed abbiamo cenato in maniera splendida brindando al prode cozzaro. Causa incombente maltempo, il pomeriggio successivo smontiamo il tutto e ci dirigiamo ad Alberobello.
L’area “Nel Verde” è a una sorta di parcheggio ombreggiato a 100 mt dal centro con tanto di allaccio alla 220; arriviamo alla sera e vi troviamo tutta la zona chiusa al traffico per una rappresentazione nel borgo antico con costumi d’epoca, straordinaria. Il mattino seguente, visitiamo il paese e, amorevolmente affascinati e con un pizzico di malinconia, lasciamo questa meravigliosa località per dirigerci in Salento, andando verso Taranto (quindi contrariamente a qualsiasi “classico” giro turistico che dovrebbe prevedere il giro orario -da Lecce a Taranto per intenderci-).
A parte l’episodio della scalata del Gargano, abbiamo la fortuna di avere il “navigatore” che ha abitato anni a Lecce e quindi conosce perfettamente ogni singolo metro del Salento. E’ altresì importante sottolineare che le varie “Punta Prosciutto”, Porto Cesareo, etc. sono state volutamente snobbate per causa del sovraffollamento perenne quando poi, a pochi metri, vi si trovano località ancora migliori senza che vi sia la ressa estiva che si manifesta giornalmente nelle località “più conosciute”nella costa. Torre Colimena è un posto quasi fuori dal mondo, non c’è nulla o quasi, due AA abbastanza frequentate, dove troviamo tranquillamente posto nella “Salina”, a 20 mt dal mare quasi caraibico, pochissima gente, temperatura perfetta. La spiaggia è ampia e pulita, la vicinanza con le splendide dune di sabbia e la stessa AA, la fanno apprezzare appieno. I bimbi si lanciano per ora in acqua, così fanno naturalmente anche mamma e papà. Organizziamo anche una bella gita in bici costeggiando la salina adiacente fino ad arrivare alla celebre torre da cui il nome del luogo. Il giorno successivo ci dirigiamo a sud non prima di aver fatto un giro per Gallipoli, città splendida ed affascinante, anche qui il mare è meraviglioso, assurdo che nel porto vi siano bimbi che fanno il bagno in un’acqua limpida e trasparente. Eccezionale. Naturalmente le soste durante gli spostamenti sono innumerevoli visto lo splendore del paesaggio. Arriviamo poi nella piccola ma accogliente Torre Mozza, ci fermiamo presso l’AA Beach American’s. Il posto è meraviglioso, a 10mt dal mare, con le bici facciamo spesso gite in paese, la spiaggia non è enorme ma il mare è eccezionale.
Qui però accusiamo due problemi: Niccolò, a cui è spuntato il mese precedente un piccolo angioma sulla fronte, grattandoselo lo rompe provocando una piccola emorragia. I gestori dell’AA ci consigliano (o anche sconsigliano) vari pronto soccorso del luogo, per fortuna riusciamo a fermare l’emorragia e, con un cerottone molto casalingo, facciamo tornare il sorriso al piccolo con la soddisfazione di tutti i vari camperisti giunti in nostro aiuto. Il secondo problema si verifica alla pompa dall’acqua che incomincia ad essere molto rumorosa in fase carico e, se lasciata accesa, perde acqua da sotto la dinette centrale. Non sapendo come intervenire, capiamo comunque che, se lasciata accesa per poco, non perde. Per il resto della vacanza, seguitiamo ad accendere e spegnere al bisogno la suddetta senza rigori di sorta in modo da non interrompere il nostro splendido viaggio con eventuali soste forzate in una qualsiasi officina. Dopo due giorni trascorsi a Torre Mozza, di dirigiamo verso la punta, quindi verso Leuca che ci esalta per la sua bellezza e pulizia. Il tragitto è meraviglioso, ogni singola caletta meriterebbe una visita accurata. Vuoi per l’età dei bimbi (parliamo di scogli per il 90% della costa) e per i pochi accessi “facili” al mare, che a malincuore proseguiamo. Giungiamo poi a Castro, altro posto da favola dove il mare è sontuoso. Dopo una visita ad Otranto (forse tra il trittico “Gallipoli, Leuca e Otranto”, quest’ultima è veramente la più bella), facciamo rotta verso Lecce (capita a puntino durante un week end, quindi meglio stare “lontani” dai luoghi marini popolari). Ileana ha vissuto appunto qui per tanto tempo e non vi fa ritorno da altrettanto, gli amici lasciati un tempo le tributano una splendida festa fatta di risate, ricordi e abbracci. La città vecchia è spettacolosa, la “Firenze del sud” non si smentisce e il suo stile Barocco affascina anche i più piccoli. Il driver si gusta delle splendide Pucce (una via di mezzo tra un panino ed un panzerotto farcito di ogni bontà che il cliente richieda) e l’equipaggio si riposa a ridosso delle mura del castello in un parcheggio ove è consentita la sosta diurna e notturna a costo zero. Anche qui le gite in bicicletta si sprecano, nel parco e nella zona pedonale i bimbi si esaltano.
