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Messaggio Da Camperfree Lun 10 Feb 2014, 07:52

Basilicata e Puglia:
presepi viventi e non solo
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Autore Franco Fanti

Dicembre e Gennaio 2014

Partenza: 26 Dicembre 2013 ore: 9,00 Km. 52.016
Rientro: 11 Gennaio 2013 ore: 17,00 Km. 55.311
Percorsi: Km. 3.295
Mezzo: Mobilvetta – Top Driver P81 - Ducato 130 Multijet

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Normalmente, a fine ottobre, interrompiamo i nostri spostamenti in camper e lo sistemiamo per la stagione fredda.
Quest’anno abbiamo deciso di infrangere l’abituale inattività invernale e sperimentare una vacanza in pieno inverno.
Naturalmente il desiderio di starcene rintanati nel calduccio di casa nostra ha molte volte preso il sopravvento per cui ci serviva un motivo valido per non lasciarci sopraffare dalla consuetudine, stimolo che abbiamo trovato leggendo una bella recensione sul Presepe Vivente di Matera.
Franco nelle sue minuziose ricerche, ha riscontrato la presenza di moltissimi Presepi Viventi programmati fra Natale e l’Epifania, in diverse cittadine della Basilicata e della Puglia.
Tali avvenimenti ci hanno da subito entusiasmati tanto che Franco ha provveduto a prenotare via internet l’ingresso ai presepi di Matera, Alberobello e Tricase.
Come è risaputo “l’appetito vien mangiando” e quindi non potevamo pensare di spostarci da casa e fare tanti chilometri per fare visita solo ai tre presepi, così Franco ha provveduto ad organizzare un bel tour della Basilicata e della Puglia privilegiando il Salento e la costa Ionica.
Passiamo così il Natale con i nostri figli ed il nostro nipotino, suddividiamo i resti del pranzo natalizio non dimenticando di foraggiare anche il frigorifero del camper ed il giorno di Santo Stefano salutiamo tutti e partiamo in direzione Sud verso Matera da dove avrà inizio la vacanza.
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Giovedì 26 Dicembre 2013 (Santena – San Benedetto del Tronto)
Alle 9,30 inizia quindi la nostra nuova avventura con tempo piuttosto inclemente e pioggia battente.
Le previsioni però sono confortanti quindi non ci lasciamo condizionare e non avendo fretta di arrivare alla nostra meta, procediamo con tutta calma ma soprattutto con prudenza.
Con 6° esterni, temperatura accettabile per la fine di Dicembre, ci inoltriamo sulla TO-PC e ci tuffiamo nella piatta campagna piemontese a tratti allagata per le forti piogge e per lo straripamento di alcuni corsi d’acqua.
Prima delle 11 lasciamo il Piemonte per proseguire, osservati dalla morbide e rigogliose colline dell’oltre Po Pavese, accompagnati ancora dalla pioggia e nuvole plumbee che smorzano ed incupiscono i colori della natura dove emergono e si distinguono le sagome nere degli alberi tra i cui rami spogli penetra la luce grigia del cielo. Il traffico è scarso ma notiamo la presenza di diversi camper. L’autostrada si presenta poi molto più trafficata ed alle porte di Reggio Emilia ci fermiamo per la sosta pranzo, finalmente senza pioggia e con qualche schiarita all’orizzonte.
Lasciamo la comoda area di sosta accompagnati da grandi squarci di azzurro ed un pallido sole che sbuca dalle nuvole ed illumina un fantastico ed enorme arcobaleno.
La tregua però dura poco e ben presto un forte acquazzone ci accompagna per un lungo tratto.
Fortunatamente all’imbrunire il tempo migliora e con le luci del crepuscolo il cielo si tinge di rosso e regala riflessi fantastici sulle onde del mare in burrasca che lambisce con violenza la lunga spiaggia di Senigallia. Alle 18 decidiamo di
interrompere il nostro cammino ed usciamo a San Benedetto del Tronto dove a pochi chilometri dal casello troviamo, in Viale dello Sport, una comoda area di sosta attrezzata. L’area è a pagamento: 5 € per notte + 2 € per energia elettrica, é possibile il carico e lo scarico, è custodita e recintata.
Charlie finalmente può sgranchirsi le zampine scorrazzando in qua e là indisturbato e senza pericoli. Più tardi arrivano altri due equipaggi; passiamo così la notte in compagnia dopo esserci rilassati con un bel film in TV.
Km. percorsi oggi: 631 Km. progressivi: 631
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Venerdì 27 Dicembre 2013 (San Benedetto del Tronto - Matera)
La notte è trascorsa tranquilla anche se l’area di sosta non è bellissima perché posizionata sotto un cavalcavia e fronte strada ma, secondo noi, molto adatta per una sosta di passaggio. Solo vento e pioggia hanno interrotto momentaneamente il nostro riposo.
Alle 9 lasciamo l’area con 10° esterni, cielo coperto e pioggia che ci accompagna fino a Montenero di Bisaccia.
Il nostro ingresso in Puglia è stato finalmente accolto da tempo più clemente ed un timido sole ci ha dato il benvenuto.
Dopo la sosta pranzo riprendiamo il viaggio che continua a procedere tranquillamente con traffico scarso e su comode autostrade che si dipanano fra paesaggi diversi.
Alle 16 giungiamo a Matera e ci sistemiamo nella bella e comoda area di sosta situata all’interno dell’Agriturismo Pantaleone che si trova ad un paio di chilometri dalla città e dove a suo tempo abbiamo provveduto a prenotare una piazzuola.
L’agriturismo è collocato su un poggio da dove è possibile beneficiare di un vasto e stupendo scenario sui dolci e verdi pendii dell’Altopiano delle Murge.
L’area è molto bella, illuminata e fornita di tutti i servizi compreso bagni e docce. Ogni piazzuola, oltre ad essere pavimentata, è dotata di allaccio energia elettrica e acqua potabile.
E’ possibile, inoltre, consumare i pasti nel ristorante dell’Agriturismo che mette anche a disposizione, compresa nel prezzo, un servizio navetta per raggiungere la città.
Dopo esserci comodamente sistemati ci prepariamo per la giornata di domani che prevede un intenso programma: escursione ai famosi “Sassi” e nel tardo pomeriggio visita al Presepe Vivente.
Charlie è ben accolto e finalmente può scorrazzare tranquillamente indisturbato per l’area dove già diversi equipaggi sono sistemati ed altri ne arriveranno durante la serata.
Il tempo continua ad essere bello e la temperatura accettabile, quando alle 23 concludiamo questa tranquilla giornata di trasferimento.
Km. percorsi oggi: 411 Km. progressivi: 1.042
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Sabato 28 Dicembre 2013 (Matera)
Notte super tranquilla e questa mattina ci accoglie cielo terso ed azzurro e sole già caldo, condizioni ideali per una giornata di completa escursione.
L’Agriturismo che ci ospita, fra le altre cose, organizza anche Tour guidati della città e così alle 9,30 ci presentiamo alla reception dove troviamo il “Professore” che ci accompagnerà in città e ci guiderà alla visita dei famosi “Sassi”.
Insieme ad altri camperisti saliamo sulla navetta che in pochi minuti ci conduce in città nei pressi di P.za Vittorio Veneto da dove inizierà il nostro tour alla scoperta di un’altra bellezza italiana eletta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Matera è una città unica nel suo genere, uno dei più antichi luoghi abitati del mondo, nata sulla e nella roccia dove due milioni di anni fa il mare aveva scavato grotte ed anfratti utilizzati poi dall’uomo come ripari e prime abitazioni. Matera
detiene il primato per aver ospitato tutte le civiltà a partire dall’uomo primitivo fino ai giorni nostri.
Descrivere Matera è per me quasi impossibile perché lo spettacolo straordinario della grande città di tufo che si erge sui fianchi di una vasta gravina è indescrivibile!
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I “Sassi” si dividono in due quartieri: “Il Sasso Barisano” ed il “Sasso Caveoso” separati da un terzo quartiere “La Civita” ove si erge la possente struttura della cattedrale che dall’alto della sua posizione domina e protegge i due rioni laterali con le loro scalinate, i vicoli tortuosi, le chiese rupestri, le grotte ora adibite ad abitazioni o botteghe e le antiche cisterne sotterranee per la raccolta dell’acqua disseminate ovunque.
Ci addentriamo a piedi all’interno dei “Sassi” modo migliore per scoprire le bellezze, le curiosità, i segreti. Camminiamo su e giù per le viuzze e scalinate ed affascinati dalle preziose spiegazioni del nostro cicerone non ci rendiamo conto del
trascorrere del tempo ed accompagnati costantemente da un bel sole caldo e clima mite, ci troviamo al termine della nostra interessante escursione quando sono ormai le 14.
Facciamo così ritorno all’Agriturismo dove pranziamo, ci riposiamo un po’ e ci prepariamo per la nuova uscita questa volta per la visita al Presepe vivente ancora ambientato nei “Sassi”.
Questo sarà il primo dei Presepi Viventi, in programma, che andremo a vedere e per il quale Franco ha provveduto a suo tempo (via internet) ad effettuare la prenotazione per la visita ed il relativo pagamento della quota di ingresso: € 5 cad.
Charlie è stremato ma soddisfattissimo per il gran lavoro svolto: ancora una volta ha avuto la possibilità di lasciare traccia del suo passaggio in un luogo unico e titolato.
Poco dopo le 16 ripartiamo con la navetta dei gestori e torniamo in città che troviamo illuminata a festa grazie alle raffinate e particolari luminarie natalizie.
L’atmosfera è elettrizzante e le musiche natalizie di sottofondo vengono ricoperte dal brusio delle numerose persone già presenti, molte delle quali in attesa di visitare il presepe.
Ci uniamo alla coda ed attendiamo diligentemente il nostro turno di ingresso previsto per le 17,00 che, mediante un percorso segnalato e prestabilito, ci conduce al “Sasso Caveoso” dove il Presepe è stato allestito ed ambientato.
Il quartiere si presta egregiamente alla rappresentazione perché offre un habitat naturale eccezionale con le sue grotte ed anfratti. Il sito è talmente reale che traghetta virtualmente il visitatore indietro nel tempo tanto da coinvolgerlo così
tanto da fornirgli l’impressione di essere nella Galilea di 2000 anni fa. Gli oltre 200 figuranti in costume hanno contribuito ad impreziosire e rendere ancora più veritiere le varie scene. Almeno per noi è stato così!
Alla fine del percorso ci siamo ancora soffermati presso le bancarelle di souvenir e prodotti locali dove, naturalmente, abbiamo lasciato il nostro modesto contributo.
La temperatura, dopo il crepuscolo, è notevolmente diminuita ma fortunatamente siamo stati previdenti indossando vestiario comodo e caldo, compreso Charlie che oltre ad essere protetto dal suo cappottino, ha trascorso la maggior parte della visita fra le mie braccia evitando così sgraditi pestoni ma approfittando dell’occasione per rimanermi ermeticamente incollato! In questo modo oltre che a confermarsi un grande opportunista é anche strasicuro che non mi allontano! Più invecchia e più il suo amore nei miei confronti si moltiplica!
Alle 20 lasciamo “i Sassi” super soddisfatti ed ancora stupiti per il grandioso ed emozionante spettacolo che questa meravigliosa città ci ha ancora una volta elargito.
La navetta ci viene ancora una volta a recuperare e per chiudere in bellezza questa magnifica giornata, ci regaliamo la cena presso il ristorante dell’Agriturismo che ci ospita.
E dopo aver mangiato magnificamente con Charlie sotto il tavolo che ha dimostrato anche lui di gradire volentieri gli assaggini che sia io che Franco gli somministriamo, alle 23,30 ci concediamo il meritato riposo.
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Domenica 29 Dicembre 2013 (Matera - Alberobello)
Alle 8 riposati ed arzilli, ci alziamo pronti ad una nuova avventura. Ci accoglie nuovamente un tempo favoloso con cielo terso e super azzurro.
Dopo le solite operazioni di carico e scarico e passeggiata mattutina a Charlie, lasciamo l’ospitale Agriturismo Pantaleone per raggiungere Alberobello.
Prima di proseguire, però, ci concediamo ancora una sosta al Belvedere delle Chiese Rupestri situato nel Parco delle Murge Materane dove riscontriamo la presenza di un’area camper attrezzata e da dove si può ammirare un panorama completo ed eccezionale su Matera ed i suoi fantastici “Sassi”.
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Siamo sulla sponda della profonda gravina la cui parete è disseminata di grotte ed in fondo alla quale scorre il fiume. Sulla parete opposta del burrone si ergono i “Sassi” e svetta il campanile della Cattedrale. Il Sasso Caveoso è proprio di fronte a noi ed ancora ci attrae per la sua bellezza selvaggia ed ammaliatrice.
Guardando la vecchia città e le sue ora misteriose cavità, ci sembra impossibile che esse siano state per tanto tempo il rifugio e la casa di tanti esseri umani.
Dopo gli inevitabili scatti fotografici, lasciamo a malincuore questa ennesima meraviglia italiana da non perdere e riprendiamo il viaggio seguendo le indicazioni per Gioia del Colle percorrendo una bella e comoda strada secondaria che si snoda in una zona agricola fra masserie, uliveti e bellissimi ed artistici muretti a secco.
Ben presto un cartello ci indica che stiamo entrando in Puglia e prima di arrivare a Noci iniziamo ad incontrare le prime costruzioni a forma di Trullo e sarà così fino ad Alberobello, dove arriviamo prima di mezzogiorno.
Ci sistemiamo egregiamente nell’area camper attrezzata “Nel verde” a poca distanza dal centro e dal secondo nostro appuntamento con il Presepe Vivente.
Le piazzuole su erba e sterrato sono situate fra gli ulivi e l’area offre energia elettrica, carico e scarico al prezzo di €. 18 per 24 h. Non ci sono docce e servizi igienici.
Molti equipaggi sono già presenti e ci uniamo a loro mentre i caldi raggi del sole continuano a contrastare l’aria piuttosto fresca e rendere così la temperatura mite con 15° esterni.
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Dopo pranzo partiamo a piedi e fiancheggiando l’area camper ci inerpichiamo su per la salita ed in breve ci ritroviamo di fronte alla Chiesa Trullo e quindi nella via centrale del Rione Monti interamente formato da Trulli e dove troviamo una miriade di negozi di souvenir e prodotti locali e molta gente a passeggio. Le festività natalizie e la presenza del Presepe Vivente hanno indotto i commercianti ad approfittare del momento favorevole anche in questo periodo di bassa stagione.
E’ ancora presto per il presepe e quindi ci attardiamo volentieri con temperatura mite, nella caratteristica via dello shopping e nei vari vicoletti dove possiamo ammirare indisturbati queste stupende ed uniche costruzioni che hanno permesso ad Alberobello di ricevere dall’Unesco l’ambito riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità.
Oggi è l’ultimo giorno di rappresentazione del Presepe Vivente ed anche in questo caso, Franco ha provveduto a riservare la visita e pagare il contributo di 1 € a persona per la prenotazione. Ci rechiamo quindi sulla piazza della cittadina presso l’apposito Ufficio, dove presentando l’attestato della prenotazione ci hanno consegnato i biglietti gratuiti.
Siamo rimasti impressionati dalla gran coda di persone che non avendo prenotato erano in attesa di poter fare i biglietti.
Fortunatamente lo spirito organizzativo di Franco ha ancora una volta premiato la sua solerzia e ci ha permesso di essere fra le prime persone ad accedere al Presepe. Infatti alle 16,30, orario di apertura, facciamo il nostro ingresso nella Chiesa di Santa Lucia da dove parte la visita.
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A differenza di quello di Matera, questa rappresentazione è stata organizzata con visita guidata previa formazione di gruppi e si è svolta interamente all’interno del fantastico Rione Aia Piccola, formato interamente da trulli e che risulta essere il luogo abitato più antico di Alberobello rimasto incontaminato dai soliti esercizi commerciali.
Questa è la 43ma edizione del Presepe Vivente ed ogni anno viene organizzato con tematiche diverse. Il tema di questa edizione è stato “Le radici” e tutte le varie scene, animate da volontari attori improvvisati bravissimi, hanno avuto come argomento di fondo le radici dell’uomo richiamando la realtà e la vita della borgata nei tempi che furono.
La visita è durata circa due ore e ne siamo usciti soddisfattissimi ed anche un po’ commossi per la veridicità di alcune scene e dialoghi in un contesto assolutamente unico ed indimenticabile.
Alla fine del percorso, con nostra grande sorpresa, ci è stato offerto un piccolo assaggio dei dolci che abbiamo visto confezionare in alcune scene e cotti nel forno del rione.
Incredibile ancora se colleghiamo il fatto che l’ingresso è gratuito e viene richiesta un’offerta volontaria alla fine della rappresentazione, che naturalmente abbiamo rilasciato molto volentieri.
Charlie, manco a dirlo, è stato tutto il tempo in braccio e non si è mai lamentato sia perché a terra avrebbe rischiato come sempre di essere pestato e sia per il fatto che il calo repentino della temperatura mi ha indotto ad infilarlo dentro la mia giacca a vento lasciandogli esclusivamente fuori il musetto: abbiamo così formato un corpo unico!
Ringraziamo nuovamente il fatto di aver indossato abiti caldi perché abbiamo riscontrato che ad Alberobello fa più freddo perché situato a 428 mt. s.l.m.
Prima di far ritorno al camper siamo nuovamente entrati nel quartiere Monti per ammirare il trulli illuminati a festa ed acquistare un ricordino per i nostri figli.
Poco prima delle 20, nuovamente stanchi ma felici, abbiamo raggiunto la nostra piccola casa viaggiante dove ci siamo debitamente rifocillati, scaldati con il piacevole tepore della stufa accesa ed infine riposati.
Alle 23 con 8° esterni ci infiliamo sotto le coperte.
Km. percorsi oggi: 83 Km. progressivi: 1.125

