Scozia e Inghilterra
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Scozia e Inghilterra
Scozia e Inghilterra
di Mauro Gianneschi
Riassunto generale
Anche se il percorso comincia da Lucca, il vero viaggio inizia dal Col du Moncenis. Il primo pernottamento sul passo è di una poesia indimenticabile: cielo stellato, chiazze di neve che nella luce incerta del crepuscolo sembrano fosforescenti, campanacci delle mucche che tornano dal pascolo e tanta pace intorno. La frescura della sera dopo tanto caldo della pianura ritempra anche lo spirito. Pronti per l’inizio delle ferie la mattina successiva ci buttiamo di nuovo nella pianura francese. I propositi di percorrere solo strade statali svaniscono presto: ingorghi dovunque, anche i francesi vanno in ferie. Via autostrada arriviamo a Calais nella tardissima serata. La sistemazione nel grande parcheggio dei traghetti è dignitosa. L’imbarco della mattina dopo è rapido così come la traversata della Manica. Le bianche scogliere di Dover sono illuminate dal sole appena sorto sopra l’orizzonte. L’impatto con la guida a sinistra in Inghilterra è presto assorbito a causa dell’incanalamento quasi obbligatorio sull’autostrada. Molti i cartelli, anche in italiano, che ripetono di guidare a sinistra. Imbocchiamo il tunnel che passa sotto il Tamigi spinti dalla corrente del traffico veloce ma ordinato e nel pomeriggio raggiungiamo la cittadina di Durham. Sistemazione tranquilla al parcheggio della stazione ferroviaria e poi visita al centro storico e al castello di Guglielmo il Conquistatore. Imponente e spettacolare anche la grande cattedrale gotica sistemata, come il castello, nella parte più alta del borgo. Molta gioventù in giro in quanto la città è sede di antica Università; tanti ubriachi, anche ragazzi, per il fatto che oggi è domenica, ma questo non toglie il fascino all’ambiente un po’ “datato” della cittadina con le sue vecchie botteghe, le case a graticcio, i lampioni a luce fioca che si riflettono sul selciato lucido dei vicoli. Di buona mattina oltrepassiamo Corbridge dirigendo verso ovest per vedere il Vallo di Adriano. A Chollerford è d’obbligo una sosta per ammirare il piccolo museo e gli scavi archeologici che mettono in luce i resti di una antica guarnigione romana. Lungo questa via che taglia orizzontalmente l’Inghilterra si notano altri fortilizi disposti a proteggere la “civiltà” dai barbari del nord. A Carlisle prendiamo la litoranea del Solway Firth e passando da Dumfries raggiungiamo il Caerlaverock Castle: sito affascinante dove i ruderi di un antico castello, immerso in una poetica campagna inglese, fanno bella mostra di se nella luce calda del tramonto. Si accede alla parte rimasta in piedi tramite un vecchio ponte levatoio che scavalca il fossato pieno d’acqua. I corvi che rientrano dalla pastura danno l’ultimo tocco a questa immagine da calendario.
Ottima la sosta notturna nel vicino borgo di Glencaple, al porticciolo sull’estuario del fiume Nith. La mattina successiva iniziamo il deciso percorso verso nord in direzione di Glasgow, ma poco prima della città deviamo su New Lanarc per andare a vedere l’antico opificio ottocentesco, creato da Owens, filantropo proprietario che intorno alle fabbriche organizzò a proprie spese il borgo con le abitazioni dei lavoranti, il presidio medico, lo spaccio alimentare, la scuola per i bambini. Molto interessante la visita e l’annesso spaccio aziendale dove finalmente riusciamo ad acquistare qualcosa a prezzi abbordabili. Riprendiamo il viaggio, ma nel caos del ring di Glasgow ci perdiamo più volte, arriviamo comunque fino al lago Loch Lomond, famoso per le sue attrattive di tipo turistico. Interessante il borgo di Balloch con il porticciolo turistico ed il castello corredato del suo bel parco pubblico in bella posizione, visitabile gratuitamente. Per il pernottamento andiamo fino a Inveruglas, borgo di quattro case ed un ufficio turistico con parcheggio che ci permette di passare la notte in riva al lago. Anche a Tarbet ci sono parcheggi adatti alla sosta camper, in bella posizione, tranquilli e a pagamento. Ci inerpichiamo fino al passo di Rest and Thankful a quota 262 metri per attraversare l’Argyl Forest Park, con i suoi meravigliosi paesaggi da cartolina fino a Inveraray. Il villaggio è molto caratteristico con case basse dai tenui colori addobbate da mille fiori e un porticciolo di pescatori, in fondo al Loch Fyne, dove è ormeggiato l’antico veliero “Penguin of Artic” che funge da piccolo museo della marineria locale. Poco distante si erge l’antica residenza dei conti d’Argyl.
Edificio imponente di impronta neogotica settecentesca è in parte abitata dai proprietari che ne permettono la visita accompagnati da personale rigorosamente in kilt. A poche miglia verso nord i ruderi di Kilchum Castle, altro antico maniero fascinoso e semidiroccato, compaiono nel verde intenso della vallata che chiude il Loch Fyne. E’ la premessa alla famosa vallata di Glen Coe. Solitaria, deserta, boscosa e piena di fascino con il fondo arrotondato che ne denota l’origine glaciale dove la strada percorre il fondovalle in un ambiente profondamente mistico. Oltrepassiamo Fort William dominato dal Ben Nevis fino a raggiungere Eilean Donan Castle, castello reso famoso anche dal film Highlander. In posizione dominante sul fiordo Loch Alsh, elevato sul promontorio in questa ora del tramonto ci regala un’immagine da pellicola: il sole cala proprio dietro il castello e illumina dal basso le rare nubi del cielo facendolo stagliare contro un sipario rosso infuocato. Il sito è buono anche per trascorrervi la notte in tutta tranquillità purché defilati dai cartelli no over-night.
L’isola di Skye è la prossima meta; oltrepassiamo il ponte di Kyle of Lochalsh percorrendo la single-track che costeggia il lato orientale dell’isola. L’assenza di traffico ci permette di gustare appieno il paesaggio intorno alle pendici dello Storr per ammirare l’Old Man of Storr, una guglia di roccia perfettamente verticale che si alza dal paesaggio come un dente isolato. Poco più avanti altro monumento naturale, il Kilt Rock, cascata che si getta in mare da una notevole altezza infrangendosi sulla scogliera costituita da alti colonnati basaltici di forma prismatica. Il punto più a nord dell’isola è dominato dai ruderi del Duntulm Castle, che controllano il mare aperto. Il museo del lavoro contadino Skye Croft Museum offre un buon parcheggio per girovagare tra le diverse costruzioni in pietra dove sono raccolti moltissimi attrezzi agricoli e ricostruzioni ambientali di come era la vita dei contadini qualche anno fa. Continuiamo il periplo dell’isola passando da Uig arrivando a Dunvegan Castle. Il pesante restauro delude le aspettative, ma la parte ambientale del giardino merita una visita. La single-track arriva fino alla sommità del promontorio del Loch Dunvegan dove finalmente vediamo un notevole branco di foche che si grogiolano al sole del tramonto distese su uno scoglio a poche metri da riva. Ci sistemiamo per la notte nel minuscolo parcheggio della chiesina all’estremità sud di Dunvegan. Tutti gli altri bei parcheggi, deserti, sono no-overnight. Lasciamo l’isola di Skye e subito dopo il ponte di Kyle prendiamo la single-track che costeggia il Loch Carron. Strada molto stretta e assai trafficata, ma immersa in un paesaggio boscoso da favola. Il piccolo borgo di Plockton merita una visita per il suo porticciolo, per le case basse disposte ad arco sulla baia e per la vegetazione sub tropicale dei suoi giardini a dimostrazione che il clima in questo luogo è particolarmente mite. A Charlestown, piccolo borgo di pescatori, vicino a Gairloch, applaudiamo alle evoluzione di alcune foche che sguazzano nell’acqua in cima al moletto di attracco. Ullapol ci accoglie con una leggera pioggerella che non impedisce però di fare una visita al centro dove gustiamo un’ottimo pesce alla friggitoria del porto. Pernottiamo nella piazza principale sotto i cartelli no-overnight perché il campeggio cittadino è pieno e rumoroso. Il percorso si svolge ancora decisamente verso nord sull’unica strada del paese. Una fermata la merita senz’altro il rudere solitario di Ardvreck Castle, adagiato sullo sperone erboso proteso sul Loch Assynt. Con la pioggia i famigerati midges danno qualche fastidio, ma basta rialzare il bavero e proteggersi il viso con la retina apposita e il gioco è fatto. Quando arriviamo a Durness il cielo è di nuovo splendente e i moscerini sono spariti. Prendiamo posizione nel campeggio della cittadina ubicato in posizione splendida: alto sulla costa erbosa e pianeggiante, domina il mare e la spiaggia dorata in basso. La temperatura dell’acqua non è gelida, anzi, permette