In barca sul canal du Midì
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In barca sul canal du Midì
di Catarvoyageur
Iniziamo il viaggio, imbarcandoci a Civitavecchia, traghetto "Eurostar Barcellona" della Grimaldiline, per raggiungere Barcellona e poi risalire verso la Francia. Auto, 4 persone in cabina € 197, praticamente la spesa per la nafta ed il pedaggio autostradale e vuoi mettere i km alla guida evitati.
1° giorno
Partiamo di giovedì, check-in e imbarco della vettura, la nave parte in perfetto orario alle 19. La cabina assegnataci, non è grande ma comunque comoda. Il poco spazio dedicato alle cabine fà sì che memorizzare i ponti, corridoi e scale è facile. Sosta al bar per un caffè, visita al "Casinò" e ispezione al ponte, spazio utile per noi fumatori. La nave è dotata di ristorante e tavola calda ed i prezzi non sono sembrati eccessivi, restava da controllare la qualità del cibo, Buono!. Serata trascorsa al piano bar dove alcuni passeggeri, nonchè il simpaticissimo Nostromo, si esibivano con il karaoke. La notte trascorre tranquilla sino a che non raggiungiamo il golfo del leone, quello di fronte Marsiglia, il rollio della nave mi sveglia, i miei trascorsi marinari fanno sì che non mi preoccupo più di tanto e mi rimetto a dormire.
2 ° giorno
Ancora in balia delle onde, svegliandomi avverto il disagio del leggero rollio, ma senza avere il mal di mare che Pina, dopo l' ultima frase famosa: "NON HO IL MAL DI MARE" della sera prima, avverte in maniera molto forte. Arrivo in ritardo a Barcellona. Sbarco. La città è ordinatamente caotica, lasciata la macchina in uno dei tanti parcheggi sotterranei che si trovano sul nostro percorso, proprio come a Roma. Cerchiamo un hotel nei dintorni senza trovarne la disponibilità, in verità non ci siamo neanche sforzati molto. Decidiamo di ripartire per la Francia dopo aver visitato la rambla e fatto un salto alla Sagrata Famiglia. La Rambla è come la immaginavo, un lungo viale con ambulanti, artisti di strada e diversi carteristas, per un occhio attento, facili da individuare. La percorriamo sino a plaza Catalunya dove con un taxi andiamo alla Sagrata Famiglia del Gaudì, la trovo orrenda e mal circondata, pronto a ripensare il tutto quando avrò modo di poterla ammirare senza fretta. Cena in un ristorante nei pressi della cattedrale, dove ci vengono servite delle pessime e stantie tapas a € 24 per porzione da 2, fortunatamente ci siamo rifatti con le bistecche con patatine fritte. Riprendiamo l'auto dal garage, nonostante il navigatore satellitare mi remi contro, trovo la via che ci condurrà alla frontiera. L'indicazione di un motel nell'autogrill a "La Jonquera" ci ha fatto fermare a pochi km dal confine che erano ormai quasi le due, lo troviamo completo, notiamo le insegne di altri hotels a ridosso dell'autostrada. Due ottime stanze, le troviamo, a € 60 cadauna, all' hotel Tramontana. Capirete facilmente il perchè del nome se vi ci troverete a passare.
3 ° giorno
Colazione ed un salto al vicino supermercato dove abbiamo fatto rifornimento di sangria e sigarette L&M a € 2,20, le mie adorate MS non c'erano. Riprendiamo il cammino alla volta della Francia. Arriviamo ad Agde verso le ore 12.30, l'ufficio della Nautic è chiuso per la pausa pranzo, attendiamo l'apertura alle 14. Il tempo a disposizione l'occupiamo per visitare l'écluse Ronde di Agde. Attirati da una musica chiaramente fieristica, ci inoltriamo per un sentiero, che ci porta dopo un centinaio di metri nel bel mezzo di una festa paesana. Esposizione, degustazione e vendita di prodotti del territorio, e noi degustiamo!! Altre persone sono in attesa al nostro ritorno al porto. Dopo il disbrigo delle pratiche di rito, ci viene mostrata la "Michel Vaillant" un Tarpon 32 duo prestige, che sarà la nostra dimora per i prossimi 7 giorni, controllo accurato di quanto ci veniva assegnato: stoviglie varie, lenzuola con relativi piumoni, nonostante fosse giugno si sono rivelati utilissimi, àncora, funi e paracolpi. Una breve lezione di guida con spiegazione del funzionamento dei vari pulsanti, un giro all'interno del porticciolo con relativo attracco. In mezz'ora siamo abilitati alla guida di una barca di ben 11 metri di lunghezza per 4 di larghezza. ...