Lunedì 30 Dicembre 2013 (Alberobello – Pietrapertosa – Lido di Metaponto)
Dopo una notte molto tranquilla, lo scampanio festoso che si spinge fino a noi dalla Chiesa a Trullo ci annuncia che sono le 8 e che è giunta l’ora di lasciare il confortevole tepore del letto.
Il bel tempo continua a perdurare anche se con cielo più velato e temperatura meno mite.
Questa mattina si ritorna in Basilicata per terminare la visita di alcuni paesi, momentaneamente tralasciati per permetterci la visita, nel suo ultimo giorno di rappresentazione, del Presepe Vivente di Alberobello.
Ci dirigiamo quindi verso Craco percorrendo per un lungo tratto la scorrevole SS106 fra uliveti ed agrumeti.
Ad una ventina di chilometri da Craco, il paesaggio cambia notevolmente e ci addentriamo in un paesaggio montuoso anzi oserei dire lunare, reso tale dagli argillosi calanchi che emergono fra le rocce e le piante di ulivo.
A 5 chilometri dalla nostra meta, troviamo la strada chiusa per lavori e così decidiamo di proseguire per Pisticci per vedere se è possibile andare a Craco con un’altra strada. All’ingresso di Pisticci, al bivio con Craco e prima di iniziare la salita verso il paese c’è una fontana con acqua potabile.
Saliamo così verso Pisticci, grande centro urbano abbarbicato sull’alto di un enorme calanco da dove si domina tutta la stupenda e surreale vallata sottostante. Percorriamo un tratto della via centrale del paese ma temendo di rimanere imbottigliati in quel dedalo di vie, torniamo indietro e notando nuove indicazioni per Craco chiediamo informazioni al meccanico che troviamo sulla strada il quale ci riferisce che con un mezzo come il nostro non sarebbe stato conveniente proseguire causa strada piuttosto stretta.
Rinunciamo così alla visita di Craco e cerchiamo di raggiungere Tursi ma ci viene riferito che la direzione da prendere è quella di Craco per cui nulla da fare anche in questo caso. Visto che ormai siamo tornati in Basilicata non ci arrendiamo e decidiamo di visitare almeno uno dei tre paesi previsti dal nostro programma ed optiamo per Pietrapertosa ad una sessantina di chilometri da Pisticci.
Il lato positivo della nostra condizione di pensionati consiste nel fatto che non abbiamo fretta di rientrare o date da rispettare per cui ci possiamo permettere deviazioni con conseguenti ed inevitabili perdite di tempo.
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Ritorniamo sulla comoda e scorrevole ss407 ed attraversiamo la bella e selvaggia valle del Basento che ci offre ancora scorci suggestivi ed unici sulle alture e sui calanchi ricoperti di vegetazione.
Ad 11 chilometri da Pietrapertosa, situata a 1000 mt. s.l.m., con cielo coperto, lasciamo la Basentana ed iniziamo l’arrampicata fra curve e tornanti osservati dalle severe e stupende alture e pinnacoli di roccia che appartengono alle Dolomiti Lucane. Che spettacolo!!
Poco dopo mezzogiorno raggiungiamo il centro abitato ed incontriamo le prime case incastonate nella parete rocciosa.
A dire il vero il colpo d’occhio ci delude un po’ rispetto a quanto riferito dalla guida. Oltrepassiamo il primo nucleo di case e troviamo parcheggio dopo la caserma dei carabinieri e proprio di fronte ad un camper service con tanto di colonnina con 6 attacchi corrente. La colonnina dell’acqua e lo svuota WC sono invece completamente sradicati da terra e distrutti.
Lo scarico delle acque grigie funziona ancora anche se disastrato e pieno di foglie secche e non solo.
Vista l’ora decidiamo di fermarci per il pranzo e considerato che ormai fin quassù ci siamo arrivati, dopo mangiato ci incamminiamo verso il centro abitato. Man mano che scendiamo verso il paese la nostra delusione iniziale si dilegua completamente per lasciare il posto allo stupore nel vedere un nucleo corposo di abitazioni emergere da una imponente parete rocciosa e si ha l’impressione che una grossa mano le sorregga alla base per evitarne la caduta nella vallata sottostante.
Ci addentiamo quindi nell’intrigo di stradine viottoli e scale scavate nella roccia, respirando l’aria pura e frizzante a tratti violata dall’acre odore di fumo che fuoriesce dai camini delle vecchie case.
Il paese è deserto ed i pochi esercizi commerciali sono chiusi. Nei pressi della bella chiesa però incontriamo un simpatico ed anziano signore che ci saluta e mi fermo a parlare con lui. Si stupisce molto quando gli riferisco che arriviamo da Torino “Da così lontano venite?” Ma poi quando gli chiedo quanti sono gli abitanti di Pietrapertosa sono io a dover frenare i commenti perché con orgoglio ed enfasi mi risponde “Siamo in tantissimi, 1.000 siamo!”
Salutiamo il nonno lucano e continuiamo il nostro giro in solitaria addentrandoci nell’Arabata, l’antico quartiere creato nell’epoca dell’invasione araba.
La presenza di alcuni alberghi ed i manifesti che elencano le varie attività ci rivelano che ci troviamo in un luogo di villeggiatura estiva.
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Molto soddisfatti per la particolarità del luogo, torniamo al camper, nuovamente con gambe a pezzi!
Charlie ha nuovamente dato il meglio di sé lasciando tracce ovunque!
Dopo le 15 riprendiamo il viaggio e questa volta con meta il mare. Puntiamo Tom Tom sul Lido di Metaponto e ci rilassiamo percorrendo l’ottantina di chilometri beneficiando ancora di panorami piacevoli sulle alture che ci affiancano dove molti paesini sonnecchiano arroccati in posizioni
dominanti.
Il tempo continua ad essere nuvoloso anche al nostro arrivo al Lido di Metaponto dove ci sistemiamo nell’ampia area camper “Pianeta Nettuno”, sul mare, aperta tutto l’anno, su prato fra gli alberi, con
servizi igienici, docce, lavatoi, corrente elettrica, carico e scarico e ristorante interno. Il tutto per la modica spesa di €. 10 con energia elettrica. Il fuori stagione premia quasi sempre!
Ci sistemiamo senza problemi anche perché non sono molte le piazzuole occupate, e facciamo una prima passeggiata per vedere il mare e ci rendiamo così conto della sua fantastica posizione fronte spiaggia, di quanto è grande l’area e di quanti servizi offre nella stagione estiva.
Al ritorno ci fermiamo al ristorante per prenotare il cenone di Capodanno. Fortunatamente troviamo ancora qualche posto disponibile assicurandoci così la chiusura in bellezza del 2013 e l’inizio del 2014.
Charlie è stanchissimo per la lunga scarpinata in salita e discesa ma non mi lascio intenerire e non gli risparmio il tanto odiato bagnetto serale perché avendo marcato continuamente il territorio è a dir poco inavvicinabile! Insomma il suo profumo non è propriamente balsamico!
Serata relax e poi tutti a nanna con cielo piuttosto nuvoloso.
Km. percorsi oggi: 273 Km. progressivi: 1.398

Martedì 31 Dicembre 2013 (Lido di Metaponto)
Il ticchettio della pioggia sul tetto del camper ha interrotto il nostro riposo notturno e ci ha annunciato con largo anticipo che sicuramente al nostro risveglio non ci sarebbe stato il bel sole di sempre.
E così è stato tanto che la poggia battente ci ha indotti a poltrire sotto le coperte dopo che Franco si è sacrificato a portare fuori Charlie per i soliti bisogni mattutini.
La pioggia non ci lascia per tutto il giorno e così ne approfittiamo per riposarci un po’ dopo le faticose camminate dei giorni scorsi, riassettare il camper e concederci una bella ed abbondante doccia calda.
Nonostante il tempo, siamo contenti di essere qui perché ci sentiamo al sicuro e protetti in una serata dove abbonderanno botti, spari e chissà quali altri espedienti pur di far rumore.
Alle 21 ci accomodiamo nel salone del ristorante addobbato a festa dove consumiamo il cenone di Capodanno in compagnia di altri 400 commensali, in un contesto assolutamente piacevole.
La cena è stata ottima ed il rapporto qualità/prezzo decisamente favorevole tenuto altresì conto dell’animazione e dell’intrattenimento con musica dal vivo: € 50 a testa.
Alle 2 decidiamo di rientrare in camper lasciando un gran numero di partecipanti impegnati sulla pista da ballo.
Km. percorsi oggi: 0 Km. progressivi: 1.398
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Mercoledì 1 Gennaio 2014 (Lido di Metaponto – Massafra – Nardò - Gallipoli)
La musica e gli ultimi irriducibili hanno lasciato il locale dopo le 4 e naturalmente fino a quell’ora non siamo riusciti a prendere sonno, ma nonostante questo alle 9 ci svegliamo piuttosto riposati ed alle 10,30 lasciamo la bella area con cielo ancora molto nuvoloso ma senza pioggia.
Decidiamo di percorrere un tratto del lungo mare tristemente deserto e nella completa desolazione; situazione classica, in inverno, dei luoghi di villeggiatura con case e negozi chiusi. E’ incredibile come i luoghi vacanzieri come questo subiscano una metamorfosi così drastica: tanto sono piacevoli, curati e pieni di vita in estate ed altrettanto sono desolati e deludenti in inverno!
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Ripartiamo in direzione Massafra con la comoda SS106 fra agrumeti e masserie abbandonate.
Troviamo Massafra ancora arroccata sull’alto di una terrazza naturale e rocciosa che domina tutta la vallata sottostante.
Raggiungiamo il centro città e troviamo facilmente parcheggio gratuito grazie al fatto che è un giorno festivo con pochissimo traffico.
Raggiungiamo l’ampia piazza animata da numerosi gruppetti di persone, perlopiù uomini anziani che chiacchierano tranquillamente ed ammazzano il tempo in attesa di rientrare per il pranzo.
Massafra è divisa in due: la città nuova ad oriente e la città vecchia ad occidente, collegate da tre ponti che passano sopra l’imponente Gravina di San Marco, che taglia in due la città.
Raggiungiamo il Ponte Vecchio dove facciamo subito una prima tappa per ammirare la maestosa struttura del castello normanno e sotto di noi la selvaggia ed attraente parete della profonda Gravina di San Marco costellata di grotte e misteriosi anfratti.
Dalla guida apprendiamo che per visitare Massafra ed i tesori delle sue numerose chiese rupestri e non solo, serve per forza di cose l’aiuto di un accompagnatore locale, reperibile presso l’Ufficio del Turismo, con il quale si possono scegliere itinerari diversi.
Oggi è capodanno e purtroppo l’Ufficio Turistico è chiuso e non è possibile effettuare nessuna escursione. Ci accontentiamo così di passeggiare nel centro storico con le sue stradine lastricate e racchiuse fra le antiche dimore ammassate una sull’altra, con i tetti terrazzati sui quali fra una miriade di panni stesi, svettano verso il cielo un numero impressionante di antenne TV.
Fortunatamente non piove ed il cielo nuvoloso non ci impedisce di indugiare ancora sul ponte e percorrere un bel tratto di passeggiata lungo la fantastica gravina prima di rientrare al camper per il pranzo.
Charlie è nuovamente super soddisfatto per la lunga passeggiata e la scoperta di nuovi luoghi da contaminare.
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Dopo pranzo ripartiamo in direzione Gallipoli transitando nel bel mezzo della zona industriale di Taranto dominata dagli alti forni e dalle ciminiere delle acciaierie ILVA. Il cielo plumbeo rende ancora più opprimente tutta la zona e le grandi fumate cineree si confondono e si perdono nel grigiore delle nuvole.
Fiancheggiamo quindi il grande bacino dei cantieri navali con sullo sfondo i grattacieli della città.
Evitiamo poi il tratto di litoranea e procediamo all’interno oltrepassando le cittadine di San Giorgio Jonico, Manduria, la tristemente famosa Avetrana e Nardò dove decidiamo di fare una sosta per visitare il suo centro storico.