una piacevole passeggiata con il mare tra le dita dei piedi. Il cielo azzurro e limpido, il mare turchese e trasparente, la sabbia calda e dorata, sembra un paesaggio tropicale. Tale impressione è assaporabile fino al tramonto poi, dopo, ci si accorge della latitudine. Con una breve passeggiata arriviamo fino alle Smoo Cave, specie di grotte a livello del mare collegate con il pianoro soprastante da una lunga scalinata naturale. All’interno alcune sorgenti di acqua dolce formano piccoli laghi visitabili con un apposita imbarcazione manovrata da personale predisposto allo scopo. La volta della cava presenta un’apertura che lascia intravedere la luce del sole. Sono state abitate fino a epoche recenti. Sono le 22,30 quando rientriamo al campeggio, ma ancora non è notte !. Notte calda con cielo stellato. Costeggiando il Loch Eriboll non possiamo fare a meno di paragonare il paesaggio a quello di un paese tropicale con le sue spiagge bianchissime e un’acqua turchese dalle mille sfumature. Molto bella la foce del fiume Kyle of Tongue che si apre al mare con isolette di sabbia candida di sapore caraibico. Il faro di Strathy Point è come la prua di una nave che sta per solcare l’oceano e le foche in basso giocano a rincorrersi nell’acqua. Proseguiamo adesso verso est sulla single-track ormai familiare, fino a Thurso dove facciamo rifornimento alimentare (pasta e olio italiano) e subendo un vero salasso per il gasolio che costa più della benzina. Quindi deviamo verso Dunnet Head per vedere le foche e i puffin (Pulcinella di Mare) decantati da tutte le guide inglesi. Non vediamo ne le une ne gli altri, la Dunnet Bay però è bellissima. Raggiungiamo Jhon O’ Groat giusto in tempo per prenotare il traghetto per le Orcadi per l’indomani. La sosta notturna non è permessa nel borgo, quindi arriviamo fino al faro di Duncansby Head dove altri camper, tutti italiani, sono già predisposti per la notte. Paesaggio stupendo sul Mare del Nord. I grandi faraglioni si ergono in mare a poca distanza dalla costa, alti imponenti a forma di cono aguzzo dove volteggiano migliaia di gabbiani. Il traghetto per le Orcadi parte alle 9 di mattina e noi siamo puntuali. Sistemato il camper al parcheggio della biglietteria ci imbarchiamo su questa barca un po’ traballante che cavalca le onde con qualche grado di sbandamento. Per compensare ci spostiamo sulla paratia opposta e questo ci regala una visione fantastica su un gruppo di otarie che volteggiano in acqua seguendo l’imbarcazione, facendosi ammirare da tutti. Sbarchiamo a Burwick, che è la prima isola dell’arcipelago e subito un autobus dell’organizzazione carica il pubblico per il giro turistico. Costeggiamo la baia di Scapa Flow dove si notano ancora i relitti delle navi affondate durante le due vicende belliche mondiali e facciamo la prima sosta al Ring of Brodgar, grande circolo megalitico simile a Stonehenge, costituito da grandi macigni infissi nel terreno più di 2500 anni fa, intorno grandi distese di brugo in fiore. Ci spostiamo poi al villaggio preistorico di Skara Brae, in un ambiente ancora più suggestivo del primo: in riva al mare, scavato nella sabbia della duna è venuto alla luce casualmente in epoche recenti dopo una grande mareggiata. La cittadina di Stromnes, poco lontana, è un antico borgo di pescatori, con case basse e numerosi negozietti, poche le emergenze storiche, ma ricca di fascino ambientale. Facciamo il giro completo dell’isola Mainland, la principale, per arrivare a Kirkwal, la capitale dell’arcipelago. Bella con centro storico pedonale ricco di negozi, imponente cattedrale romanico-gotica in pietra rossa dedicata a St. Magnus e il Bishop’s Palace, maestose rovine medievali del palazzo episcopale. E’ ormai pomeriggio quando il pullman ci riporta al traghetto; prima però facciamo una sosta doverosa alla Italian Chapel, cappella religiosa un po’ naif ricavata da un hangar, costruita dai prigionieri italiani internati qui durante l’ultimo conflitto mondiale. È commovente vedere l’impegno e la maestria di quegli uomini nell’edificare questa icona religiosa considerando la povertà e scarsità di mezzi dell’epoca. Il viaggio di rientro con il traghetto è accompagnato da una leggera pioggerella e le foche stavolta non si vedono. Pernottiamo nello stesso posto in compagnia dei soliti camper. Il faro di Duncansby Head è il giro di boa di questo viaggio, adesso cominciamo la discesa verso sud. Sosta a Wick per la visita alla cittadina e poi pochi chilometri dopo altra sosta per vedere il Grey Carirns Of Camster, villaggio neolitico sperso nella brughiera scozzese. La strada litoranea regala ad ogni curva un paesaggio sempre più bello e vicino a Golspie è d’obbligo una sosta al famoso Dunrobyn Castle. Maniero imponente in riva al mare, ricco di fascino con un bel giardino ombreggiato da querce secolari. Costeggiamo il Cromarthy Firth e dopo il ponte deviamo per fare il giro delle Black Isle. Il villaggio di Cromarthy si presenta con case basse caratteristiche, graziosamente adornate da fiori. La cittadina di Fortrose presenta qualche problema di parcheggio, ma la visita ai ruderi della vecchia abbazia, circondata da un meraviglioso tappeto di verde è di una bellezza impagabile. Concludiamo la visita alle Black Isle passando il ponte sul Moray Firth per parcheggiare a Inverness. Ne approfittiamo per fare spese, ma non riusciamo a trovare nessun posto per passare la notte, quindi percorrendo la sponda nord del Loch Ness arriviamo a Drumnadrochit che ormai è notte fonda. Troviamo posto nel parcheggio dell’Ufficio Turistico alla fine del paese. Cartelli no-overnight sconsigliano la sosta, ma ci sono già sette camper inglesi….per cui ci adeguiamo. Il mattino successivo visita ai ruderi del Urquhart Castle. Posizione prominente sul lago è in stato di manutenzione perfetta; i quadri esplicativi sulla storia del maniero ne fanno apprezzare appieno il percorso turistico in ogni sua parte. Nel pomeriggio facciamo un pezzo di strada a ritroso passando di nuovo da Inverness per andare a fare visita al Fort George dove dicono si possano avvistare i delfini. Posto all’imboccatura del Moray Fyn, proteggeva l’intero fiordo con le sue batterie da fuoco. Attualmente ospita uno squadrone dell’esercito scozzese. Molto interessante la visita agli ambienti, ma soprattutto riusciamo a coronare l’idea di vedere proprio i delfini che nuotano velocissimi a pochi metri dagli spalti. Riprendiamo strada e a Forres scendiamo decisamene verso sud, ma dopo pochi chilometri e d’obbligo una sosta alla fabbrica di whisky di Dallas Dhum. Anche questa meta è compresa nel carnet dei siti visitabili con la card forfetaria che abbiamo acquistato precedentemente. Visita esauriente e interessante con degustazione finale. La strada che attraversa questo paesaggio, dolcemente ondulato e privo di alberi, è ricca di selvaggina e brugo in fiore; distese immense colorate dai fiori violacei dell’erica e pernici che ad ogni curva volano spaventate dai nostri mezzi. Passiamo la notte in perfetta solitudine al castello di Corgarft, sperduto tra queste colline, in compagnia delle numerosissime lepri che per nulla spaventate si lasciano avvicinare fino a pochi metri. Il giorno successivo arriviamo a Balmoral Castle, dimora di campagna della regina Elisabetta, ma il castello è chiuso e quindi proseguiamo per la Glen Shee, molto bella, verdeggiante e boscosa fino al Glamish Castle. Dimora della Regina Madre dove sono nate e vissute per diversi anni Elisabetta I e sua sorella Margaret. Nella parte visitabile conserva i mobili originali immersi in una atmosfera perfettamente curata fin nei minimi particolari da sembrare abitata fino a pochi minuti prima. Il parco verdeggiante con pratino perfettamente rasato è immerso in una leggera bruma che rende il paesaggio tipicamente “inglese”. Quando lasciamo questa magnifica dimora è ormai pomeriggio inoltrato, oltrepassiamo Dundee e il ponte sul Firth of Tay raggiungendo la cittadina di St. Andrew che visitiamo comodamente a piedi. Affascinanti i ruderi dell’abbazia che dalla sommità della torre regalano un colpo d’occhio su tutto l’intorno. Visitiamo anche i ruderi dell’antico castello sul mare che proteggeva il borgo abitato. La strada litoranea che percorre questa regione, il Fife, inanella molti paesini di pescatori, caratteristici nella loro architettura, affacciati sul mare con minuscoli porticcioli che in bassa marea sono sempre all’asciutto. E’ ormai il tramonto e la luce dorata del sole sull’orizzonte inonda le case tipiche affacciate sul porticciolo di Anstruther. Nel cielo, gli arcobaleni concentrici disegnano due semicerchi perfetti nel cielo rosseggiante. Troviamo la sistemazione