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Viaggio in Marocco

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Messaggio Da Camperfree Gio 16 Giu 2011, 20:36

Viaggio in Marocco dal 5/9 al 5/10

Siamo Andrea e Stefania, viaggiamo con un Rimor europeo ng5 su ford 125/350, in questo viaggio ci accompagnano Anna e Flavio da Varallo Sesia che hanno un Arca semintegrale su Fiat 160cv.

5/7 Partiamo alle 7,30 da Livorno, percorriamo l‘autostrada che ci permete di arrivare comodamente a Genova dove ci dobbiamo imbarcare sulla motonave Ouzud della compagnia Comanav insieme ai nostri amici. Questa scelta è avvenuta dopo aver vagliato altre opportunitàe si è dimostrata la più conveniente per noi.
La prenotazione è stata fatta presso un‘agenzia di viaggi della nostra città, il costo è stato di 1.020euro e comprende:l‘andata e ritorno per camper e due persone, cabina con servizi, pasti garantiti per tutta la durata del viaggio ritardi inclusi. All'ingresso della zona traghetti del porto genovese ci fermiamo al casello dove, un‘addetta ai lavori, ci converte lo stampato consegnatoci dall‘agenzia in biglietti veri e propri. Una volta sul piazzale veniamo incanalati dietro ai numerosi furgoni già in attesa che notiamo stracarichi di ogni cosa. Numerose sono anche le auto e le persone che tornano in Marocco per trascorrere con le famiglie d‘origine il periodo del Ramadam appena iniziato.
All‘ufficio passaporti che si trova nel capannone vicino ritiriamo un modulo bianco che una volta compilato ci verrà ritirato all‘imbarco (portarsi dietro passaporti e libretto). Veniamo imbarcati per ultimi, previa piccola mancia un addetto trova il modo di allacciarci alla corrente che garantirà il funzionamento dei nostri frigo stracolmi. Partenza h. 13,30 con cielo grigio, fortunatamente presto esce un bel sole che lo cambia in azzurro intenso, colore che ci sovrasterà per giorni e giorni. Km percorsi 175.

7/9 La navigazione procede tranquilla, familiarizziamo con alcuni marocchini che fanno a gara per darci dritte ed informazioni. Causa il digiuno cenano a tarda serata pertanto la loro presenza durante la mattinata ed il pomeriggio è alquanto discreta. Solo dopo la preghiera del tramonto con la somministrazione della colazione si rianimano. Adesso possono fumare, cosa che purtroppo fanno ovunque, e poi bere e mangiare. A pranzo invece il grande ristorante lo dividiamo con i bambini che sono esentati dall‘osservare il Ramadam. La lunga traversata è sopportabile grazie alle perfette condizioni meteo e spesso sostiamo sulle panchine dislocate sui ponti, il tempo scorre abbastanza veloce. Durante la navigazione facciamo la fila alla reception per compilare un modulo bianco che insieme al passaporto presenteremo alla polizia dislocata al bancone attiguo.
Timbrato il passaporto ci mettiamo nuovamente in fila per convalidare altri due moduli (colore verde) presso l‘ufficiale di dogana che ce li aveva rilasciati in precedenza. Sbarchiamo quasi alle 18,00 dopo un vistoso rallentamento e sosta in rada per l‘indisponibilità dell‘accosto. L‘ora locale è due ore indietro rispetto la nostra. Una volta sbarcati ci posizionano sotto il capannone dove un addetto di dogana ritira i moduli verdi ed il libretto per i controlli. Mentre noi uomini entriamo nell‘ufficio di polizia per il controllo dei passaporti le signore cambiano i primi dhiram allo sportello del cambio (1euro = 11,2d). Dopo 10minuti ci vengono restituiti il libretto ed i moduli verdi che dovremo riconsegnare all‘uscita dal Marocco. Usciamo rapidamente dal porto e da Tangeri che si dimostra molto trafficata. Facciamo il primo pieno che, a 73,5dirham xlitro , si dimostra molto conveniente. Troviamo facilmente l‘accesso per l‘autostrada che porta verso Rabat, percorsi circa 130km ci fermiamo in una delle comode aree di riposo per cenare e dormire. Km percorsi 135.

8/9 Lasciamo l‘autostrada dopo la città di Kenitra e percorriamo una buonissima N6 fino a Meknes. A lato della strada, quasi sempre rettilinea, si notano numerose bancarelle con frutta e verdura in bella mostra. Ci fermiamo al camping municipale che è situato all‘interno delle mura vicino alla residenza imperiale (84 dirham con elettricità). Per arrivarci bisogna portarsi nella zona sud della città costeggiando lo uadi Boufekrane tenendo le mura di cinta a sinistra, dopo tre semafori la strada fa una curva a destra, si percorrono 100metri e a sx si passano tre porte, ancora 500metri e a sinistra c‘è il camping. E‘spazioso e comodo perché consente di visitare la città senza dover ricorrere all‘utilizzo di mezzi ma le condizioni di manutenzione e d‘igiene nei servizi è disastrosa. Capiremo poi che è lo standard in Marocco. Vicino ci sono le scuderie e i granai imperiali, vi conosciamo Omar, una guida che per 100dirham ci condurrà nella visita della città. Iniziamo dai giardini e campo da golf della residenza reale, vicino visitiamo lo splendido mausoleo di MoulayIsmail (gratuito) e la stanza degli ambasciatori. Attraversando la vecchia medina andiamo a vedere la Medersa Inania e alcuni laboratori artigianali. La grande piazza el Hedim con l‘imponente porta Bab Mansour chiudono il nostro giro. Km percorsi 150.

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Piazza el Hadim e la porta Bab Mansour

9/9 Di primo mattino visitiamo i grandi granai e le scuderie imperiali, meno di un‘ora e siamo già in viaggio per Fes. Lungo la strada rimaniamo affascinati dallo spettacolo dei primi souke dai folkloristici camion carichi in modo inverosimile, a volte con gente sdraiata sopra le merci. Arrivati a Fesci affianca un uomo in motorino che si offre di accompagnarci al camping international, molto grande e in mezzo agli alberi èubicato accanto al nuovo stadio (110 dirham con cc). Il tizio ci informa che il fratello è una guida, contrattiamo per 200dirham la visita della medina incluso il trasferimento con l‘auto. Alle 13,00 veniamo prelevati dalla guida che ci porta subito a vedere la città dall‘alto. Bel panorama che evidenzia la netta differenza di collocazione tra Fesel Bali e Fesel Jdid. Prima di addentrarci nella medina veniamo condotti al quartiere della ceramica dove ammiriamo la bravura dei vari artigiani vasai e decoratori ma anche la durezza del lavoro degli scalpellini e degli addetti alla cottura con i forni. Primi acquisti eseguiti.
Successivamente ci portiamo nella medina, con i suoi 1500 vicoli che si intersecano per 57km è la piùestesa del Marocco. Percorrerla è uno spettacolo, i piccoli negozi traboccano di merci ed i venditori sono abilissimi nell‘esporle in modo ordinato e in bella evidenza. Stoffe, babbucce, frutta e spezie attirano in particolare per la bellezza dei colori e per i profumi e gli odori che caratterizzano l‘ambiente circostante. Le voci si sovrappongono creando un brusio continuo interrotto solo dai frequenti richiami alla preghiera che puntuali provengono dai muezzin delle frequenti moschee.
Passiamo per tutti i quartieri artigianali e rimaniamo particolarmente attratti dalle concerie e dai tintori. Rientriamo per cena. Le docce come sempre sono fredde ma ci adeguiamo visto il clima favorevole. Km percorsi 65.

