Abruzzo bruciano le Farchie

Fara Filiorum Petri (CH)

dal 13 al 17 gennaio 2012

Fara Filiorum Petri in provinicia di Chieti celebra la tradizionale festa del "Le Farchie"e S.Antonio.

Sant'Antonio viene festeggiato con le "farchie" in una celebrazione dove iniziano i riti carnevaleschi, testimoniati anche da cibi tradizionali della festa quali crespelle, cauciune, serpentone.

La festa che cade nel periodo invernale ha come simbolo centrale il fuoco purificatore, allontanatore del male, che prepara l'ascesa dell'astro solare necessaria per nuovi e abbondanti raccolti. Tra gli aspetti rituali più interessanti di questa festa si distinguono le tradizioni melodiche teatrali, i canti e le sacre rappresentazioni.

Cosa sono le farchie? Le farchie sono dei fasci cilindrici di canne legati con rami di salice rosso dal diametro di cm 70-100 ed una lunghezza di mt. 7-9. Di solito sono preparate dalle contrade Colli, Madonna, Mandrone, Forma, Vicenne, Fara Centro, Crepacci, Campo Lungo, Colle Anzolino, Via S.Antonio o Colle San Donato, Sant'Eufemia, Giardino e Pagnotto, per essere portate in processione nel pomeriggio del giorno 16 gennaio dalle contrade sino al Largo antistante la chiesa di S.Antonio Abate, per essere innalzate ed incendiate con una simpatica rappresentazione coreutica.

Il giorno 16 gennaio dalle contrade partono trattori decorati con sopra le farchie. E prima di iniziare il viaggio i cortei usano recitare le litanie lauretane. Un suonatore di "trevucette" si mette a cavallo della farchia mentre un tamburino si mette a capo del corteo. I contradaioli scaricano la farchia poggiandola sul suolo e al segnale del "capofarchia" la innalzano in piedi. Quando tutte le farchie sono alzate si dà inizio all'incendio. Con dei mortaretti si dà fuoco alle sommità.

Dopo Natale i contradaioli si organizzano per questuare e raccogliere le canne. Esiste rivalità tra le contrade perchè i rappresentanti si sottraggono furtivamente le canne, perciò quelle raccolte spesso vengono conservate in ambienti chiusi, al riparo dall'umidità.

Il nome "farchia" potrebbe avere origine in "fòrchia" che in dialetto significa caprile - dal latino "fùrcula" da cui farchja per intendere le canne intrecciate che delimitano il caprile nella stalla; oppure da "farchjié" canna palustre con cui si impagliavano le sedie o si bruciavano le setole del maiale.
In Abruzzo "farchie" indica anche una fiaccola di canne oppure legna che si brucia la notte di natale o nella festa dei santi patroni.

www.comunefarafiliorumpetri.it
Altre Info 0871.70112