1° giorno di navigazione
Siamo in navigazione da una buona mezz'ora. Le difficolta iniziali dovute al forte vento con la confidenza al timone, sono passate, la barca comincia a procedere diritta e non a zig zag. Il passaggio di un primo ponte, largo solo una quarantina di cm più della barca, ne è stata un' ulteriore conferma. La prima chiusa, con un pò di mira entriamo. Franco (il capitano) al timone ed io (il nostromo) alle corde. Lancio la fune di prua, aggancio alla bitta, la tiro per accostare la barca, stessa operazione per la fune di poppa. I portelloni si chiudono, l'acqua che ci farà salire al livello del canale successivo entra velocemente, il turbinio che crea fà muovere la barca che comunque resta vicino alle pareti senza difficolta. Finalmente siamo su, il battesimo della prima chiusa è riuscito benissimo, ora possiamo definirci "lupi di ... canale". Tralasciamo di fermarci a Portiragnes e Vias proseguiamo fino a Villeneuve le Beziers ove contiamo di arrivare per le 20. Superiamo l' ouvrages du Libron , un passaggio mobile concepito per far fronte alle piene violente di un piccolo fiume, con l' aiuto di un sistema di valvole e di coperture. Arriviamo al porticciolo di Villeneuve , molte le barche già ormeggiate, alcuni arrivati prima di noi altri di residenti fissi a giudicare dai vasi fioriti messi in bella mostra sul ponte. La manovra per l'attracco è da veri lupi di canale. Tolta la catenella di sicurezza, salto giu dalla barca e con in mano due picchetti ed una mazzetta, ancoriamo la barca per la notte. Ora possiamo iniziare ad usufruire delle comodità della barca appieno, una doccia bollente e cambio d'abito per l'uscita in paese. Villeneuve le Beziers è un piccolo villaggio a pochi km dalla più caotica Beziers. Ci inoltriamo per le ordinate vie del villaggio senza tralasciare di visitare alcune cantine che espongono la loro produzione vinicola, compriamo alcune bottiglie di moscato veramente buono, ammiriamo la facciata di una palazzina di due piani, l'altezza massima delle case del villaggio, ricoperta interamente da un " trompe l'oeil " veramente ben fatto. Ne abbiamo ammirati ancora in altri paesi della Linguadoca. La piazza del Mairie con la sua mediateca, un palco allestito per una festa, un paio di bistrot con i suoi tavoli all'aperto dove contiamo di ritornare per un pastis dopo cena. Comperiamo al supermercato delle baguette e ritorno in barca per la cena. Per il pastis siamo ritornati in piazza dove, seduti ad un tavolo del bistrot, abbiamo scherzato con il cameriere circa l'esito dell'ormai prossima partita della Francia con l'Italia. Ci siamo addormentati con lo starnazzare delle anatre e richiami vari di altre specie di uccelli di cui il canale è pieno.