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La concia delle pelli

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scorcio della medina

10/9 Partiamo in direzione Marrakech passando per Ifrane, tipica cittadina di montagna ma di stampo europeo per cura ed eleganza, vi sono un‘impianto di risalita ed una piccola universitàdove si studia in lingua inglese. Deviamo verso Boulemane e poi per Michlifen oltrepassando il passo delle capre. Siamo nella valle dei cedri e la nostra intenzione è quella di vedere il gran cedro Gourard ma non troviamo il bivio. Giunti all‘incrocio con la N13 voltiamo per Azrou, dopo 10 km troviamo un nuovo bivio per raggiungere il nostro obiettivo, purtroppo però uno sterrato troppo impegnativo ci fa desistere. Tornando indietro ci gustiamo un curioso siparietto che improvvisiamo con alcune scimmie che in gran numero popolano questa zona.
Proseguendo sull‘N8 attraversiamo città di media grandezza come M‘rirte Kenifra vivacizzate da importanti e coloratissimi souk. In alcuni tratti la strada si fa tortuosa ma si scorre abbastanza bene. Da Kasba Tadla iniziano i rettilinei ma anche i pericoli. Pedoni,ciclisti,vecchi motorini e animali occupano i margini della strada rendendo rischioso il transito dei veicoli, occorre molta attenzione. A Beni Mellal ci fermiamo al soukper comprare della frutta. I prezzi sono buoni ma cercano di fregarci sul peso, me ne accorgo e chiedo di pesare per conto mio, paghiamo mezzo kilo meno del richiesto. Optiamo per una deviazione alle cascate di Ouzud cercando di arrivarvi da Afourer, leggendo una guida però leggiamo che non è assicurato il transito dell‘ultimo tratto ai veicoli che non siano 4x4, per non rischiare torniamo indietro. Nuovamente sulla N8 fino a Khemis-Ayad dove voltiamo per Ait Atab, da qui ad Ouzud facciamo quasi 50 km nel buio percorrendo un‘impegnatissima strada di montagna. Giunti ad Ouzud un ragazzo che offre alloggi ci invita a parcheggiare nel cortile di casa sua con offerta libera. Malgrado una difficoltà ad entrare causa rami sporgenti il posto ci appare tranquillo, accettiamo. Al mattino, passeggiando in paese, ci accorgeremo che nei pressi delle cascate ci sono parkinge pseudo campeggi. Km percossi 380

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Ouzud

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il ponte naturale vicino Desmnate

11/9 Attraversiamo il paesino di Ouzud che ha anche un souk permanente, oltrepassato il fiume ed i parcheggi, a dsc‘èun passaggio che ci porta sopra la cascata, il panorama che si gode sull‘acqua e la valle sottostante è molto gradevole. Rintuzzate le varie offerte di guide improvvisate decidiamo di scendere da sinistra dove sono i negozietti per souvenir. Siamo sempre all‘ombra e al fresco, ogni angolo è sfruttato per bar e piccoli ristori, non mancano accampamenti per tende. Una grossa famiglia di Macachi sembra far da guardia ad un punto panoramico, uno mi si attacca allo zaino ma riesco a farlo scappare con un grido. Attenzione a collane ed occhiali!. Nonostante la siccità estiva la cascata ha ancora una discreta portata e l‘acqua che scende da tre diramazioni compie due salti regalando un bellissimo colpo d‘occhio. Nelle vasche sottostanti stazionano dei barchini per chi vuole vedere l‘effeto da sotto. Risaliamo dalla parte opposta per tornare in paese costeggiando il fiume. Proseguiamo verso Marrakech passando da Desmnate, da questa città facciamo una deviazione verso Im Nitri. Percorsi 10 km ci appare uno spettacolare ponte naturale fatto ad arco con stalattiti di pietra, approfittiamo del torrente in secca e scendiamo fin sotto per ammirarne l‘effetto dal basso. Mentre pranziamo in camper ci viene a salutare Rachid, un ragazzo che vive e studia a Firenze. Dopo i convenevoli ci consiglia una scorciatoia per Marrakech, tornando a Desmnate appena usciti dalla porta del paese si volta a sinistra verso El Arba. Sono poco piùdi cento km di strada dritta e completamente deserta che ci portano diretti alla periferia sud-est di Marrakech. In breve siamo alla Koutobia dove parcheggiamo. Subito verso la Medina per un primo approccio poi cena sul balcone del ristorante Le Terraces dal quale ci godiamo l‘inizio dell‘animazione seraledella piazza Jemaa el Fna gustando buone tajine. Km percosi 180

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Jemaa el Fna

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Tajine in piazza

12/9 In mattinata torniamo all‘inizio della medina per fare acquisti in botteghe selezionate ieri, visitiamo la medersa Ben Youssef (la più grande), la Koubba ed il museo di Marrakechche sono limitrofe, tbiglieto cumulativo di 60 dirham. Pranziamo in piazza Jemaa el Fna al ristorante Toubkal, 4 antipasti marocchini (insalatine varie leggermente speziate), due couscus, due tajine e bevande per 170d. Al pomeriggio, entrando da BabAguenaou, andiamo a vedere le tombe saadiane, poi attraversiamo il mellahma quando arriviamo alla meta successiva —il palazzo della Bahia“ troviamo un cartello indicante chiusura anticipata!
Davanti all‘ingresso ci ritroviamo con molti turisti sconsolati , proviamo a corrompere il guardiano ma non ci riusciamo. Essendo una residenza usata spesso dalla famiglia reale ipotizziamo una loro presenza, quindi rinunciamo. In taxi ci facciamo accompagnare alla porta Bad Debbach, la più difensiva tra le tante aperte lungo gli 11 km di mura. L‘intento è entrare da nord-est cosa che facciamo iniziando dal quartire dei conciatori ed il loro souk. Essendoci categoricamente rifiutati di accettare una guida, un —guardiano“ ci dice che incontreremo problemi, non gli diamo ascolto. Una volta entrati camminiamo intorno alle vasche della colorazione e della concia, siamo guardati in malo modo, qualcuno ci grida dietro perché azzardiamo qualche foto, siamo veramente sgraditi ma proseguiamo. Arriviamo cosìal cancello dal quale accediamo alla medina, anche se non abbiamo subito danni, ci pervade un senso di sollievo. Pian piano scopriamo così una parte che non conoscevamo, èuna parte di medina meno turistica e ci sono dei souk caotici per la quantità di gente intenta agli acquisti quotidiani. Per maggior certezza proviamo a chiedere due volte indicazioni ma in entrambi i casi ci accorgiamo di tentativi indotti a farci sbagliare per poterci così accompagnare dietro compenso. Non abbocchiamo e riusciamo agevolmente ad arrivare fino a zone ormai conosciute e da lìal parcheggio della Kotubia. Km 0

13/9 Paghiamo il parcheggio (100d. x2gg) ed usciamo da Marrakech in direzione Ouarzazate. L‘inizio della strada è ondulato, le vallate sono ancora ricoperte da una parte di vegetazione ed i villaggi sono di case basse i cui tetti spianati vengono coperti con sabbia e pietre, rosse come le rocce circostanti. A distanza a volte sono difficili anche da scorgere.
Quando si comincia a salire il panorama si fa brullo, quasi desertico. Sembra non esserci vita, ma quando meno te lo aspetti sbucano venditori di fossili e pietre colorate, spesso ametiste. Si piazzano davanti o vicino alla mezzeria, a volte bisogna schivarli, meglio procedere con prudenza.
Ai 2260 mt slm ci fermiamo per immortalare i camper vicino ai torrini dove è indicata appunto l‘altezza del passo Tiz”n Tichka. Nel piazzale si vedono numerosi negozi che vendono souvenir, i proprietari si danno un gran daffare per farci entrare ma ci sottraiamo veloci per non rivivere le estenuanti trattative che seguono agli inviti. La giornata di sole dona ai panorami una luminosità incredibile, la temperatura è ben oltre i 30 gradi ma la mancanza di umiditàne riduce drasticamente l‘effetto. Continuiamo la discesa godendoci la bellezza dei disegni sulle rocce levigate per l‘erosione dei venti mentre le piccole macchie di verde delle rare coltivazioni fanno da contrasto. Una ventina di km prima di Ouarzazate una stretta ed abbastatanza transitata strada ci conduce ad Ait Benhaddou. Parcheggiamo sulla strada davanti ad uno dei numerosi ristoranti ed attraversiamo il letto asciutto dello uadi. Di fronte a noi si erge spettacolare e suggestiva una delle più belle casbahdel Marocco. Entriamo nello Ksar da un‘abitazione privata, paghiamo volentieri i 10d. a testa richiesti. In cambio, oltre l‘accesso all‘abitazione, ci viene concesso di salire fino al tetto. Siamo affascinati dalla bellezza della costruzione, l‘impasto fatto con terra,sabbia e paglia di palme tiene uniti piccole travi in legno e canniccio. Le linee di porte e finestre insieme ai —ricami“ sulle sporgenze perimetrali formano un quadro armonioso, le foto si sprecano. Percorrendo i vicoli notiamo che i negozietti sono deserti ed i venditori non ci assillano, saliamo fino ai ruderi della vecchia fortezza che dall‘alto della collina dominava il villaggio e tutta la zona circostante. La vista èa 360 gradi, gran parte del territorio è composto da vallate deserte, la sabbia e le pietre arrivano fin sui monti, gli stessi che d‘inverno restano a lungo innevati. IL fiume in secca taglia in due un palmeto, piccolo a confronto di quelli che vedremo in seguito. A nord, a poche centinaia di metri, un nuovo setcinematografico testimonia la continuità con la quale questi luoghi vengono usati dall‘industria dei film. Alcuni dei quali, famosi come —il te nel deserto“ o il recente —gladiatore“, devono una parte del loro successo anche a questo luogo indimenticabile. Torniamo pienamente appagati verso i camper, alcuni bambini ci affiancano con le solite lagnanze e richieste :an birò, an bon bon, an dirham. Rigorosamente nell‘ordine lo sentiamo da giorni e lo sentiremo per tutto il viaggio. Questa volta peròcediamo qualche caramella, ma in cambio chiediamo magari qualche foto ricordo, dopo attimi di stupore e incertezza quasi tutti accettano sorridenti.

