Capodanno nel deserto della Tunisia
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Capodanno nel deserto della Tunisia
Tunisia 26 dicembre 2012 – 7 gennaio 2013
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Diario di viaggio di Maurizio e Stefania Moroni
Equipaggio: Maurizio - 65 anni (e ½), prima guida, addetto ai lavaggi (panni, piatti), alle foto ed estensore di questo diario);
Stefania - 60 anni(e ½), seconda guida, addetta alla cucina, alla gestione economica ed alle tecnologie (PC, navigatore, appunti di viaggio, CB...)
Autocaravan: Aiesistem Projet 100 su Opel Movano 2500 TD
PREMESSA
É il nostro secondo viaggio in carovana di camper organizzata da un noto tour operator (Camper e Giramondo),
dopo 20 anni come "viaggiatori solitari". Il primo era stato, nel marzo 2012, in Marocco (il nostro diario di tale
viaggio è pubblicato sui vari siti per camperisti). Il pacchetto proposto comprendeva, oltre, agli accompagnatori (i titolari di Camper e Giramondo, anche loro, ovviamente, in camper):
viaggio in nave con sistemazione in cabina;
campeggi/parcheggi per la sosta notturna
entrata e guide turistiche locali nei siti più importanti
escursione in fuoristrada
un pranzo in locale tipico
Come già scritto nel diario relativo al viaggio in Marocco, il viaggio in carovana organizzata permette di ottimizzare i tempi permettendo di vedere in un tempo relativamente breve cose che altrimenti avrebbero richiesto parecchi giorni in più. Infatti, avendo gli accompagnatori già effettuato più volte tale percorso, sanno già in partenza il tempo necessario per gli spostamenti e le eventuali criticità, non occorre cercare parcheggi o campeggi la cui ubicazione è già nota e che sono già stati precedentemente contattati, specie in zone, come queste, dove rari sono i campeggi ed è difficile conoscere siti sicuri per la sosta libera; inoltre, arrivati nei posti, si trova già la guida, anch'essa precedentemente contattata, o i fuoristrada per l'escursione d'obbligo. Senza contare il piacere della compagnia.
Importante è anche l'esperienza di chi ha fatto più volte tale viaggio. Certo, manca un poco, ovviamente, il piacere della scoperta, quel senso (razionale) di avventura, la libertà di cambiare itinerario e di mutarlo a tuo piacimento.
Come in ogni cosa occorre valutare i pro e i contro. Anche se le visite sono guidate, abbiamo consultato le guide della Tunisia del Touring Club Italiano (utile per le piantine e la descrizione delle città e dei monumenti) e la Lonely Planet (per tutte le informazioni pratiche come ristoranti, usi e costumi, gastronomia, acquisti, ....).
Essendo un viaggio organizzato in carovana non abbiamo provveduto ad acquistare le mappe del nostro navigatore satellitare (ammesso che ci siano e che siano aggiornate); pertanto non abbiamo potuto rilevare le coordinate dei POI. Abbiamo trovato i POI di quasi tutti i siti visitati al seguente link:
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Una "gelosia" a Kairouan
DIARIO
26 dicembre Roma – Civitavecchia e imbarco Imbarco alle ore 13, partenza alle 14; il tragitto dura circa 26-27 ore. Su queste navi, siano della "Grandi Navi Veloci" o "Grimaldi" il vitto nel self-service non è mai un gran ché. Molto meglio i panini in vendita al bar o attrezzarsi portandosi roba per uno spuntino in cabina.
27 dicembre Arrivo a Tunisi
La nave arriva al porto di Tunisi (La Goulette) in leggero ritardo, ma sono le lungaggini alla dogana a far fare molto tardi. Dopo essersi riunificati con gli altri componenti della carovana provenienti da Genova e fatto rifornimento di gasolio ad un distributore ad 1 km dal porto, sulla strada per Tunisi, puntiamo (siamo 16 camper) verso sud (Kairouan) con l'autostrada A1, fermandoci per la sosta notturna nel parcheggio di un'area di servizio, poco dopo Hammamet.