2° giorno di navigazione
Il viaggio inizia con il passaggio dell' écluse di Villeneuve, manovra riuscitissima grazie all'apporto di una giovane e bella éclusier. Direzione Béziers, distanza 8 km che copriamo in 2 ore circa. Il porto di Beziérs è provvisto di banchine ma le colonnine per acqua e luce sono distrutte. Ci fermiamo e prepariamo un primo piatto, alcuni formaggi e dell' insalata per il pranzo. La chiusa, per uscire dal porto è alta una 15na di metri, il sistema di ancoraggio, a pertiche verticali, ci consente di stabilizzare la barca senza per questo dover scendere a terra. Risalita la chiusa ed usciti dal porto incontriamo un'altra grande opera: le pont canal,l un ponte che sormonta il fiume Orb attraversandolo per tutta la sua larghezza. Percorsi altri 300 metri e le molte imbarcazioni ferme indicano che siamo arrivati alle chiuse di Fonseranne, una serie di sette chiuse consecutive atte a rimontare un dislivello di circa 40 metri. In attesa del nostro turno, ormeggiamo la barca. Una moltitudine di gente è accorsa per una festa organizzata in occasione di un non bene precisato centenario, forse delle chiuse stesse. Molte le bancarelle che propongono prodotti locali, dei quali abbiamo fatto rifornimento: vino, formaggi, miele e pane con le noci. Il semaforo verde ci fà capire che è ora di ritornare alla barca per iniziare le manovre di risalita. L'ingresso nella prima vasca è diverso dalle altre chiuse, qui ora siamo in 4 imbarcazioni contemporaneamente, in più inizia a piovere. Ci sistemiamo ai nostri posti, chi a poppa chi a prua ed io a terra ad ancorare le funi che mi verranno lanciate, mentre il capitano, per solidarietà e ben saldo al timone esterno, un pò d'acqua anche per lui. L'operazione è durata circa un ora, una volta colmato il dislivello passiamo ai comandi interni, barra a dritta, velocità 8 nodi e via sparati, si fà per dire, verso Colombiers che dista circa 12 km. Il porto è accogliente, luce ed acqua funzionante. Breve manovra in avanti della barca, frenata con la retromarcia, barra a dritta e in retromarcia parcheggiamo la barca al molo, entrando con precisione tra due barche già parcheggiate. Collegamento del filo elettrico, riempimento del serbatoio acqua e escursione a Colombiers. Capatina all'ufficio del turismo, al suo interno: una mostra di pittura di un artista locale, esposizione di vini della zona, e annessa cantina con carpenteria in legno di castagno e ferro nientepopodimeno che attribuite ad Eiffel dalla solerte impiegata, si proprio quello della torre, ma i prospetti informativi non ne accennano affatto. Il villaggio è curatissimo, pulito, con immancabile il castello, la chiesa e la piazza del comune, dove un cartello di esecuzione lavori indicava il 2007 come data ultima di consegna dei lavori di ristrutturazione di un edificio pubblico. Un buontempone ha visto bene di scriverci con la bomboletta spray: réveillèz vous, sommes en 2008. ...
3° giorno di navigazione
Beviamo il caffè con lo sguardo fisso sui depliants presi la sera prima alla maison du tourisme e ci proponiamo delle tappe: la cave viticole du Chateau de Colombiers e l'église de Colombiers, santuario sotto il patrocinio di San Silvestro. Altri siti nei d'intorni di Colombiers, ci andremo poi in barca; la Via Domitia, risalente al 118 a.C., un collegamento alla Spagna; l'Oppidum d'Ensérune con tutta la ricchezza archeologica di questo sito riportata alla luce nel 1915; l'Etang de Montady-Colombiers, uno stagno che presenta tracce di banchi d'ostriche e altri fossili marini. Il Tunnel di Mal Pas appare all'improvviso dopo una curva del fiume. Lo vedo a circa 200 metri, cerco di scorgere se vi sono altre imbarcazioni in discesa e inizio la manovra di avvicinamento rallentando la pur già lenta andatura. Passare il tunnel, un centinaio di metri in lunghezza, largo poco piu della larghezza della nostra barca, al buio ..... chiudo gli occhi e mi affido alla speranza di aver preso bene la mira. Imbocchiamo il tunnel, mentre il capitano filma divertito la scena, riapro gli occhi e .... è andata, siamo all'interno di quella che è un opera di ingegneria molto importante, in quel punto si sovrastano diverse costruzioni: in sommità a livello zero c'è la via Domitia, 10 metri sotto il tunnel di Mal Pas, a meno 20metri c'è il tunnel della ferrovia e ad un livello di meno 30 un tunnel di scolo dello stagno di Montady-Colombiers. La leggenda vuole che a metà del tunnel, in un anfratto sito in alto, ci fosse un eremita che viveva di quello che i pescatori, passando di lì, gli mettevano nel cesto che calava da una finestrella. La finestrella c'è!! Usciamo dalla galleria fluviale per tempo che già un imbarcazione si avvicinava sparata verso il tunnel, manovra di accostamento alla riva destra: ha la precedenza chi scende .... e noi salivamo. Ci fermiamo a visitare il tutto. Ripartiamo che sono le 17,30, passiamo Pohilés, e a tutta velocità (si fa per dire) verso Capestang che raggiungiamo che sono quasi le 19 (orario di chiusura alla navigazione del canale). Per tutto il percorso siamo stati accompagnati da un paesaggio ricco di vigneti, ogni tanto una masseria, visitabile e dove all'occorrenza si può comprare del buon vino o prodotti tipici della zona (i souvenir che preferisco). Vasta scelta di percorsi a Capestang, passeggiate vignaiole, visita del villaggio e una varietà di paesaggi offerti da questo borgo ai limiti di uno stagno, da cui prende il nome, si può definire una piccola Camargue. Il castello e la colleggiale di St. Etienne sono il segno della potenza della chiesa a Capestang, difatti l'arcivescovo di Narbonne e signore del posto(XII secolo) è il personaggio piu potente della Linguadoca, uno dei prelati più ricco di Francia Il castello di Montels, Poilhes, Nissan ed altri sono tutti di sua proprietà. Cena all'aperto, il tempo lo permette, ed a nanna.