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Ouarzazate

Arriviamo ad Ouarzazate e ci fermiamo a far spesa. Nel frattempo conosciamo Ismail, uno dei proprietari dell‘agenzia Mhamid Travel‘s. Ci propone un‘escursione nel deserto di Ghizlane con un 4x4, con cena e pernottamento in accampamento. Dopo la trattativa ci accordiamo per il giorno 17/9, data in cui arriveremo a Mhamid. Ci costerà 75 euro a testa. Proseguiamo per il camping municipale, al semaforo della casbahsi volta a destra e allo spiazzo dove fanno il souk ancora a destra (60d. con cc, acqua fredda, servizi quasi sufficienti). Nel mettere ad asciugare il bucato ci rendiamo conto di quanto sia secco il clima perchédopo meno di due ore asciugamani, magliette e bermuda sono completamente asciutti. Km percorsi 235.

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Ait Benhaddou

14/9 Lasciamo Ouarzazate ed iniziamo a percorrere —la via delle Kasbah“, in pratica l‘ampia vallata del Dadesche in questo tratto èun altopiano ai piedi dell‘Atlante. Iniziamo a vedere i primi villaggi con ksar piùo meno conservati e palmeti ancora pieni di datteri. Arrivati a Boulmane du Dades voltiamo per le gole. La valle comincia stringersi ed i villaggi, tutti simili per tipologia di costruzione e colore, fanno da contorno ai palmeti ed alle coltivazioni. Le formazioni rocciose sono svariate, una in particolare detta —monkey‘spaw“ perchéne ricorda proprio la callosità ci stupisce particolarmene. Procediamo piano, più per gustare la strada che per la prudenza, cosìarriviamo ai 5 tornanti che con uno strappo deciso ci portano al punto più alto della valle. Ci fermiamo presso i venditori di souvenir dove con un semplice baratto Anna e Flavio fanno affari. Lo spettacolo della strada sottostante ed una parte delle gole strettissime è indimenticabile. Proseguiamo, la strada attraversa nuovamente un lungo canalone, sembra un vero canyon. Osservando i vari affluenti asciutti e ripidi che convergono nel Dadescerchiamo di immaginare come deve essere impetuoso il corso del fiume nel periodo di disgelo. Spesso nel cielo si notano silenziosi rapaci che volteggiano eleganti puntando le loro prede. Arriviamo così nel punto più stretto delle gole dove la strada costeggia ed accompagna il corso d‘acqua per poche centinaia di metri. Alziamo gli occhi e del cielo è rimasto solo un piccolo nastro azzurro. Dispiace quasi uscire dalla parte opposta, tant‘èche continuiamo nella speranza di trovare qualche altra attrativa, ma tutto è bello da vedere. Non ci ferma neppure un tratto dissestato dove si lambisce il fiume, rosso per la terra che si porta dietro nella sua corsa. Voltiamo solo quando ci accorgiamo di essere alle ero piacere rivivere ogni emozione.


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I famosi tornanti del Dades

A Boulmane voltiamo a sinistra e riprendiamo la nostra strada verso Tinerhir che raggiungiamo in circa un‘ora. Oltrepassata la cità si volta per le gole del Todra, subito la strada inizia a salire offrendo una vista formidabile sui palmeti e le coltivazioni, queste sono un capolavoro e la varietà di piante ed orti disposti con perfetto stile geometrico regalano un bel colpo d‘occhio. Le montagne investite dal sole mettono in risalto i soliti colori sgargianti. Dopo qualche morbido tornante entriamo nella strettoia della valle. La strada divide case e alberghi dalla palmeraia che a sua volta è separata in due dal Todra. Si vedono cartelli che indirizzano verso molti camping, testimonianza di apprezzata zona turistica. Arrivati nelle gole, parcheggiamo proprio in fondo, vicino alle baracchine dei souvenir oltre l‘albergo-ristorante. Scendiamo nel fiume, dal centro una passerella consente di fotografare le lisce rocce che in alto sembrano arrivare a toccarsi. L‘acqua è fresca e trasparente, mancando poi la presenza della luce diretta del sole, per la prima volta in questo viaggio dobbiamo indossare qualche cosa sopra la maglietta. Quando torniamo a Tinerhir ormai è buio, percorriamo a ritroso la strada fatta in precedenza per raggiungere il campingche avevamo adocchiato all‘ingresso della città. Hotel-campingOurti, 48 dirham con cce acqua calda!
Servizi accettabili ed internet-pointa 6d/h. Km percorsi 302.

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“Monkeypaw“ nella valle del Dades

15/9 Lasciato il campingpro seguiamo la nostra strada verso est. A Goulmima ci fermiamo per visitare la Kasbah. Al termine della strada principale si volta a destra, strada stretta in mezzo alle case fino ad arrivare ad uno spiazzo sterrato e pietroso. Ci corre dietro un tale in bici, chiede di farci da guida e si offre per quello che riterremo giusto dargli al termine della visita. E‘un nativo del luogo, ci sembra preparato e si fa capire benissimo. Per prima cosa piazza un guardiano ai camper (che ci costerà solo 5 dirham). Entriamo e subito ci rendiamo conto di essere in un luogo fuori dal tempo, un dedalo di vicoli sotterranei dove luce ed aria entrano da apposite feritoie ricavate da spazi lasciati di tanto in tanto tra una casa e l‘altra.
Abitazioni prossime al trogloditico, certamente al limite del vivibile, ma quasi 3000 persone vi risiedono. L‘energia elettrica è giunta solo da una ventina d‘anni mentre l‘acqua viene raccolta da una fontana all‘esterno dell‘abitato. Gli ambienti sono privi di mattonelle, praticamente spogli, in talune case gli esigui spazi sono condivisi con animali che hanno il loro giaciglio vicino a quello degli altri occupanti. Ai bambini che ci seguono incuriositi manca quasi tutto, non il cibo fortunatamente perché appena usciamo da quel luogo tenebroso ci appare una magnifica palmeraia con il suo fresco e con rigogliose colture. Canali costruiti ad arte vengono utilizzati dalle donne per il lavaggio delle sementi e dei tessuti. L‘acqua procede poi per i palmizi dove verrà incanalata e deviata a seconda delle coltivazioni da irrigare. Uscendo dalla KasbahAnna acquista dei datteri veramente squisiti. Questa visita ci lascia un po‘ traumatizzati, l‘immagine di quei poveri bambini vestiti di stracci e con il volto invaso dalle mosche, rimarrà fissata a lungo nei nostri occhi. Riprendiamo la nostra marcia, ad Errachidia scendiamo verso sud lungo la bella valle dello Zizricca di palmeti e bei villaggi. A Rissani deviamo per Merzouga, lungo gli ultimi 15 km numerose piste conducono ad alberghi e ristoranti attrezzati per l‘escursione sulle dune. Noi arriviamo in paese, appena oltrepassata la porta voltiamo a destra suuna strada sterrata, percorso un chilometro entriamo all‘interno delle mura dell‘hotel Kasbah del Touareg, il cortile èadibito a camping. Si spendono 60d. con cc,le docce calde sono all‘interno dell‘albergo. La piscina è a disposizione, c‘è anche l‘opzione per l‘attacco gas. Sorseggiando un buonissimo e gradito tè ci accordiamo per la cammellata verso l‘erg, 300 dirham. Essendo vicini optiamo per partire subito, cosa che avviene appena sellati i cammelli. Occorrono circa quaranta minuti per arrivare ai piedi della duna più alta, lì si scende e bisogna salire con le nostre forze. Equante ce ne vogliono!
La sabbia è fine, camminare sulla cresta risulta veramente difficoltoso. A tappe arriviamo quasi in cima, fermandoci di tanto in tanto per godere della bellezza del panorama e dei colori che mutano ad ogni variazione della luce. Il massimo è l‘attimo che precede il tramonto quando il rosso e l‘arancio fanno a gara per ricoprire con il loro colore quella immensa distesa di sabbia. L‘emozione finale ce la regala la luna che, salendo dietro di noi, fa da contraltare al sole che affonda lontanissimo dentro le montagne dell‘Atlante. Torniamo al campingin piena oscurità. Km percorsi 365.

