Tour della Syria classica
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Tour della Syria classica
di lklklk
(novembre 2010)
Antepongo al resoconto alcune informazioni che possono essere utili sia a chi vi si reca con un tour operator, sia a chi vorrebbe inoltrarsi con il camper.
- la VISA è opportuno farsela dare dal consolato syriano in Italia, ma nel caso di ingresso al confine è possibile, con lunghe attese, ottenerla sul posto. Questo documento è gratuito. Per ora vale ancora la regola della validità di 15 giorni. All’ingresso si paga l’assicurazione per il mezzo e una tassa per l’utilizzo del carburante.
- Le autostrade sono gratuite e in massima parte ben asfaltate, anche se ci sono continui avallamenti sul percorso. Il traffico non è veloce perché gli autovelox sono molto penalizzanti. Le pompe di benzina sono frequentissime e il costo del carburante va dalle 50 Lire syriane per la benzina alle 25 per il gasolio (al cambio odierno un euro vale 64 lire syriane). Le strade secondarie sono strette, ma consentono comunque il passaggio di due autotreni in senso inverso senza che uno debba scendere dall’asfalto. I camion più vecchi sono molto fumosi.
- L’inquinamento si taglia a fette e chi ha l’asma ne morirà! Nelle città l’aria è irrespirabile.
- Le cartoline e i francobolli si comprano ovunque senza ricorrere alle poste.
- Ho incrociato qualche camper durante il percorso e segnalerò nel resoconto dove ho visto qualche campeggio. Rimane il fatto che l’ambiente si presenta ovunque molto sicuro e non c’è problema per sostare o pernottare in qualsiasi posto. Per quanto riguarda le città maggiori, cioè Aleppo e Damasco che sono abitate ciascuna da 5 milioni di abitanti, diventa difficoltoso arrivare vicino al centro col camper e trovare un posto per fermarsi. Il traffico è dovunque caotico, ed è più veloce in città che nella periferia, e bisogna trovare sistemazione nei sobborghi e usare un taxi per il centro (circa 400 lire- 6 euro- per arrivare al centro da 10 km)
- Abbiamo usato la guida EDT per girare ovunque.
- I ristoranti sono sempre ben segnalati e presentano tutti lo stesso menù, quindi bisogna accontentarsi di pollo, oppure pollo, o altrimenti pollo. Sennò restate a digiuno.
- Le macellerie presentano carne di montone e si riconosce perché fino all’ultima fetta mantengono i testicoli attaccati per testimoniarne la maschilità, sintomo di carne tenera.
- Negli hotel si vede la tv internazionale.
- Internet non è frequente ad Aleppo, ma lo è a Palmira e Damasco.
- Gli alberghi a 4 stelle sono un po’ fatiscenti e i rubinetti perdono sempre acqua, che non è mai buona. Le coperte dei letti sono sempre corte.
- Le donne sono estremamente coperte, perfino peggio dei burka, perché si posano sulla testa un velo senza buchi e sbattono contro i muri perché non vedono niente. Per contro ci sono molte altre completamente senza veli, specialmente le cristiane che sono almeno il 20% della popolazione (30 milioni)
- Le case sono in pietra e solo occasionalmente se ne vedono in mattoni di cemento, ma mai di fango.
- Il territorio è fertile in corrispondenza della mezzaluna fertile e per il resto è deserto.
- Attraversando i souk o le strade non ci sono molestie da parte della gente che voglia vendere il suo prodotto, solo occasionalmente se ne trova presso i siti archeologici.
- Ovunque la foto del presidente troneggia per le strade e negozi, con dimensioni sempre gigantesche. Per noi è la foto di Fabio Fazio con i baffetti.
- Il clima è assolutamente caldo. Sarà un caso, ma ho trovato temperature assolutamente miti e secche, e guai a non avere magliette con maniche corte. Soffrono di siccità da alcuni anni.
- L’ambiente è tutto molto grigio, il colore è completamente assente anche nelle moschee.
Usano la pietra grigia e tutto si uniforma.
- I negozi aprono verso le 10 e chiudono a mezzanotte. Ovunque.
- Non ci sono cani, o perlomeno ne ho visti due.
- Bisogna trattare coi venditori. Si può con pazienza arrivare al 50% del prezzo. Nei negozi con prezzo fisso la merce è più bella e ovviamente fanno solo piccoli sconti.