Anche in questo caso troviamo facilmente parcheggio in Via Duca degli Abruzzi a 400 metri circa da Piazza Salandra, ritenuta la più bella piazza barocca del mezzogiorno.
Raggiungiamo a piedi la piazza e constatiamo che effettivamente è degna di essere visitata e pur non essendo di grandi dimensioni ma piuttosto raccolta è attorniata da edifici eleganti e raffinati del 1500, 1600 e 1700. Al centro della piazza si erge la Guglia dell’Immacolata Concezione alta una ventina di metri e di fianco alla fontana ecco apparire la Chiesa di San Domenico che custodisce gelosamente, dietro l’angolo con la piazza, la sua incantevole facciata splendidamente intagliata in ogni sua parte che dà l’impressione di ammirare una enorme opera in filigrana. Quale magnifica sorpresa!
Nel frattempo il cielo si è notevolmente rasserenato e le striature rossastre del crepuscolo insieme alle raffinate luminarie natalizie contribuiscono ad impreziosire ulteriormente l’antica e suggestiva piazza.
Molto soddisfatti ritorniamo al camper ed è ormai buio quando giungiamo a Gallipoli e tentiamo di arrivare al porto per fare una prima visita al centro storico illuminato.
Un bel cartello però ci informa che i camper non possono transitare verso il porticciolo. Un tantino contrariati cambiamo direzione e ci troviamo sul Lungo Mare Galileo Galilei dove ci fermiamo nei pressi del chiosco paninoteca “Da Remì” per chiedere informazioni su come poter raggiungere il porticciolo.
Qui Franco trova il Sig. Fabrizio che gli svela, in accordo con il gestore del chiosco, il segreto per arrivare al porto ed evitare i divieti: “Non tenerne conto e procedere comunque!” aggiungendo “Qui siamo al Sud e non valgono le stesse regole del Nord soprattutto ora che è bassa stagione” ! Incredibile ma verissimo!
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Inoltre veniamo informati che in serata in Gallipoli, proprio nella zona portuale, avviene lo spettacolo di fine anno (rinviato ad oggi causa maltempo) che prevede “Lo sparo del Pupo” cioè un personaggio in carta pesta verrà distrutto dai botti e poi dal fuoco.
Giunti a questo punto il Sig. Fabrizio si offre di accompagnarci al porticciolo e come se non bastasse, a fine spettacolo, di guidarci presso un’area camper attrezzata da lui gestita. Cosa pretendere di più?
Arriviamo finalmente al porto, sistemiamo il camper in uno dei grandi parcheggi, consumiamo la cena e poi a piedi raggiungiamo il luogo dello spettacolo dove troviamo una marea di gente ed il grande pupazzo in attesa di essere distrutto.
Poco dopo le 20,30 lo spettacolo ha inizio e nel giro di pochi minuti il bel “pupo” diventa un grande rogo come portentosi sono i botti che lo accompagnano. In serata sono previsti altri due Pupi da bruciare in zone diverse della città, ma noi ci limitiamo a questo spettacolo anche perché avendo lasciato il nostro piccolo amico in camper, causa botti, non vogliamo esagerare e rischiare di ritrovarlo troppo spaventato.
Al nostro rientro, Charlie, come sempre ci accoglie con manifestazioni di gioia esagerate.
Come d’accordo ci ritroviamo con il Sig. Fabrizio che come promesso ci accompagna all’area camper situata a circa 5 chilometri da Gallipoli ed a poca distanza dalla spiaggia di Punta della Suina.
L’area camper attrezzata “Nuovi Orizzonti” è nuova, ancora in fase di ultimazione, con colonnine complete di corrente elettrica ed acqua. I servizi igienici e docce sono nuovi, ampi e riscaldati come il locale lavaggio stoviglie e biancheria.
L’area è in parte su sterrato ed in parte su prato, in parte ombreggiata ed è illuminata. Paghiamo i 10 euro richiesti, salutiamo e ringraziamo Fabrizio il quale ci informa che, quale gestore di aree camper, è disponibile anche per fornire tutti quegli aiuti dei quali i camperisti possano aver bisogno sul territorio di Gallipoli, sia che essi siano di natura logistica (aree camper, parcheggi ecc.) che di natura tecnica (meccanico, gommista, elettrauto ecc.)
A tale scopo ci ha autorizzato a riportare su questo diario il suo numero di telefono 348 7622657.
Alle 22 si aggrega un altro equipaggio di Firenze e con un cielo super stellato alle 23,30 con 9° esterni chiudiamo in bellezza questa bella ed intensa giornata.
Km. percorsi oggi: 195 Km. progressivi: 1.593

Giovedì 2 Gennaio 2014 (Gallipoli – Santa Maria di Leuca)
Come sempre sveglia alle 8 dopo una notte molto tranquilla. Alle 9,30 lasciamo la bella e comoda area “Nuovi Orizzonti” per raggiungere la vicina Punta della Suina.
Il cielo è ancora nuvoloso ma grandi squarci di azzurro stanno lentamente spodestando le nuvole.
Percorriamo un breve tratto della SP215/239 e poi ci inoltriamo in una stradina sterrata e piuttosto dissestata, in fondo alla quale troviamo un grande parcheggio sterrato.
Attraversiamo la bella e fitta pineta e ben presto ci accoglie la spiaggia con un mare caraibico che lambisce la scogliera e le dune di sabbia.
Il luogo è selvaggio e fantastico come lo è tutta la costa.
Charlie è felicissimo quando riesce a posare le zampine sulla morbida sabbia e poi esercitarsi nel suo sport preferito contro gli scogli.
Ci attardiamo passeggiando sulla spiaggia e sulla lingua di scogli che si protrae nell’acqua limpidissima e beneficiamo così di quella pace e tranquillità e respiriamo l’aria di quel bel mare che, per sentito dire, nella stagione estiva viene preso d’assalto da un’orda impressionante di bagnanti.
Prendiamo il cammino verso Gallipoli, a soli 4 chilometri, percorrendo la litoranea con a fianco mare e spiagge e dall’altro lato della carreggiata un’interminabile serie di parcheggi a pagamento adeguatamente segnalati con le odiose linee blu. In questo periodo però i parchimetri non sono funzionanti o addirittura vengono asportati per poi essere puntualmente rimontati in estate.
Raggiunta la città ritorniamo al porto (e, come consigliato, ce ne freghiamo dei cartelli di divieto), dove ci sistemiamo nell’ampio parcheggio fronte mare e proprio al di sotto del centro storico.
Prima di addentrarci nell’antico nucleo abitativo, ci attardiamo sulla banchina del porto dove molti pescatori, appena rientrati, stanno ripulendo le reti dai numerosi pesci rimasti intrappolati.
Alcuni pescatori più anziani stanno pazientemente riparando le reti strappate, mentre altri stanno preparando le barche per le prossime uscite.
Notiamo la presenza di molti giovani impegnati nelle varie attività e ci viene da pensare che ci sono ancora ragazzi che si adattano ad effettuare un lavoro duro come questo.
L’attiguo mercato giornaliero del pesce offre poi una scelta infinita di prodotti freschi ed invitanti.
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Con una comoda scaletta raggiungiamo la città vecchia e dopo aver immortalato l’imponente mole del castello che si specchia nel mare, ci perdiamo nel dedalo di vicoli, vie e piazzette dove sono d’obbligo le frequenti soste per contemplare le fantastiche dimore e le numerose chiese che testimoniano i fasti di un tempo quando Gallipoli era una città molto ricca grazie al fiorente commercio dell’olio lampante ricavato dalla spremitura delle olive che veniva lavorato e poi esportato in tutta Europa per essere utilizzato ad illuminare le strade delle principali capitali. Ancora oggi è possibile visitare uno dei tantissimi frantoi ipogei del 1600 interamente ristrutturato.
La Cattedrale si presenta come per incanto incastonata fra le case con la sua facciata riccamente lavorata ed incisa.
La città vecchia di Gallipoli è una vera meraviglia ed è appollaiata su un’isola collegata alla terra ferma da un ponte dal quale si accede ai bastioni che proteggono e racchiudono il centro storico dove si respira ancora un’ara di altri tempi.
Peccato, come sempre, la presenza delle troppe macchine parcheggiate pur essendo area a traffico limitato.
Dopo aver girovagato a lungo, torniamo al camper per il pranzo e poi ritorniamo nell’antico borgo questa volta facendo il giro dei bastioni contemplando il panorama infinito sul mare e godendo del colpo d’occhio eccezionale sulla città, con le sue case prevalentemente bianche ed i tetti terrazzati dove la biancheria stesa si lascia sventolare dalla brezza marina.
Il tempo continua a regalarci una temperatura molto mite ed il cielo azzurro sul quale un pittore frettoloso ha tracciato grandi ed irregolari pennellate bianche contribuisce a creare un’opera d’arte degna di un grande artista.
Rientrando al camper passiamo ancora una volta all’interno del centro storico dove finalmente abbiamo l’opportunità di trovare e vedere alcune delle particolari ed antiche case a corte.
Alle 15,30 lasciamo, con un po’ di rincrescimento, la bella Gallipoli, altra località super gettonata nella stagione estiva, per ripartire con destinazione Santa Maria di Leuca ad una quarantina di chilometri.
Percorriamo la SS274 fiancheggiata costantemente da distese infinite di ulivi tra le cui chiome dai riflessi argentati, affiorano e si distinguono le case bianche dei vasti centri abitati.
Strada facendo notiamo anche come le numerose rientranze lato strada utili alla sosta, vengono considerate come depositi di immondizia e pneumatici usati. Che peccato e ciò denota che l’inciviltà regna ovunque!
Alle 16,30 facciamo il nostro ingresso in Santa Maria di Leuca e seguiamo subito le indicazioni per il centro città ed il porticciolo che raggiungiamo senza alcuna difficoltà. Sostiamo un attimo sul lungo mare e rendendoci conto che non è proprio il luogo più idoneo per una sosta prolungata, decidiamo di spostarci, su suggerimento di alcuni passanti, presso il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae perché offre un grande parcheggio e la sua posizione elevata permette di usufruire di un’ottima panoramica sia sulla città sia sul mare.
Raggiungiamo quindi il Santuario e parcheggiamo nel grande piazzale proprio a ridosso dell’imponente faro bianco ed a fianco dell’elegante colonnato che delimita l’ampio sagrato della chiesa.
Ci avviciniamo poi alla lunga balconata che si affaccia sul mare e sulla città che a poco a poco si illumina e diventa ulteriormente suggestiva quando il cielo si infiamma grazie ad un tramonto eccezionale.
Santa Maria di Leuca è posizionata proprio sul punto più meridionale del tacco dello stivale italiano dove avviene anche l’incontro tra il Mar Jonio ed il Mar Adriatico.
Questa è per noi la seconda volta che abbiamo l’opportunità di trovarci nel punto in cui due mari si incontrano. La prima volta è stata in Danimarca a Skagen dove il Mar Baltico incontra il Mare del Nord.
E’ per noi inoltre l’ennesima volta che ci troviamo in luoghi considerati “Fine della Terra” ! (Portogallo, Scozia. Inghilterra).
Il luogo è veramente bello, il posto è tranquillo e nella casa del faro ci sono gli addetti della Marina Militare, argomenti validi che ci inducono e convincono a rimanere qui anche per la notte, anche perché non abbiamo indicazioni di aree camper aperte in questa zona.
La nostra decisione si è rivelata più che mai azzeccata perché poco più tardi si sono uniti a noi altri 4 equipaggi.
Questo è uno dei classici casi che ci conferma come il fuori stagione possa premiare così ampiamente perché è scontato che nei mesi estivi non sarebbe sicuramente possibile sostare di notte in questo bel posticino e dubito che sia anche possibile trovare posto, causa le nostre dimensioni, anche durante il giorno.
Dopo cena abbiamo modo di apprezzare ancora di più il luogo perché non c’è più nessuno. Il Santuario e la bella piazzetta antistante sono avvolti nel silenzio e l’appropriata illuminazione mette ulteriormente in risalto la morbidezza della pietra color paglierino utilizzata nella costruzione di tutti gli edifici del complesso religioso.
La città sotto di noi è completamente illuminata e sembra un grande presepe le cui luci si riflettono e si allungano su quel mare molto frequentato in estate perché lambisce la costa di una delle più famose località balneari per eccellenza e rinomata per la sua particolare posizione geografica.
Rientriamo in camper e ci concediamo il meritato riposo con cielo ancora super stellato e 12° esterni.
Charlie ha nuovamente dato il meglio di se e dopo l’obbligatorio bagnetto si è abbandonato nelle braccia di Morfeo.
Km. percorsi oggi: 66 Km. progressivi: 1.659