per la notte nel parcheggio del porto. La mattina successiva visitiamo altri villaggi tipici quali Pittenween e St. Monas con le barche adagiate sul fondo melmoso a causa della bassa marea fino a Culross, dove parcheggiato i mezzi saliamo nella parte alta del villaggio, dove si trova la chiesa, per osservare il paesaggio intorno; dalla parte opposta del fiordo vediamo distintamente la città di Edimburgo. Arriviamo a Stirling nell’ora meno adatta per parcheggiare. E’ tutto pieno, ma con qualche difficoltà troviamo posto. La visita al castello è maggiormente appagante nella parte esterna, ricca di architettura imponente e con lo sguardo che si distende sulla città in basso, fino ad abbracciare l’alta stele sulla collina opposta, eretta a memoria dell’eroe nazionale William Fallace. Terminata la visita prendiamo la superstrada per Edimburgo, deviando poche miglia prima della città per andare a visitare il Blackness Castle, antico maniero fortificato sul Firth Forth. Bella la struttura architettonica, ma l’interno è completamente spoglio di suppellettili. Riprendiamo la strada per la capitale e in poco tempo siamo al Mortonal Camping per una abbondante doccia calda. La struttura è ben disposta nel verde e le piazzole sono ampie e distanti tra loro. La mattina successiva prendiamo uno dei numerosi mezzi pubblici che in pochi minuti conducono in centro per la visita della città. Il Royal Mile, la via centrale che conduce fino al castello, è piena all’inverosimile di gente e artisti di strada che fanno spettacolo: è una girandola di colori e suoni che affascina e incanta. Dovunque si sente nell’aria la musica delle cornamuse e dei tamburi celtici, ovunque si vedono distinti signori in Kilt di Tartan che passeggiano o corrono spediti per le loro faccende. La giornata assolata riscalda i corpi e tutti sono lucidi del sudore pomeridiano. Il pranzo lo consumiamo nel prato sotto le mura del castello, invaso di gente a prendere il sole di mezzogiorno. Dedichiamo due giorni a questa meravigliosa città, venendo via con molto rammarico. Arriviamo alla cappella di Roslyn in poco tempo perché abbastanza vicina a Edimburgo. La visita al sito lascia alquanto perplessi per la complessità architettonica con cui è realizzata. Di forme prettamente gotiche, ma costruita in brevissimo tempo nel XV secolo, racchiude al suo interno una complessità di forme da lasciare stupiti. I simboli religiosi sono frammisti a quelli demoniaci insieme a simboli massonici e a forme vegetali di piante e fiori tropicali che teoricamente erano sconosciute in quel tempo. Nel libro il “Codice da Vinci” questa angoscia mistica è restituita molto bene. Dopo la visita riprendiamo la direzione sud per visitare i ruderi dell’abbazia Dryburgh e poco distante l’antica abbazia in arenaria rosa di Melrose. Interessante la cittadina di Jedburgh che oltre all’antica abbazia gotica priva di tetto a causa delle antiche guerre di religione, presenta un centro storico con emergenze architettoniche quali la casa che ospitò per qualche tempo, nel ‘500, Maria Stuart. Il parcheggio nel quale ci sistemiamo, lungo il torrente alla base dell’abbazia, è ottimo anche per passare la notte. Il cartello no-overnight ci viene consigliato di ignorarlo da alcuni camionisti che trascorrono la notte sul mezzo accanto a noi. La mattina e tutto il giorno successivo sono riservati al trasferimento verso la zona di Oxford e Stonehenge accompagnati da un cielo nuvoloso ma senza pioggia. Il traffico della strada normale e le varie fermate a supermercati e distributori ci fanno arrivare a notte inoltrata a Northtampton dove abbiamo programmato di pernottare al campeggio della città. Arriviamo ad Avebury la mattina successiva con un tempo da fare paura. Bellissimo il villaggio racchiuso in un grandissimo cerchio megalitico, più grande del vicino Stonehenge, completo di fossato e di numerosi macigni infissi nel terreno. Questo luogo è anche il sito dei misteriosi disegni nei campi di grano chiamati Crop Circle. Il tempo è inclemente, una pioggia mista a forti raffiche di vento ci bagna da cima a fondo. E’ impossibile tenere aperti gli ombrelli durante la visita che con la complicità del tempo così cupo regala una magia tutta particolare. Entrare in questi circoli fa un effetto strano: i disegni sono di una precisione estrema e le spighe sembrano piegate a seguire il contorno stesso della figura. La dimensione di queste figure è tale da avere difficoltà ad afferrare la totalità del disegno geometrico impresso nel terreno. Quando ci spostiamo a Stonehenge le nubi si aprono lasciando intravedere il sole che le trafigge nel cielo azzurro. Questo sito archeologico è di una maestosità unica; i megaliti dei due cerchi concentrici sono spettacolari e incutono timori da quanto sono imponenti. La audioguida in italiano svela i segreti del sito mentre il sole ormai all’orizzonte illumina dal basso le nubi sopra di noi. Il tramonto è suggestivo come quello delle cartoline esposte nel vicino centro visite. L’ultima notte inglese la passiamo nel tranquillo parcheggio degli impianti sportivi del villaggio di Basingstocke, poche miglia ad ovest di Londra. Il traghetto da Dover a Calais impiega meno di un’ora, il mare è calmo ed il sole splende nel cielo. La vacanza è finita ed il viaggio per raggiungere casa è ormai privo di interesse per ragioni contingenti: lunedì riprendiamo il lavoro.
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Diario giornaliero
Scozia e Inghilterra
Dal 5 agosto al 28 agosto
Componenti: Mauro, Patrizia, Guglielmo e Tito (il gatto); Laika Creos 3002 Iveco 35 c17
Paolo, Daniela; Laika Ecovip 2i Ducato 18 JTD
Federico, Lucia, Francesco e Kely; Granduca 62, Ducato 18 TD
Totale km 7065
5 ago ven
Partenza da Lucca alle 17,00. Autostrada Genova, Alessandria, Torino fino a Susa. Uscita dall’autostrada per arrampicarsi sulla Statale 25 del Col du Moncenis. Arriviamo al passo quando sono ormai le 22; l’aria torrida della pianura ha lasciato il posto a quella frizzante dell’alta montagna (2083 metri). La differenza di temperatura è notevole, ma salutare per rinfrescarci. Ceniamo all’interno dei camper avendo quasi voglia di accendere la stufa, ma desistiamo e dopo la passeggiata serale in compagnia delle mucche al pascolo ci ritiriamo per la meritata dormita.
P al passo del Col du Moncenis in compagnia di altri camper. Parcheggio asfaltato in leggera pendenza ma con vista spettacolare sul lago e sulle montagne innevate. Illuminato e fornito di acqua sorgiva potabile.
Tempo bello per tutto il giorno; notte stellata. Km 480
6 ago sab
Sveglia alle 6,30, ma le operazioni di preparazione sono lunghe e non riusciamo a partire prima delle 8,30. Discesa veloce verso valle. Prima tappa al paesino francese di Lanslebuorg per rifornimento di gasolio. Oltrepassiamo Modane percorrendo la N6. Il traffico aumenta; a Chambéry decidiamo di immetterci sull’autostrada A43 verso Lione, ma dopo 5 km ci troviamo imbottigliati nel traffico bloccato prima del tunnel a causa di lavori incorso. E’ sabato e sembra che tutta la Francia sia qui. Cominciamo a dubitare di arrivare in tempo a Calais; il traghetto è prenotato per le 6 di domani mattina. Dopo un’ora e mezzo riusciamo a disimpegnarci e riprendere il viaggio. Tutta autostrada con brevi intervalli per un caffè e piccoli pasti. Alle 24 arriviamo al parcheggio dei traghetti di Calais. E’ pieno di camper, TIR e autobus. Andiamo subito a dormire stanchi morti.
P a Calais al parcheggio dei traghetti al porto.
Tempo bello tutto il giorno e anche la sera. La temperatura a questa latitudine è più gradevole.
Parcheggio asfaltato, illuminato, recintato e gratuito. Km 940
7 ago dom
Ore 5,30 formalità per l’imbarco abbastanza semplici. Al cancello di ingresso della zona imbarco conoscono la nostra prenotazione e ci danno un congegno elettronico per la lettura del microchip innestato nel collo del nostro gatto (così prevedono le formalità per l’importazione di animali domestici predisposte sei mesi prima). Imbarchiamo alle 6,40 e sbarchiamo a Dover alle 8,00 precise. L’alba sul mare è bellissima e quando il sole infuocato esce fuori dal mare illumina prepotentemente le “bianche scogliere”. Il timore della guida a sinistra svanisce presto perché si è incanalati subito e obbligatoriamente sulla corsia opposta; senza possibilità di fermarci per compattare il gruppo entriamo in autostrada direzione London. Ripetutamente i cartelli ricordano, anche in italiano, di guidare a sinistra. Al primo service ci fermiamo per confrontare i primi approcci con la guida “al contrario”. Superiamo agevolmente Londra, imbucando a forte velocità, come fanno tutti, il tunnel che passa sotto il Tamigi.