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Merzouga

16/9 Giornata di trasferimento dalla valle dello Zizalla valle del Draa. Percorriamo la semideserta strada che collega Rissani alla N9, a circa 30 km a sud di Agdz. La valle del Draa è la più verde del Marocco, merito della moltitudine di palmeti che la punteggiano rigogliosi fino alla fine della strada asfaltata. Anche i villaggi sono numerosi e si susseguono fitti, quasi sempre Kasbahcon ksar più o meno abitati. La portata del fiume ènotevole per l‘acqua proveniente dalle montagne e per i numerosi uadi che lo rinforzano. L‘indomani in tarda mattinata dobbiamo essere all‘appuntamento con Ismail, a Mhamid el Ghizlane, abbiamo tempo per fermarci a Zagora. Sostiamo al camping—le jardin di Zagora“ (70 dirham con cced acqua calda) dove il custode ci accoglie con il solito graditissimo te servito questa volta sotto ad una vera tenda berbera. Ubicato al centro della città, proprio vicino al grande souk si volta a sinistra e dopo 200 metri lo si nota benissimo, si rivela comodo anche per la nostra passeggiata. Zagora ètagliata in due da una strada sulla quale si affacciano tutte le attività vitali ed i negozi. Questo è un aspetto che si manifesta un po‘ovunque nel centro-sud del Marocco, in pratica tutto nasce dove c‘è l‘acqua vicina, poi lo sviluppo (ammesso che si possa usare questo termine) avviene intorno alla strada. Come un filo conduttore tutti trascorrono la loro esistenza nelle sue vicinanze, anche i bambini amano giocare ai limiti del traffico. Quest‘ultimo poi sembra essere l‘attrattiva più gettonata, ogni veicolo, che non sia usuale o del posto viene scrutato simultaneamente da centinaia di occhi. Molti salutano sorridendo e, se noi contraccambiamo, coloro che prima si erano astenuti si alzano per sbracciare anche di più. I gesti di intolleranza sono rarissimi, quasi sempre provengono da bambini delusi o frustrati dalla loro condizione. Dopo cena ripetiamo la passeggiata per vedere come si festeggia il post ramadam anche in luoghi così remoti. Si vedono solo uomini, stazionano nei bar o si spostano verso le case, c‘èuna vivacitàcontenuta e noi prima di andare a letto facciamo qualche buon acquisto nei negozi che rimangono aperti fino a tarda ora. Km percorsi 270.

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Vallate,palmeti e villaggi, panorami frequenti

17/9 Partiamo da Zagora in direzione sud, la strada retta porterebbe ad aumentare la velocitàma il solito problema della carreggiata con scalino ci consiglia accortezza. Diminuiscono i centri abitati fino a sparire, a tratti piccole dune sabbiose punteggiate d‘arbusti ci anticipano quel che in misura molto superiore vedremo in seguito. Passiamo anche per Tamegroute, antica città dove esiste una famosa kasbahsot erranea e dove famose sono anche le verdi ceramiche di una cooperativa artigianale. Poco oltre guardando a sinistra verso i monti si notano le dune di Tinfou, ma non ci sembrano gran cosa. Spariscono anche le palmeraie, ne rivediamo una alle porte di Mhamid dove veniamo bloccati in strada da un branco di impertinenti cammelli per niente intimoriti dalla nostra presenza.
Ci fermiamo nello spiazzo polveroso all‘inizio del paese dove, in un piccolo locale, troviamo una succursale della Mhamid‘stravel. Arriva Ismail che ci fa parcheggiare di fronte alla caserma militare cento metri più avanti. Accanto vi è il ristorante del fratello che sorveglierà i camper durante la nostra assenza notturna. Poi ché si parte alle 15,00 decidiamo di provare la cucina del ristorante che è anche sede della “Sahara service“. Antipasto, tajine e frutta per tutti, il vino , una volta ottenuto il permesso, lo porto dal camper. Spendiamo pochissimo e mangiamo veramente bene. All‘orario previsto partiamo, con noi viaggeranno una signora francese, che da alcuni anni vive in Marocco, ed un cuoco di origine senegalese. Siamo stracarichi di borse e zaini, una sosta veloce per acquistare acqua ghiacciata e si parte sotto un cielo plumbeo e anche qualche goccia di pioggia. La pista attraversa un deserto di sabbia e sassi (hammada) per oltre mezz‘ora, quindi ci fermiamo alcuni minuti in un‘oasi abitata per fare foto alla piccola kasbahe renderci conto di quanto sia difficile vivere in quelle condizioni. Proseguiamo ma dopo una decina di minuti ci fermiamo ad un‘altra oasi. Poche palme, una piccola e modesta abitazione, una tenda, un preziosissimo pozzo, questo è tutto quello che vediamo intorno a noi. Mentre il cuoco e Ismail riempiono grosse taniche attingendo acqua con un secchio di pelle, noi facciamo amicizia con una piccola bambina che insieme ai suoi genitori vive in questo posto sperduto. Un paio di cani randagi e le caprette sono i suoi compagni di giochi ma lei sembra serena. Quando ripartiamo, ci si stringe un po‘il cuore quando le doniamo alcune caramelle che gusterà con espressione sorpresa. Occorrono almeno altri tre quarti d‘ora di viaggio prima di giungere all‘accampamento, intanto percorriamo terreni accidentati dove ammiriamo l‘abilità d'Ismail che riesce comunque a seguire le impronte delle piste nonostante ormai siano rese labili da vento e sabbia. Arrivati a destinazione vediamo una gran bella tenda con tappeti e divani, ma ve ne sono altri disposti allo scoperto. Intorno vediamo una dozzina di piccole casette di mattoni di sabbia, coperte da tendame e pelli contengono comodi giacigli con materassi e lenzuola. Una duna nasconde agli occhi l‘edificio cucina e quello dei servizi che, incredibile ma vero, reputiamo i migliori utilizzati in tutto il Marocco!
E‘quasi l‘ora del tramonto ma un forte vento ed il sole coperto ci priveranno degli effetti sperati. Ci godiamo comunque lo splendore di questo immenso mare di sabbia e il colpo d‘occhio delle dune che, pur se non altissime, sembrano infinite. Per la cena , squisita e rigorosamente berbera, ci vestiamo tutti con gli abiti tipici che abbiamo acquistato a Marrakech. Viviamo veramente un‘esperienza unica, il cielo, quasi sgombro ci regala un infinito magico tappeto di stelle. Ismail ed altri due ragazzi dello staf
insieme al cuoco improvvisano alcuni canti popolari tuareg, accompagnandosi con strumenti artigianali ma d‘effetto. Li ascoltiamo sdraiati sui comodi divani ricavati con paglia e coperte, la luna, bianca e tonda saràl‘unica luce che rimarrà accesa per non guastare questo momento indimenticabile. Dormiremo all‘aperto fino alle tre quando una pioggia fine ed insistente ci farà rientrare nel nostro alloggio. Km percorsi in camper 0

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Note nel deserto di Chigaga

18/9 Al mattino presto facciamo una ricognizione sulle dune, l‘aria è impregnata dall‘odore della sabbia inumidita, la luce è scarsa per le nuvole che nascondono il sole ma lo spettacolo è comunque straordinario. Ricca colazione con caffè,latte,tè,pane,marmellate,crepse miele. Partenza , questa volta compiremo un largo giro intorno alla grande duna, un‘ora e mezza di pista su sabbia prima di arrivare nuovamente a Mhamid. L‘ultimo tratto con cammello lo compiono solo Anna e Flavio perché Stefania , che stava già male da alcuni giorni, accusa febbre e forte mal di stomaco. Arrivati ai camper sostiamo aspettando di vedere se si riprende. Nel tardo pomeriggio possiamo ripartire, risaliamo la valle del Draa per circa 140 km, ci fermiamo un km dopo Chich Arasi presso una nuova area di servizio in quanto èora di cena. Chiediamo ed otteniamo facilmente l‘autorizzazione a pernottare nel parcheggio di fronte al bar. Km percorsi 145.