Venerdì 3 Gennaio 2014 (Santa Maria di Leuca – Castro - Specchia - Vignacastrisi )
La prima notte in sosta libera è trascorsa in assoluta tranquillità ed alle 7 le campane del Santuario ci hanno dato la sveglia con i soliti rintocchi ai quali ha fatto seguito una dolce melodia.
Alle 8 lasciamo il tepore delle coperte ed una volta aperti gli scuri il sole inonda di luce l’interno della nostra piccola casa e ci annuncia che il tempo è nuovamente ottimo.
Il luogo è ancora deserto ed avvolto nel silenzio e ci permette di scattare indisturbati alcuni scatti fotografici per immortalare, con la luce del sole, la città sotto di noi con le sue belle villette in stile liberty, ed il panorama circostante.
Abbiamo anche occasione di chiedere alcune informazioni ad un marinaio di guardia al faro scoprendo così che l’imponente struttura bianca che ospita la lanterna è alta 50 metri ed è posizionata proprio in direzione del sottostante Capo, punto estremo del tacco dello stivale, bagnato a sinistra dal Mare Adratico ed a destra dal Mar Jonio che lambisce quindi la costa che ospita l’abitato di Santa Maria di Leuca.
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Il tempo eccezionale ed il punto geografico estremo ci invogliano a raggiungere il Capo.
Piuttosto elettrizzati, ci avviamo così a piedi e scendiamo i 293 scalini che formano un’ampia scalinata che parte dal Piazzale Giovanni XXIII° (sagrato della Chiesa) e termina fronte mare. Ci dirigiamo poi verso sinistra ed una volta scavalcato un muretto, a fianco di un edificio in ristrutturazione, percorriamo un sentiero sterrato che corre sopra la costa che conduce alla Punta.
Naturalmente questo sentiero non è segnalato né protetto per cui è necessario prestare attenzione onde evitare un bel tuffo in mare.
Raggiungiamo il grande scoglio con Charlie che saltella felice e libero fra una pietra e l’altra ed è inevitabile la nostra felicità ed emozione quando ci rendiamo conto che ci troviamo fisicamente sulla punta del tacco della nostra bella Patria.
Il mare che ci circonda di color smeraldo, il cielo azzurro, il faro bianco illuminato dal sole che ci osserva dall’alto e la cittadina accoccolata sulla costa, formano un’antologia di bellezze che sono una vera gioia per gli occhi.
Altro elemento a nostro favore è la temperatura primaverile che ci consente di passeggiare in maniche di camicia.
Ripercorriamo il sentiero “non autorizzato” seguiti da due pescatori ed iniziamo a risalire la scalinata che ci riporta al piazzale del Santuario dove giungiamo piuttosto stravolti per la salita. Scendere è tutta un’altra cosa!
Ci premiamo con caffè, cappuccino e cornetto al bar del complesso religioso e rientriamo in camper.
Dopo esserci rinfrescati e rimessi in ordine, decidiamo di riprendere il viaggio alla volta di Castro, facendo prima una sosta presso la fontanella di acqua potabile situata proprio a bordo strada e di fronte al bar per riempire alcuni contenitori. Di fianco alla fontanella, notiamo la presenza dei servizi igienici.
Lasciata Santa Maria di Leuca percorriamo i pochi chilometri che ci dividono da Gagliano del Capo dove ci fermiamo per il rifornimento gasolio e rifornimento di olio di oliva. Infatti la nostra attenzione viene attratta dall’insegna dell’Oleificio Forestaforte, vicino alla strada principale. Fermiamo il camper nell’ampio parcheggio dell’oleificio ed una volta entrati notiamo subito la gran pulizia e l’ordine del locale ed apprezziamo la cordiale accoglienza della signora che ci riceve.
La gamma dei prodotti in vendita al dettaglio è varia ed ampia. Dopo aver scelto, acquistiamo alcune lattine di olio ed alcuni barattoli di olive in salamoia. Soddisfatti, salutiamo la simpatica signora e riprendiamo il viaggio.
La strada che ci porta a Castro corre attraverso distese sconfinate di ulivi che vengono interrotte solo dai grandi insediamenti urbani con le case prevalentemente bianche a forma di parallelepipedo, con i tetti terrazzati, importanti palazzi d’epoca, l’imponente chiesa e la lunga e dritta via centrale che inoltra e porta fuori dal paese. Spesso si ha l’impressione di essere già transitati da quelle parti perché sembrano la fotocopia di quello precedente o di quello successivo.
Optiamo per raggiungere Castro Marina onde evitare di rimanere imbottigliati nel centro abitato di Castro ancora una volta posato su un’altura dalla quale osserva il mare e la costa che ospita il piccolo lungomare ed il porticciolo.
Parcheggiamo nei pressi del piccolo approdo e Franco, come sempre, cerca conferme circa la possibilità di poter sostare per qualche ora visto che ormai è l’ora di pranzo e le strisce che delimitano gli stalli sono blu.
Per quanto riferito alle strisce blu non ci sono problemi perché il parchimetro è stato rimosso causa bassa stagione. Per il resto penso che il mio consorte abbia ormai un fiuto incredibile (che supera anche quello di Charlie) per trovare le persone giuste a cui rivolgersi. Questa volta si rivolge al Sig. Antonio, un distinto signore che si rivela subito una fonte inesauribile di informazioni storiche, culturali, gastronomiche, ecc. ecc. del Salento e non solo.
Come prima notizia veniamo informati che ci troviamo nel luogo ove passa il 40° parallelo e ci indica esattamente i relativi punti di transito. Aggiunge poi che Castro Marina è il luogo ove, secondo Virgilio nell’Eneide, approdò Enea in fuga da t***a. A testimonianza di ciò, recentemente è stata rinvenuta una minuscola statuetta (15 cm) di Minerva ora custodita nel Castello dell’ XI secolo che si impone fra le bianche strutture delle abitazioni situate sul tetto del colle.
Come se non bastasse, Antonio ci informa che secondo l’Aeronautica Militare, l’incontro fra i due mari Adriatico e Ionio avviene proprio nella zona di Castro Marina. La notizia ci spiazza un pochino perché poche ore fa l’addetto della Marina Militare ci ha indicato il Capo di Santa Maria di Leuca come luogo dell’incontro. Non ci pronunciamo e ci ripromettiamo di informarci una volta tornati a casa.
La conversazione con il Sig. Antonio è interminabile e si fa sempre più interessante ed intanto il tempo passa e quando guardo l’ora mi accorgo che sono le 13,30.
Salutiamo e ringraziamo il nostro gentilissimo interlocutore ed istruiti a dovere ci ritiriamo in camper per il pranzo. Il tempo continua a regalarci sole, cielo azzurro e temperatura mite e così ci attardiamo ancora un po’ sul lungo mare prima di ripartire per raggiungere la cittadina di Specchia e visitare il suo centro storico annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”.
Percorriamo velocemente i 14 Km che ci dividono dalla nostra nuova meta e troviamo facilmente parcheggio a pochi metri dal centro storico dove notiamo subito le indicazioni del Presepe vivente ed incuriositi seguiamo le frecce che ci inoltrano nell’antico borgo pieno di passaggi ad arco, vicoletti, corti e scalette che collegano le stradine contorte dove anche il sole fa fatica a far penetrare i propri raggi. Praticamente il presepe viene rappresentato all’interno del centro storico, considerato fra i più interessanti del Salento giunto intatto fino ai giorni nostri e, seguendo le varie indicazioni, abbiamo avuto modo di trovare le varie scenografie ed effettuare la nostra visita nel silenzio più assoluto e senza incontrare anima viva.
Eppure il luogo è abitato e la biancheria stesa ed il profumo di soffritto ne sono la testimonianza.
Raggiungiamo poi un punto panoramico dal quale si ha la possibilità di ammirare la rigogliosa vallata sottostante grazie alla posizione elevata del paese. Tanto per cambiare anche Specchia è arroccata su un’imponente altura.
La piazza centrale è poi un vero gioiellino ed impreziosita dalla presenza dell’elegante e raffinata facciata del Castello Risolo.
Percorriamo poi la via centrale dove finalmente troviamo un po’ di gente e la presenza di alcuni negozi fra i quali una grande ed invitante pasticceria. Non ci lasciamo vincere dalla gola ed evitiamo di entrare anche perché il sopraggiungere della sera ci induce a far ritorno al camper perché dobbiamo ancora trovare un luogo dove trascorrere la notte.
Il manuale delle aree di sosta, come spesso accade, ci viene in aiuto e ci indica la presenza dell’Agriturismo Vigna Vecchia situato nella frazione Vignacastrisi di Ortelle. Al telefono ci viene riferito che l’area è chiusa causa lavori però possono ospitarci per la notte permettendoci solo l’uso della corrente elettrica.
A noi va benissimo anche perché non abbiamo nessun’altra necessità. L’energia elettrica invece ci fa comodo perché viene buio presto e nel limite del possibile, preferiamo il collegamento che ci assicura costantemente la luce.
Giunti ad Ortelle telefoniamo al Sig. Rocco che gentilmente si offre di venirci a recuperare e ci guida all’interno della tenuta di proprietà di suo suocero.
Il buio non ci consente di vedere molto ma il primo impatto è più che positivo e ci sistemiamo egregiamente sotto una bella pineta.
Il Sig. Rocco ci saluta e noi nuovamente contenti e soddisfatti ci sistemiamo in camper e trascorriamo in santa pace una tranquilla serata.
Charlie è nuovamente stanchissimo e dopo cena, dopo il suo amatissimo bagnetto, si è rintanato nel suo lettino e non si è più mosso.
Alle 23 con 9° esterni ci mettiamo sotto le coperte e ripensando come sempre alla giornata appena trascorsa, ci viene da riflettere sul fatto che fin’ora abbiamo incontrato persone disponibilissime e stupende che confermano ancora una volta la famosa e cortese disponibilità della gente del sud.
Km. percorsi oggi: 76 Km. progressivi: 1.735

Sabato 4 Gennaio 2014 (Vignacastrisi – Castro – Tricase Porto – Tricase)
Naturalmente la notte è trascorsa senza problemi e questa mattina veniamo accolti ancora da un tempo favoloso con sole e cielo terso.
Prima delle 9 arriva Rocco, il nostro “padrone di casa” con pane fresco e biscotti: Incredibile e fantastico!
Prima di lasciare l’area camper, Rocco ci illustra i vari servizi che offre l’Agriturismo che, oltre alle belle piazzuole sotto la pineta con energia elettrica e servizi igienici, dispone anche di alcuni mini alloggi ed una bella sala ristorante con camino e forno a legna. Il luogo è molto ospitale e adattissimo nelle calde giornate estive grazie alla bella ed alta pineta che protegge dai caldi raggi solari.
Verso le 10 lasciamo l’Agriturismo Vigna Vecchia e con Rocco, che questa volta si improvvisa guida turistica, ci rechiamo di nuovo nella vicinissima Castro, questa volta però per raggiungere il suo “elevato” centro storico.
Rocco è nativo di Castro e ci invita a parcheggiare nei pressi dell’Ufficio Postale e del supermercato Sidis e poi con la sua macchina saliamo sul tetto della città: che meraviglia!!
Ci fermiamo nella piazzetta di fronte al castello e prima di salutare e ringraziare il nostro anfitrione “dobbiamo” ancora una volta accettare l’ennesima sua gentilezza: caffè e cappuccino!
A fianco del bar c’è il giornalaio che, guarda caso, è pure lo zio di Rocco che non manca di presentarci e del quale ammiriamo il bellissimo presepe, esposto in negozio e da lui creato in carta pesta, che è un piccolo capolavoro. Come se non bastasse lo zio-giornalaio è pure un ottimo scultore e le sue creazione di pietra leccese, sono esposte ed in vendita presso il suo negozio. Che bellezza !
Salutiamo definitivamente Rocco e riflettiamo ancora una volta circa il senso di ospitalità che costantemente riscontriamo e che continua a sorprenderci tanto da fornire a noi gente del nord, piccole lezioni di ospitale altruismo. Ma, forse sarà il nostro clima decisamente più freddo che ci ha plasmati più chiusi ed individualisti!
Il centro storico è in fermento perché sono in fase di allestimento i preparativi per la festa medioevale di questa sera. Le bandiere, gli stendardi ed i classici banchetti del mercato dell’epoca, rendono ancora più suggestivo l’elegante e ben curato borgo che si affaccia sul mare regalando al visitatore un panorama eccezionale.
Oggi, grazie ad un cielo straordinariamente terso, è possibile avvistare la costa dell’Albania che emerge all’orizzonte ed interrompe l’incontro fra cielo e mare. Dal belvedere, invece, a fianco del castello, si può ammirare Castro Marina e la costa rocciosa e selvaggia che si protrae fino a Santa Maria di Leuca.
Passeggiamo ancora un po’ fra le stradine del borgo e le sue case ben curate di fronte alle quali ci fermiamo a parlare con le signore anziane sedute al sole sui gradini di casa, particolare che da noi è un fenomeno quasi in estinzione!
Lasciamo il centro storico di Castro ed a piedi scendiamo al camper.
Camminando tranquillamente verso valle ed osservando l’estensione della cittadina, ci viene da chiederci di che cosa vivono i suoi abitanti e la stessa domanda ce la siamo posta, ieri quando girovagavamo fra le vie di Specchia. Parlando con le persone conosciute in loco apprendiamo che la maggior parte dei giovani trova occupazione presso le nostre Forze Armate (Marina, Aeronautica, Esercito, Finanza), altri collaborano nelle aziende agricole e molti sono costretti a lasciare la propria terra per raggiungere il nord od altri Paesi per trovare lavoro. E’ inevitabile per noi considerare che la nostra bella Italia e soprattutto queste zone con clima favorevole, un patrimonio storico e culturale ricchissimo, una potenzialità gastronomica invidiabile, non venga sfruttata turisticamente per 365 giorni l’anno e coloro che dovrebbero salvaguardare tutte queste risorse perché utili a creare occupazione, permettano l’esodo dei giovani. A cosa serve quindi titolare un paese come uno dei “Borghi più belli d’Italia” quando poi coloro che ci abitano sono costretti a cercare lavoro altrove? A cosa serve quando li visiti nei mesi invernali e li trovi desolatamente deserti? Le qualifiche sono belle e gratificano ma non danno da mangiare!
Sono le 11 passate quando ripartiamo alla volta di Tricase dove ci attende la visita del nostro terzo presepe vivente.
Affermare che la giornata è quasi estiva è forse un po’ esagerato ma che può essere considerata di primavera inoltrata è sicuramente azzeccato! Siamo ancora in maniche di camicia e la costa rocciosa lambita da un mare superlativamente blu è di una bellezza mozzafiato.
Stiamo percorrendo la litoranea SP358 e quando entriamo in Tricase Porto decidiamo di fermarci sul lungo mare dove già altri camper sono in sosta. Percorriamo un bel tratto di passeggiata e non ci stupiamo più di tanto quando notiamo alcune persone che fanno l bagno in un mare simile ad una piscina: fantastico!
Nel frattempo riceviamo una telefonata da nostro figlio che ci informa che a casa piove e fa freddo!
Dopo pranzo riprendiamo il viaggio verso Tricase a pochi chilometri dalla zona porto.
Avendo contattato precedentemente uno degli organizzatori che ci aveva garantito un luogo ove sostare con il camper, proprio all’interno del sito ove si svolge il presepe, ci dirigiamo senza esitazioni verso la Località Monte Orco dove troviamo l’ingresso in “Betlemme” e subito dopo il Signor Lino P. , da noi contattato telefonicamente, che ci indica ove parcheggiare e sostare poi per la notte. Unico vincolo è quello di arrivare prima delle 15 perché successivamente viene chiusa ai mezzi la strada di accesso.
Il presepe di Tricase viene allestito nella proprietà privata del suo ideatore e fondatore e viene organizzato gratuitamente dal Comitato Presepe Vivente e Amministrazione Comunale. Il percorso lungo circa 1500 metri si estende in un’area di circa 4 ettari e presenta 28 scene con figuranti in costume dell’epoca. Quella di quest’anno è la 34ma edizione.
Alle 17 le luci vengono accese, la cascata prende vita, Betlemme si anima ed il presepe viene aperto al pubblico.
Il percorso è ben delimitato e dove non si può accedere i Pretoriani Romani, con cipiglio severo, sbarrano il passo.
Nelle varie scenografie vengono riportati a vita gli antichi mestieri con artigiani autentici coadiuvati dai ragazzini apprendisti.
Anche gli asinelli che smuovono le ruote per attingere l’acqua dal pozzo, le macine del frantoio e del mulino, sono autentici e le varie attrezzature funzionano veramente.
Nella grotta che ospita la natività si sente l’autentico odore di stalla tre suonatori di zampogna rendono ancora più autentica la scenografia e più reale l’atmosfera che si respira.
Anche qui come ad Alberobello troviamo la cassettina delle offerte dove naturalmente infiliamo il nostro obolo.
Al termine del percorso troviamo l’angolo ristoro e naturalmente non disdegniamo uno spuntino e non manchiamo di gustare le ottime “Pittule” accompagnate da un bicchiere di vino locale.
Proseguendo troviamo ancora un mercatino ove è possibile acquistare i manufatti creati dagli artigiani visti all’opera nelle varie botteghe del presepe.
Salutiamo il Signor Lino P. che ci ha accolti nel migliore dei modi e facciamo ritorno al camper.
La temperatura è scesa notevolmente e qualche minuto di stufa accesa riscalda subito la nostra piccola casa.
Charlie non è stanchissimo perché è stato in braccio per tutta la durata della visita anche se avrebbe potuto sgambettare visto che anche in questo caso i cani erano ben accetti. Però essendo piccolo e nero sarebbe a rischio di pestoni.
Il cielo è ancora stellato e speriamo che sia foriero ancora di bel tempo anche se dalle previsioni pare stia per sopraggiungere una nuova perturbazione che ha già colpito il nord e rotto le scatole ai nostri figli.
Km. percorsi oggi: 27 Km. progressivi: 1.762
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Fine 1° parte
Camperfree
Camperfree
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Basilicata e Puglia Empty Basilicata e Puglia 2° parte