28 dicembre Kairouan – Gabes
A Kairouan, la quarta città santa dell'Islam, come ci ripete in continuazione la guida che ci accompagna, abbastanza interessanti sono la Zaouia di Sidi Sahbi e la Grande Moschea. La Zaouia di Sidi Sahbi è soprannominata Moschea del Barbiere, in omaggio alla tradizione secondo la quale Abou Dhama (di cui a Zaouia è il sepolcro) portava sempre con se tre peli della barba di Maometto. La Grande Moschea presenta un massiccio minareto ed un cortile di dimensioni monumentali. Nel cammino dall'una all'altra si incontra il Bacino degli Aglhabiti, monumentale serbatoio a cielo aperto che un tempo riforniva di acqua la città . Naturalmente, come in tutte le moschee delle ex colonie francesi, la sala di preghiera non è visitabile per i non musulmani. Purtroppo, a causa di qualche disordine di natura politica in corso nella zona di Sbeitla, dobbiamo saltare la visita, prevista per il pomeriggio, al bellissimo sito archeologico. Si punta pertanto verso la tappa successiva, cioè Tozeur, aggirando, però, la zona di Sbeitla, passando per Gabes. La strada, con il solito gradino laterale delle strade tunisine (e marocchine) scorre in mezzo ad un paesaggio brullo, con ampie estensioni di olivi, paesini molto trasandati e disordinati dove, molto spesso, solo la strada centrale è asfaltata e la polvere, sottile e penetrante è dappertutto (il fascino del deserto verrà tra un paio di giorni). Poco prima di Gabes, sulla statale 1, sono allineati una quantità enorme di locali che cucinano, con la carbonella, le carni di pecore e agnelli che sono appesi a dei ganci fuori del locale (uno spettacolo per stomaci forti). Pernottamento a Gabes, nel campeggio "Fella Loisir Parc" (Parc Ecologique et Culturel), anche hotel e ristorante.
Nota: accanto ad entrambe le moschee citate vi sono parcheggi adatti anche ai camper (più grande quello della
Grande Moschea)
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Il nostro camper nel "nulla" del Chott
29 dicembre Lago salato (Chott el-Jerid) - Tozeur
Verso Tozeur. Sulla strada, a Debabcha (poco dopo Kebili), all'imbocco della strada per il lago salato (Chott El Jerid), è imperdibile una sosta alle dune fossili, antipasto delle bellezze che si vedranno in seguito. Di Fronte alle dune fossili vediamo una piccola costruzione bianca con cupola semisferica, che è la tomba di un Marabutto, ossia una persona riconosciuta a livello locale, come santo e la cui tomba è oggetto di culto popolare (marabutto è anche, per estensione, il termine che indica la tomba in cui è sepolto e si venera il santo). La strada che da Kebili porta a Tozeur è una lunga e diritta fettuccia di asfalto che taglia a metà il Chott. Purtroppo quest'anno di sale non se ne vede molto; in base all'andamento delle piogge il Chott può presentarsi anche come una piatta distesa bianca (di sale) o fangosa. Ad un certo punto nell'orizzonte assolutamente piatto del Chott (uno skyline così l'avevamo visto solo nella Puszta ungherese e al lago salato Tuz Gölü in Turchia) spicca la carcassa di un vecchio autobus (probabilmente rimasto incagliato durante un periodo in cui il terreno era fangoso. Raggiunto l'ex-autobus tramite una pista a noi invisibile (la vedono i nostri accompagnatori) ci godiamo un pranzo (per molti all'aperto) allietati da un sole veramente caldo (saremo sui 25-27°C e pensare che la mattina, alle 6,30 avevamo 5,5°C). É piacevole gironzolare per le stradine di Tozeur, cittadina famosa anche per la grande oasi dallo splendido palmeto, ammirare gli ornamenti geometrici delle facciate delle case, girare nell'ampio mercato (buonissimi datteri e frutta) e nei negozi di artigianato; attenti, però, a non farsi prendere la mano, i prezzi sono bassi, le cose graziose e si fa presto a riempire il camper. Ci ritempriamo con un buon tè alla menta sulla terrazza di una Sala da Tè, proprio sopra un grande negozio di artigianato. Il campeggio di Tozeur, sotto le palme, non è il massimo (docce problematiche, assenza di scarico acque grigie, poche prese elettricità) ma nella media dei campeggi tunisini.
30 dicembre Oasi di montagna (Chebika, Tameghza, Mides)
La strada,dapprima in piano traversando il Chott El-Gharsa, poi in salita con agevoli tornanti porta alle tre oasi di montagna ai limiti del confine con l'Algeria. Chebika, con la fonte e piccola cascata nella gola in mezzo alle palme, il profondo canyon di Mides, la cascata con il canyon a Tameghza ci offrono una giornata più che gradevole. Pernottamento a Tozeur nel campeggio del giorno prima.