Consumiamo il primo pranzo in una bella piazzola erbosa di una stazione di servizio, sulla A1, con centro commerciale annesso e confrontiamo così i prezzi dei prodotti. Tutto molto caro, compreso il primo pieno di gasolio (£ 0,959) che, per inciso, costa più della benzina. Arriviamo a Durham alle 18. Troviamo parcheggio alla stazione ferroviaria, facendo il biglietto parking al botteghino del capostazione (£.4,50/24 ore). Ceniamo in un silenzio abbastanza strano per essere a pochi metri dalle rotaie: sembra che i treni corrano su un cuscinetto d’aria senza il classico sferragliare a cui siamo abituati. Dopo cena facciamo una bella passeggiata in centro (semideserto). Immersi nel fascino della penombra percorriamo i vicoli selciati che fanno da cornice a facciate a graticcio e vetrine un po’ datate. Molto suggestivo il Castello di Guglielmo il Conquistatore, che domina dall’alto la cittadina. Nella stessa piazza, illuminata sapientemente da riflettori a luce calda, si erge imponente la cattedrale gotica. Nel tornare ai camper, siamo ormai ad ora tarda, vediamo molti ubriachi in giro, specialmente giovani, ragazzi e ragazze, con bottiglie di birra lasciate un po’ ovunque.
P a Durham nel piccolo parcheggio della stazione. A pagamento, illuminato e tranquillo.
Temperatura piacevole (24/25 gradi), tempo sereno. Km 560
8 ago lun
Torniamo a visitare il centro di Durham con la luce diurna. Adesso è piena di gente, soprattutto giovani e i negozi sono allegri e vivi. La cittadina è sede di una famosa università. Visitiamo anche l’interno della cattedrale gotica impreziosita da un enorme rosone invetriato sulla facciata; la navata centrale è sostenuta da enormi colonne scolpite a motivi geometrici: queste decorazioni si sviluppano a spirale avvolgendone tutta la superficie cilindrica. Partiamo in direzione ovest procedendo sulla A691 e poi A68 fino a Corbridge dove ci immettiamo sulla secondaria B6318, parallela al Vallo di Adriano che è visibile a tratti, fino a Chollerford dove ci fermiamo per ammirare il lavoro fatto dalle guarnigioni romane più di duemila anni fa. Comodo il parcheggio gratuito del museo il quale raccoglie reperti archeologici importanti. Nella grande area recintata ci sono gli scavi che mettono in luce parte del fortilizio della guarnigione, nei quali si legge ancora l’uso che ne facevano le genti (gabinetti, ambienti termali ed altro). Proseguiamo verso ovest ammirando altri fortilizi importanti lungo questa strada che prima di Carlisle lasciamo per la A6071 verso Gretna. Siamo sul mare esterno, sul Solway Firth; con la A75 arriviamo a Dumfries. Con qualche difficoltà imbocchiamo la B725 per andare a vedere Caerlaverock Castle; facciamo la prima esperienza con le single-track: sono veramente strette per i nostri mezzi, ma la velocità per tutti è talmente limitata che sono più sicure delle strade a doppia corsia. Il luogo è veramente suggestivo, nella luce dorata del tardo pomeriggio il castello, in pietra rossa, è sfolgorante. Si erge in mezzo ad un laghetto, solitario nella brughiera per nulla antropizzata. Solo girando intorno ad esso ci si accorge che una parte è diroccato a seguito di antiche guerre. Il silenzio è assoluto perché a quest’ora, sono ormai le 19,30, non c’è più nessuno. Ce lo gustiamo nella condizione ideale. Nel parcheggio c’è il divieto di pernottamento per cui torniamo indietro di pochi chilometri e ci fermiamo nel villaggio di Glencaple, parcheggiando sul bordo del fiordo formato dal River Nith, sulla banchina di attracco delle barche. L’acqua è almeno 5 metri più in basso per la bassa marea. Ceniamo con i tavolini fuori nel tepore del tramonto: sono le 23 ma il cielo è ancora chiaro e i gabbiani sfrecciano veloci nel cielo: rimaniamo alzati fino a tardi per gustare il momento.
P a Glencaple nel parcheggio libero del porticciolo. Gratuito, fondo in brecciolino, illuminato e tranquillo. Temperatura piacevole; tempo soleggiato per tutto il giorno. Km 230
9 ago mar
Sveglia alle 8 e partenza alle 10 dopo le operazioni di toilette. Prendiamo la A701 per immetterci sulla A74 superstrada verso Glasgow. Dopo una quarantina di km deviamo per Lanark fermandoci al parcheggio di New Lanark dove andiamo a visitare un vecchio opificio ottocentesco che fece storia a suo tempo. Sulla riva del fiumiciattolo che produceva l’energia cinetica per le macchine, Owen il proprietario filantropo, costruì le abitazioni dei lavoranti a proprie spese, con tanto di spaccio alimentare, presidio medico, scuola per i bambini e chiesa per i grandi. Una rivoluzione per quei tempi. Adesso è un museo con centro studi annesso. All’interno anche un bel centro commerciale di prodotti tipici a prezzi abbordabili che ci cattura per spendere le prime sterline. Pranzo al parcheggio ombreggiato. Proseguiamo quindi oltrepassando Glasgow e nel caos del ring esterno riusciamo a perdere due ore nel traffico urbano. Arriviamo a Balloch sul Loch Lomond per visitare il castello sul lago. La visita oggi è gratuita, ma all’interno c’è poca cosa perché trasformato in uffici comunali, l’esterno invece è molto scenografico, con radi alberi secolari, un gran parco erboso che scende degradando lentamente verso la riva del lago. Passeggiamo tranquillamente su questo bel tappeto morbido arrivando a bagnarci i piedi fino al piccolo imbarcadero. Un branco di cigni reali naviga a pochi metri maestosamente. Il paese è molto turistico, con un bel porticciolo; alcune moto d’acqua sfrecciano a velocità impressionante sul pelo dell’acqua. Riprendiamo strada, la A82, costeggiando il lago fino a Tarbet, qui deviamo verso nord fino a Inveruglas dove sappiamo esserci un posto buono per dormire. E’ il parcheggio di un piccolo centro informazioni, sul bordo del lago e a quest’ora privo di auto e senza divieti. Il villaggio poco più avanti è costituito da pochissime case. Il luogo è ameno e tranquillo per cui decidiamo di passare la notte qui.
P a Inveruglas. Parcheggio con fondo asfaltato, illuminato, gratuito e senza divieti notturni. Temperatura piacevole. Tempo buono per tutto il giorno. Km 260
10 ago mer
Abbiamo dormito molto bene e questo comporta una partenza abbastanza ritardata, infatti mettiamo in moto alle 10,30 e tornando indietro di poche miglia, a Tarbet prendiamo la A83 , direzione ovest. Alla periferia di questo villaggio ci sono alcuni bei parcheggi, con piazzole alberate, liberi e senza divieti notturni, proprio in riva al mare. La vallata percorsa da questa strada è bellissima, di origine glaciale ha il fondo arrotondato tipico di questo evento; è quasi priva di vegetazione, ricoperta da un folto tappeto erboso che ammorbidisce tutte le asperità del suolo. Ben presto arriviamo al passo Rest and Thankful , quota 262 metri, siamo nell’Argyll Forest Park, paesaggio da cartolina, complice anche il cielo sereno che per ora non ci ha mai abbandonato. Scendiamo rapidamente verso Inveraray costeggiando il Loch Fyne. Il villaggio è molto caratteristico, con case basse tipiche, molto ben tenute, con tanti fiori alle finestre. Per parcheggiare non ci sono problemi. La strada principale è caratterizzata da molti negozietti di articoli da pesca e prodotti dell’artigianato locale (tartan, cornamuse, whisky): c’è anche l’edificio della vecchia prigione vicino all’antica chiesa. Un suonatore di cornamusa, in costume tipico, sentendo il nostro idioma intona prontamente un bel “Va pensiero” da lacrima, e questo gli garantisce una sterlina! Alla banchina del porticciolo è ormeggiato un antico veliero, il “Penguin of Artic” che funge anche da piccolo museo della marineria locale. Ci spostiamo con i camper nell’ampio parcheggio del castello che domina il borgo. E’ l’antica residenza dei conti dell’Argyl ricostruita in forme neogotiche nel ‘700. La visitiamo solo esternamente facendo anche il giro delle cucine al piano terreno dove si trova l’immancabile negozietto di souvenir. L’edificio è molto imponente con impronta architettonica molto caratteristica. In parte è abitato dai proprietari e la hall è accogliente e piena di fascino; un bel signore anziano in kilt e bastone nodoso che sembra il sosia di Carlo d’Inghilterra accoglie il pubblico che vuole visitare gli ambienti interni. Alle 12,30 ripartiamo per la A819 direzione nord, lungo la Glen Aray. Dopo 35 km vediamo i ruderi di Kilchum Castle, all’apice del Loch Fyne: complice il particolare colore del cielo e i candidi cirri che solcano veloci l’orizzonte, rimaniamo estasiati di fronte a queste quattro mura diroccate. Facciamo numerose foto per ricordare il momento. Ci immettiamo sulla A85 e poi sulla A82 per vedere la famosa Glen Coe. E’ una valle molto solitaria e deserta, piena di fascino e boscosa, con il fondo arrotondato dagli antichi ghiacciai. Proseguendo costeggiamo il Loch Linnhe oltrepassando Fort William: a Invergarry deviamo a sx per la A87 arrivando a Eilean Donan Castle. Il castello è famoso anche perché vi hanno girato alcune scene del film Highlander. La posizione sul promontorio proteso in mare è proprio da film. L’ora vespertina in cui arriviamo ci regala un tramonto da pellicola; il sole infuocato cala proprio dietro il castello e illumina dal basso le rare nubi del cielo. Ci sistemiamo nel parcheggio quasi deserto, un po’ defilati dal traffico della strada, in compagnia di altri due camper. Dopo poco arrivano altri due camper (di italiani) che nemmeno salutano. Ormai è notte e facciamo appena in tempo a fare una ripresa notturna che all’improvviso l’illuminazione del castello, molto suggestiva, lascia il posto al buio della sera. Andiamo a dormire con queste immagini bellissime impresse nella mente.