Messaggio Da Camperfree Lun 10 Feb 2014, 11:11

Inizio 2° parte

Domenica 5 Gennaio 2014 (Tricase – Torre dell’Orso – Torre S. Andrea - Otranto)
Le stelle di ieri sera sono state cacciate dal vento che ha portato con sé una fitta coltre di nuvole grigie.
Lasciamo il parcheggio che ci ha ospitato egregiamente all’interno dell’area del presepe e torniamo verso Tricase Porto per seguire la litoranea verso Otranto.
Nel percorso, a poca distanza dal paese, ci imbattiamo nella famosa “Quercia Vallonea” chiamata anche “Quercia dei Cento Cavalieri”. Il possente albero ha una chioma di 25 metri di larghezza e più di 800 anni di età, essendo del XII° secolo, ed i suoi rami spogli e tortuosi si stagliano come grandi tentacoli verso il cielo bigio.
Raggiungiamo quindi il mare, che oggi troviamo piuttosto agitato ed intento a percuotere la selvaggia costa rocciosa i cui frangenti creano fantastici spruzzi di schiuma spumeggiante.
Una fitta pioggerella ci induce a rimandare la visita alla città e decidiamo di impegnare il tempo recandoci a Torre dell’Orso, dopo Otranto.
Il nostro percorso è ancora attorniato da una marea sconfinata di ulivi dai tronchi artisticamente modellati dal vento e dal tempo e adagiati su terreni aridi e rocciosi.
Grandi famiglie di fichi d’india crescono spontaneamente e si moltiplicano a lato degli onnipresenti muretti a secco e sul ciglio della strada. Le antiche e caratteristiche costruzioni di pietra, le “Pajare”, emergono fra gli ulivi o nei terreni incolti e sono gli unici testimoni di un passato che non c’è più.
Oltrepassiamo alcuni centri abitati dove, come sempre, riscontriamo strade dissestate e piene di buchi: anche con una benda agli occhi saremmo in grado di capire quando si entra in un paese! Le belle chiese ed edifici storici situati su piazze sorprendentemente belle, ci attraggono e compensano le tremende condizioni del manto stradale.
Fortunatamente le strade al di fuori dei centri abitati sono scorrevoli e con buon fondo.
Alle 11 arriviamo a Torre dell’Orso dove sostiamo proprio di fronte alla bella e famosa spiaggia di sabbia chiara.
Un vento gelido ci costringe ad indossare la giacca a vento e non possiamo fare a meno di ritornare con la mente alla giornata da canottiera di ieri, calda e soleggiata.
Il luogo è deserto e come sempre, i posti di pura villeggiature come questo super gettonati in estate, esprimono in inverno un gran senso di abbandono e trascuratezza.
Il cielo plumbeo poi contribuisce ad intristire ulteriormente il centro abitato ma non riesce a deteriorare la bellezza della costa dove si osservano due alte e fantastiche scogliere che racchiudono la bianca spiaggia sabbiosa oggi percossa da un mare caraibico. La bella e folta pineta che degrada verso il mare completa un paesaggio da cartolina.
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Consumiamo il nostro pranzo domenicale con questa stupenda vista mare, con qualche timido raggio solare e con un bel vento che schiaffeggia il camper.
Quando lasciamo questo stupendo luogo di villeggiatura passando fra le numerose abitazioni con tantissimi cartelli “affittasi stagione estiva”, notiamo la presenza di numerosi alberghi e negozi tutti ermeticamente chiusi.
Prima di ripartire per Otranto, facciamo ancora una puntatina a Torre S. Andrea, dove, dalla strada, leggiamo l’indicazione dell’area camper “I Faraglioni” che troviamo aperta e che vista dall’esterno, ci appare spaziosa e ben curata.
Grazie al fuori stagione riusciamo anche qui a parcheggiare facilmente a costo zero, fronte mare ed a fianco del faro, in stalli rigorosamente blu e per sole auto. Al bordo del parcheggio scorgiamo una fontanella di acqua potabile.
La breve passeggiata ci permette di osservare ancora la bella scogliera giallo ocra scavata dal mare e due grandi scogli che emergono dal mare cristallino. Altro luogo veramente bello e pittoresco anche se la spiaggia, ora stracolma di alghe, è molto più piccola rispetto a quella di Torre dell’Orso.
Anche qui case, negozi, ristoranti, alberghi rigorosamente chiusi osservano in silenzio il nostro passaggio.
Torniamo sui nostri passi ed all’incrocio con la litoranea vediamo altre 2 indicazioni di aree camper e nel tratto di strada costiera verso Otranto, sono poi infinite le segnalazioni riferite ai mezzi come il nostro, compresi parcheggi ed agriturismi. Questa è l’ennesima conferma che in estate, da queste parti, approda mezzo mondo!
Arriviamo velocemente ad Otranto ma ancora più velocemente arriva la pioggia. Ci sistemiamo per un po’ di tempo lungo il porticciolo turistico proprio a ridosso del castello e dell’attiguo centro storico, con la speranza che si tratti solo di un temporale. Ma il cielo continua a scurirsi sempre di più e la pioggia non accenna a spegnersi, così decidiamo di recarci subito nell’area attrezzata Oasy Park, aperta tutto l’anno e situata a 300 metri circa dal centro.
L’area è molto grande e ci sistemiamo comodamente su ghiaia, ci colleghiamo alla corrente e ci chiudiamo in camper, appena in tempo per evitare un ennesimo acquazzone. Vento e pioggia proseguono per tutto il resto del pomeriggio e dopo una bella ed abbondante doccia calda nei servizi dell’area, ci rilassiamo nel tepore della nostra casetta rassegnati ormai a rimandare a domani la visita alla città, una perla del Salento immersa sul versante Adriatico della costa salentina.
Charlie, come sempre restio all’acqua non si entusiasma quando cerco di portarlo fuori per i bisognini anzi, devo proprio costringerlo e far ben attenzione che non entri immediatamente in camper quando sente le prime gocce sulla testa! E’ tremendo!
Km. percorsi oggi: 91 Km. progressivi: 1.853
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Lunedì 6 Gennaio 2014 (Otranto – Capo d’Otranto – Acaya - Vernole)
Finalmente, dopo un anno di attesa, è tornata la mia festa! Oggi è l’Epifania che tutte le feste porta via!”
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La Befana, comunque un bel dono ce l’ha lasciato e non porta via solo le feste ma anche il cattivo tempo: questa mattina ci svegliamo con un cielo che presenta grandi squarci di azzurro, un tiepido sole e temperatura mite! Evviva!
Finalmente riusciamo anche ad ammirare il bel panorama sul mare e sulla città grazie alla strategica posizione elevata dell’area rispetto al centro abitato.
Alle 9 partiamo a piedi ed in poco più di 10 minuti ci troviamo all’inizio della zona pedonale e quindi del centro storico della città posta più ad Est dell’Italia e Patrimonio Culturale dell’Unesco.
Il Castello Aragonese, imponente struttura collegata alle possenti mura, fa gli onori di casa e da qui iniziamo il tour dell’antica cittadina che fu per mille anni il principale porto italiano verso l’Oriente nonché il principale porto dell’Impero Romano.
La città è ancora dormiente e la quiete ed il silenzio che ci accolgono ci inducono spontaneamente a parlare piano!
Percorriamo le antiche vie lastricate, i viottoli che nascondono angoli suggestivi dove piante rampicanti macchiano di verde le candide pareti delle case.
La Cattedrale Normanna dell’XI° secolo, poi ci accoglie con l’affascinante bellezza della sua artistica facciata ma ci stupisce letteralmente con lo straordinario mosaico che ricopre completamente la pavimentazione della Chiesa. E’ sorprendente come il tempo e le varie invasioni subite non abbiano danneggiato questo vero capolavoro!
Continuiamo la nostra escursione e scoviamo la piccola ma preziosa chiesa bizantina di San Pietro, incastonata fra le abitazioni, che pare fosse la Cattedrale originaria di Otranto.
Il Lungo Mare degli Eroi ci sorprende poi per vastità ed eleganza. Il tempo continua a regalarci sole caldo e cielo azzurro, elementi che rendono ancora più giustizia alle bianche dimore ed alla balconata che si affaccia su un mare cristallino ed invitante.
Le ore passano e la città a poco a poco si desta e si anima: i negozi aprono i battenti ed espongono fuori i loro articoli super colorati, le vie brulicano di persone, alcuni ragazzini giocano a pallone in un angolo appartato del lungo mare e piccoli gruppetti di anziani discutono animatamente: che meraviglia e che piacevole atmosfera!
Quando poi due simpatiche befane con tanto di scopa di saggina, si aggirano fra la gente ed attraggono i bambini, il mosaico animato è completo.
Naturalmente lasciamo l’obolo per qualche souvenir per i nostri figli e per Simone il nostro nipotino, e poi decidiamo di consumare il pranzo presso una rosticceria del lungo mare. Ottima scelta!
Super soddisfatti per l’ottima mattinata, salutiamo la bella ed accogliente città di Otranto e ritorniamo al camper dove arriviamo piuttosto affaticati per il percorso in salita.
Dopo le 14 e dopo le solite operazioni di carico e scarico, paghiamo i 16 € richiesti per la sosta, e riprendiamo il viaggio.
Prima di intraprendere la strada verso Lecce, effettuiamo una breve deviazione di circa 4,5 chilometri e ci fermiamo a Punta Palascìa o Capo d’Otranto, un lembo di terra salentina che ospita una base militare che controlla il sito più a est d’Italia. Il Canale è un importante punto di confine tra l’Italia, l’Albania e la Grecia.
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Più in basso, rispetto alla base militare, emerge dalle rocce e si staglia verso il cielo l’alta struttura bianca di un imponente faro eretto nel 1867, che dopo anni di abbandono e degrado, è stato restaurato e riportato agli antichi splendori fra il 2004 ed l 2008, diventando così uno dei cinque fari più importanti del mediterraneo secondo la Comunità Europea.
Seguiamo il sentiero che scende al faro e ci facciamo una bella passeggiata fra le rocce e gli scorci di macchia mediterranea, tipica del Salento. Scendendo veniamo attratti dalla selvaggia scogliera sottostante e dall’insolita bellezza della parete rocciosa che degrada verso il mare. Che spettacolo!
Nel frattempo le nuvole, che oscurano parzialmente l’orizzonte, si dileguano ed appaiono come per incanto le alture della costa Albanese, mentre sui nostri cellulari la Vodafone ci annuncia il benvenuto in Grecia e ci comunica le tariffe telefoniche per le chiamate in Terra Ellenica.
Ci attardiamo nei pressi del faro attratti dall’enorme distesa blu del mare; un infinito specchio azzurro nel quale, da indicazioni lette sui tabelloni a fianco della base militare, il Mar Ionio ed il Mar Adriatico si uniscono in maniera invisibile.
Per far ritorno al camper ci tocca ora una bella arrampicata, ma non ci lamentiamo perché l’escursione appena effettuata è stata fantastica ed il luogo offre uno spettacolo naturale unico!
Visto numerosi fari in giro per l’Europa, era ora che andassimo a scovare anche quelli italiani.
Ora è necessario e doveroso aprire una parentesi esplicativa circa l’incontro fra il Mar Ionio ed il Mar Adriatico.
I Marinai di guardia al faro di Santa Maria di Leuca ci hanno riferito che i due mari si incontravano proprio di fronte al faro; il signore incontrato a Castro Marina ci ha riferito che proprio di fronte al porticciolo avveniva il famoso rendezvous dei due mari ed ora a Capo d’Otranto scopriamo che il luogo dell’incontro è nello specchio di mare controllato dal faro e dalla Base Militare.
E’ stato quindi inevitabile ritrovarci un tantino confusi ed increduli. Franco ha così provveduto, al nostro rientro, ad effettuare una ricerca dalla quale è emerso che, incredibile ma vero, tutte e tre le versioni sono esatte. La cartina che alleghiamo di seguito e le spiegazioni incluse, ci hanno finalmente chiarito le idee.
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La prima linea in alto della figura che va da Punta Palascìa o Capo d’Otranto a Capo Linguetta in Albania indica il confine tra il Mar Ionio (al di sotto della linea) ed il Mare Adriatico (al di sopra della linea).
Alcune convenzioni nautiche fanno si che la linea di confine possa essere spostata più a sud.
Per fini meteorologici come confine viene considerata la linea immaginaria che corre sul 40° 00’ 00” parallelo Nord e che va da Punta Mucurune, nei pressi di Castro, alla costa albanese (seconda linea della figura).
Per quanto concerne gli avvisi ai naviganti viene presa in considerazione la linea immaginaria che corre sul parallelo 39° 47” 00’ Nord che va da Punta Meliso (S. M. di Leuca) alle coste settentrionali dell’isola di Corfù.
(terza linea della figura).
Charlie è felicissimo perché senza guinzaglio si è potuto sfogare a dovere lungo il sentiero che ha percorso scodinzolando felice e per le numerose soste.
Percorrendo il sentiero a fianco della base militare rimaniamo sorpresi nel vedere quante margherite pratoline sono fiorite ed affiorano fra i rigogliosi ciuffi di erba. Siamo nel mese di gennaio e questo tipo di fiori, da noi sono il simbolo della primavera, stagione in cui nascono e sbocciano.
Sono da poco passate le 16 quando ripartiamo verso Lecce, programmando però una sosta ad Acaya, seguendo i suggerimenti consigliati dal Sig. Antonio, conosciuto a Castro Marina.
Con cielo parzialmente nuvoloso, percorriamo la quarantina di chilometri sulla SP48, lunga e dritta striscia di asfalto che taglia nettamente in due la grande distesa di ulivi che come sempre ci accompagna fuori dai centri abitati.
Al nostro arrivo, la luce crepuscolare che illumina Acaya, rende ancora più giustizia a questa ennesima meraviglia salentina.
Acaya è un piccolo villaggio fortificato, circondato da possenti mura ed un ampio fossato collegati ad un magnifico ed ottimamente conservato castello.
Parcheggiamo il camper fuori le mura e varchiamo l’imponente e stupenda porta che ci inoltra nella piazzetta del borgo nel quale risiedono 480 persone.
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Siamo assolutamente sorpresi nel trovare ancora luoghi così incontaminati perché qui tutto è rimasto come un tempo. Ci aggiriamo poi in silenzio fra quelle viuzze dove troviamo la bella chiesa attorniata dalle antiche ed inalterate dimore.
E’ quasi buio quando lasciamo Acaya e le belle striature rossastre del tramonto ci costringono ancora una volta a voltarci per contemplare l’ingresso ed il castello con quel magnifico sfondo.
Ripartiamo quindi per Lecce e ci dirigiamo all’indirizzo di un’area camper “Camperpark Fuori le Mura” a poca distanza dalla città, che però cerchiamo invano. Chiediamo informazioni e scopriamo che non esiste più da un bel po’ di tempo.
E’ buio pesto e non siamo poi così dispiaciuti perché il luogo è situato in una zona degradata di estrema periferia che non ci entusiasma per niente. La strada è stretta, piena di buche e poco illuminata ed ovunque troviamo cassonetti stracolmi di immondizia e molti cani randagi che si aggirano fra i rifiuti. Ce ne andiamo molto volentieri e piuttosto in fretta ma rimane il problema della sistemazione per la notte. Grazie alla nostra preziosa e fidata guida delle aree di sosta, facciamo dietrofront di 18 chilometri e ci sistemiamo a Vernole, nella bella ed ampia area camper della Masseria Caronte, completa di tutti i servizi compreso bagni uomini e donne ottimi e con acqua calda al prezzo di €. 20 a notte.
Che meraviglia e che gentilezza da parte dei gestori!
Dopo le scarpinate di oggi è d’obbligo una bella doccia calda ed abbondante e poi per festeggiare la “mia ricorrenza” ceniamo presso il ristorante-pizzeria della masseria che ci ospita.
Che mangiata! Ottimo il cibo, ottimo il servizio, ottimo il prezzo! Non si poteva finire meglio quest’ottima giornata.
Anche Charlie ha gradito molto la cena a ristorante e non ha disdegnato di assaggiare i vari bocconcini che gli mettevo nel suo piattino. Anche lui è stanchissimo e con il pancino strapieno si addormenta in un battibaleno.
Un cielo super stellato e 10° gradi esterni ci augurano la buona notte!
Km. percorsi oggi: 91 Km. progressivi: 1.944