4° di navigazione:
tempo nuvoloso con pioggia
Il tempo è decisivamente peggiorato, più si va verso Carcassonne e più il meteo non promettono niente di buono. Oggi ci aspetta un trasferimento di 27 km, Capestang - Le Somail passando per Argeliers e Port Minervoise che tralasciamo per il ritorno. A bordo si respira un aria autunnale, le signore sonnecchiano nelle rispettive camere, io e il capitano ci alterniamo al timone. Il paesaggio ci scorre intorno grigio, nonostante ciò, sul bordo del canale (pista ciclabile), qualche temerario passeggia sotto la pioggia. Dopo aver consumato un pasto a base di salumi e sfiziosi formaggi comperati lungo il percorso arriviamo a Le Somail. Il tempo inclemente conferisce a questi borghi, che fanno da cornice al Canal du Midì, una luce particolare che mette in risalto tutta la loro bellezza, il tempo qui si è fermato al medioevo, mancano solo dei cavalieri al galoppo. Il capitano con una manovra da consumato fiumarolo avvicina la prua alla riva, io mi preparo al salto a riva per ricevere le corde che legherò alle bitte ma, complice il terreno scivoloso, come tocco terra ... scivolo e cado rovinosamente a terra rischiando di andare a finire nel canale tra la riva e la barca, mi aggrappo ai ciuffi d'erba .. mi fermo, il pensiero va alla figura di m.... che ho fatto. Il risultato di mesi di palestra sfumati nell'umidità del canal du Midì. Un coro di voci in diverse lingue chiedeva se mi fossi fatto male, con uno scatto felino mi rialzo rassicurandoli che no, non mi ero fatto nulla cercando di soffocare il dolore che provavo dalle parti sacre!!! Visita del borgo, capatina nei negozi per trovare sfiziosità culinarie e rientro in barca per la cena: du rigatoni alla carbonara, formaggi ed insalata accompagnati con un vinello frizzante niente male. Dopo cena succede un fatto che segnerà il prosieguo della navigazione, l'equipaggio non graduato (le nostre mogli) si ribella e non vuol saperne di andare oltre Le Somail per via del tempo, che anche se siamo a fine giugno sembra novembre. Noi graduati saliamo in coperta per discutere sul da fare, portiamo con noi il libro di bordo per consultare le mappe e ridisegnare nuove mete. Dove porta quel canale che abbiamo visto a Port Minervoise? dice il capitano, consultiamo rapidamente le carte e scopriamo trattarsi del canale di collegamento tra il Midì e il canale delle Robinie. Deciso, domani si torna indietro. .....
