Compiano
Compiano
Sono gli Orsanti.
Le imprese di queste incredibili persone sono raccontate in alcuni libri, ma colei che riuscì a tramandare l’ideale, i principi, nonché il lavoro degli Orsanti fu Maria Teresa Alpi. Compianese, ma cittadina del mondo, con un passato nella moda e nell’arte dove era conosciuta come Donna Esa, riuscì a collezionare cimeli e ricordi che gli eredi delle famiglie orsanti decisero di mettere a disposizione. Fu sempre lei a creare un appuntamento fisso a Compiano con l’apertura delle antiche botteghe e il “Festival dei Girovaghi” in ricordo delle vite degli Orsanti.
Vi abbiamo incuriosito?
Compiano è la meta da mettere nella vostra agenda!
Dalle “case-torri” ad abitazioni più semplici e con pochi piani. I ciottoli bianchi e neri raccolti dall’alveo del Fiume Taro, che insieme vanno a ricreare disegni e geometrie sono la “strigaa”, ovvero la pavimentazione della strada del suo centro storico. Et voilà… siamo nella terra di mezzo, dell’Emilia, colei che incastonata tra Liguria e Toscana ci dona paesaggi indimenticabili. Siamo nell’Alta Val Taro. Siamo a Compiano.
Percorriamo dunque la strigaa, la strada principale che taglia Compiano. Unica indicazione, abbiate il naso all’insù, perché solo così potrete innamorarvi di questo luogo. Zigzagando tra le diverse piazzette, percorriamo stretti viottoli con scalini ripidi che collegano discretamente la via superiore con quella inferiore del paese. Son chiamati “carubbi”… un retaggio ligure, ricordano infatti i peculiari “caruggi” genovesi.
Centro storico e musei
Seguendo la via lastricata si arriva alla piazza centrale, una suggestiva terrazza sul Taro, vicino la quale si trova la Chiesa di San Giovanni Battista, databile probabilmente al periodo longobardo, sulla quale sono stati eseguiti restauri importanti nel 1700. Al sui interno si trovano elementi artistici e scultorei di notevole valore, come il Santo Crocifisso Miracoloso, scultura lignea risalente al XV sec. Degno di nota è anche l’antico Municipio e tribunale di Compiano sulla cui facciata si trova un grazioso terrazzino seicentesco e che al suo interno conserva le prigioni, anticamente utilizzate per i reati amministrativi. Stagionalmente è possibile farsi accompagnare da una guida abilitata che vi mostrerà tutte le caratteristiche nascoste del paese.
All’apice del Borgo si staglia il Castello, la sua costruzione è probabilmente cominciata da una antica torre carolingia intorno alla quale, nello scorrere dei secoli, si è sviluppato l’intero maniero che oggi si presenta come possente struttura quattrocentesca con ampliamenti sei-settecenteschi. Con il declino dello Stato Landi e sotto il Ducato di Maria Luigia divenne prigione di Stato dove furono rinchiusi anche i carbonari dei moti del 1821. Nel 1900 venne adibito a collegio femminile, per poi tornare abitazione privata per la Contessa Gambarotta. Qui è possibile visitare due musei in un unico percorso guidato: museo “Raimondi-Gambarotta”, cioè gli appartamenti arredati dall’ultima proprietaria, con oggetti molto interessanti provenienti da tutto il mondo, e il museo “Orizzonti Massonici”, realizzato a partire da una donazione privata di cimeli di massoneria anglosassone, che ne ripercorre la storia. Il Castello è anche hotel, nel meraviglioso parco è possibile godersi un cockatil a bordo piscina e pranzare o cenare nel vicino ristorante.
Amate il verde, l’escursionismo, una vacanza en plein air, andate allora in direzione del Monte Pelpi!
Partiamo dal Passo Colla, tra castagni, cerri, querce, che nascondono bellissimi e sorprendi sentieri fino alla sommità del Monte Pelpi, a circa 1490 metri di altezza. Dalla cima si gode di una eccezionale panoramica sulle Alte Valli del Taro e del Ceno. Il paesaggio è peculiare: si osservano estese praterie che passano, a quote inferiori, a fitti boschi di faggio, per poter osservare lungo il sentiero e nelle distese verdi una flora molto ricca, tra narcisi selvatici, genziane, orchidee e crochi. Aguzzate lo sguardo, non sarà difficile trovare tracce fossili prodotte da organismi limivori che rielaboravano i sedimenti dei fondali marini,ebbene sì, la Val Taro è un antico fondale marino… alla ricerca di sostanze necessarie al loro nutrimento. Il percorso è caratterizzato da sorgenti di acqua freschissima, ruscelli e piccoli laghi.