- La gente per strada non è curiosa come in altre parti islamiche e non importuna per sapere cose del nostro mondo. Le parabole sono ovunque, quindi sanno già tutto.
- In complesso il paese non è grande e in 15 giorni si vede comodamente tutto.
Ora il nostro percorso in terra syriana: Aleppo – Monastero di San Simeone – Ebla – Hepanea – Hama – Crak dei Cavalieri – Palmira – Mahoula – Damasco – Bosra.
Noi abbiamo visitato la Syria appoggiandoci ad un tour operator. Di seguito vi illustro il nostro resoconto.
1) Dopo qualche peripezia per ritrovare la valigia all’aeroporto di Roma, ci si imbarca per Aleppo, lasciando in Italia tantissima pioggia. Abbastanza agevolmente superiamo la dogana Syriana per il visto sul passaporto e andiamo dritti in albergo per la cena in quanto l’ora di differenza con l’Italia ci fa anticipare i tempi. Però dopo cena percorriamo tutte le animatissime vie della città nuova che mantengono aperti i negozi fino alle 24. Una breve visita alla chiesa dei maroniti e ai venditori di sapone (sicuramente originale di Aleppo).
Ancora uno sguardo all’antichissimo hotel Baron nel quale Agata Christie fu ispirata per la scrittura del romanzo Assassinio Sull’Orient Express, negli anni 30 dello scorso secolo.
L’ambiente è ancora fedelmente lo stesso e vi assicuro che non è stata data una mano di vernice alle pareti da quella volta. Al rientro facciamo il test con una doccia al sapone di Aleppo, e l’esito è positivo. Funziona anche come shampoo.
2) La prima tappa della mattina è dedicata al monastero di San Simeone ( quel santo che per 40 anni è stato sopra ad una colonna alta 18 mt a meditare). Anche se il monastero è in rovina, mantiene ancora tutta la sua maestosità ed è un vero piacere visitarlo. La base della colonna è in disputa fra più posizioni nel sito, ma noi crediamo tutto a chi ci guida e ci indica la vera base, quale parte integrante della roccia. L’area che congiunge il monastero ad Aleppo è brulla e carsica e onestamente sembra inospitale, ma è abbastanza abitata e la poca terra coltivata non può essere certo il mezzo di mantenimento di quegli abitanti. Rientriamo ad Aleppo per la porta occidentale e passiamo subito nel souq dove per i neofiti dell’islam è una meraviglia e una sorpresa continua, ma i prodotti sono tutti originali cinesi e non esiste un souvenir locale degno di merito se non in negozi specializzati. Visitiamo al volo una madrassa e alcune piccole moschee, poi un Hamman, ma manca il colore presente in altre parti del mondo islamico, dove le piastrelle colorate danno un tono di vivacità ai decori.
Facciamo una breve visita all’ospedale dei matti con piccoli stanzini, sempre più segregati quanto più la malattia fosse grave. I dettagli dell’ambiente sono tutti tremendamente tendenti dal giallo al grigio sporco, classico colore della pietra usata. Pranziamo al ristorante Martini, molto originale, però con portate ricche di cumino che io detesto. Al pomeriggio, dopo un altro passaggio al souq, andiamo alla grande moschea, dove bardano le nostre donne con veli e camicioni per renderle conformi al loro culto. La moschea è molto vasta e bella, ma poco frequentata (?). Non si può visitare la cittadella al martedì, quindi la fotografiamo dall’esterno. Ci torneremo domani. Visto l’esito positivo con il sapone di Aleppo, andiamo a comprarne qualche chilo, ma attenti a non superare la misura permessa sul bagaglio aereo.
3) Oggi si recupera la visita alla cittadella e al museo nazionale di Aleppo che ieri erano chiusi. La prima è bellissima, e si erge su un colle ed è ben conservata. Domina Aleppo in modo centrale e maestoso. Le ricostruzioni sono fatte alla francese. È un complesso molto interessante. Quindi siamo passati al museo nazionale che come tutti musei raccoglie milioni di vasi rotti o sbeccati, e paccottiglie di sommo interesse, che se non mi informassero che sono assiri, per me potrebbero essere anche delle mie terre o di qualsiasi parte del mondo.
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Qui sopra l’ingresso alla cittadella.