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Il canyon di Mides
31 dicembre Douz – Ksar Ghilane
Sempre più a sud, verso il Sahara. Si ritraversa il Chott, poi Douz (spesa), poi Matmata. il panorama è un deserto piatto con cespuglietti polverosi. Nei diari di viaggio di alcuni anni fa la strada per Ksar Ghilane era descritta come una pista di sabbia; da qualche anno è un comoda strada asfaltata e dritta che corre, per un lungo tratto, parallela all'oleodotto che porta il petrolio libico e tunisino alla raffineria di Gabes; enormi tubi avanzati lasciati ad arrugginire lungo la strada costituiscono una costante del paesaggio. Prendiamo il bivio che porta all'oasi di Ksar Ghilane (quattro case e il doppio di improvvisati "distributori" di carburante libico) dove la strada termina; da qui al palmeto (300-400 m), all'interno del quale ci sono campeggi ed albergo, solo pista di sabbia, da percorre con cautela. L'oasi di Ksar Ghilane, un tempo sperduto avamposto ai limiti del Sahara ai margini del Grande Erg Orientale, è diventata, dopo la costruzione della strada asfaltata, la base di partenza per escursioni nel deserto. Certo ormai si può solo ipotizzare il fascino del luogo quando solo pochi avventurosi, dotati obbligatoriamente di fuoristrada (o dromedari), potevano raggiungerla. Comunque ancora oggi il sito è davvero affascinante; lungo l'unica strada (di sabbia) che l'attraversa ci sono tre campeggi (nel senso tunisino del termine) e l'Hotel Pansea, un bellissimo albergo di charme (tende "beduine" dotate di bagno e aria condizionata, torre panoramica e piscina) e, in fondo all'oasi, la sorgente di acqua calda (leggermente sulfurea) con tanto di piccola piscina per un bagno ristoratore (e bar). Ma la cosa più spettacolare e inaspettata ci aspetta dopo la piccola piscina: basta prendere il viottolo a sinistra della stessa e dopo 20 m ti appare un deserto da cartolina.
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Il campeggio di Ksar Ghilane
Il deserto piatto, sassoso, con cespugli radi grigio-verdi lascia il posto al deserto da film, quello con le dune rossicce e i dromedari (è la foto della copertina di questo diario). Ci piazziamo al primo dei tre campeggi e cominciamo a preparare, dopo il bagno in piscina, per il cenone di capodanno nella grande tenda montata per l'occasione. L'oasi è strapiena di gruppi di escursionisti (in fuoristrada, in moto, in quad) nell'albergo c'è una gran festa e noi facciamo del nostro meglio nel nostro campeggio: ognuno cucina e porta qualcosa nella grande tenda dove, nel frattempo sono stati portati i tavolini e le sedie dai camper. Come sempre succede in questi casi eravamo in 34 e c'era cibo per 340.
Nota: i 300-400 m di pista di sabbia che precedono il palmeto vanno affrontati con cautela, a meno che non si
disponga di un camper 4x4:
1. verificare a piedi la consistenza del terreno
2. lasciare sempre molto spazio tra noi e il mezzo che ci precede: in caso di fossimo costretti a fermarsi, potremo scegliere dove farlo (cioè su tratto di sabbia compatta)
3. percorrere il tratto sabbioso velocemente, in 1a marcia tenuta molto su di giri
4. cercare sempre di stare nei solchi di chi ci ha preceduto (la sabbia è più compatta)
5. avere, comunque, sempre a bordo pedane e una piccola pala
1 gennaio Ksar Ghilane
Escursione in fuoristrada. Passiamo la mattina scorrazzando, anzi, facendoci scorrazzare con dei fuoristrada su e giù per le dune. Il panorama è mozzafiato e i 4X4 Toyota sembrano sempre sul punto di arenarsi, ma è un'impressione e superano sempre con disinvoltura le pur alte dune di sabbia. Visitiamo i resti del fortino romano (era il limite inferiore dell'Impero) a tre km dall'oasi e proseguiamo oltre, nell'oceano di dune. Nel programma è previsto un pranzo all'aperto (il clima è primaverile) in un campo tendato (una sorta di albergo con tende al posto delle stanze) provvisto di ristorante, in una zona denominata Zmila. I fuoristrada ci lasciano a 500 m circa dal ristorante per farci passeggiare sulle dune e fare le foto di rito.
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Cottura del pane berbero
Il pranzo è ottimo (antipasto + zuppa + cous cous con carne di dromedario + frutta + dolcetti) accompagnato (non ce lo aspettavamo) da un ottimo rosso locale (Magon – Grand Vin de Mornag), un uvaggio di Shirah e Merlot, che non aveva nulla da invidiare a molti prodotti nostrani. Durante il pranzo dimostrazione di come si fa il pane cotto sotto la sabbia. Visto che molti non erano ancora sazi di dune e deserto, i nostri accompagnatori organizzano una escursione con i quad (il sottoscritto, non avendo mai guidato motorini e similari, desiste). Molto bello il colpo d'occhio dell'oasi dalla torre panoramica dell'Hotel Pansea (si può entrare liberamente fin alla terrazza della torre). Pernottamento nello stesso campeggio.