P a Eilean Donan Castle. Parcheggio asfaltato con cartello “no overnight”. Temperatura piacevole con tempo buono tutto il giorno. Km 240
11 ago gio
E’ cominciato a piovere alle 7, ma alle 9,30 quando partiamo per l’isola di Skye il tempo è di nuovo accettabile. Passiamo il ponte di Kyle of Lochals (gratuito) e ci fermiamo a Braadford per fare rifornimento di gasolio e generi alimentari al piccolo emporio: ottimo il salmone a tranci e la carne. Compriamo le retine anti-moss, anche se per ora non ne abbiamo visti. Proseguiamo fino a Portree dove parcheggiamo senza problemi e facciamo un giro per questa bella cittadina affacciata sul fiordo. Nel porticciolo sono attraccati molti pescherecci con nugoli di gabbiani che volteggiano sopra; le case allineate lungo la banchina hanno le facciate diversamente colorate le une dalle altre creando un bel colpo di colore mediterraneo. Subito fuori dal villaggio la strada diventa una single-track, ma la velocità e il numero dei mezzi che incontriamo è talmente basso che abbiamo modo di ammirare tranquillamente i magnifici paesaggi sul mare. Ci fermiamo per il pranzo ai piedi del Old Man of Storrs, un pinnacolo di roccia verticale dritto come un fuso. Il rumore di un ruscello con la sua bella cascatella ci accompagna per tutto il pranzo. Passeggiare su questi pascoli erbosi da l’impressione di calpestare un tappeto di lana foltissimo e morbido tanto il terreno torboso è elastico sotto le suole. Proseguiamo verso nord fino alla cascata sul mare di Kilt Rock. Spettacolare: una discreta massa d’acqua si getta dall’alta scogliera, verticalmente in mare, ma la spettacolarità è data anche dal colonnato basaltico di cui è costituita la roccia. Grandi colonne esagonali, nere e dritte a formare tante canne d’organo dalla sommità delle quali esce questo vortice d’acqua che cadendo si trasforma in tante piccole gocce. Ci spostiamo ancora avanti fin sulla punta estrema dell’isola andando a visitare i ruderi del Duntulm Castle . Meraviglioso il paesaggio sferzato dal vento sul promontorio proteso in mare. Subito dopo, una nuova sosta per un piccolo museo del lavoro contadino, il Skye Croft Museum, organizzato in alcuni vecchi manufatti in pietra, con tetto di paglia, dove sono raccolti attrezzi agricoli, arnesi per il fabbro, il ciabattino ed altro ancora, comprese vecchie foto del villaggio ed i suoi abitanti. Proseguiamo ancora tra single-track e strada normale oltrepassando Uig fino a Dunvegan Castle. Questo castello riserva una delusione perché sembra restaurato pesantemente. I muri esterni sono coperti da un intonaco grigio uniforme che toglie tutto il fascino al maniero. Molto bello invece il giardino a corredo, assai curato e valorizzato. Non visitiamo l’interno. Proseguiamo invece l’angusta via in direzione nord verso il promontorio dove con grande sorpresa vediamo per la prima volta le foche in mare. Alcune si rincorrono in acqua, altre sono stese sugli scogli e abbaiano come i cani. I famosi moss ci tartassano. Torniamo indietro oltrepassando Dunvegan dove troviamo solo cartelli no over-night. Troviamo parcheggio per la notte presso la chiesetta alla fine dell’abitato verso sud. E’ adiacente alla strada, ma non passa quasi macchina.
P a Dunvegan. Asfaltato a lato strada, piccolo ma sufficiente per tre camper. Tempo variabile con nuvole e sole senza mai pioggia. Temperatura piacevole. Km 210
Fine 1°parte
Camperfree- Camper
Scozia e Inghilterra 2°parte
12 ago ven
Nottata tranquilla. Partenza verso sud attraversando paesaggi stupendi. A Sligachan chiudiamo l’anello stradale ripassando da Broadford. Lasciamo l’isola di Skye e subito dopo il ponte di Kyle prendiamo la single-track che costeggia il Loch Carron. Questa è veramente pericolosa perché a differenza delle altre trovate fin’ora, passa attraverso un fitto bosco con curve chiuse e traffico di auto. Ci fermiamo al villaggio di Plockton. Paesino affascinante, minuscolo con case basse e colorate. Si sviluppa lungo la strada che costeggia il fiordo e nei giardini, ordinati con cura, si sviluppa una vegetazione sub tropicale, segno che il clima di questo luogo è particolarmente mite. Ci immettiamo nella A890 lungo la Glen Carron e a Achnashenn deviamo a sn per la A832 costeggiando dopo alcune miglia il Loch Maree, lago molto lungo e stretto, con paesaggio affascinante. Non troviamo le indicazioni per le cascate Victoria Falls e quindi proseguiamo fino a Charleston dove parcheggiato i camper facciamo una passeggiata lungo l’unica strada del villaggio fino al porticciolo. Lungo il molo sono accatastate ceste piene di granseole grandi come un piatto. In cima al molo vediamo vibrare l’acqua in basso e immediatamente compare il muso di una foca che gioca facendo evoluzioni da circo; poco distante una seconda foca fa le piroette sulla pancia come per farsi applaudire. La gente del posto ci guarda in modo strano per tutto il baccano che facciamo in direzione delle foche. Oltrepassiamo Gairloch, altro villaggio carino e costeggiando il mare in paesaggi stupendi, arriviamo a Ullapool. Al parcheggio free c’è un bel cartello no-over-night che consiglia il vicino camping, ma è pieno di italiani che sembra di stare a Rimini. Rinunciamo e andiamo a parcheggiare nell’area del supermarket. Dopo un’abbondante cena a base di fish-and-chips, preso all’ottima friggitoria del porto, facciamo una passeggiata serale (i negozi sono aperti fino alle 22). Allorché torniamo ai camper, l’addetto del supermarket ci fa sloggiare dal parcheggio e noi ci risistemiamo in quello free visto che c’è anche un altro camper inglese. Ci mettiamo in posizione per passare la notte.
P a Ullapool. Parcheggio free, ma no-over-night, asfaltato e illuminato. Tempo buono tutto il giorno. Temperatura buona; sera con tempo incerto, ma senza pioggia. Km 290
13 ago sab
Nottata tranquilla con qualche goccia di pioggia. Partenza alle 10,30 dopo aver fatto la spesa al supermarket. Verso nord per la A837 visitando i ruderi di Ardvreck Castle, sullo sperone erboso proteso sul Loch Assynt. La lieve pioggerella contribuisce a creare il giusto fascino scozzese a tutto l’ambiente. I famigerati midges (moscerini) danno qualche fastidio. Ci dicono che sono aggressivi solo quando piove. Prendiamo la deviazione per Lochinver alla sommità dell’omonimo fiordo. La pioggerella è cessata e questo invoglia a una passeggiata, il paese e molto carino con case tipiche e molto ordine sia nei giardini fioriti che intorno alle abitazioni. Riprendiamo strada verso nord deviando per Kinlochbervie; forse complice anche la pioggia che ha ripreso, ma il villaggio è deludente, il porticciolo è occupato in gran parte da strutture industriali, anonime e brutte. Torniamo indietro e proseguiamo per Durness per la A838. Il sole adesso splende in un cielo sgombro da nubi. Ci sistemiamo nel camping in posizione alta sul promontorio erboso e sotto di noi il Mare del Nord con la spiaggia baciata dai raggi del sole al tramonto e davanti lontano la scogliera di Whiten Head. Tantissime le tane di conigli sparse sulle dune. Il nostro gatto insegue gli animali, ma questi sono più veloci e si rintanano rapidamente. La spiaggia dorata in basso è costellata di rocce e scogli e la bassa marea li fa ergere imponenti e lucidi. Tanta gente fa il bagno in mare, noi ci limitiamo a bagnare i piedi fino alle caviglie. Al campeggio le docce calde sono gratuite e ne approfittiamo. Dopo cena facciamo una lunga passeggiata fino alle Smoo Cave, specie di grotte a livello del mare abitate da antiche genti; all’interno vi sono sorgenti d’acqua potabile. Quando facciamo ritorno al campeggio sono le 22,30, ma non è ancora notte!.