Martedì 7 Gennaio 2014 (Vernole – Lecce – Ostuni)
Dopo la bella mangiata ci voleva una bella dormita e così è stato. Il sole accoglie ancora il nostro risveglio e finalmente possiamo prendere visione del posto che ci accoglie. L’area è un grande uliveto parte del quale su prato ed attrezzato con colonnine per l’elettricità, carico, scarico e bagni con doccia. Non si poteva indovinare di meglio!
Alle 9 partiamo per Lecce ma ci fermiamo subito per entrare nel cortile dell’Oleificio Sociale “S: Anna” di Vernole.
Acquistiamo ancora qualche lattina di buon olio salentino da portare a casa e ripartiamo per la città, dove arriviamo velocemente e dove troviamo ancora più velocemente parcheggio nei pressi di Porta Napoli.
Siamo nella zona universitaria ed in pochi minuti a piedi ci troviamo di fronte all’imponente Porta del 1548, oltrepassata la quale incontriamo subito l’elegante edificio di Palazzo Guarini.
Lecce è la patria del Barocco Leccese, stile architettonico unico e presente nel Salento. La protagonista è la pietra leccese disponibile in grandi quantità nelle cave locali. La pietra è calcarea ed ha la caratteristica di essere molto tenera e duttile al momento dell’estrazione ma che si indurisce nel tempo assumendo un fantastico colore dorato. La morbidezza della pietra ha permesso e permette che la stessa venga lavorata, scolpita, intagliata, traforata, incisa e trasformata in molteplici e straordinarie conformazioni.
Ciò premesso è ora facile comprendere come gli artigiani ed artisti del tempo abbiano scatenato la loro fantasia creando veri capolavori che ancora oggi possiamo ammirare nei motivi decorativi attorno ai portici, nelle mensole dei balconi, attorno alle finestre ed ai portoni, nelle logge e nelle incredibili facciate delle chiese con rosoni intarsiati simili alla filigrana.
Fortunatamente, all’interno delle mura, il traffico delle auto è limitato così possiamo camminare tranquillamente con il naso all’insù per poter osservare questo museo a cielo aperto.
Il tempo continua a regalarci sole e cielo azzurro, due elementi che fanno risaltare maggiormente il colore dorato delle antiche dimore e delle numerosissime chiese (in città sono presenti più di 40 chiese).
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Quando giungiamo in Piazza del Duomo il nostro stupore raggiunge il massimo livello perché veniamo immediatamente rapiti dalla raffinata bellezza del luogo dove impera il sorprendente campanile di 68 metri, che risulta essere il più alto d’Italia e che domina sul Palazzo Vescovile, sul Seminario, sul Museo Diocesano e naturalmente sul Duomo. Tutta la piazza è un vero capolavoro!
Percorrendo poi C.so Vittorio, attorniato da bei negozi e ricche vetrine, giungiamo in Piazza Sant’Oronzo che troviamo molto animata ma che, dopo aver visto il gioiello di Piazza del Duomo, non ci entusiasma per nulla anche se essa propone al visitatore i notevoli resti dell’Anfiteatro Romano emerso da alcuni scavi effettuati a fianco del “Sedile” edificio che fu nel 1800 la sede del Municipio.
Raggiungiamo poi la Basilica di Santa Croce che purtroppo troviamo in restauro con i ponteggi che ricoprono parzialmente la facciata ma che non ci impediscono di ammirare gli incredibili intarsi, le sculture, le figure e lo stupefacente rosone magistralmente intagliato nel 1646.
A fianco della Basilica si erge l’altro meraviglioso edificio che fu un tempo il Convento dei Celestini e che ora ospita il Palazzo del Governo della Provincia di Lecce.
Girovaghiamo a lungo per le vie del centro e pur non condividendo lo stato di trascuratezza di alcuni edifici, veniamo comunque rapiti dalle botteghe degli artigiani in essi ospitate, che con la carta pesta creano veri capolavori. Infatti la tecnica della cartapesta ha reso celebre Lecce ed i suoi artisti cartapestai.
Raggiungiamo poi la Porta Rudiae incontrando nel nostro percorso ancora tante chiese ed usciamo dalle mura per raggiungere il camper.
Pranziamo e dopo le 14 salutiamo Lecce ed il magnifico e sorprendente Salento.
Siamo nuovamente in maniche di camicia quando ripartiamo per Ostuni.
Con la scorrevolissima SS379/E55 percorriamo velocemente l’ottantina di chilometri che ci separano dalla nostra meta e dopo Brindisi iniziamo ad avvistare e fiancheggiare il mare e ad immergerci nuovamente fra gli ulivi dai tronchi straordinariamente ed artisticamente contorti.
Ed è proprio fra le chiome argentee degli ulivi secolari che Ostuni emerge, lassù, illuminata dal sole, come se fosse appoggiata su una grande nuvola sospesa nel cielo azzurro. Che spettacolo quell’agglomerato meraviglioso di case bianche che da secoli osservano dall’alto chi arriva a rendergli omaggio.
Seguendo le indicazioni di Tom Tom rintracciamo facilmente il parcheggio per camper “Stella” a pagamento, con energia elettrica e camper service. Chiamarla area camper è assai generoso perché ci sono solo due prese di corrente del tipo domestico e tutto l’ampio piazzale sterrato è un gran cantiere edile. La sua posizione è comunque strategica perché è comodissimo al centro città ed è posizionato proprio al di sotto delle mura. Per quanto ci riguarda, riusciamo a sistemarci egregiamente anche perché ci siamo solo noi.
Sistemiamo il camper, paghiamo €. 15 al proprietario e ripartiamo per l’ennesima camminata della giornata.
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I 300 metri che ci dividono dal centro storico sono quasi tutti in salita ed il fiatone inevitabile quando entriamo in quel dedalo incredibile di viuzze, scalinate, passaggi angusti, archi, corti e strade acciottolate. Se non fosse per la presenza di alcune macchine parcheggiate, simbolo di evoluzione, non avremmo difficoltà ad asserire che in questo luogo il progresso non è mai arrivato e che tutto è rimasto come un tempo.
Camminiamo fra le pareti bianche ed apparentemente morbide delle case ed in un silenzio immacolato, scendiamo fino a Piazza della Libertà che segna il confine fra la città nuova e quella vecchia e dove troviamo il severo Palazzo del Municipio, l’Ufficio del Turismo, bar, alberghi, persone e traffico di auto.
Lasciamo nuovamente il centro vitale della cittadina per rientrare nel centro storico ed arrampicarci letteralmente fino alla cattedrale ed ancora una volta veniamo rapiti da questo ennesimo gioco di intarsi presenti nella facciata.
Apprezziamo poi la sobria bellezza del Palazzo vescovile unito al Palazzo del Seminario tramite un’elegante loggia ad arcate, oltrepassata la quale ci troviamo di fronte ad un panorama mozzafiato sulla vallata ricoperta dalla fitta chioma degli ulivi con il mare sullo sfondo.
Ritornando sulla piazza centrale scopriamo ancora angoli suggestivi e troviamo aperte diverse botteghe artigianali e di souvenir.
Notando la pavimentazione della piazza molto bagnata, fenomeno già riscontrato a Lecce e non solo, chiediamo spiegazioni ad una vigilessa la quale ci riferisce che è tutta umidità! Incredibile e si ha veramente l’impressione che sia stata versata per terra una gran quantità di acqua!
Siamo soddisfattissimi per questa ennesima scoperta di pura bellezza italiana e lasciamo il centro storico quando le luci del crepuscolo obbligano l’accensione delle luci ed il gioco di ombre che ne scaturisce crea maggiormente l’effetto morbidezza sulle candide pareti dando vita ad una magica e fatata atmosfera.
Prima di rientrare al camper, facciamo scorta di formaggio presso un caseificio situato proprio vicino al parcheggio che ci ospita. Acquistiamo caciocavallo, pecorino, mozzarella e ricotta. Alla faccia della dieta!
Per fare rientro in camper attraversiamo il cortile del titolare dell’area e notando che ha da poco finito di potare alcune piante di ulivo, Franco chiede se è possibile far produrre le radici ad uno dei rami tagliati al fine di poter avere una piantina di ulivo da sistemare nel nostro giardino. La risposta dell’anziano signore è nuovamente sorprendente: “Ti rimuovo una piantina piccola e te la porto vicino al camper!”. Rimaniamo ancora una volta senza parole e non ci rimane altro che ringraziare sentitamente!
Finalmente ci rilassiamo nella nostra piccola casa e Charlie stremato per le gran camminate, non ha nemmeno più la forza di ribellarsi quando procedo al solito bagnetto serale, poi mangia come un piccolo lupo e si addormenta sulla dinette russando rumorosamente.
Per quanto ci riguarda, dopo aver cenato assaggiando anche l’ottima ricotta appena acquistata, ci concediamo il giusto riposo guardando un po’ di TV prima di infilarci sotto le coperte con 11° esterni.
Dalle finestre della camera da letto abbiamo modo di vedere le mura che racchiudono le candide dimore illuminate e ci addormentiamo consapevoli che, sopra di noi, la “Città di borotalco” veglierà sul nostro sonno.
Km. percorsi oggi: 93 Km. progressivi: 2.037