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Le abitazioni troglodite di Matmata
2 gennaio Matmata – Toujane – Tatouine
Si ripercorre, in senso inverso, la strada parallela all'oleodotto, verso Matmata. Lungo la strada gradevole la sosta al Cafè Bir Soltane (Fonte del Sultano): tè, oggetti di artigianato e pane cotto lì per lì sulla piastra. La zona attorno a Matmata ricorda alcune zone della Sardegna e della Spagna, con bei panorami, collinette cespugliose e uliveti. Compaiono le prime nuvole (verifichiamo che esistono anche in Tunisia). Le abitazioni troglodite di Matmata, scavate come crateri nelle colline, sono incredibili. Una di esse è servita come set per la casa natale di Luke Skywalker del IV° episodio di "Guerre Stellari" ed è diventato un albergo/ristorante. Si tocca con mano la estrema povertà portata, è doveroso dirlo, con sufficiente dignità; è un'economia povera, di sussistenza, il deserto non permette né colture né allevamenti ed il turismo è scarso.
Visitato il villaggio berbero di Toujane arriviamo a Tatouine. Il pernottamento è nel parcheggio dell'Hotel Samgho.
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Le ghorfa di Ksar Ouled Soltane
3 gennaio Ksar del sud – Metameur
Da Tatouine a Tamelest la strada è per lunghi tratti sterrata (sembrano lavori in corso sospesi). Un paesaggio lunare ci accompagna fino al Ksar Ouled Soltane. Lo ksar è una struttura caratteristica dell'architettura berbera ed è un granaio fortificato costituito da file di ghorfa (cellula granaio a pianta rettangolare allungata, con un’unica apertura sul lato corto, che i Berberi usavano prevalentemente per immagazzinare cereali e altre derrate) sovrapposte anche fino a quattro piani. Nonostante gli usi "turistici" moderni come bottega, la ghorfa non serviva di norma da abitazione, ma solo da magazzino. Immancabili foto di rito e acquisto di loro riproduzioni (molto belle) ad acquerello fatte da alcuni ragazzi, con tanto di dedica (in arabo). Molto belle e parzialmente ancora utilizzate le ghorfa nel centro del piccolo paese di Ezzahara, dove approfittiamo tutti per "saccheggiare" un piccolo negozio di alimentari. Uscendo dal paese alcuni del gruppo lasciano materiale scolastico di consumo nella scuola alla periferia del paese.
Affascinante è il vecchio villaggio di Duarette (in alcune guide scritto anche Doureit) con Ksar e ghorfa sulla sommità di uno sperone di roccia e le abitazioni rupestri ormai quasi tutte disabitate. A Chenini una insistente guida si offre per accompagnarci. Alla fine cediamo ed il ragazzo (in un italiano sufficiente) ci accompagna nell'antico, interessante e vasto insediamento troglodita tutt'ora parzialmente abitato. Pernottiamo a Metameur, nel cortile del caratteristico Hotel El Ghorfa, uno ksar in cui alcune ghorfa sono state trasformate in alloggio; un alloggio modesto, gestito da due anziani coniugi che nella reception vendono bei prodotti di artigianato in paglia che vengono prontamente "spazzolati". Una splendida notte stellata (con stelle cadenti) in una location veramente suggestiva.
4 gennaio El Jem - El Kantaoui
Si risale a nord: inizia la fase di ritorno. Per le vestigia romane di El Jem sono circa 250 km (più quelli per arrivare a El Kantaoui per il pernottamento), pertanto, partenza di buon mattino. Si ripassa per Gabes, paesaggio brullo, cittadine sciatte e polverose. Come già detto è una zona molto povera con un'economia di pura sussistenza dove però spiccano le moltitudini di bambini e ragazzi che vanno a scuola. Infatti, nonostante la situazione economica, in Tunisia, dappertutto, abbiamo visto tante scuole, linde e graziose, sempre bianche con inferriate azzurre e tanti, tanti alunni: l'obbligo scolastico va, infatti, dai 6 ai 16 anni. Questa, unitamente ad una capillare rete di presidi sanitari completamente gratuiti, può, giustamente, considerarsi un vanto per il piccolo paese maghrebino. A Kettana, poco prima di Gabes, e, più in là a Metouhia, una lunghissima fila di bancarelle sulla strada vendono datteri, ceramiche, oggetti in paglia e altro. Facciamo una sosta e, alla ripartenza, i camper sono sensibilmente più pesanti. A Sfax si prende l'autostrada. L'anfiteatro romano di El Jem è immenso, spettacolare e ben conservato, ma la cosa più stupefacente sono i mosaici del Museo Archeologico.