P al camping di Durness. Posizione ottima su tappeto erboso che sembra velluto, in riva al mare.
Costo £16 (tre persone e il camper). Mattina tempo variabile. Pomeriggio sole e caldo. Km 190
14 ago dom
Ottima temperatura; per tutta la notte cielo stellato. Anche stamani il cielo è blu con il sole alto. Partiamo alle 10,30, dopo le operazioni di scarico e carico acqua. Subito, a due km ci fermiamo a vedere di nuovo le Smoo Cave con la luce diurna, rifacendo la lunga scalinata per raggiungere le aperture a livello del mare. Partenza verso est e dopo poco troviamo la single-track: la sfanalata da queste parti significa: vieni pure avanti che ti cedo il passaggio e ad ogni piazzola di scambio con le altre auto c’è il saluto tipico, con due dita alzate verso l’altro equipaggio, per ringraziare della gentilezza. Costeggiando il Loch Eriboll partecipiamo a paesaggi che potrebbero essere quelli di zone tropicali: spiagge bianchissime, mare azzurro cielo blu e sole, tanto sole.. Molto bella la foce del fiume Kyle of Tongue che si apre al mare con isolette sabbiose e spiagge bianche di sapore tropicale. Consumiamo il pranzo a Bettyhill in piazzola pulita, con wc e acqua calda. Riprendendo strada, dopo una decina di miglia deviamo verso Strathy Point. Per raggiungere il faro dobbiamo lasciare i mezzi al parcheggio e farci a piedi questi due km. Per fortuna c’è il sole ed è caldo. Il promontorio con il faro è maestoso, alto sulla roccia nera circondata da un tappeto erboso che molleggia sotto i nostri piedi. Ai piedi di alcune rocce protese in mare vediamo le foche che si grogiolano al sole sulla spiaggetta sassosa in basso. Proseguiamo fino a Thurso dove facciamo rifornimento di gasolio (salasso:1 sterlina/litro) e generi alimentari (troviamo la pasta Barilla ed altre marche italiane) al market Lidle (economico). Quindi deviazione verso Dunnet Head per vedere le foche e i Puffin decantate da tutte le guide inglesi. Non vediamo ne l’uno ne l’altro. La Dunnet Bay però e bellissima, con dune erbose fino al mare e lunga spiaggia dorata. Raggiungiamo John O’ Groat giusto in tempo per prenotare il traghetto per la visita alle Orcadi di domani(£ 36 a persona, traghetto+pulman per il giro turistico). C’è un campeggio proprio al porto e quindi la sosta notturna libera non è permessa in paese (quattro case) per cui ci spostiamo nel parcheggio del faro di Duncansby Head, distante due km, dove sono parcheggiati già altri camper (tutti italiani).
P Duncansby Head, nel park del faro, asfaltato in lieve pendenza (zeppe). Paesaggio stupendo. Giornata di sole con ottima temperatura anche serale. Km 170
15 ago lun
Prendiamo il traghetto delle ore 9 (ora locale) per l’arcipelago delle Orcadi, lasciando i camper nel parcheggio del porticciolo. Pioggerella fine fine, mare calmo con le foche che seguono l’imbarcazione per un lungo tratto prima di scomparire. Sbarchiamo a Burwick sull’isola South Ronaldsay, la più vicina alla Scozia. I pullmans che aspettano caricano i turisti per il tour organizzato. Costeggiamo la baia di Scapa Flow dove emergono ancora numerosi relitti di navi da guerra in ricordo delle due vicende belliche mondiali. Prima sosta al Ring of Brodgar, grande circolo megalitico simile a quello di Stonehenge, composto da 27 grandi macigni infissi verticalmente nel terreno più di 2500 anni fa; il vento e la pioggia sferzano gli impermeabili, ma la suggestione del paesaggio, rallegrato dal brugo in fiore, ripaga di tutto. Ci spostiamo poi al villaggio preistorico di Skara Brae. Molto suggestivo in riva al mare, scavato nella sabbia della duna a ridosso della spiaggia. La pioggia è cessata e possiamo girare liberamente tra queste antiche mura venute alla luce per caso durante un fortissimo fortunale abbattutosi in questo luogo nel 1850. E’ il villaggio neolitico meglio conservato della Gran Bretagna ed anche il più antico facendolo risalire al 3100 a.C. Visitiamo anche l’antica dimora del proprietario del terreno sul quale insiste Skara Brae. All’interno la casa mantiene arredo e suppellettili originali ottocenteschi con un antico registro dove tra le firme dei numerosi visitatori c’è anche quello della regina Elisabetta II. Altra tappa è la cittadina di Stromness, antico borgo di pescatori con case basse e numerosi negozietti. Poche emergenze storiche, ma ricca di fascino ambientale. Facciamo il giro completo dell’isola Mainland per arrivare a Kirkwall, capitale dell’arcipelago. Bella, con centro storico pedonale, moltissimi negozi (con prezzi abbordabili), imponente cattedrale romano-gotica in pietra rossa, dedicata a St. Magnus e il Bishop,s Palace, maestose rovine del palazzo episcopale di epoca medievale, con una grossa torre cilindrica del 1550. Proprio di fronte a questo si trova l’Earl’s Palace, palazzo rinascimentale, semi diroccato ma con le antiche vestigia ancora leggibili, ricco di torrioni semicircolari, finestre eleganti e mura perimetrali decorate con fregi di qualità. E’ ormai pomeriggio e sulla strada di avvicinamento al traghetto merita una sosta la Italian Chapel, cappella religiosa ricavata da un hangar, costruita dai prigionieri italiani internati in questo luogo durante l’ultimo conflitto mondiale. E’ commovente vedere l’impegno e la maestria con le quali fu edificata questa icona religiosa, considerando la povertà e la scarsezza dei materiali e attrezzi dell’epoca. Alle 19 ci imbarchiamo per la Scozia. Il mare è un poco più mosso di questa mattina, le foche non si vedono, ma in compenso la pioggia non ci ha più infastidito con la sua insistenza. Unico rammarico quello di non aver visto i Puffin (Pulcinella di Mare), perchè questi emigrano dalle isole nel mese di luglio per cui siamo in ritardo ! Ritorniamo al faro per il pernottamento. Non essendo ancora buio ne approfittiamo per fare un giro sul sentiero che corre alto sul promontorio erboso, fino a vedere i famosi faraglioni che sorgono dal mare a poca distanza dalla costa. Alti imponenti sul mare a forma di cono aguzzo dove svolazzano migliaia di gabbiani rumorosi.
P al faro di Duncansby Head. Nuvoloso ma niente pioggia a parte questa mattina. Anche stasera ci sono molti camper italiani. Km 000
16 ago mar
Partenza alle 9,30 dal faro di Duncansby Head immerso nella nebbia. Alle 10 però il sole ha già preso il sopravvento sulla nebbia. Procediamo sulla A99 per Wich. Strada litoranea verso sud ormai, fino a raggiungere la cittadina per fare rifornimento di gasolio e generi alimentari. Ne approfittiamo per fare un giro sulla via principale molto carina e piena di fiori, fino al porto-canale. Proseguiamo verso sud fino al bivio per Grey Cairns Of Camster per vedere il villaggio neolitico formato da ambienti contigui coperti a finta volta con lastroni di calcare a loro volta ricoperti da cumuli di pietrisco, da sembrare un cumulo informe di ciotoli senza forma ne identità, a parte un basso ed unico cunicolo di accesso che ne identifica la funzione antropica. Il tempo si è rimesso al bello decisamente regalandoci un’altra bella giornata. Per il pranzo ci fermiamo nel parcheggio di Dunrobyn Castle, ombreggiato da grosse querce. Visitiamo successivamente il parco che arriva fino al mare in un ambiente pastorale bellissimo, l’erba arriva fino a pochi metri dall’acqua. Suggestivo il castello imponente, con torrette e guglie, affacciato sul golfo. Costeggiamo il Cromarty Firth e dopo il ponte prendiamo la deviazione a sinistra per fare il giro della Black Isle. La strada secondaria B9163 ci conduce alla punta estrema fino alla cittadina di Cromarty, dove parcheggiato il mezzo visitiamo le graziose case basse del borgo. Interessante anche il parcheggio per il pernottamento. Il villaggio successivo, Fortrose, ci regala la visione dei resti della bella abbazia, priva del tetto: qualche problema di parcheggio ci obbliga a velocizzare la visita. Successivamente raggiungiamo Inverness. Sostiamo nel parcheggio del supermercato per visitare la città. Breve visita della parte che si estende lungo il fiume, ma l’avvicinarsi della sera ci pone qualche preoccupazione perché non siamo riusciti a trovare un posto tranquillo per passare la notte. Il guardiano del parcheggio ci impone di andarcene in quanto il supermarket chiude e viene quindi posizionata la sbarra all’ingresso. Non ci rimane che partire; decidiamo in direzione di Drumnadrochit sul Loch Ness in quanto domani visiteremo il castello. Troviamo un bel parcheggio dietro l’ufficio turistico del paese e anche se il cartello no-overnight pone qualche dubbio, ci sistemiamo per la notte, confortati da un equipaggio di irlandesi che ci tranquillizza della situazione.