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Messaggio Da Camperfree Gio 16 Giu 2011, 20:37

19/9 Al mattino, tornati indietro di circa 1 km, andiamo a visitare la bella kasbahdi Arasi. Per 10 dirham la visita è guidata dallo stesso proprietario il quale ci spiega che tutto l‘importo degli incassi va per restaurare l‘intero edificio. Cosa che viene tramandata da padre in figlio in quanto queste abitazioni necessitano di continui e difficili interventi di manutenzione. Riprendiamo il viaggio verso Agdz. La pioggia della notte ha riempito il letto dello uadi Tamsitt tanto che la strada viene coperta dalle acque fangose. Passiamo tirando il fiato, ma questo è niente a confronto di ciò che ci attenderà.
Appena usciti da Agdzuna deviazione verso Tazenacht ci permette di attraversare l‘altopiano Jebel Anaour. Circa 30 km di buonissima strada, poi un improvviso restringimento e la salita fino alle miniere di cobalto, un posto alquanto tetro ed isolato. La discesa si percorre meglio, a tratti attraversiamo una gola con qualche bel panorama da fotografare. Incontriamo solo camion che, andando verso le miniere, diventano mezzi di importanza vitale per trasportare cose e persone. Al bivio Tazenacht-Foum Zguid prendiamo per la seconda, verso sud. Non è una strada ampia ma si percorre bene, il traffico è inesistente, solo poche auto e quasi tutte 4x4 che ci ricordano quanto impervia e desertica sia questa regione. Torniamo a costeggiare gli uadi, a volte i ponticelli sono ricoperti dall‘acqua che scende impetuosa dai pendii laterali, le ruote tendono a scivolare per la melma ed i sassi che invadono la carreggiata. Un gentilissimo ragazzo ci ferma per avvisarci di procedere con massima cautela fino a Foum Zguid. Seppur con qualche apprensione riusciamo ad arrivarci. C‘è molta gente sul ponte che scorgiamo all‘inizio della città, il fiume batte con forza inaudita contro i piccoli pilastri come a volerlo sbalzare via. Il rumore è cupo ed intenso, il forte vociare delle persone lascia intendere stupore, preoccupazione ma anche divertimento per un fenomeno che negli ultimi anni sta diventando sempre più raro. Ci fermiamo per acquistare del pane, una persona mi accompagna al forno perchéi negozi aperti non ne hanno. Con mio grande stupore aggiunge spontaneamente gli spiccioli che mancano per raggiungere la pur modesta cifra. Mentre ci accingiamo a ripartire si avvicina un poliziotto il quale ci comunica che verso Tata un pulmann con molte persone è stato trascinato nel torrente. Per fortuna sono state tutte salvate con funi e cinghie ma la strada è interdetta fino a nuovo ordine. Ci fanno parcheggiare nel centro, proprio di fronte alla stazione di polizia, non ci resta che passeggiare e far trascorrere il tempo. Curiosando nei pochi negozi troviamo anche prodotti artigianali che acquistiamo a buon prezzo. Km percorsi 180.

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Conseguenze avventurose dopo una notte di pioggia!


20/9 Di primo mattino avvertiamo rumori di motore, sono i camion che stanno partendo. Un poliziotto ci autorizza a partire in quanto l‘emergenza è rientrata. Procediamo con prudenza in quanto sono molte le buche ed i restringimenti dovuti a frane e cedimenti del manto stradale. Quando troviamo l‘autobus appoggiato nello uadi (ormai quasi asciutto!) cerchiamo di immaginare la paura e lo spavento che devono avere provato le persone che erano a bordo, impressionante!
In alcuni avvallamenti si sono formate delle vere e proprie vasche dove i bambini si riversano in massa per tuffarsi e giocare con l‘acqua, a loro poco importa che sia rossa e fangosa, non sarà certo questa a rovinare il loro già povero abbigliamento. Percorriamo la N12, i villaggi si susseguono uno dietro l‘altro simili tra loro come pure le popolazioni, povere si, ma radicate nelle loro usanze e fedeli alle tradizioni. Avvicinandoci alla costa le vallate si fanno più ampie, palmeti e kasbah divengono ormai rari, le città non grandi ma vitali come Tata e Akka rimangono lontane immagini impolverate. Atraversiamo Guelmim, c‘è molta agitazione e fermento perché è in corso il souk del bestiame, si svolge sulla strada che porta verso sud ed è il più importante in assoluto per il commercio dei dromedari. Noi proseguiamo verso il mare ma andando verso nord, la meta è Sidi Ifni. Arriviamo nel tardo pomeriggio, non prima di aver valicato una zona collinare che termina proprio alle porte della città. Nella parte bassa vi sono i due campeggi, entrambi sono ubicati sulla spiaggia, optiamo per il primo che incontriamo perché recintato con perimetro in muratura (55 dirham). Il tempo sta peggiorando, oltre al vento arriva una pioggia fine e fastidiosa. Facciamo ugualmente il bucato che metteremo ad asciugare in un punto riparato. Cena e a nanna. Km percorsi 480.

21/9 Ci svegliamo con cielo grigio ed offuscato da una densa foschia, lasciamo il camping e ci spostiamo nella parte alta della città. Un ampio piazzale ospita un souk permanente, vicino c‘è un ricco mercato del pesce. Facciamo rifornimento presso l‘unico distributore della zona dopo di che ci affacciamo da un belvedere situato vicino al faro. La spiaggia sottostante è immensa e lunghissima, qualche turista più ottimista di noi passeggia in costume da bagno mentre un timido sole fa l‘occhiolino. Noi decidiamo per un‘escursione a Tiznit. Arriviamo all‘ora di pranzo e parcheggiamo proprio fuori le mura. Visitiamo la medina e, per la prima volta, giriamo tranquilli e sereni senza la necessitàdi opporsi ad offerte di guide e accompagnatori. Sosta obbligata presso le boutique degli orefici, impossibile resistere alla tentazione di acquistare i manufatti artigianali di tipica scuola locale, belli ed economici. Prima di sera ripartiamo dirigendoci verso sud, alle 21,00 arriviamo a Tan tan plage, pernottiamo presso il camping—le sable d‘or“. Costruito sul lungomare è dotato di ristorante e servizi con acqua calda (50 dirham al giorno!). Km percorsi 348.

22/9 Mattinata trascorsa sulla spiaggia di sabbia antistante il camping, da pescatori locali acquistiamo due belle orate appena catturate. Oltre due chili di pesce fresco che paghiamo una sciocchezza, meno di 10 euro. Pranziamo e partiamo direzione laguna di Najla. Facciamo gasolio al prezzo incredibile di 45 dirham perché siamo prossimi al Sahara occidentale e ci sono agevolazioni. Ci fermiamo al posto di polizia di Akfenhir per chiedere l‘autorizzazione al pernottamento nella riserva, ma non è più possibile in quanto va richiesto a Laayoune . Procediamo ugualmente in quanto ormai siamo a pochi chilometri. La riserva è ben indicata, uscendo dalla statale percorriamo un km e mezzo ed arriviamo all‘ingresso. C‘è una guardia che vive praticamente gomito a gomito con alcuni pescatori che alloggiano nelle poche e modeste abitazioni. A parte qualche sguardo annoiato nessuno si curerà di noi. Scendiamo una comoda scalinata e ci godiamo una passeggiata a bordo laguna, i pesci saltano sul pelo dell‘acqua rincorrendosi mentre i fenicotteri si muovono in sincronia con il nostro incedere. Nel silenzio che ci avvolge riusciamo ad udire il rumore della marea che in lontananza preannuncia il suo risalire.

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Najila

Aspettiamo di goderci uno splendido tramonto e poi ripartiamo. Torniamo verso nord facendo ben attenzione ad evitare le lingue di sabbia che, allungandosi dalle dune desertiche, invadono la sede stradale. Passiamo nuovamente Akfenhir , dopo una trentina di km troviamo il famoso piazzale dove in inverno sostano decine e decine di camper. Situato in alto sulla scogliera vicino alla foce di un grosso uadi èluogo ideale per sfruttare lunghe soste. Un guardiano che riscuote il modesto parcheggio (10 dirham) offre la possibilità di caricare acqua a costi irrisori. Il posto si presta per riposare, per sdraiarsi al sole ed anche per divertenti battute di pesca con canna. Km percorsi 195.