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Particolare di uno dei mosaici del Museo di El-Jem
Il piccolo Museo (con annessi scavi archeologici) è esso stesso la riproduzione di un casa romana dell'epoca. Fantastici i mosaici in esso conservati (molti affermano superiori a quelli del Museo del Bardo a Tunisi) per la quantità, per la loro bellezza e lo stupefacente stato di conservazione. Attorno all'Anfiteatro molti negozi di artigianato; graziose le riproduzioni dei mosaici (o di loro particolari) conservati al Museo.
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Il Museo di El-Jem
El Kantaoui, poco dopo Sousse è una graziosa stazione balneare con annesso porticciolo turistico. Le ville, i ristoranti, gli alberghi, i due campi da golf, fanno di El Kantaoui una patinata cartolina che contrasta con quanto visto nel resto del paese e testimonia il profondo divario che esiste tra il desertico centro-sud ed il nord, turistico e mondano. Cena a base di pesce, in uno dei ristoranti del porto turistico; la qualità è ottima ed i prezzi, elevati per lo standard tunisino, sono, comunque, inferiori a quelli italiani.
Pernottamento al parcheggio (5 TDN) davanti alla monumentale porta che introduce al citato porto (l'ingresso del P è accanto a quello del Luna Park).
Nota: indicazioni per il P alla prima rotatoria d'ingresso alla città venendo dall'autostrada (davanti ai campi da golf).
5 gennaio Hammamet – Tunisi - Sidi Bou Said - Tunisi
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Una porta a Sidi Bou Said
Giornata di partenza. Lungo la strada per Tunisi, Hammamet, rinomata stazione balneare sull'omonimo golfo, molto nota anche in Italia, è dominata dalla mole della kasba che sovrasta le tortuose stradine della Medina. Dall'alto della fortezza ampio panorama sul golfo e le sue spiagge. Espletate le formalità per gli equipaggi che devono imbarcarsi, alle 16, per Genova, rimane, per gli altri (la nave per Civitavecchia salpa alle 23) un ultimo, piccolo, scampolo di vacanza. Sidi Bou Said, poco oltre Cartagine era, un tempo, un antico villaggio arroccato attorno ad un rilievo sulla sommità del quale sorgeva un monastero fortificato (ora al suo posto c'è un faro). Ora è una graziosa e animata cittadina turistica (una lunga scalinata porta al porto turistico), con le sue case bianche dalle porte e finestre rigorosamente azzurre, che è stata a lungo soggiorno prediletto di scrittori (Gide) e artisti (Paul Klee). Lungo una via in salita che sale sulla collina molti negozi di artigianato (bruciamo gli ultimi TDN) e, sulla sommità di detta via lo storico Caffè de Nattes dove gustiamo un ottimo tè alla menta con pinoli tra la gente (anche turisti) che fuma il narghilè. Una ventina di metri oltre il caffè, una fila di persone ci indica il venditore di "bonbalouni", squisite e leggerissime ciambelle fritte e cosparse di zucchero. Alle 21 ci mettiamo in fila per l'imbarco ma, complice il mare mosso che ha fatto arrivare in forte ritardo la nostra nave riusciamo ad imbarcarci, dopo le formalità burocratiche (per fortuna un poco più celeri rispetto all'entrata) solo alle 3 del mattino!
6 gennaio in navigazione – sosta a Palermo
La nave arriva a Palermo verso le 13 ed effettua una sosta di circa 6 ore. Ne approfittiamo per pranzare al Bristol, pasticceria/rosticceria immediatamente fuori dal porto (Via Emerico Amari, 28) ma con piatti da vero ristorante.
Ottimi la pasta (busiata al ragù di pesce), veramente deliziosi i cannoli. Per digerire passeggiata (Cattedrale, Piazza Marina) e ritorno al porto con un Ape-taxi guidata in modo a dir poco "eclettico".
7 gennaio arrivo a Civitavecchia
NOTE DOGANA
Sono necessari (oltre ad una elevata dose di pazienza):
Passaporto (validità di almeno 6 mesi)
carta di possesso del veicolo del veicolo (foglio complementare) e carta verde (oltre, ovviamente, al libretto di circolazione). Tutti i documenti debbono essere originali. Per la patente vale quella italiana.