Mercoledì 8 Gennaio 2014 (Ostuni – Cisternino – Locorotondo – Monopoli - Alberobello)
Notte molto tranquilla e quando ci alziamo è inevitabile da parte nostra guardare fuori dalla finestra per ammirare ancora una volta quella stupenda catasta di case bianche che ci osserva dall’alto, sotto di noi l’immensa distesa di ulivi che degrada verso il mare ed appoggiata alla parte laterale del camper ecco spuntare la piccola chioma della piantina di ulivo! Prima di lasciare l’area, Franco cerca il simpatico nonno di Ostuni per ringraziarlo e chiedere qualche piccolo consiglio circa la gestione della pianta, che in attesa di essere sistemata in giardino trova momentanea dimora nel garage del camper.
Poco dopo le 9, con cielo parzialmente nuvoloso ed aria fresca, ripartiamo alla volta di Cisternino.
La SS16 è un nastro d’asfalto che, come ormai di consuetudine, corre immersa fra stupendi uliveti ed il suo fondo è bagnato come se avesse piovuto, ma così non è stato e la vigilessa di Ostuni ci ha svelato l’arcano.
A circa 5 Km. da Cisternino la bella strada inizia a salire e veniamo accolti da una rigogliosa zona boschiva che ci annuncia l’inizio della Selva di Fasano.
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A Cisternino parcheggiamo nel grande piazzale gratuito dedicato anche ai mezzi come il nostro, situato a poche centinaia di metri dal centro storico.
L’unico handicap consiste nel fatto che il parcheggio è situato molto in basso rispetto alla città e così iniziamo, ancora una volta, ad inerpicarci su per una salita piuttosto ripida.
Cisternino é l’ennesima città che visitiamo annoverata come “borgo fra i più belli d’Italia” ed ha origini molto antiche.
Varcata una delle porte di ingresso iniziamo a vagare in questa ennesima, caratteristica ragnatela di vicoli, stradine lastricate, scale, piccoli cortili dove i raggi del sole fanno fatica a penetrare e dove tutto è avvolto da un’atmosfera di quiete assoluta.
Piazza Vittorio Emanuele è il cuore del centro storico e la caratteristica Torre dell’Orologio del 1850 emerge prepotente e scura fra il resto delle antiche residenze.
Vagabondiamo fra gli stretti vicoli sfiorando le pareti delle case imbiancate a calce e troviamo un gran numero di “Fornelli” purtroppo chiusi. Cisternino è il centro della tradizione del “Fornello”, cioè la bottega con forno a legna dove oltre ad acquistare la carne è possibile anche mangiarla seduti ad un tavolo o sulla panchina fuori dal negozio.
In questa stagione però è difficile trovarne qualcuno aperto, soprattutto di giorno, mentre nella stagione estiva, quando la cittadina pullula di turisti, le bianche viuzze sono costantemente invase dal profumo della carne che cuoce lentamente sulla brace. Mentre il fuori stagione è gratificante sotto certi aspetti, può essere penalizzante per quanto riferito ai servizi.
Pazienza, non si può avere tutto!
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Lasciamo il centro storico e ritorniamo al camper, questa volta con percorso in discesa facendo però molta attenzione a non scivolare sui marciapiedi bagnati e viscidi.
Sono le 11 passate quando lasciando Cisternino usciamo anche dalla provincia di Brindisi per entrare in quella di Bari e recarci a Locorotondo, tanto per cambiare, un altro dei “Borghi più belli d’Italia” e che fino a metà 800 veniva chiamata “Luogorotondo” per la caratteristica forma rotonda del suo abitato.
Giungiamo a Locorotondo prima di mezzogiorno e troviamo un ampio parcheggio fronte l’ingresso del centro storico ed a fianco del parco giochi. Il parcheggio però è in forte pendenza e temendo anche di essere poi intrappolati fra le auto in sosta, decidiamo di sistemarci un po’ più lontano ed a fianco del campo sportivo.
Vista l’ora decidiamo di pranzare e mentre preparo, Franco porta Charlie a fare un giretto ed approfitta per scattare alcune fotografie ad un gruppo di trulli restaurati a dovere ed abitati. Che meraviglia!
Dopo pranzo raggiungiamo a piedi l’ingresso del borgo antico e veniamo subito attratti dalla chiesa e dal bel campanile che emergono e sovrastano le case del centro storico.
Entriamo ed iniziamo a percorrere un groviglio elegante di stradine e vicoletti lastricati con pietre chiare magnificamente ornati da una quantità infinita di ciclamini e gerani che ornano ed abbelliscono balconi, finestre, pianerottoli e ballatoi.
Qui le stradine sono meno anguste e ciò che differenzia Locorotondo dagli altri borghi medioevali visitati fin’ora, sono gli inconsueti tetti aguzzi chiamati “Cummerse”.
Raggiungiamo ancora la bella terrazza con giardino di fronte alla Villa Comunale, dalla quale è possibile spaziare lo sguardo sulla vallata sottostante dove emergono, fra gli ulivi, i tetti conici di una gran quantità di trulli.
Ritorniamo sui nostri passi ed attraversando ancora le graziose viuzze macchiate di fiori respiriamo quel profumo di antico mischiato alla profumazione dei panni stesi freschi di bucato.
Torniamo al camper e visto che è ancora presto decidiamo di partire alla volta di Monopoli.
Con la SS172, comoda e scorrevole, iniziamo a scendere verso il mare e la strada si rivela un ottimo punto panoramico sulla vallata sottostante dove la città di Fasano forma una grande chiazza bianca fra la distesa verde degli ulivi.
Monopoli è piuttosto grande e scegliamo l’uscita per il centro storico per poi seguirne le indicazioni.
Non abbiamo difficoltà a trovare parcheggio a poca distanza da “Porta vecchia” e seguendo la bella passeggiata a mare, ci troviamo ben presto di fronte all’imponente muraglia che si congiunge poi con il grande torrione del castello Svevo che si affaccia sul mare. Il tempo ci offre ancora clima mite e cielo parzialmente nuvoloso, cosa che ci fa apprezzare maggiormente il colore di un mare super cristallino.
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Entriamo ancora una volta in un labirinto di stradine strette e tortuose e partiamo alla scoperta di quest’ennesima meraviglia italiana. Purtroppo la presenza di troppe macchine parcheggiate guasta notevolmente il fascino del logo.
La Cattedrale, che è una delle più grandi della provincia di Bari con il suo altissimo campanile ghermiscono la nostra attenzione come veniamo favorevolmente sorpresi dalla presenza di altre numerose chiese che si presentano all’improvviso e si ergono imponenti fra le strette stradine e le dritte ed alte pareti delle case alla cui sommità penetra l’azzurro del cielo. Il centro storico si anima all’improvviso quando termina l’orario scolastico ed una frotta di bambini lascia l’asilo e si riversa nei viottoli. Da un imponente arco compare poi un’affascinante scorcio sul mare e quando oltrepassiamo la massiccia arcata veniamo abbagliati dalla luce del sole che riflette sull’acqua del piccolo porticciolo dove galleggiano tranquillamente alcuni pescherecci dai colori vivaci. Percorriamo il molo ed assaporando quella bella e riposante atmosfera respiriamo a pieni polmoni la pura e salubre brezza marina.
Decidiamo un po’ a malincuore di tornare in camper. Charlie è stanchissimo e non ha nemmeno più la forza di tirare, come fa di solito. Come entriamo in camper, dopo una bella bevuta di acqua fresca, si accomoda nel suo lettino e non fiata più.
A Monopoli, purtroppo, non ci risultano disponibili aree di sosta aperte tutto l’anno e così decidiamo di recarci nella vicina Alberobello dove ci siamo già sistemati in occasione della visita al presepe vivente.
Alle 18, quando è ormai buio e siamo piuttosto stanchi, facciamo il nostro ingresso nella comoda area “Nel verde” di Alberobello dove finalmente possiamo rinfrescarci, rifocillarci e concederci finalmente un po’ di riposo.
Trovando il cancello aperto siamo entrati anche se all’ingresso non abbiamo trovato nessuno degli addetti e ci siamo sistemati a fianco dell’unico equipaggio già presente nell’area. Più tardi è poi passato un incaricato che ha provveduto alla nostra registrazione ed ha incassato la quota prevista per la sosta di 24 ore.
Considerato che nella nostra precedente sosta avevamo dimenticato a terra un tappetino in gomma nuovo, ho chiesto, anche se poco convinta, se per caso l’avessero trovato. Incredibile ma vero: nel giro di pochi minuti l’addetto dell’area è arrivato con il nostro tappeto! Se avessi fatto una scommessa, l’avrei sicuramente persa. Un grande plauso all’onestà!
La temperatura è decisamente calata ed una leggera foschia stende un’impalpabile velo nebbioso sulla bella capitale dei trulli. Alle 23 con 8° esterni tutti a nanna.
Km. percorsi oggi: 92 Km. progressivi: 2.129

Giovedì 9 Gennaio 2014 (Alberobello – Polignano a Mare – Castel del Monte/Andria)
Il nostro risveglio dopo un ottimo sonno ristoratore, è accolto da un bel cielo nuvoloso, ma la temperatura è piuttosto mite.
Prima di lasciare definitivamente Alberobello, decidiamo di andare a visitare, con la luce del sole, il più antico borgo con trulli della città, dove è stato ambientato il presepe vivente e situato poco distante dall’area camper.
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Oggi è giorno di mercato e passando in mezzo alle bancarelle giungiamo al “Rione Aia Piccola” dove troviamo trulli antichissimi ed ottimamente conservati.
Ci aggiriamo fra quelle viuzze immerse nel silenzio, dove notiamo la presenza di alcune case per vacanze e B & B.
Ci fermiamo a parlare un attimo con un’anziana signora che incontriamo sulla porta del suo trullo la quale ci elogia quel luogo incontaminato dove è nata e da sempre vissuta.
Le nuvole nel frattempo sono scomparse ed un bel cielo azzurro ci accompagna quando lasciamo la pace del rione per accedere nel classico vociare del mercato dove riscontriamo prezzi estremamente convenienti.
Naturalmente approfittiamo per fare scorta di frutta da portare a casa visto che troviamo aranci e mandaranci freschissimi a 50 centesimi il Kg., i limoni e l’uva bianca a € 1 il Kg. E le pere a 80 centesimi il Kg. Incredibile perché da noi costa tutto almeno il doppio!
Prima delle 11 riprendiamo il viaggio verso Polignano a Mare passando da Castellana Grotte.
La SP 146 è un serpentone di asfalto che, fra sali e scendi, ulivi, terra rossa, trulli, muretti a secco, prati verdi puntinati di colonie di fiorellini gialli, porta a Castellana Grotte.
Procediamo poi verso Polignano a Mare con la SP 120, bella e comoda strada inaspettatamente ombreggiata da un curioso susseguirsi di un pino ed un cipresso e dove a circa 8 Km dalla nostra meta il guardrail di metallo scompare per lasciare il posto a quello di legno.
Giunti a Polignano parcheggiamo senza problemi a cinque minuti a piedi dal mare e dal centro storico.
Verso le 13,30, dopo aver pranzato, con cielo azzurro e sole caldo ci rechiamo a visitare questa ennesima perla dell’Adriatico, patria di Domenico Modugno.
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Il primo approccio con il centro storico è stupefacente perché incrociamo subito uno scorcio di mare racchiuso fra due alte scogliere di tufo.
Tramite una scala riusciamo a scendere così a Cala Porto, piccola spiaggia ghiaiosa dove rimaniamo affascinati dal luogo e dalle case sospese sulla scogliera. Che spettacolo!
Saliamo poi verso il centro abitato dove troviamo ancora il solito groviglio di stradine in acciottolato attorniate da case bianche che si alternano ad altre in pietra color paglierino, creando un piacevolissimo effetto ottico.
La presenza di tanti ciclamini alle finestre e sui balconi contribuiscono a rendere ancora più esclusivi i vicoli e le piccole corti.
Sono poi numerose le balconate panoramiche che si affacciano su un mare trasparente e luminoso e da ognuna di esse lo spettacolo è garantito.
Da queste posizioni si possono ottenere prospettive diverse sulla fantastica scogliera percossa e scavata dal mare ed è impressionante vedere come le case sono a picco sulla scogliera. Che spettacolo!
In effetti, grazie alla particolarità della sua fantastica ed unica posizione Polignano a Mare è stata scelta come set di numerose riprese cinematografiche e televisive.
Lasciamo il caratteristico e ben conservato centro storico ricco di negozi, botteghe, Pub, ristoranti, alberghi ecc. quasi tutti chiusi per ferie, e prima di rientrare al camper andiamo a rendere omaggio alla statua di Domenico Modugno che troviamo sul lungo mare e scopriamo che proprio oggi avrebbe compiuto 86 anni.
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Soddisfattissimi rientriamo al camper con Charlie nuovamente spossato per il gran camminare e per tutto il lavoro svolto con la zampina all’insù. Anche qui ci sarà traccia del suo passaggio!
Sono quasi le 16 e decidiamo di partire alla volta di Castel del Monte nel comune di Andria, a circa 90 Km di distanza.
A pochi chilometri dalla nostra meta ecco apparire, in posizione dominante, la sagoma del castello che si staglia imponente verso il cielo e controlla dall’alto della collina verdeggiante il nostro ingresso nell’Azienda Agrituristica Belvedere dell’Imperatore, che, oltre ai servizi di agriturismo, è anche Area Attrezzata per camper, al costo di €. 15 con energia elettrica, carico, scarico e servizi igienici con doccia ed acqua calda.
Chiudiamo la nostra vacanza concedendoci ancora una cena al ristorante dell’Agriturismo che ci ospita.
Alle 19,30 entriamo nella piacevole sala del ristorante dove troviamo il confortevole tepore emanato dal camino acceso, dove un grande ceppo di legno scoppietta allegramente e si lascia avvolgere dalle fiamme.
Ci riceve Domenico il gestore e cuoco del ristorante ed Elena, friulana in Puglia per lavoro, provvede con grazia al servizio ai tavoli.
Seguiamo i consigli di Domenico e non ce ne pentiamo perché la cena si è rivelata ottima soprattutto per quanto riferito ai primi piatti a base di pasta fatta in casa e nello specifico: Strascicati di grano arso al pesto murgiano. Eccezionali!
Come secondo abbiamo scelto una grigliata di carne mista e decisamente soddisfatti anche per il conveniente confronto qualità/prezzo ci sentiamo di consigliare sia il ristorante sia la sistemazione camper a tutti coloro che transitano da queste parti.
Dopo cena ci intratteniamo con una lunga e piacevole chiacchierata con Domenico ed Elena che ci hanno fatti sentire a nostro agio e che ringraziamo anche da parte di Charlie che ha avuto il permesso di seguirci all’interno del ristorante.
Per quanto riferito al nostro piccolo amico devo dire che ha gradito molto gli assaggini della carne alla brace ed ha mangiato come un lupo!
Dopo le 22 salutiamo i simpatici gestori i quali ci hanno fornito l’ennesima conferma circa lo spirito di accoglienza del popolo pugliese ed in questo caso anche di quello friulano.
Rientrando in camper non possiamo fare a meno di posare il nostro sguardo sul misterioso castello illuminato e con tale magica visione, chiudiamo questa bella giornata.
Accendiamo subito la stufa per contrastare i 7° esterni ed alle 23,30 ci abbandoniamo fra le braccia di Morfeo ancora una volta sorvegliati da un’altra meraviglia del nostro bel Paese.
Km. percorsi oggi: 132 Km. progressivi: 2.261