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Fenicotteri rosa alla foce dello uadi

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Pesca dalla scogliera

23/9 Ci svegliamo con la potente luce del sole che dirada velocemente la foschia mattutina, il cielo d‘azzurro intenso si fonde col blù del mare. Le signore prendono posto su comode sdraio posizionate vicino ai camper, noi ci portiamo sul ciglio della scogliera dove altri camperisti e pescatori locali hanno già iniziato le ostilità sportive. Il mare è mosso, nonostante gli almeno 20 metri d‘altezza che ci separano dal pelo dell‘acqua, gli schizzi del moto ondoso arrivano a bagnarci. La forza d‘urto dei cavalloni contro le rocce è impressionante, ad ogni ondata un cupo e forte rumore accompagna la risacca mentre sotto i nostri piedi si avvertono vibrazioni preoccupanti. Decidiamo di perlustrare la foce dello uadi perché dall‘alto notiamo molti uccelli intenti a cercare cibo. Flavio, camminando avanti a me, s‘imbatte in un felino di bellissimo aspetto, un gatto delle sabbie sdraiato placidamente a pochi metri di distanza. Per niente intimorito e con la massima calma se ne va sparendo tra le decine di piccoli anfratti della roccia. Incontro veramente fortunato ed emozionante. Una volta completata la discesa tra sabbia, pietre e purtroppo tanta spazzatura specialmente plastica, arriviamo a pochi passi dal fiume quasi asciutto. Un folto stormo di fenicotteri rosa, gabbiani e qualche airone cenerino compongono una rappresentanza della grande avifauna presente in queste zone. Ci divertiamo a seguirne gli spostamenti che avvengono in curiosi movimenti sincronizzati. Non resistendo alla voglia di filmarli facciamo rumore, immediatamente e tutti assieme spalancano le ali salendo in volo. Il vivace rosa che colora le ali bordate di nero risalta in maniera spettacolare col bianco del corpo, nel silenzio le grida degli uccelli ed il battito delle loro ali fanno da colonna sonora. Il volo armonioso li porta fino al mare aperto poi, con ampie traiettorie circolari, torneranno sulla rotta che li riconduce al punto di partenza. Ci allontaniamo soddisfatti mentre loro riprendono tranquilli la ricerca di pesce e vermicelli. Pranziamo presto per partire e tornare verso nord. La statale , che stavolta percorriamo di giorno, non è un gran che perché presenta fondo ruvido e come sempre la carreggiata non è sufficientemente ampia, fortuna che il traffico è quasi inesistente. Attraversiamo lentamente Tan tan che scopriamo molto animata e piena di giovani, notiamo molte scuole e qualche istituto superiore dove gli studenti sono abbigliati con stile ed eleganza. Appena fuori città torniamo a viaggiare nel nulla, un panorama desolato e desertico ci accompagnerà per lunghi tratti interrotto solo da zone montuose che si alterneranno fino a Guelmim. Uscendo da questa città in direzione Sidi Ifni notiamo il cartello che ci indica a sinistra —le plagesblanche“. Deviamo e, dopo una quindicina di km passato il paese di Laksabi, percorriamo una strada nuovissima. Circa 40 km che attraversano montagne sassose, la vegetazione scarseggia e le abitazioni che vediamo potremmo contarle sulle mani. Pochi pastori e qualche temerario dedito all‘agricoltura è tutto ciò che rappresenta la popolazione. La strada termina su un grande spiazzo pietroso e con pendenze, un albergo ristorante chiuso ed alcuni edifici militari sono le uniche costruzioni che riusciamo a scorgere. Sotto di noi si vedono alte dune sabbiose, poco oltre c‘èla foce ampia e curvilinea di uno uadi e poco più avanti la spiaggia ed il mare. Scendendo ci rendiamo conto che la prospettiva ci ha confuso le distanze, occorrono alcuni minuti per arrivare alla spiaggia di sabbia finissima. La battigia è spettacolare, profonda quasi duecento metri è formata da sabbia compatta che ci consente di camminare comodamente. Volgendo lo sguardo da nord a sud non riusciamo a vedere nessuna fine, calcoliamo una trentina di km di spiaggia deserta e libera da strutture o deturpazioni ambientali. Camminiamo fino al tramonto godendoci la bellezza di quel posto quasi incontaminato, risaliamo poi verso i camper respirando il profumo della salsedine e ascoltando l‘ormai consueto rito canterino degli uccelli. Ceniamo al fresco della brezza marina e ci accampiamo per la notte, sarà una delle più belle di questo viaggio. Attenzione, distributori solo a Guelmim! Km percorsi 280.

24/9 A malincuore lasciamo le plage blanche e torniamo a Guelmim. Non si entra neppure in città perché voltiamo subito verso Sidi Ifni. La oltrepassiamo e ripercorriamo la bella strada litoranea , questa volta però arriviamo fino a Moussa d‘Agloudove il percorso montuoso per raggiungere Tiznit è più breve e privo di traffico. Solito parcheggio a fianco delle mura, al vicino ufficio di cambio convertiamo un po‘di moneta. Torniamo a fare acquisti, sopratutto alimentari, nella tranquilla medina. Nel pomeriggio arriviamo ad Agadir dove visitiamo uno dei famosi supermercati Marjane. Percorriamo poi il bel lungomare dove ammiriamo una bellissima spiaggia e tanti bei locali alla moda. Molti anche i ristoranti. Proseguendo verso nord notiamo lunghi tratti di costa dove fervono grandi lavori, spianate che arrivano fin sulla spiaggia fanno pensare a grandi costruzioni destinate al settore turistico. Ne ha fatto le spese anche il camping di Taghazout che è sparito del tutto. Al km 27 un cartello ci indica l‘Atlantic Park, una struttura che ospita giochi acquatici ed intrattenimenti vari. Di fianco troviamo il campingomonimo, bello e di livello europeo (95d. con cc). Km percorsi 315.

25/9 Partenza comoda alle ore 9, percorriamo gli ultimi 60 km di litoranea poi la statale comincia un nervoso saliscendi che terminerà solo in prossimità di Essaouira. Attraversiamo valli dove si ricomincia a vedere qualche coltivazione. In particolare osserviamo distese a perdita d‘occhio di alberi d‘argana, questa pianta determina la maggior fonte di guadagno di questa provincia. Le bacche da essa prodotte sono usate per l‘estrazione di oli e produzione di creme, preziosissime in particolare per la cosmesi femminile. Con non poco stupore ci troviamo davanti l‘inaspettato spettacolo delle cosiddette capre d‘Argan che, ghiotte di tali frutti, salgono abilmente fino alla sommità delle piante. Non è inusuale trovarne a decine intente a banchettare sullo stesso albero, una volta salite vi stazionano tranquillamente per molto tempo. Arriviamo cosìad Essaouira dove, scorso tutto il lungomare, ci fermiamo nel parcheggio vicino le mura, lato porto. Contrattiamo il posteggio includendo la notte per 40 dirham. Dalle bancarelle vicine ci arriva il profumo del pesce che cuoce sulla griglia. Non resistiamo, scegliamo pesce fresco e frittura mista, accompagnamo tutto con una bella insalata marocchina spendendo poco più di cento dirham a testa. Continuando ad arrivare le barche ci spostiamo sui movimentati e colorati moli dove assistiamo alle varie fasi dello smistamento e della vendita del pescato. Per 10 d a testa visitiamo quindi i bastioni che ancora testimoniano la dominazione portoghese. Nei vicoli sottostanti le mura che delimitano il lato mare della città, acquistiamo prodotti in legno intarsiato, arte in cui gli artigiani del posto sono dei veri maestri. Molto affollata, ordinata e fornita anche la medina. Km percorsi 155.