Prima di partire verificare se la carta verde della nostra assicurazione contempla anche la Tunisia (non tutte lo fanno). In caso contrario contattare la assicurazione per stipulare una polizza aggiuntiva. Si può fare anche in Tunisia, alla frontiera (non sappiamo se conviene o no ma, certo, allunga tempi). Se il veicolo non è di proprietà di uno dell'equipaggio occorre delega notarile.
Conviene avere con se fotocopie di tutti i documenti (carta di circolazione, passaporto,...) e due foto tessera dei membri dell'equipaggio
Al porto occorre compilare un modulo con i dati dell'equipaggio e del veicolo (se si arriva in nave tali moduli si prendono a bordo)
L'organizzazione del posto di frontiera del porto non è un granché. Occorre armarsi di santa pazienza, mettersi in fila, andare con i documenti a fare il giro dei vari gabbiotti (Polizia, importazione del mezzo, ....), ma non c'è nessuno che ti da le indicazioni e non tutti gli uffici hanno segnalazioni chiare (fondamentale, in questo caso, per noi, è stata l'esperienza degli accompagnatori). In definitiva (salvo errori, omissioni e cambiamenti che possono sempre, con il tempo, intervenire) la trafila dovrebbe essere questa:
1. si danno i passaporti e i sopracitati moduli (riempiti) ad un poliziotto che vi appone un timbro;
2. poi si prosegue verso la dogana (corsie parallele). Qui si aspetta il controllo del mezzo da parte del doganiere (solo formale);
3. poi si va in un ufficio, riconoscibile per la fila: attenzione sono due file parallele per due uffici adiacenti; nel nostro caso era quello di destra: ti controllano il passaporto e ci mettono un timbro per l'importazione temporanea del mezzo;
4. poi si va in uno dei gabbiotti dove registrano in un PC l'avvenuta provvisoria importazione del mezzo, rilasciando un foglio che va conservato assieme al libretto di circolazione; dopodiché ci si mette in fila per uscire dal cancello dell'area portuale, dove c'è un ultimo controllo su tutti i documenti già presentati per la verifica della completezza dei timbri apposti.
COSTI
Il cambio, nel dicembre 2012, era: 1€ = 1,95 TDN (dinaro tunisino)
Essendo un viaggio organizzato, il costo dei campeggi e parcheggi dove abbiamo sostato era compreso nel pacchetto. Comunque il loro prezzo è estremamente contenuto (come quasi tutto in Tunisia, a parte le zone turistiche della costa). Per lo stesso motivo non possiamo fornire indicazioni circa la prenotazione ed il costo della traversata Civitavecchia - Tunisi.
TEMPO E TEMPERATURE
La mattina fa abbastanza fresco. Nel sud desertico, alle ore 6 del mattino abbiamo misurato anche temperature di 1°C, ma la temperatura sale rapidamente raggiungendo valori primaverili a metà mattinata e quasi estivi all'ora di pranzo (anche 25-26 °C). Durante il nostro soggiorno, a parte qualche nuvola a Matmata e a Tunisi, il tempo è stato sempre soleggiato.
RAPPORTI CON GLI ABITANTI
Fermato il camper si è presto circondati da venditori ambulanti che si appostano davanti ai siti interessanti, nei parcheggi e ovunque si può sostare. Non sono aggressivi ma molto insistenti. Molto insistenti sono i bambini, ti circondano chiedendo soldi, penne (birò) o caramelle (bonbon) ed è estremamente difficoltoso liberarsene (se si decide di cedere farlo solo al momento di andare via, altrimenti, se fatto all'inizio, dopo si saranno moltiplicati).
Vestiti da uomo (specie i jeans) o da bambino, usati ma in buono stato, sono una preziosa merce di scambio (saranno i venditori stessi a chiederlo) e un buon modo di far fruttare i vecchi jeans di "qualche taglia fa". A parte il baratto, se si hanno vestiti in buono stato che non servono più, portarli e regalarli; specie nel sud, cose che, per noi, giacciono inutilizzate nei cassetti o negli armadi, diventano cose preziose. In merito a questo argomento, rimane, a mio avviso, sempre attuale, una tematica che aveva dato luogo, nel precedente viaggio in Marocco, ad un dibattito all'interno del gruppo e del nostro stesso equipaggio (in quel caso allargato a nostra figlia)
Ritenendo che dare soldi sia degradante per chi li da e per chi li riceve; per quanto riguarda regalare caramelle o vestiti o penne e quaderni è buona cosa abituare i bambini ad accettare regalie da sconosciuti, visto che non tutti potrebbero avere buone intenzioni? è una forma di gentilezza verso gli abitanti di un paese che ti sta ospitando o una forma di neocolonialismo?