Venerdì 10 Gennaio 2014 (Castel del Monte/Andria - Loreto)
Questa mattina il canto del gallo ci ha annunciato che un nuovo giorno ci attende ancora con sole e cielo azzurro.
La notte all’interno dell’Agriturismo in alta Murgia è trascorsa divinamente e questa mattina il canto del gallo ci ha annunciato che un nuovo giorno ci attende ancora con sole e cielo azzurro.
Dopo le solite operazioni mattutine, compresa la passeggiata con Charlie che come sempre inizia la sua danza rituale accompagnata da una serie divertente di guaiti quando Franco inizia a vestirsi, ci accingiamo a lasciare la bella area dalla quale è possibile spaziare lo sguardo all’orizzonte dove in lontananza fra la striscia blu del mare ed il verde della vegetazione sbucano le sagome indistinguibili delle bianche case di Andria e da dove si ha una visione chiara e globale del bel castello.
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Passando nel vialetto a fianco dell’area camper, superiamo il piccolo recinto dove alcuni animali da cortile oziano al sole insieme a qualche capretta e ci rechiamo al bar senza fare a meno di notare la pulizia e l’ordine che vige tutt’attorno. Nel piccolo locale di ristoro troviamo Elena che ci accoglie con il suo dolce sorriso ed ancora una volta apprezziamo i suoi modi aggraziati, l’affabilità ed il riserbo nel trattare con il prossimo.
Salutiamo e ringraziamo Elena e con il camper percorriamo il viale alberato in salita di circa 1 Km che ci porta a parcheggio del castello, immenso monumento riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e la cui immagine è stata incisa sulla moneta da 1 centesimo di Euro.
Il Castello è veramente imponente ed il color paglierino della pietra con cui è stato eretto, accentua maggiormente l’eleganza delle sue 8 torri ottagonali che formano la sua insolita struttura ed il suo bel portale di ingresso che alle 9,30 viene aperto.
Fra tutti i castelli da noi visitati in occasione dei nostri viaggi, devo proprio ammettere che questo è una vera eccezione ed è unico nel suo genere. Tanto per iniziare non è ancora adesso conosciuta l’esatta funzione dell’imponente edificio fatto costruire da Federico II nel 1240.
La sua forma ottagonale con le 8 torri egualmente ottagonali dona al maniero l’ipotetica forma di una corona. Sta di fatto che il numero otto è onnipresente tanto che ottagonale è anche il cortile interno, otto sono le camere di un piano e otto quelle del secondo piano ed otto sono le varie decorazioni incise sui pilastri interni.
Inoltre il castello non è in posizione strategica e non è attorniato dal solito fossato né protetto dal ponte levatoio. Le ipotesi circa l’utilizzo del castello sono state molteplici ed ancora oggi il maniero è fonte di mistero anche perché é ricco di simbolismi che hanno da sempre appassionato e fatto ammattire gli studiosi.
Una delle ipotesi meno enigmatiche è quella che fosse stato eretto esclusivamente come monumento atto a dimostrare il potere imperiale. Il castello infatti è posizionato su una collina della catena delle Murge Occidentali a 540 mt. s.l.m. in modo da essere visto a distanza di molti chilometri affinché il popolino ricordasse la presenza dell’imperatore ed evitasse così sommosse popolari.
Entriamo nel misterioso maniero con Charlie in braccio ma alla biglietteria ci viene comunicato che il nostro cagnolino può entrare solo se sistemato all’interno di una borsa. Conoscendo il comportamento di Charlie, garantisco con sicurezza che se lo prendo in braccio non cercherà di scendere, mentre dentro ad una borsa è scontato che non ci vorrà stare!
Niente da fare, la signora è irremovibile e ciò che ci disturba molto è il tono piuttosto arrogante con cui comunica con noi. Onde evitare spiacevoli discussioni pensiamo di portare Charlie in camper e quindi chiedo informazioni circa la durata della visita. La signora ancora con tono stizzito e contrariato mi riferisce che la visita delle 8 sale inferiori e delle 8 sale superiori può durare 15 minuti o tutta la mattina a seconda della nostra voglia di leggere tutti i tabelloni esplicativi presenti nelle varie sale. Evito ancora di mandarla a quel paese, ringrazio per la “gentilezza” ed usciamo dal castello: ci è passata la voglia di effettuare la visita!
Per carità, siamo ormai abituati ai tanti no nei confronti di Charlie e sappiamo che le regole vanno rispettate pur non comprendendo la differenza tra Charlie nella borsa o Charlie in braccio!
Ciò che però non accettiamo sono i toni arroganti ancora in un periodo dove il turismo è fermo, noi eravamo gli unici e primi visitatori ed alla cassa non c’era quindi coda!
Probabilmente non gli saremo stati simpatici oppure abbiamo azzeccato la mattina che la “gentil donzella” si è alzata con il piede sinistro! Capita!
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Prima di rientrare in camper, effettuiamo ancora il giro perimetrale del castello, scattiamo ancora qualche foto al bel maniero illuminato dal sole ed ammiriamo ancora il superbo panorama che la posizione elevata offre sulla vallata sottostante e sulla città di Andria che emerge dal verde della vegetazione.
Con questa visita termina la nostra bella vacanza in Puglia e Basilicata ed alle 11 inizia il nostro viaggio di ritorno.
Con l’autostrada ci spostiamo velocemente ed all’imbrunire decidiamo di cercare un luogo idoneo per trascorrere la notte. Grazie alla solita Guida delle Aree di Sosta, alle 18 troviamo sistemazione nella bella area attrezzata di Loreto, situata a solo 5 Km dall’uscita dell’autostrada e ad un centinaio di metri dal famoso Santuario.
L’area è gestita dalla Pro Loco ed é piuttosto ampia. E’ aperta tutto l’anno e fornisce energia elettrica, bagni con docce, lavelli per stoviglie e biancheria, carico e scarico. Le piazzuole sono perfettamente in piano e su pavimentazione a blocchetti. Il costo per una notte è di €. 15 con energia elettrica.
Si accede nell’area dall’ingresso sorvegliato da un volontario della Pro Loco, il quale ci richiede i documenti, ci registra e ci rilascia tanto di ricevuta assieme ad una cartina di Loreto e ad un depliant pubblicitario di un’altra area camper presso le Grotte di Frasassi. Quanta efficienza!
Per Charlie è stato un pomeriggio sedentario e dopo cena facciamo una breve passeggiata intorno all’area, cosa che ha dimostrato di gradire molto. D’altra parte tutti i luoghi nuovi sono per lui una vera lusinga !
Anche questa giornata finisce in bellezza e questa sera dormiamo protetti dalla donna angelica nera che ci vigilerà dall’alto e dalla finestra della camera possiamo osservare la fantastica cupola del Santuario perfettamente illuminata.
Km. percorsi oggi: 448 Km. progressivi: 2.709

Sabato 11 Gennaio 2014 (Loreto - Santena)
E’ inutile affermare che la notte è trascorsa benissimo ed in un “religioso” silenzio. A parte le battute, il luogo è proprio tranquillo e l’area vista alla luce del sole si conferma ottima e ben tenuta.
Rimandiamo la visita al Santuario e della cittadina ad un nostro prossimo viaggio perché ormai questa vacanza è finita ed è nostra intenzione arrivare a casa con la luce del giorno.
Alle 9,30 lasciamo la bella area con sole e temperatura mite. Ritorniamo velocemente sull’autostrada e quasi subito ci ritroviamo di fronte ad una fitta barriera di nebbia che ci accompagna per un lungo tratto.
La nebbia a poco a poco si dirada ma persiste una triste foschia: la tentazione di fare retromarcia e tornare al Sud è forte!
Alle 17, con tempo ancora brumoso, facciamo il nostro ingresso nel cortile di casa.
Charlie come sempre ci sorprende e ci commuove ogni qual volta rientriamo a casa dopo diversi giorni di assenza, perché a circa un chilometro da casa inizia a piangere ed agitarsi: è incredibile!
Il nostro piccolo amico poi annuncia il nostro rientro a tutto il vicinato abbaiando e correndo a perdifiato per tutto il cortile.
Km. percorsi oggi: 586 Km. progressivi: 3.295
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Dall’interno di un trullo: arrivederci a presto!

CONCLUSIONI
L’esperienza invernale è stata super positiva tanto che in diverse occasioni ci siamo pentiti per non aver approfittato, negli inverni passati, della grande opportunità che offre il sud della nostra bella patria.
Con questa è la terza volta che ci rechiamo nel Sud Italia e dobbiamo ammettere che siamo sempre tornati appagati ed entusiasti sotto tutti i punti di vista.
Anche in questo caso non abbiamo nulla da recriminare: i presepi viventi, vero scopo del nostro viaggio, si sono rivelati una stupenda sorpresa ed un’esperienza indimenticabile e da rivivere; i luoghi visitati non hanno tradito le nostre aspettative; l’ospitalità è stata eccellente ed il cibo ottimo.
Giunti a questo punto potrei concludere visto che tutto è bello e buono. Ma non è così perché alcune pecche sono state da noi individuate e sono stati diversi i fattori che non abbiamo condiviso.
Però se facciamo un bilancio tra negativo e positivo, emerge sicuramente il lato soddisfacente. Viaggiare in bassa stagione è sicuramente penalizzante perché i servizi sono ridotti ed a metà pomeriggio il crepuscolo spinge via il sole e lo costringe alla ritirata, ma è altrettanto appagante perché offre la possibilità di beneficiare pienamente dei luoghi, di notare meglio i pro ed i contro e di essere oltremodo apprezzati essendo pochi i turisti in circolazione. L’ospitalità della gente del sud è sempre eccezionale ma immaginiamo che quando mezzo mondo si riversa nei luoghi di villeggiatura, le attenzioni verso l’ospite non possono essere così esclusive e piacevoli come è successo a noi. L’ennesimo vantaggio offerto dal fuori stagione è l’assenza dei parchimetri perché gran parte di essi viene rimosso al termine della stagione estiva. I pochi presenti non sono comunque funzionanti ad eccezione di Lecce, dove abbiamo pagato la sosta.
Ogni volta che andiamo al sud non posso fare a meno di provare emozioni contrastanti che si intervallano fra stupore e rabbia. Lo stupore si trasforma in emozione ogni qual volta i miei occhi si posano sulle tante meraviglie che in questo caso ci hanno offerto Basilicata e Puglia; la rabbia rimane tale e produce nel mio animo una forte amarezza.
A tale proposito non posso evitare di polemizzare sul fatto che il nostro fantastico sud sia super gettonato nella bella stagione e snobbato per il resto dell’anno. E’ assurdo e riduttivo che la maggior parte delle persone pensi al sud solo per le ferie ed il mare. Il nostro sud è un patrimonio inestimabile di storia, di arte, di bellezze naturali, di mare e di monti, di città uniche ed esclusive, di agricoltura, di gastronomia. Il clima poi è forse più accogliente in inverno rispetto alla canicola estiva. Di fronte a tali condizioni come è possibile non approfittarne ed incentivare il turismo per tutto l’anno?
Se così fosse ci sarebbe lavoro per tutti, i giovani non sarebbero costretti ad emigrare in cerca di occupazione e non ci sarebbe la necessità di alcuna forma di assistenzialismo. Troppo facile ed elementare?
Sarebbe utile prendere esempio dai francesi che riescono a pubblicizzare e valorizzare anche un mucchio di pietre. Ma se in territorio d’oltralpe ci fossero la pregiata ed unica Matera con i suoi magici Sassi e la strabiliante ed esclusiva Alberobello; i preziosi patrimoni storici di Pietrapertosa, Cisternino, Specchia, Locorotondo, Ostuni, Otranto, Monopoli, Acaya, Massafra, Nardò; il raffinato barocco di Lecce, l’incantevole Gallipoli che offre storia e mare, la sorprendente Polignano a Mare, e l’elegante Santa Maria di Leuca , cosa farebbero i nostri cugini francesi?
Nella nostra bella patria “I Borghi più belli d’Italia” sono tantissimi e molti sono proprio al Sud. Noi abbiamo avuto l’opportunità di visitarne alcuni ed apprezzando moltissimo la straordinaria ed unica bellezza ed il clima, ci è assolutamente spiaciuto il trovarli tristemente deserti. Il turismo invernale sarebbe proprio utile a far conoscere queste pietre preziose che offrono delle vere rarità anche nel sottosuolo e nei sotterranei delle città.
Come non apprezzare poi quel piccolo paradiso terrestre che è il Salento immerso nella vastissima e stupenda distesa di ulivi che si contendono il primato di appariscenza con le incantevoli spiagge, falesie e grotte tra il Mare Adriatico ed il Mar Ionio.
Come dimenticare quei sorprendenti agglomerati di case bianche con i tetti terrazzati sui quali fra gli altissimi pali delle antenne i panni stesi asciugano al sole e si lasciano agitare al vento e quei dedali armoniosi di stradine lastricate, ornate di fiori, dove tutto è grazioso ed intimo, dove regna ovunque un gran senso dell’ordine e del rispetto.
La Valle d’Itria e la Murgia dei Trulli sono state una fantastica scoperta mentre dell’Alta Murgia abbiamo raggiunto esclusivamente Andria per visitare il famoso maniero di Castel del Monte ancora oggi avvolto da enigmi e misteri. La visita a quest’altra bella zona della Puglia è solo rimandata alla prossima puntata.
La Basilicata poi incanta per i suoi crinali montuosi, i selvaggi calanchi e le primitive gravine che si alternano a valli boscose e lussureggianti.
In una delle tante soste effettuate abbiamo avuto modo di sentire alcune critiche circa la gestione del territorio del Sud Italia, in generale. Anche noi, in questo viaggio, abbiamo riscontrato situazioni di ordine e pulizia piuttosto precarie appurando inoltre che nella maggior parte dei casi l’incuria è la conseguenza di comportamenti maleducati ed incivili.
Sono dell’idea che questo è ormai un fenomeno nazionale ma nella fattispecie del sud non bisogna assolutamente fermarsi alle apparenze. Come si suol dire “l’apparenza inganna” e dietro le esteriorità si nascondono dei tesori introvabili ed inestimabili, tanto che per apprezzarli tutti o quasi non sarebbero sufficienti sei mesi di soggiorno.
Le ottime condizioni meteorologiche hanno poi contribuito all’ottima riuscita di questo nostro primo viaggio invernale.

Per qualsiasi altra informazione e qualora vogliate la mia e-mail contattate lo Staff di Camperfree
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