LA CORSE

Della Corsica si e’ già scritto di tutto e di più, gli aggettivi per descriverla si sprecano e risulterei banale a elencarne bellezze e qualità perciò la definisco soltanto così: l’isola dai mille volti con paesaggi da favola!
Normalmente i viaggi in camper di un certo spessore li programmo nei minimi particolari con largo anticipo, anche se poi non li seguiamo mai alla lettera, questo in Corsica invece si puo’ dire che “mi sia stato imposto” cosicche’ mi son trovata catapultata nel giro di poche ore a prenotare il traghetto per la Corsica con partenza pochi giorni dopo.
Il bello di fare le vacanze in camper, è anche questo: cambiare destinazione in qualsivoglia momento!

Il nostro approccio con l’ isola avviene con la città di Bastia definita l’altra metà di Genova, una cittadina racchiusa tra mare e montagna. Primo porto dell’isola considerata la più italiana delle città corse. Bastia è una rete di vicoli tortuosi, vecchie case e scalinate che portano a piazzette dalle quali si godono gradevoli scorci panoramici.
I simboli cittadini sono la cittadella e la chiesa di S. Giovanni B. che domina il vecchio porto; normalmente si dedica poco tempo alla visita di questa città che pur meriterebbe, ma rimane quasi sempre un luogo di transito per recarsi ai traghetti.
I camper qui non sono ben visti, forse anche per la viabilità ostica ai nostri mezzi, quindi puntiamo verso sud percorrendo dapprima la N 193 poi successivamente la N 198.

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La nostra meta è Porto-Vecchio dove siamo attesi da persone carissime, veterani delle vacanze in Corsica, ma a differenza di noi, loro, son muniti di due mezzi di locomozione: camper e macchina, binomio perfetto per visitare l’isola.
Bastia- Porto-Vecchio son circa 143 km, la strada è bella, ma alquanto trafficata, ce la prendiamo con calma e ne approfittiamo per far conoscenza con il territorio corso!
Nell’ incedere verso sud notiamo il variare del paesaggio, un lungo tratto di costa pianeggiante ci accompagna fino a Aleria con le sue antiche vestigia, prima metropoli storica della Corsica, una cittadina fortificata attorniata da due stagnoni: L’etang de Biguglia, de Diane e l’etang d’Urbino centri di allevamento di mitili, vongole e ostriche.

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Ad Aleria si può visitare il sito Alalia che riunisce testimonianze greche-romane-etrusche, molti reperti sono conservati nel forte di Matra fortezza genovese del XV sec. Alcune torri di avvistamento, baluardi genovesi fanno capolino qua e là su promontori mentre in lontananza nella bruma si scorge l’isola di Montecristo.

Oltrepassiamo Solenzara e da qui in poi dalla strada si scorgono scorci di mare, finalmente arriviamo a la Trinitè nel comune di Porto-Vecchio dove raggiungiamo il campeggio dove siamo attesi: camping La Vetta.

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Il campeggio non e’ sul mare, ma e’ molto ombreggiato e tranquillo, le piazzole non sono delimitate quindi ci si puo’ allargare quanto si vuole e si puo’ scegliere il posto e qui rimaniamo praticamente per tutto il periodo vacanziero senza muovere il camper e ci spostiamo giornalmente in macchina.

Sistemato il camper sotto una grande sugara, da adesso in avanti saranno giorni in continua ascesa di emozioni.
Ogni giorno una spiaggia diversa di fascino impareggiabile, la maggior parte raggiungibili solo in macchina o scooter, purtroppo, o per fortuna, i camper sono off limits.
Golfi affascinanti racchiudono spiagge di sabbia chiara e fine, spesso circondate da pini marittimi che dispensano ombra rinfrescante, mare cristallino con acque limpidissime dai colori cangianti.

Mare, nient’altro che mare: Baia di San Ciprianu, Cala Rossa Baia di Stagnolu, Canetto, Tamaris, Pinarellu, Santa Giulia, Rondinara, Palombaggia, Balistra… e dopo queste visioni una battuta mi vien spontanea: ‘’il paradiso può attendere’’!

La Corsica non è solo mare quindi alterniamo la vita da spiaggia alla scoperta di cittadine, borghi arroccati senza tralasciare l’entroterra a pochi chilometri dalla costa con i suoi sontuosi massicci.

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Porto-Vecchio si trova in una posizione strategica, tra mare e montagna in fondo ad un ampio golfo frastagliato ed è anche soprannominata città del sale. La cittadina è divisa in due parti: la parte alta con il centro storico cinta da fortificazioni e quella bassa porto turistico e commerciale.
La parte vecchia costruita su una collina attorno al 1500 dai genovesi è racchiusa da bastioni e mura di cinta e dall’alto dei suoi 70 mt. domina il porto turistico e le saline.
Viuzze, scalinate e passaggi a volta, case dalle facciate austere ospitano negozietti e ristoranti che seducono per il loro charme pittoresco. Place de la République è il centro della cittadella e ospita numerosi bar e caffè al quale ci si può sedere all’ombra di platani e bere qualcosa in tutta calma e relax.
A nord e a sud di Porto-Vecchio piccole penisole e baie sembrano proteggere lunghe distese di spiagge bianche e fini interrotte qua e là da punte rocciose bordate da pini marittimi, sughere e macchie di ginepri.