Una regalia da parte di chi, appartenente a paesi che a lungo hanno sfruttato l'Africa (anche se personalmente non coinvolti), vuole liberarsi la coscienza dando loro le briciole, oppure, un semplice atto di cortesia e, nel caso dei quaderni e le penne, un aiuto allo sviluppo della cultura?
Il dibattito è aperto.
Oltre, ovviamente, all'arabo, l'altra lingua parlata è il francese; l'inglese solo da giovani scolarizzati (più facile nelle grandi città). Può capitare di incontrare persone che masticano un poco di italiano (a noi è capitato) perché sono state a lavorare o hanno parenti che lavorano in Italia, ma sono casi rari. Certo, alla fine, in italo/franco/anglo/spagnolo, magari aiutandosi anche con i gesti, si riesce, con un po' di fatica, a farsi comprendere, ma il possesso di una base di francese rende tutto più facile.
GASTRONOMIA: abbiamo mangiato al ristorante solo tre volte ed è poco per dare giudizi; all'interno solo carni, il pesce solo lungo la costa. Non in tutti i locali è possibile trovare vino (occorre una particolare licenza che costa cara), quando si trova è, di solito, un prodotto locale (ce ne sono di buoni). Solo in quelli di un certo livello è possibile trovare vini europei.
Il vino si trova solo in negozi che vendono solo alcolici, sono abbastanza rari ed é difficile capire quali sono e le insegne non aiutano a capire.
Nei paesi e nelle cittadine, sia nei negozi che nei mercati che nei banchetti lungo le strade, si trovano facilmente: pane, arance, clementini, acqua minerale, succhi di frutta (ottimi quelli di arance), verdure varie e datteri in quantità industriale, tutto buono e a prezzi irrisori. Stranamente poche olive, in un paese, specie al centro nord, con immense distese di ulivi. Piatti tipici provati, oltre all'immancabile cous cous (di carne, di verdure), il brik (una sottile sfoglia di pasta fritta ripiena con un uovo, patate e aromi vari). Negli antipasti non mancano mai olive, tonno e la harissa (pasta piccante di pomodoro e peperoncino da spalmare sul pane). I dolci sono molto "dolci", a base, specialmente, di miele.
INFORMAZIONI UTILI :
La sistemazione dei camper sulla nave non sempre è in stive con aperture tali da autorizzare a tenere il frigo acceso a gas; pertanto evitare di portare cibi delicati, utilizzando borse termiche, o meglio, spostando i siberini dal freezer al frigo, per gli altri meno delicati.
Di solito non portiamo molte cibarie (riteniamo che viaggiare significa anche fare conoscenze culinarie ed evitiamo ristoranti italiani) ma, data la particolarità dei luoghi e dato che spesso si percorrevano zone prive di supermercati (li abbiamo visti solo nelle zone turistiche costiere) e anche prive di negozi e fare la spesa nei negozietti non era sempre possibile (anche per via della lingua) abbiamo portato una buona scorta di prodotti a lunga conservazione: caffè, tonno, fagioli, carne in scatola, pasta, vino, parmigiano, salumi e affettati confezionati (ovviamente in Tunisia non si trovano) e formaggi a lunga durata (scelta questa rivelatasi molto felice, perché non ci sono formaggi in vendita nei negozi).
Assolutamente sconsigliato bere acqua non sigillata, mangiare verdure crude. Evitare il ghiaccio nelle bibite.
Si consiglia, anche se nessuna vaccinazione è obbligatoria, la vaccinazione antitetanica. Se basta il semplice richiamo non ci sono problemi, ma se è passato molto tempo (come nel nostro caso oltre 30 anni dalla vaccinazione) occorre pensarci almeno 6-7 mesi prima del viaggio. É molto opportuno portare con se un antibiotico specifico per problemi intestinali e fermenti lattici (meglio in polvere) per combattere l'eventuale fastidiosa "diarrea del viaggiatore"
Il CB in Tunisia sarebbe vietato, pertanto alla partenza occultare l'apparecchio e, se è possibile, smontare l'antenna. Rimontarla solo dopo la dogana; da questo punto in poi non ci sono problemi.
Certo, se si incontrano pattuglie della polizia è meglio evitare di farsi vedere col microfono in mano o davanti alla bocca. D'altronde, se si viaggia in carovana, il CB è indispensabile. Sarebbe altresì vietato il GPS e i decoder per la TV satellitare specie se sono atti a supportare una scheda (tipo SKY), anche se a noi nessun controllo è stato effettuato (alla dogana sono saliti ad ispezionare il camper solo all'uscita dalla Tunisia, non all'entrata). Occultarli nel camper e tirarli fuori una volta passata la dogana.