Con un alone di tristezza, lasciamo questa splendida città e puntiamo verso i laghi Alimini, tappa d’obbligo, e la Baia dei Turchi quindi ci fermiamo alle Fontanelle, a cinque kilometri da Otranto.
Questa AA è sita nel cuore della pineta quindi al suono delle cicale il relax è totale, anche se è sprovvista di allaccio elettrico (esiste una zona esterna alla pineta dove c’è l’attacco alla 220 ma non ci sono alberi e non c’è paragone con l’area interna) ci esaltiamo per la particolarità del luogo. In bici, attraversando la pineta, ci si presenta una visione meravigliosa di quel che è il Salento e le sue spiagge: mare stile Maldive in una cornice ambientale unica. Qui due giorni sono un dogma, credo che nessuno volesse uscire dall’acqua, praticamente una piscina. Partiamo poi alla volta di Conca Specchiulla, a ridosso a Torre dell’Orso. Qui ci fermiamo in un’area anomala, si chiama “Solara” ed è all’interno di un complesso di alberghi, piscine e quant’altro. Con poco meno di 30€ ad equipaggio (Gastone compreso), si usufruisce di tutti i servizi del complesso. Il mare è qui più impervio, alte falesie si stagliano al limitare della rigogliosa pineta, splendide calette ed insenature si distinguono dall’alto e, tramite impegnativi sentieri, si riesce ad arrivare a luoghi veramente unici. Dopo due giorni è quasi ora di fare ritorno. Sostiamo a Canne in modo da essere in pole position per lo Zoo Safari di Fasano la mattina successiva, luogo per il quali i bimbi hanno insistito non poco perchè li si portasse. Il parco è veramente bello, curato nei minimi dettagli e colmo di animale di ogni specie. Una tappa forse non troppo voluta dai driver ma, alla fine, apprezzata quasi quanto i bimbi. Sulla via del ritorno la malinconia del Salento si fa più che accesa vedendo le spiagge dell’Adriatico marchigiano e romagnolo. Facciamo sosta a Fermo e scappiamo la mattina dopo sia per la lordura dell’area che per il mare indecentemente sporco, con tanto di oggetti non ben identificati che viaggiavano a pelo d’acqua. Ileana ci guida verso casa (l’autostrada è una sua priorità mentre Giacomo si occupa del resto), mesti per il forzato ritorno ma ebbri di gioia per la splendida esperienza trascorsa con il prode Gastone (che alla fine si è rivelato un prode gladiatore), per la felicità di tutta la famiglia di avere scoperto una vacanza divertente, salutare, economica e in piena libertà e per aver visto dei posti unici al mondo. Ciò che ha colpito maggiormente è l’organizzazione delle varie AA su tutto il territorio pugliese, descritte nei vari forum come tragiche, e toccato con mano che nulla potrebbe essere più falso; che gente ce ne sia è ovviamente vero ma non di certo parliamo della ressa di Rimini o Loano, e che abbiamo dei posti da fine del mondo (il mare del Salento ha poco da invidiare alla Sardegna) che, grazie a Gastone, abbiamo avuto l’opportunità di vedere con gli occhi diversi da un qualsiasi turista.
Un grazie enorme al mio equipaggio e a Ileana che mi ha convinto a percorrere questa strada.
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