In questo percorso, come in molti altri a Compiano, è possibile avventurarsi a piedi, in bicicletta, per chi volesse è possibile farsi accompagnare da esperte Guide Ambientali Escursionistiche, per poter scoprire altre interessanti curiosità sulla Valle.
Si può andare anche a cavallo, infatti proprio sotto al paese è presente un maneggio. La zona di Compiano e della Val Taro è piacevole in tutte le stagioni, con la dolce brezza della prima estate o il sole del mezzogiorno invernale, ogni momento dell’anno è capace di regalare emozioni diverse. Compiano è inoltre parte del circuito “Castelli del ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli”.
Per creare un ottimo connubio tra storia e outdoor, si può pensare anche alle vie storiche: tradizionalmente Compiano rientra nel percorso della Via Marchesana, sui passi della famiglia Malaspina ufficialmente prima proprietaria del nucleo originario del borgo, che partendo da Pavia e arrivando ad Aulla attraversa, appunto, alcuni comuni della Val di Taro. Essa viene anche annoverata tra le vie francigene di Montagna.
Cucina
La buona cucina è un fondamento di Compiano: qui si trovano osterie e agriturismi che sanno proporre i piatti della più radicata tradizione, ma anche ricreare un perfetto bilanciamento tra tradizionale e innovativo. Ogni locale è pronto a presentare le tipiche torte salate di patate, riso o erbette, la “torta fritta” con salumi nostrani, i primi piatti di pasta fresca accompagnata al celebre Fungo Porcino IGP, i secondi piatti di selvaggina e il tipico “latte in piedi”, dolce simile al creme caramel. Il tutto nella splendida cornice di Compiano, abbracciato in lontananza dal crinale dell’Appennino Tosco Ligure Emiliano, che lo separa dal mare.
Tradizioni religiose
La cultura non manca a Compiano, che la ritrova anche nelle proprie tradizioni. Le più importanti sono legate alla sfera religiosa, come la Benedizione delle Acque del Taro, che avviene ogni anno la prima domenica di luglio, quando si portano in processione le statue della Madonna e di San Rocco, che si incontrano sulle rive opposte del fiume Taro, del quale vengono poi benedette le acque, in ricordo della fine dell’epidemia di peste che nel Seicento aveva colpito anche la Valle del Taro. La tradizione prevede che l’acqua resti inalterata negli anni se la si raccoglie proprio quel giorno.
Un’altra tradizione, ma più recente, è quella del Santo Crocifisso Miracoloso, una antica scultura lignea databile al 1400 che si dice miracolasse i soldati della Prima Guerra Mondiale che prima di partire per le campagne belliche si fossero votate ad esso. Questo culto è quindi molto recente, ma non meno sentito, e viene festeggiato ogni anno il 14 agosto con la celebrazione religiosa e una manifestazione nella piazza del Paese. Dall’anno scorso il comune proprio per questo particolare è entrato a far parte dell’Associazione delle città del Santo Crocifisso.
La Millenaria Fiera di San Terenziano affonda le radici nella più antica storia di Compiano: da oltre mille anni ancora oggi i primi giorni di settembre a Isola di Compiano viene organizzata una fiera agricola e gastronomica che richiama visitatori dalle vicine province.
Eventi estivi 2021
Quest’estate torna a Compiano il Festival degli Artisti di Strada, rivisto nella sua forma orginaria a causa dell’emergenza sanitaria ancora in atto, che sulla scia degli Orsanti riporterà Compiano all’atmosfera dei loro viaggi, anche grazie ad una mostra dedicata; il tutto in collaborazione con la Consulta degli Emiliano Romagnoli nel mondo.
Saranno organizzate da giugno ad agosto anche altre serate di intrattenimento sia musicale che teatrale, in collaborazione con Comuni limitrofi, associazioni locali e club nazionali come “I Borghi più belli d’Italia” di cui Compiano è socio fondatore.
A fine estate il Comune di Compiano presenterà un convegno, con l’appoggio dell’Associazione Genius Loci della famiglia Floridi Doria Pamphili che avrà come principale oggetto un documento datato 27 Febbraio 1021, custodito nell’archivio Doria- Pamphili-Landi, in cui compare probabilmente per la prima volta l’antico toponimo “Campoplano”, che identificava la piana ai piedi del borgo, in cui veniva storicamente realizzato un ampissimo mercato.
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