Partire con il pieno di gas, specie se si hanno le bombole. Non sappiamo se il formato dell'attacco delle loro sia eguale a quello delle nostre ma, per sicurezza, meglio partire autosufficienti. Comunque noi abbiamo consumato meno della metà di una sola delle due bombole, visto che, a parte alcune cene (i pranzi erano di solito, piatti freddi, per questione di tempo) il gas è servito solo per il frigo (nelle soste in parcheggio o nei campeggi dove l'elettricità mancava o la tensione era insufficiente) e per la stufa (pochi minuti, a volte, la mattina presto).
A sud di Tunisi, per ricevere il segnale TV dalla parabola, occorre modificare l'angolo dello skew. Lo skew è quel parametro (regolato ruotando leggermente sull'asse di rollio l'illuminatore) che permette di "ritrovare" la perpendicolarità del sistema ricevente rispetto al fascio di segnale captato: essa deve essere sempre a 90 gradi per ottenere il massimo livello di segnale e per far si che le polarizzazioni vengano rispettate (verticale-orizzontale).
DA COMPERARE: bisogna premettere che in Tunisia (come pure in Marocco e, penso, in tutti i paesi del Maghreb) occorre sempre contrattare, contrattare e poi, contrattare; mai fermarsi al prezzo che ci viene detto all'inizio. I prezzi che abbiamo pagato per quasi tutto ciò che abbiamo comperato sono stati la metà, se non un terzo, di quello che ci avevano chiesto. Si trovano ceramiche, oggetti in paglia, ovviamente tappeti, monili in argento.
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Una "moderna" stazione di servizio sahariana
STRADE E CARBURANTI
La A1 Tunisi-Sousse-El Jem-Sfax è buona e non cara ed il pagamento è, a seconda dei tratti con sistema prima il ticket poi il pagamento o con il pagamento anticipato (come in Francia); il gasolio costa (prezzo fisso) 1,09 TDN quello normale e 1,3 TDN quello migliore più simile al nostro (contraddistinto dalla sigla "50"). Lungo le strade, specie nelle zone centrali e meridionali del paese, una moltitudine di banchetti che vendono, in taniche benzina e gasolio libico (evidentemente a prezzi inferiori a quello dei distributori, ma la qualità? meglio evitare)
Nei paesi e piccole cittadine, quasi sempre, è solo la strada centrale ad essere asfaltata; lo spazio tra la carreggiata e le abitazioni, così come le stradine laterali è sterrato polveroso. La polvere, sollevata dal vento o dai motorini rende torbida l'aria (al ritorno si è reso necessario cambiare subito il filtro dell'aria).
Lungo le strade, spesso in prossimità o all'interno dei centri urbani, una presenza costante sono le molte pattuglie di polizia che, spesso, fermavano il traffico per far passare la nostra carovana di camper.
CAMPEGGI SERVIZI CORRELATI: non esistono (almeno nelle zone da noi visitate) aree attrezzate per camper. In molti parcheggi è possibile dormire. I campeggi sono molto spartani ed essenziali: al massimo carico/scarico e docce calde; non sempre sono presenti prese di corrente, quando lo sono hanno prese o di tipo francese o Siemens. Spesso sono ricavati nei parcheggi di alberghi e sono, cioè, solo per camper o caravan. Gli attacchi per l'acqua sono tra i più disparati per cui è una buona scorta di varie tipologie di attacchi oltre ad un imbuto (meglio se con becco flessibile) e tanica. Data la possibile presenza di sabbia nell'acqua, mettere davanti all'estremità del tubo che si infila nel serbatoio, un mezzo filtrante (ottime calze o gambaletti da donna). Anche se, ovviamente, non si usa per bere, disinfettare sempre l'acqua del serbatoio (anche quando vi assicurano che è potabile). É difficile sapere quanta Amuchina aggiungere (occorrerebbe sapere l'entità della carica batterica!). La cosa migliore sarebbe aggiungere Amuchina fino a che, nell'acqua, dopo qualche minuto, permane un odore di cloro (sintomo che i batteri sono stati distrutti e rimane del cloro in eccesso). Comunque con una concentrazione di 50 ml di Amuchina (la soluzione concentrata, quella che si trova nelle farmacie e anche nei supermercati) per 100 litri si acqua, si dovrebbe stare sicuri. Ovviamente se si fa un rifornimento parziale mettere una quantità inferiore proporzionale al carico. Per avere un buon effetto antibatterico occorrerebbe aspettare almeno 15'-30' dopo il trattamento con l'Amuchina. Con questa concentrazione il sapore del cloro è appena percepibile e non fastidioso.
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La carovana di camper affronta i tornanti verso le oasi di montagna
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