Poi lasciamo Aleppo e ci trasferiamo ad Ebla, trascurata da molti testi di consulto turistici, ma in realtà una città vecchia di almeno 5000 anni, i cui scavi mettono in luce un aspetto veramente interessante. Saliamo quindi fino a Hepanea, dove si ammira un numero infinito di colonne allineate di un decumano romano che sono ancora intatte (o quasi) e che si prolungano per 1200 mt, che noi abbiamo diligentemente percorso. A sera siamo ad Hama, città tranquilla e abbastanza moderna in quanto ricostruita dopo un terremoto. A sera visitiamo il souq.
4) Visitiamo Hama con le sue interessanti Norie, enormi ruote sul fiume per sollevare l’acqua verso impieghi più elevati. Quindi visitiamo un palazzo museo che rappresenta l’abitazione di un ricco mercante di 250 anni or sono. Poi si passa al vallone del Crak dei Cavalieri.
Meraviglia! C’è un camping e ci sono 15 camper francesi. Meraviglia !!! il castello è bellissimo e qualcuno ha fatto questa gita al solo scopo di vederlo. Le dimensioni sono enormi, paragonabili al castello di Carcassonne in Francia. Attraversiamo gli interni il cui stile spazia dal curdo dei fondatori, a quello cristiano dei templari e infine a quello islamico degli arabi. È comunque un’opera imponente che si è conservata magnificamente nel tempo.
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Sopra il Crak dei Cavalieri.
Dopo pranzato si fa una lunga corsa fino a Palmira attraversando una terra desertica.
Arriviamo alla sera alla nostra destinazione e lo sguardo sugli scavi illuminati è almeno pari a quello della valle dei templi ad Agrigento.
5) Tutta la giornata è dedicata a Palmira e lentamente, guidati dal signor Nasser, ci facciamo tutta la città fino alle tombe percorrendo il lungo decumano. Le civiltà che sono succedute alle greco-romane hanno devastato un pochino l’ambiente. Poi uno sguardo al museo dove troviamo i soliti piatti rotti e le brocche sbeccate. Visitiamo Palmira nuova che non so paragonarla a niente di peggiore, anche per me che ho girato molto il mondo islamico. Riassumendo c’è un’unica via con alcuni negozi degni di questo titolo. Al tramonto saliamo sulla cittadella che si pone su un colle molto ripido e da lì abbiamo la possibilità di vedere tutto il panorama circostante col sole che tramonta e con la repentina oscurità si ammirano gli scavi illuminati. In uscita da Palmira c’è un camping presso un ristorante.
6) Nel trasferimento a Damasco, dopo una breve sosta al Bagdad cafè, ci spostiamo a Mahoula, dove ci sono le chiese di S. Sergio e Santa Tecla. Visitiamo la prima dove ascoltiamo il padrenostro in aramaico e percorriamo il sik che porta verso la seconda e ci ricorda il percorso che conduce a Petra, solo in miniatura. Entriamo dalla porta ovest a Damasco per visitare il palazzo Azem. La città si presenta subito un gran caos. Percorriamo la galleria del souq moderno per giungere al palazzo Azem proprietà di un nobile di 250 anni fa. Ci sono stanze arredate con scene della vita passata, il tutto molto colorito, e complessivamente ricco. Poi alla gran moschea, un complesso enorme dal cortile pari ad un campo di calcio e una sala di preghiera altrettanto grande, dove si conserva la testa di S.Giovanni Battista che fu decapitato. Ovviamente le donne devono entrare con una tunica e velo in testa che vengono forniti dai mussulmani.
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Sopra la nostre donne con vesti mussulmane.
Poi visitiamo il souq vecchio e la chiesa di Santa Anania dove troviamo un gran mucchio di pellegrini italiani. All’entrata ovest di Damasco a una mezza dozzina di km dal centro c’è un camping.
7) Visitiamo il museo nazionale di Damasco che per metà è in restauro da parte di Italiani. In un’ora finiamo il solito giro di vasi rotti. Quindi puntiamo su Bosra per un lungo percorso desertico prima e fertile poi. Bosra è una città tutta di pietra basaltica ed è quindi di color nero bruciato. I resti sono molto mal tenuti e sembra una discarica. Il teatro è molto bello e ben manutenzionato, ma quello di Orange in Francia è ancora più bello. Quindi visita di Damasco
attraverso strade e stradine nel classico mondo islamico, finchè la sera chiude la nostra gita.
Ma prima di rientrare in albergo facciamo una sortita sulla montagna (500 mt) che sovrasta la Damasco e possiamo ammirare con la luce della notte la vastità di questa capitale illuminata da milioni di luci ed al centro splende la moschea che impera su tutta la città.
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