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Bonifacio è unica nel suo genere! Per me bellissima!
Aggrappata ad uno sperone roccioso bianco lungo più di un km, largo centocinquanta metri e elevato sul mare per quasi settanta sprigiona un fascino quasi arcano.

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La città vecchia è un’insieme di abitazioni allineate alla falesia a picco sul mare, difesa da bastioni e naturalmente protetta dal suo promontorio che forma un piccolo fiordo naturale utilizzato come porto turistico.

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Piccole ruelles strabordanti di negozietti accolgono una folla impressionante, pare una processione rendendo quasi impossibile l’avanzare verso edifici e monumenti storici.
Attraversiamo la Place d’Arme vecchia sede della Legione Straniera e ci avviamo verso il cimitero marino, qui la vista è strabiliante, ma tira un vento impetuoso che rende difficile persino scattare un paio di foto.

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Di fronte a noi le Bocche di Bonifacio, 12 km separano la Corsica dalla Sardegna, alla nostra sinistra Capo Pertusato, il golfo di Santa Manza, le isole Lavezzi e l’isola di Cavallo. Mete imperdibili.

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Salire su una motonave che costeggia lentamente la costa è il modo migliore per visitare le grotte marine e godere appieno della vista sui faraglioni e sulle maestose scogliere bianche scolpite dal vento con le onde spumeggianti che vi si infrangono contro.

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Ci concediamo una mini crociera che fa scalo anche alle isole Lavezzi inserite in un’area protetta. Un’oasi di bellezza al largo di Bonifacio con decine di isolotti, scogli granitici e paesaggi lunari che circondano la bellissima cala Lazarina.

L’isola di Cavallo non è accessibile ai comuni mortali perché di proprietà di una multinazionale che ne ha fatto una sorta di paradiso terrestre ad appannaggio di pochi eletti, nomi del jet-set e della alta società assieme a blasonati miliardari che approdano qui in anonimato.

I dintorni di Bonifacio non sono solo attraenti per la loro bellezza paesaggistici ma vantano anche ritrovamenti archeologici; in direzione di Capo Pertusato si trovano resti romani di epoca imperiale forse risalenti ad una colonia penale di detenuti condannati ai lavori forzati per il taglio del granito nelle isole vicine.

Una gita al massiccio dell’Ospedale regione boscosa nell’entroterra di Porto-Vecchio.

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Approfittiamo ancora una volta del “nostro chauffeur” che ci scarrozza per tutto il periodo vacanziero e partiamo alla volta del colle dell’Ospedale che prende il nome da un antico ospedale romano situato nel borgo.
La D368 pur se tortuosa è abbastanza bella e larga anche per i nostri mezzi.

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Dieci giorni son trascorsi e ne mancano ormai pochissimi al rientro in continente e seppur a malincuore abbandoniamo il sud di questa splendida isola.

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Nel farlo decidiamo di vedere anche qualcosa dell’interno isolano per cui invece di fare la stessa strada che abbiamo percorso all’andata prendiamo la N196, la N193, la N197 e la N1197 che ci porta a nord verso L’Ile-Rousse, non senza aver disdegnato il golfo di Roccapina e le Rocher du Lion.

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Sartene, cittadina medievale che domina il golfo di Valinco è forse quella più famosa dell’isola. Costruita ad anfiteatro su una rocca fu definita da Prosper Merimée “la città più corsa della Corsica”.
Il cuore di Sartene è un groviglio di viuzze collegate da scale, gradinate, passaggi a volta e da austere case che ricordano i carruggi di Genova.
Protagonista della storica processione U Catenacciu introdotta dagli spagnoli nel ‘400, che si tiene la notte del Venerdì Santo, Sartene è soprannominata anche “vendetta” per le numerose faide che si son susseguite nei secoli tra famiglie nobili del posto.

Percorriamo la N196 che da Sartene porta a Ajaccio e lungo il percorso non possiamo fare a meno di ammirare il golfo di Valinco con Propriano , in seguito la strada si restringe passando per Olmeto verso il colle di Celaccia, la strada quindi ci porta alla citta’ natale di Napoleone che pero’ volutamente non visitiamo visto che pensiamo di includerla in un prossimo viaggio, quando faremo tutta la costa ovest dell’isola.

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La valle della Cinarca racchiude grandiosi paesaggi montani con villaggi che sembrano proteggersi dalle invasioni che venivano dal mare. Il colle di Vizzavona e’ attorniato da cime che vanno dai 2389mt con il Monte d’Oro alla Punta d’Oriente con i suoi 2112mt. sembra quasi impossibile essere su un’isola il tutto fa pensare piuttosto alle nostre Alpi. Spettacoli fantastici, con temperature frizzanti da montagna.

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Nel cuore dell’isola situata alla confluenza delle vallate della Restonica e della Val Tavignano passiamo per Corte un paese che vanta usanze e origini molto antiche che si perdono nei secoli.