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Le capre d'argan

26/9 Lasciamo questa perla atlantica costeggiando sempre il litorale, passata Safi arriviamo alla laguna di Oualidia. Ci fermiamo al termine della stradina che scende alla spiaggetta, proprio alle bocche della lunghissima laguna . Una schiera di pescatori ci da immediatamente il benvenuto cercando di venderci qualche preda, volendo ce la cuociono immediatamente. Notiamo che sulla spiaggia sono allestiti ombrelloni e tappeti, vicini si vedono bracieri accesi con pesci in cottura mentre alcuni turisti stanno già mangiando allegramente. Peccato che abbiamo già provveduto, sarebbe stata un‘esperienza interessante. Sugli scogli ci sono nugoli di persone che si dilettano con le canne, l‘acqua è trasparente ma freddina. Poco distante continuano a rientrare le piccole barche, sono in legno ed hanno una prua altissima per affrontare mari irrequeti. Osserviamo le operazioni e scopriamo un vero e proprio rito. A pochi metri dalla riva un giovane corre alla barca ed abilmente libera il motore, una volta caricato sulle spalle lo pone al riparo in una baracca. Una squadra di altri sei arriva con una grande pertica, la infilano in una corda sulla prua e sollevano la parte anteriore. I quattro dell‘equipaggio scendono e sollevano la poppa, tutti insieme spingono l‘imbarcazione al sicuro sul bagnoasciuga. Un altro ancora si occupa del delicato compito di ammassare le reti, altri scaricano il pescato. Il tutto in pochi minuti, gesti tramandati di padre in figlio, generazione dopo generazione, una tradizione che sa di passione,fatica e sudore. Pochi attimi ed inizia il teatrino della vendita , in teoria tutti possono concorere all‘asta ma in pratica sono pochi che hanno il potere d‘acquisto. Le poche casse spariscono in breve ed è qui che notiamo altri comprimari, sono ragazzini , armati di cestini e coltelli fanno a gara per aggiudicarsi la pulizia del pesce venduto. Con orgoglio qualcuno si lascia anche fotografare. Sono pochi i soldi del loro compenso, a volte qualche pesce poco pregiato ma a loro non importa perché lo scopo principale è imparare e farsi vedere e magari, un giorno, partire suuna barca…. Riprendiamo il viaggio verso nord, attraversiamo la zona agricola più produttiva della costa dove le coltivazioni di pomodori, zucchine e cavolfiori sono in fase di raccolta. Camion caricati oltre il limite e schiere di lavoratori stagionali occupano i pochi spazi ai lati della carreggiata, moltissime anche le piccole baracche che vendono al dettaglio.
Ci fermiamo a El jadida, parcheggiamo sulla strada proprio a 50 metri dalla porta che immette all‘interno della cittadella. Ci dirigiamo verso la cisterna portoghese che però è chiusa da pochi minuti, camminiamo allora verso i bastioni percorrendo vicoli che a tratti ci ricordano Essaouira anche se in realtàla differenza in favore di quest‘ultima è molta. Uscendo attraversiamo la strada e ci inoltriamo nel vivacissimo souk, acquistiamo pane e frutta riscoprendo il divertimento di attraversare vicoli affollati osservando banchi e rivendite senza dover respingere assillanti ed insistenti procacciatori d‘affari. Per la notte ci fermiamo ad Azzemour dove troviamo posto nel deserto parcheggio davanti all‘ospedale situato lungo lo stradone che porta verso il centro. Km percorsi 305.

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Pescatori di Oualidia

27/9 Percorriamo ancora la strada litoranea dove continuano abbondanti le coltivazioni, la strada ha un buon asfalto ed il traffico inesistente. Arriviamo così a Casablanca dove parcheggiamo a 100 metri dalla moschea (15d.) . La vista di questo immenso monumento è obbligatoriamente guidata e viene effettuata in tutte le lingue europee, il costo del biglietto è il più alto che si paga in Marocco, circa 12euro. E‘una meta assolutamente da non mancare in quanto oltre ad essere apprezzabile per sfarzo e bellezza èanche interessante per metodi e tecnica di costruzione. Anche l‘esterno non èda meno, il minareto che ha splendidi fregi e mattonelle verdi spicca per l‘altezza mentre le decorazioni su porte e fontane sono un‘attrazione irresistibile per gli appassionati di fotografia. Dall‘immenso piazzale si gode una vista stupenda sul totale e sul mare, sopra al quale, come vuole il Corano, è appoggiata una buona parte delle fondamenta della grande moschea. Continuiamo il nostro viaggio rimanendo sempre vicino al mare che offre spesso bei panorami su costa e spiagge. Questa è una delle zone più curate per quanto riguarda il turismo estivo, le strutture alberghiere ed i residence sono frequenti ma non invadono più di tanto l‘aspetto naturalistico dei luoghi. Nel pomeriggio ci fermiamo su una bella spiaggia presso Bouznika Plage dove però un sole birichino ci fa i dispetti. Vicino si ripetono le scene già viste a Oualidia ma, l‘ampiezza della spiaggia el‘utilizzo di un trattore, rendono le operazioni dei pescatori molto più agevoli. Scorriamo velocemente verso Rabat, avvicinandoci alla capitale vediamo aumentare il verde vicino alla strada e nelle abitazioni, numerose le caserme insediate in edifici cinti da mura elegantemente curate , molti gli agenti addetti al traffico che, come al solito, ci agevolano e sorridono al nostro passare. Senza mai allontanarci dal mare arriviamo con facilità a Rabat, entriamo dalla strada litoranea direttamente in città all‘altezza della Kasbahde gli Oudaia. Proseguiamo diretti a Salèdove è nostra intenzione fermarci al camping— De la plage“, con nostra sorpresa, i grandi lavori in corso sulle sponde del fiume Bou Regreblo hanno inghiottito cancellandolo come già era successo a quello di Taghazout. Torniamo indietro allora fino a quello di Temara Plage, qui ci vengono chiesti 105 dirham per un posto al limite della decenza e con servizi inutilizzabili, bubitando che sia ancora una struttura nelle regole decidiamo di andarcene. Percorriamo ancora qualche chilometro a ritroso fino a Ech Chiahn dove, presso l‘albergo —Gambusias— , esiste un parcheggio su un piazzale erboso adibito a camping (70 d. con cc) anche qui però i servizi, pur essendo attrezzati per ogni tipo di uso, sono abbandonati a se stessi e quasi inutilizzabili. Km percorsi 230.

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Al mausoleo Mohamhed V ogni particolare è di qualità

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La torre di Hassen II

28/9 Ritorniamo a Rabat percorrendo lo stesso itinerario di ieri, oltrepassata la kasbah oudaia ci fermiamo al parcheggio lungo il fiume, sponda sud circa 500 metri prima del ponte (5dirham). A piedi raggiungiamo velocemente la Torre di Hassan che osserviamo prima dai giardini poi dal piazzale della moschea del mausoleo di Mohamed V. Impreziosito da ornamenti raffinati e ricoperto di marmo bianco questo è presidiato costantemente da guardie in alta uniforme. Lasciata la zona monumentale attraversiamo il fresco parco —dutriangle“ per poi entrare nella medina. Grande ed ordinata è una delle migliori che abbiamo visitato, Anna si ferma ad acquistare i tipici dolcetti del Ramadam di cui ormai è diventata grande consumatrice. Compriamo gli ultimi souvenir nel Mellah approfittando del fatto che quasi tutti i prezzi sono fissi e non dobbiamo più sottoporci a trattative che ormai ci stancano solamente. Ci rechiamo quindi alla KasbahOudaia, alla porta d‘accesso ci sono persone che si offrono per accompagnarci in visita guidata, noi abbiamo la fortuna di conoscere un ragazzo che capisce e si arrangia anche con l‘italiano, il compenso è a nostra discrezione. Essendo nativo della kasbahci conduce abilmente nei punti panoramici e presso le abitazioni più caratteristiche. I vicoli bianco-celesti sono veramente caratteristici ed offrono spiragli interessanti sulla città di Salèe sul fiume sottostante. Uscendo dalla parte bassa delle mura ritorniamo rapidamente al camper dove, anche se con molto ritardo, possiamo pranzare. Prima di lasciare Rabat saliamo al—Chellah“ dove visitiamo le antiche e interessanti rovine della necropoli (10d. a ps).
Riprendiamo il nostro cammino dirigendoci verso Moulay Bousselham. Continuando per la N1mi accorgo che ci allontaniamo dalla costa, deviamo quindi prima di Soukel Arba fino a raggiungere la strada costiera. Qui inizia un calvario incredibile perché la strada è molto dissestata, proseguiamo pensando ad un tratto in rifacimento, ma sarà tutta così. Il buio, e una vera e propria processione di persone che camminano lungo la strada completamente priva d‘illuminazione, faranno di questo trasferimento un vero incubo. Consiglio di usare assolutamente l‘autostrada che ha un‘uscita a meno di 10 km da Moulay. All‘inizio del paese ci fermiamo al campingInternational, grande e con oltre 100 piazzole è felicemente collocato lungo una sponda della bella laguna (70d. con cc). Km percorsi 125.