P a Drumnadrochit nel parcheggio dell’Ufficio Turistico alla fine del paese. Caldo e tempo bello tutto il giorno. Notte tranquilla e calda (19°), con altri 7 camper. Km 330
17 ago mer
Alle 9,30 siamo puntuali per l’apertura della biglietteria per visitare i ruderi di Urquhart Castle. I resti di questo antico maniero, protesi sul Loch Ness sono molto suggestivi, complice il cielo terso con grossi cirri candidi che corrono veloci. La manutenzione e la cura del sito sono maniacali tanto sono in ordine. Dopo la visita facciamo a ritroso la strada, ripassando da Inverness per proseguire verso Fort Gorge, dove dicono che si possono avvistare i delfini nella baia del Moray Firth. Prendiamo la audioguida in italiano che ci accompagna per tutta la visita del forte. E’ molto precisa e concisa per cui apprezziamo appieno tutto il grosso complesso di edifici militari, in parte ancora usato da uno squadrone scozzese. Dagli spalti dei terrapieni avvistiamo anche un folto branco di delfini che fanno evoluzioni nel braccio di mare antistante i baluardi: spettacolo emozionante. Continuiamo verso est sulla A96 fino a Forres e poi deviamo verso sud per la A940 dove subito fuori si trova la distilleria di whisky Dallas Dhum. Questa meta è compresa nel pacchetto di siti visitabili con la card forfetaria (35 sterline a testa) che abbiamo acquistato alle Orcadi. Facciano il percorso interno (con audio in italiano) che spiega come si produce il liquore nazionale ed al termine della visita c’è l’assaggio gratuito del prodotto. A continuare verso sud sulla A940 attraversando paesaggi selvaggi ingentiliti solo dall’erica in fiore. Non ci sono assolutamente alberi in tutto l’orizzonte dolcemente ondulato delle colline. Incontriamo moltissime pernici che volano rumorose dai bordi della strada. Arriviamo a Corgarft Castle, ma l’edificio è chiuso perché in restauro. E’ poco fruibile anche dall’esterno perché impacchetato da teli e impalcature. Più che un castello è una villa fortificata con muro di recinzione di forma stellare con feritoie lungo le cortine; in posizione dominante, in alto sul colle, domina una vallata priva abitazioni, ma ricca di pascoli. Moltissimi conigli selvatici corrono veloci sui prati al nostro approssimarsi. L’ora è ormai tarda per cui decidiamo di fermarci per la notte nel piccolo parcheggio del castello, in totale solitudine e oscurità. E’ iniziata una leggera pioggerella e l’aria si è rinfrescata (15° alle ore 23).
P a Corgarft Castle. Parcheggio sterrato completamente buio. Leggera pioggerella notturna. Notte tranquillissima. Km 160
18 ago gio
Leggera pioggerella per tutta la notte; partiamo dal parcheggio alle 9,30 direzione sud per la A939 e dopo poche miglia deviamo sulla single-track B976 attraversando un paesaggio bellissimo di dolci colline ricoperte di erica in fiore, senza un albero, la strada a volte supera pendenze del 20%. Arriviamo in breve a Balmoral Castle. Il castello della regina è chiuso alla visita per cui ripartiamo subito. Scendiamo sempre verso sud lungo la Glen Shee, molto bella, ma più verdeggiante e boscosa. Arriviamo a Meigle, sulla A94, ormai vicini a Dundee, dove visitiamo un piccolissimo museo di stele di origini gaeliche e runiche: molto interessante e ben organizzato. Arriviamo poi a Glamis Castle che pioviggina ancora. E’ ora di pranzo per cui mangiamo in fretta e quindi entriamo a visitare la imponente dimora della Regina Madre (£ 7 adulti e £ 5,7 ridotti). E’ molto interessante perché possiede ancora mobili e suppellettili originali dato che una parte è ancora abitata. In questo maniero sono nate e vissute per diversi anni la Regina Elisabetta I e sua sorella Margaret. Il tutto è curato fino nei minimi particolari. Proseguiamo attraversando rapidamente Dundee e il ponte sul Firth of Tay prendendo subito la A914 verso St. Andrew che visitiamo dopo aver parcheggiato nel comodo long-stay-free con bus navetta gratuito per il centro. Visita ai ruderi dell’abbazia con vista generale dall’alto della torre. Visitiamo anche i ruderi del castello sul mare, con tranquillità visto che ormai ha smesso di piovere. I monumenti visitati in questi giorni fanno tutti parte del circuito per il quale abbiamo acquistato il pacchetto forfetario. Proseguiamo per poche miglia costeggiando la costa del Fife fino al villaggio di pescatori di Anstruther. Il porticciolo è in bassa marea e le case tipiche che vi si affacciano sono illuminate dalla luce dorata del sole che esce dalle ultime nuvole, basso sull’orizzonte. Troviamo un’ottima sistemazione nel parcheggio prospiciente il mare. Due semicerci di arcibaleno solcano il cielo al tramonto. L’orizzonte fiammeggia dai raggi solari che illuminano le nubi da sotto. Ceniamo e ci sistemiamo per la notte.
P a Anstruther sul porto. Illuminato. Fino alle due c’è un gran viavai di auto e di giovani che bevono birra chiacchierando a voce alta vicino ai camper. Non ci sono particolari problemi a parte un notevole fastidio. Temperatura serale 19°. Km 210
19 ago ven
Partiamo alle 10 da Anstruther; la mattinata è serena con una luce bellissima, ma la temperatura è più fresca, 15°. Ci fermiamo dopo poche miglia per visitare il porticciolo di St. Monans in bassa marea, le barche sono tutte appoggiate con la carena sul fondo del porto. Proseguiamo passando da Kirkaldy e Dumfermline fino a Culross dove ci fermiamo nel comodo parcheggio gratuito sul mare. Con una breve passeggiata attraversiamo il villaggio fino alla sommità della collina sulla quale sorge la vecchia chiesa. Con lo sguardo si domina il paesaggio del Firth of Forth fino a Edimburgo. Le due alte torri della centrale elettrica disturbano il paesaggio guardando dalla parte opposta. Arriviamo a Stirling nel primo pomeriggio. Lungo giro nel centro per seguire le indicazioni del parcheggio del castello. C’è posto per un unico camper perché ormai completo. Gli altri due camper trovano posto lì vicino. La visita al maniero (£ 8) delude perchè privo di ogni suppellettile e pesantemente restaurato. La vista dal sito spazia sulla città in basso e sulla torre dedicata a William Wallace posta sulla vicina collina. Terminata la visita prendiamo la direzione di Edimburgo per la superstrada M9, deviando poco prima della città per andare a visitare Blackness Castle, antico maniero sul mare. Interessante la piccola struttura, ma deludente l’interno perché spoglio di ogni arredo. Facciamo la circonvallazione di Edimburgo fino al camping Mortonal dove entriamo alle ore 20,30.
P al camping Mortonal a Edimburgo. £ 20,50 al giorno, un camper e tre persone. Serata calda. Km 190
20 ago sab
Siamo costretti ad attendere fino alle 10 per sapere se possiamo rimanere al campeggio per un’altra notte. Alle 11 la direzione consiglia di uscire dal camping e parcheggiare nell’area di attesa esterna al recinto e quindi tentare di rientrare questa sera se c’è posto. Alle 12 siamo finalmente nel centro della città, sul Royal Mile pieno all’inverosimile di gente e artisti che lavorano in strada. La giornata è limpida e calda e questo ci permette di goderla appieno. Arriviamo a visitare il castello, dove si svolge anche una cerimonia matrimoniale con tanto di cornamusa che suona per gli sposi. Passeggiamo per la città facendoci portare dalla folla. Ceniamo alla Pizza Hut e rientriamo al camping alle 22.
P nell’area di attesa esterna (late arrival) al campeggio Mortonal di Edimburgo. Notte serena e stellata. Km 000
21 ago dom
Questa mattina alle 7,30 accendiamo la stufa perché la temperatura esterna è di 9°. Pesante discussione alla direzione del campeggio perché ci vogliono far pagare la tariffa intera come se avessimo occupato una piazzola interna. Ce ne andiamo senza pagare una sterlina, spostandoci a Dalkeith poco più a ovest della città, in un campeggino familiare, pulito, con persone gentili e accoglienti e più economico. Con il bus arriviamo di nuovo in centro. Giriamo per le stradine laterali attraversando più volte il Royal Mile pieno di gente. Bello il clima che si respira, giovane e frizzante pieno di fascino. Il pranzo oggi lo consumiamo nel prato sotto il castello, inondato di gente stesa a prendere il sole di mezzogiorno. Il pomeriggio tentiamo di acquistare un biglietto per lo spettacolo della sera nel parterre del castello, ma ne troviamo solo due e noi siamo in 9. Desistiamo e quindi torniamo a passeggio per i vicoli della città. Rientriamo al camping alle 19,30 stanchi morti. Le docce sono calde con acqua abbondante, pulite e gratuite. Ne approfittiamo per lasciare scivolare via un po’ di stanchezza. Cena abbondante e poi a letto.