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Capitale storica e politica della Corsica, la cittadina di Corte fu voluta da Pascal Paoli, militare capo dell’insurrezione contro i genovesi nel 1755. Soprannominata “nido d’aquila”, Corte sorge a 400 metri sul livello del mare in cima ad uno sperone roccioso circondato con pareti a picco. Edificata sul punto più alto del territorio la fortezza domina il territorio circostante e dal suo belvedere si gode di un fantastico panorama.

Abbandoniamo la N197 per la tortuosa D81 che si addentra nel Deserto degli Agriates, sedicimila ettari disabitati fatti di rocce e bassa vegetazione.

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E’ ora la volta di St.Florent un borgo fondato dai Genovesi nel 1440 che si raccoglie intorno alla cittadella.

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La cittadina rinomata stazione balneare situata nella Conca d’Oro del Nebbio sembra rannicchiata nell’omonimo golfo e situata ai margini del deserto degli Agriates vanta la spiaggia di Saleccia una delle spiagge più selvagge e famose della Corsica.

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Il panorama intorno a noi si delinea maestoso, qui le emozioni trovano terreno fertile! 13 km di strada sterrata in fuoristrada o dal mare in barca è l’unico modo per raggiungere questa spiaggia dal colore rosato utilizzata per girare il film D-Day.

Nel golfo di St. Florent si affaccia anche Nonza

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poche case arroccate su una falesia che si getta a picco nel mare 160 mt. sotto al paese la suggestiva spiaggia che porta lo stesso nome del paese.
Un’immensa lavagna fatta di sassi neri, residui di un’antica miniera d’amianto.

Per un epilogo perfetto non possiamo tralasciare la parte nord dell’isola, “il dito”, un promontorio roccioso che si tuffa nel mare con violenza nella parte ovest e con più dolcezza a est.

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Cap Corse si estende su una quarantina di km in lunghezza e su dodici in larghezza con una dorsale che culmina a 1300 mt. con il monte Spello.
Capo Corso è un punteggiare di torri di vedetta costruite dai genovesi a partire dal XVI secolo,

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un paesaggio montuoso coperto di macchia con angoli di rara bellezza che degradano verso il mare, Centuri ne è un esempio.

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Le nostre ultime due notti sull’isola le passiamo al camping d'Olzo a Saint Florent: GPS N 42° 41'37" E 009°19'36" in quanto vicino una ventina di km dal porto di Bastia.
Le soste in libera fuori dalle strutture non sono consigliate in quanto vietate e ci hanno consigliato che se si tiene all’integrita’ del proprio camper e’ bene seguire le regole.

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L’ora dell’ imbarco al porto e’ purtroppo arrivata e dopo circa quattro ore di navigazione la lanterna, simbolo di Genova annuncia che ormai la traversata e’ giunta al termine e mentre il traghetto attracca al porto la nostalgia e i ricordi ci pervadono nel vedere i veicoli incanalati pronti a partire; i nostri quindici giorni trascorsi sull’isola son volati.

Piccole considerazioni:

Le strade della Corsica non sono molto amichevoli per i nostri mezzi, bisogna quindi prestare molta attenzione se si vogliono lasciare inalterati mansarde e specchietti.
Mi sento di sconsigliare la parte ovest di Capo Corso, la strada in tanti punti consente a malapena l’incrocio tra due macchine tenendo conto che in certi punti ci sono speroni rocciosi che sbordano.

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Lo stesso discorso vale per la valle della Restonica, curve, strapiombi senza nessun parapetto o protezione.
La zona che ci manca e’ quella che va da L’Ile-Rousse ad Ajaccio e anche qui a detta di tanti la strada costiera che parte da Calvi e arriva ad Ajaccio e’ un qualcosa di mooolto impegnativo per i nostri mezzi.
Per gustare appieno questa “nave carica di montagne” come Italo Calvino aveva soprannominato quest’isola bisognerebbe recarvisi a giugno o settembre quando la massa dei turisti ha fatto ritorno nelle loro città, e allora si potrà approfittare sia delle spiagge più belle che delle numerose località senza la ressa estiva e di questa osservazione ne dovrò tener conto per la prossima visita.

Come viaggio "imposto" non mi sembra niente male.

Grazie ancora una volta ho "viaggiato" con te.

Oasi Blu ha scritto:Come viaggio "imposto" non mi sembra niente male.

Grazie ancora una volta ho "viaggiato" con te.

Ecco, diciamo che normalmente non sono avvezza a seguire i percorsi altrui, posso prendere spunti, ma in genere gli itinerari mi piace studiarmeli e programmarmeli da sola , il caso stavolta ha voluto che mi fidassi di persone che la Corsica la conoscono come casa loro e allora...... tant qu'à faire...



Ps: son felice che tu "viaggi" con me

Sono della stessa tua opinione Giusy, prendo spunti e poi mi organizzo il viaggio come meglio preferisco. Magari lo cambio durante il percorso.

Il raccontarlo non è che possa servire ad altri per copiarlo, bensì x evitare grane successe a me.

Ciarea.