29/9 Ci svegliamo che sta piovendo. I pescatori che non sono usciti sono affaccendati vicino alle barche che stazionano appena oltre la recinzione del campeggio. Appena ci scorgono ci chiamano con ampi gesti, lo scopo è quello di offrire una gita in barca per poter avvistare gli animali che popolano in gran numero questi luoghi. Una coppia olandese ben attrezzata per affrontare il mal tempo parte sotto i miei sguardi non privi d‘invidia. Prima di lasciare questo bel posto andiamo in centro del paese dove, vicino alla frequentatissima moschea, c‘è una grande balconata panoramica che offre una ampia vista sia sull‘oceano che sulle lingue sabbiose della laguna. Alla ripartenza optiamo per una deviazione verso l‘interno e ci spostiamo a El Sar el Kebir dove è in corso uno dei souk più grandi che abbiamo incontrato. Visitiamo pure la piccola e modesta medina. Dal centro della città parte una strada che, dopo 106 km di montagna (non ho visto distributori!), ci porta a Chefchauen. Quando vi arriviamo andiamo diretti in alto, sopra la città, sistemandoci nel campingmunicipale (90d. con cc) dotato di servizi molto puliti. Scendiamo in città utilizzando un sentiero in selciato che parte appena sotto il campeggio, di fronte ad un hotel. Pochi minuti e siamo dentro ad una medina di vicoli bianchi e celesti brulicante di turisti e gente locale. Entriamo ed usciamo liberamente nei piccoli negozietti dove i gestori sono abituati alla curiosità dei passanti, di tanto in tanto dobbiamo farci di lato per consentire il transito degli asini, unico mezzo di trasporto ammesso ed utilizzato. Le case sono tutte ben tenute e curate, l‘architettura ci ricorda molto i paesini del‘Andalusia che ci torna in mente anche quando ci vengono rivolte parole in lingua spagnola, qui molto usata con i turisti. Scendiamo lo stretto abitato fino ad uscire nel punto più a sud. Fuori dalle mura siamo ancora in centro ma per tornare al camping utilizziamo un consigliatissimo mini taxi (5d. a ps). Km percorsi 185.

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Chefchaouen

30/9 Lasciamo la piacevole Chefchauen attraversando una bella vallata, verde anche sulle montagne. Di tanto in tanto lungo la strada notiamo donne con i tipici cappelli di questa zona del Rif, sono copricapo in paglia intrecciata ornati con nastri e corde di lana, belli e funzionali. Numerosissime le bancarelle che mostrano ordinate cataste di cipolle intrecciate, se ne vendono quantitàenormi poichésembra che siano le migliori del Marocco. Arriviamo a Tetuan , molto estesa, ci appare bianca e disposta a ventaglio sulle pendici delle montagne. Mentre ci addentriamo notiamo praticamente un mercato ininterrotto, gente in fila ad ogni banca o sportello bancomat, per la fine del Ramadam ferve un‘animazione incredibile. Il traffico è caotico ed i parcheggi sono off limits, siamo costretti a rinunciare questa visita. Circa 10 km prima di Tangeri ci immettiamo sul nuovo raccordo autostradale che ci porta fino all‘innesto dell‘autostrada Tangeri-Casablanca. Usciamo ad Asilah e parcheggiamo in uno spiazzo all‘inizio del lungomare, praticamente dietro il muro del campeggio. Trascorriamo il pomeriggio sulla bella e lunghissima spiaggia di sabbia fine. In serata ci spostiamo al parcheggio situato a ridosso delle mura dove alloggiano già altri camper francesi. Sorvegliato giorno e notte da un guardiano spenderemo 25 dirham. Fino al tramonto giriamo dentro la medina, ordinata e pulita è caratterizzata da numerose opere pittori che sui muri delle abitazioni. Bello il panorama che si gusta dai bastioni. Ceniamo nel primo dei ristoranti sul lungomare, totani, branzino insalata e birra per 12euro circa a testa. Km percorsi 158.

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Fine del Ramadam anche per loro ad Asilah

1/10 Dal primo mattino, per la prima volta, si sentono provenire canti dalle moschee, si festeggia la fine del Ramadam. Mentre le signore si godono ancora il sole sulla spiaggia di fronte ai camper, noi uomini ci addentriamo nella semideserta medina per fare foto. Le persone che si incontrano per le vie si abbracciano e si baciano, come vuole la tradizione sia gli uomini che le donne ed i bambini hanno indosso sobri e tipici abiti della festa. Nei vicoli tornano ad echeggiare suoni musicali e dalle finestre arrivano i profumi del cibo che le donne tornano a cucinare alla luce del sole. Il tutto è molto piacevole e contagioso, non ci sono più ne liti ne tensioni, un signore gentile ci accompagna nella difficile ricerca di un pò di pane che troveremo dopo un bel girovagare. Dopo pranzo ci spostiamo a Cap Spartel dove parcheggiamo su uno spiazzo sopra la scogliera. Uno splendido tramonto pone fine all‘ultima vera giornata di vacanza in terra marocchina. Km percorsi 55.

2/10 Dopo una piacevole notte mettiamo in moto i nostri camper per avvicinarci al
porto. Attraversiamo tutta la zona residenziale che da Cap Spartel arriva quasi in
centro, le abitazioni lussuose, gli alberghi ed i centri sportivi sono l‘ennesima
conferma di quanto sia pieno di contrasti questo paese che pone sempre di
fronte il grande divario tra benessere e miseria.
Arriviamo facilmente all‘imbarco dove veniamo incanalati dietro ad una
moltitudine di furgoncini, ritiriamo i biglietti alla sede comanavche è sotto il
capannone , facciamo l‘interminabile fila per il timbro dei passaporti e poi ci
sottoponiamo al minuzioso controllo del veicolo da parte di dogana e antidroga.
Causa questi controlli che si protraggono a lungo e durante i quali viene
arrestato un tizio per detenzione di parecchi chili di—erba“, partiamo con 4 ore di
ritardo. Km percorsi oggi 18.

3/4/5
Navigazione resa difficile per mare forza 5, rotta sotto costa e velocità ridotta ci
fanno arrivare a Genova alle 6,30 del mattino, ben 12 ore dopo l‘ora prevista.
Arrivo a Livorno ore 9.


Totale km percorsi in Marocco 5543.

Impressioni
Abbiamo vissuto un‘esperienza appagante che ci ha soddisfatto sotto molti punti
di vista. Fare una classifica delle preferenze è quasi impossibile perchè, oltre le
città imperiali, abbiamo goduto di tante meraviglie come:vallate e gole, palmeti
e deserto oppure montagne e oceano, nessuna esclusa rappresentano la
variegata composizione di fenomeni naturali tutti meritevoli di essere visti.
Temevamo che una vacanza nel periodo del Ramadam fosse penalizzante ma, a
parte i ristoranti chiusi a pranzo e qualche orario modificato, in linea di massima
non ne abbiamo risentito più di tanto. Il cibo si è rilevato gustoso e sano poiché
non abbiamo mai avuto nessun disturbo, non c‘è grande varietà di scelta ma i
vari modi di cucinare a volte fanno le differenze. Riguardo al pesce devo dire che
è sempre di tipo pregiato e fresco. I prezzi sono ovunque bassi ed accessibili. Gli
ingressi per le visite ai monumenti sono sempre di 10 dirham, moschea di
Casablanca a parte. La sosta libera che non èconsentita è però tollerata, i
campeggi sono modesti e con servizi spesso insufficienti, i loro prezzi
convenienti. Le strade che abbiamo percorso, a parte qualche eccezione, sono
state tutte accettabili, il traffico non ha l‘intensitàalla quale siamo abituati ma
bisogna usare sempre prudenza a causa degli imprevisti sempre in agguato. Il
prezzo del gasolio è quasi la metà del nostro attuale e nonostante abbiamo
sempre usato quello normale non abbiamo avuto nessun inconveniente, tenendo
sempre velocitàcontenute i consumi sono stati intorno agli 8/9km/litro.
La
popolazione è disponibile e cordiale, specialmente fuori delle grandi città. Nelle medine, in particolare quelle delle città imperiali, occorre pazienza ed un po‘di fermezza per contrastare la foga dei commercianti troppo insistenti. Le guide sono necessarie ma non indispensabili, anche con loro bisogna sempre contrattare e fare precisi accordi prima di iniziare le visite. Spesso tentano di non rispettarli e vanno richiamati. I bambini, croce e delizia, sono sempre a caccia di qualche cosa, chiedono sempre, a volte con troppa insistenza, qualcuno con arroganza, si deve essere educati ma decisi nei dinieghi. Dare caramelle o piccoli regali sono a volte la soluzione meno indicata, èconsigliabile farlo solo in casi dove sono presenti genitori o adulti che sono pronti ad intervenire. E‘ consigliabile portarsi indumenti o calzature dismesse che di vengono ambiti oggetti da barattare in caso di acquisti, specialmente al sud. Per le comunicazioni abbiamo usato carte telefoniche da 2/5euro che si possono utilizzare nei molti telefoni pubblici dislocati un po‘ovunque. La durata va dai 5ai 10 minuti circa ed è molto più conveniente dei nostri cellulari che tra l‘altro non hanno sempre buona copertura.

Spese Gasolio euro 448,00
Escursioni euro 195,00
Alimenti euro 95,00
Autostrade e P euro 43,00
Guide euro 22,00
Camping euro 78,00
Ingressi euro 48,00
Mance circa euro 20,00
Totale euro 949,00
ai quali vanno aggiunti 1020 della nave

Arrivederci Marocco, — InShallah

Andrea & Stefania
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Camper
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