P al Camping Fordel di Dalkheith. In serata rannuvola con un poco di pioggia per un paio d’ore. Nel prato del campeggio scorrazzano conigli selvatici. Temperatura serale 18°. Km 15
22 ago lun
Anche stamani alle 7,30 accendiamo la stufa perché la temperatura esterna non supera gli 11°. Il tempo però si è rimesso al sole pieno. Partenza dal campeggio alle 11 dopo tutte le operazioni igieniche e amministrative. Arriviamo a Roslyn in poco tempo perché abbastanza vicino a Dalkheith. Di forma generale gotica, ma costruita nel 1400, l’esterno è attualmente poco fruibile in quanto protetta da impalcature che nascondono in parte la struttura. L’interno è ricchissimo di decorazioni simboliche e strane, da fiori esotici (sconosciuti all’epoca !) a figure demoniache, da simboli massonici e templari confusi a quelli religiosi, insomma tutto l’insieme è assai inquietante anche per i numerosi scritti che accompagnano la sua storia (vedi Codice Da Vinci). La visita lascia perplessi, e con una certa angoscia mistica. Dopo la visita riprendiamo la direzione sud prendendo la A68 fino a Dryburgh Abbey, dove visitiamo i ruderi dell’antica abbazia nella luce calda del pomeriggio che mette in risalto il verde smeraldo del prato perfettamente rasato. A poche miglia visitiamo la cittadina di Melrose, con case basse, tipiche e resti di antica abbazia in arenaria rosa. Ancora poco più a sud ci fermiamo a Jedburgh, ma l’ingresso all’importante chiesa è chiuso da dieci minuti per cui possiamo ammirarla solo dall’esterno. Priva del tetto come quasi tutte quelle che abbiamo visitato fino ad ora, a causa delle guerre di religione, si erge alta sulla collinetta a dominare il borgo poco più in basso. Ruderi magnifici nella luce del tramonto. Visitiamo il villaggio, quasi deserto data l’ora, dove l’altra emergenza storica è data dalla casa che ospitò per qualche tempo, nel ‘500, Maria Stuart. Il parcheggio dove siamo sembra tranquillo e quindi decidiamo di fermarci per la notte. Il cartello no-overnight ci viene consigliato di ignorarlo da alcuni camionisti.
P a Jedburgh nel parcheggio sul fiume a lato dell’abbazia, in compagnia di alcuni camionisti che dormono sul mezzo. Asfaltato e illuminato. Bel tempo tutto il giorno. Km 160
23 ago mar
Notte tranquillissima e senza rumori. Alle 7,30 diamo un’accensione alla stufa per riscaldare un po’ l’ambiente perché la temperatura esterna è di 9°. Il sole riscalda presto la mattinata. Percorriamo la M1 verso sud per tutto il giorno. Ci fermiamo per fare spese al supermarket Morrison per le ultime cose (ottima la carne e il salmone). Usciamo dalla M1 a Northampton per entrare nel camping della cittadina. Impieghiamo un po’ di tempo per trovare questo campeggio. Sono le 22 quando siamo sistemati. Ceniamo e poi a nanna. La temperatura questa sera si è abbassata per la nuvolosità del cielo.
P al camping di Northampton, bel sito con prato all’inglese e laghetto (£ 15 a notte compreso la corrente elettrica). Km 510
24 ago mer
Partenza dal camping alle 10,30 e tra le varie rotonde perdiamo la strada per Oxford. Dopo un lungo giro attraversiamo la città per arrivare a Avebury. Bellissimo il sito considerato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco per il suo grande cerchio megalitico, più grande del vicino Stonehenge. Questo cerchio racchiude tutto il paese ed è completo di fossato e numerosi megaliti infissi verticalmente nel terreno. Questo luogo è anche il sito dei misteriosi disegni nei campi di grano (Crop Circle) che andiamo a visitare. Il tempo adesso è inclemente, una pioggia mista a forti raffiche di vento ci bagna da cima a fondo. E’ impossibile tenere aperti gli ombrelli dal forte vento. Entrare in questi “circoli” fa un effetto strano. I disegni sono di una precisione estrema e le spighe sembrano piegate a seguire il contorno stesso della figura. La dimensione di queste figure geometriche lascia perplessi, sono grandi decine di metri e se ne afferra la totalità solo osservandole dall’alto. La pioggia cessa quando partiamo ed il cielo si apre dalle nubi in poco tempo. Quando ci fermiamo nel parcheggio di Stonehenge c’è solo vento. I megaliti dei due cerchi concentrici sono spettacolari e incutono timore da quanto sono maestosi. La audioguida in italiano svela tutti i segreti del sito e mentre ascoltiamo la storia, il sole fa capolino tra le nubi illuminando l’atmosfera di una luce irreale. Quando partiamo il cielo è sgombro di nubi. In direzione di Londra non riusciamo a trovare un posto per la notte se non a Basingstocke e dopo vari tentativi andati a vuoto, in un bel parcheggio ai campi da gioco della cittadina. Parcheggio libero da divieti.
P a Basingstocke nel park dei campi da gioco, a ovest di Londra sulla M3. Gratuito, asfaltato, illuminato e tranquillo. Temperatura serale 14°. Km 300
25 ago gio
Sveglia alle 7 con una temperatura esterna di 12° . diamo un’accensione alla stufa per stemperare l’aria. Nella notte ha piovuto, ma adesso la mattinata è splendente di sole. Alle 10,30 quando partiamo si è riscaldata anche la temperatura esterna. Percorriamo tutta autostrada, M3 e poi M25, quindi M26 e ancora M20 per Folkstone. Pranzo di “lavoro” in area di servizio poco dopo Maidstone; è un bel sole con luce intensa e nei giardini dell’area ritroviamo la lavanda in fiore. Arriviamo a Dover alle 15 e cerchiamo subito un imbarco in deroga al biglietto prenotato per le 21,50. C’è disponibilità per le 15,30. Bene!. Nel frattempo ha cominciato a piovere a dirotto. Il sottoscritto viene avviato in una corsia di imbarco completamente deserta, mentre le corsie vicine piene di auto e con i nostri due amici di gita imbarcano rapidamente. A piazzale deserto ci viene qualche dubbio che qualche cosa non torna. Sotto la pioggia battente arriva un addetto, assai perplesso, che ci chiede il ticket e annuncia che la nostra nave è già partita. Contatti con la biglietteria per chiarire la posizione. Dopo alcuni minuti di comunicazioni frenetiche perché anche l’altro traghetto è pronto a partire ci viene annunciato l’errore e veniamo invitati a salire la rampa il più rapidamente possibile. Sbarchiamo a Calais alle 16,30. Prendiamo subito la direzione sud per viabilità normale. Dopo circa 70 km fermiamo i camper a Aire sur Lis in parcheggio sul canale Lis. Il tempo è di nuovo bello e caldo.
P a Aire sur Lis, parcheggio cittadino in riva al canale, illuminato, alberato. Tranquillo. Alle 20,30 temp. esterna 17°. Km 270
26 ago ven
Partenza da Aire sur Lis alle 8.10, per viabilità normale; il traffico locale aumenta sensibilmente. Pranzo volante in una località anonima e quindi sosta serale a Genlis, quindici km a sud di Dijon. Bel parcheggino in riva al fiume Norges con tavoli da pic nique.
P a Genlis, 15 km a sud di Dijon, in parcheggio gratuito lungo la riva del fiume Norges. Illuminato, gratuito, con fontanella di acqua potabile. Ci sono già due camper posizionati, ma c’è abbastanza posto anche per i nostri. Serata tiepida con tramonto fiammeggiante. Km 560
27 ago sab
Partenza da Genlis dopo aver fatto rifornimento di baguettes e croissant freschi di forno. Direzione sud per viabilità ordinaria. A causa del notevole traffico decidiamo per l’autostrada; passiamo Bourg en Bresse e poi Chambery e ci fermiamo per pranzare in piazzola di servizio.
Facciamo l’ultimo pieno di gasolio a Modane in Francia (a €1,090). I nostri due amici decidono di fare un’unica tappa per arrivare a casa entro oggi, noi invece rientriamo domani con comodo. Oltrepassiamo di nuovo il Moncenisio: la neve è a poche decine di metri più in alto. Oltrepassiamo Torino per la A26 e quindi dopo Alessandria ci fermiamo a Ovada nell’area attrezzata per camper per passare la notte. Ci sono già molti camper in sosta.
P a Ovada. Area Attrezzata per camper. Serata tiepida ma con pioggerella insistente. Temp. esterna 21° alle 21,30. Km 550
28 ago dom
Partenza alle 10,00 da Ovada. Via autostrada arriviamo a Lucca alle 13,00. Tempo bello. Km 240
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