5° di navigazione:
tempo nuvoloso con pioggia
Lasciamo Le Somail, contiamo di fare tutta una tirata sino a Narbonne, non sappiamo il chilometraggio e ... cosa ci aspetta. Arrivati a Port Minervoise, svoltiamo a destra, lasciamo il Midì ed imbocchiamo il canale di collegamento, fatte alcune centinaia di metri la prima chiusa, questa dobbiamo azionarla noi in quanto è priva di personale.I comandi della chiusa sembrano un dispenser per sigarette, istruzioni in francese, inglese, e tedesco in italiano manco a parlarne. Leggo quanto riportato e premo il primo pulsante..... si apre!!! il capitano entra nella chiusa, i marinai lanciano a turno le cime che prontamente passo intorno alle bitte, premo il secondo pulsante che dovrebbe far defluire l'acqua e far scendere la barca .... funziona!!!! la barca comincia a scendere ... stranamente leggermente obliqua.... che succede? succede che il paracolpi laterale è rimasto incastrato sul bordo del molo, tenendo appesa la barca in modo obliquo. Premo il pulsante per annullare la manovra, nel frattempo il paracolpi si eradica dalla fiancata rimanendo a penzoloni per tutta la sua lunghezza: mo ce tocca ripagà la barca!!! Ripremo il pulsante di svuotamento, l'acqua defluisce completamente e premo l'ennesimo pulsante per aprire le porte, ora vedo la barca una decina di metri sotto di me, la fascia paracolpi è a penzoloni ma ancora attaccata allo scafo solo per una vite. Fermata della barca al molo successivo per vedere il da farsi, occorre un cacciavite per riavvitarla, ad una ventina di metri una casa, suono il campanello, il gentilissimo proprietario a cui ho solo chiesto un giravite mi presta tutta la cassetta attrezzi. Nel frattempo il tempo volgeva al bello. Esecuzione della riparazione ottima, riportata la cassetta attrezzi al proprietario riprendiamo la navigazione. Una decina di chiuse "fai da te" ancora e fino all'ultima è un susseguirsi di salite e scese dalla barca, ho calcolato che dei 20 km di canale almeno 5 li ho fatti a piedi. Un cartello nei pressi dei comandi all'ultima chiusa mi avverte che si sta per lasciare il canale di collegamento e si sta imboccando un fiume, l'Aude, ed indica le precauzioni nonchè il tragitto da seguire una volta nel fiume. Lasciamo la chiusa, il fiume ci appare dopo una curva del canale, ci teniamo sulla destra per non avvicinaci alla parte del fiume con più corrente. Lo prendiamo controcorrente in direzione nord tenenedo questa rotta per un 50 m. poi iniziamo ad attraversarlo per portarci sulla sponda opposta, che rasentiamo fino a quando non vediamo l'imboccattura del canale delle Robinie. Ancora una serie di chiuse, queste con l'eclusier, ed arriviamo a Narbonne. Ci fermiamo ad uno dei primi posti del molo. Il centro città è piu distante di quanto pensassimo, comunque posti barca liberi non ce ne erano più. Visitiamo la Cattedrale, un giro per la città, una capatina allo spettacolare Ponte dei Mercanti, uno dei pochi ponti rimasti, con case e negozi che riccorda il famoso Ponte Vecchio di Firenze e cena in un ristorante nei pressi del canale.
6° di navigazione:
visita di Narbona e ritorno ad Agde
Sveglia alle 7: fatta la colazione, una sistemata alle cabine ed usciamo per finire la nostra visita di Narbonne. Nuovamente alla cattedrale ed i suoi magnifici interni, sbirciati di sfuggita la sera prima. Visita del palazzo arcivescovile e passeggiata per il centro storico con capatine nei suoi negozi di souvenir. La maggior parte del tempo la spendiamo a Les Halles Centrales, il mercato coperto di Narbonne, un capolavoro sotto tutti i punti di vista: architettonico e alimentare, da non tralasciare una pasticceria araba con prodotti veramente squisiti. Presso El Rincon de la Clape per acquistare alcune bottiglie di vini locali e alla Fromagerie Gandolf per i formaggi di pecora o di capra. Partiamo da Narbonne che sono passate le 12, entriamo nella prima chiusa, risaliamo, e navigazione, costeggiando la D13, sino alla prima sosta che facciamo verso le 13 e 30 in un prato attrezzato con tavoli prospicente il canale e dopo aver passato la chiusa di Ranoel. Il frinire delle cicale è la colonna sonora di questo picnic. Passata la chiusa di Moussoulens ritroviamo dinanzi a noi nuovamente l'Aude, lo risaliamo sino all'imbocco del canale di congiunzione con il Midì e ritroviamo una prima chiusa automatica. Momenti di panico nel momento di apertura della chiusa, il capitano non ha ritenuto necessario legarci alle bitte, quando ha cominciato a svuotarsi l'invaso riversando metri cubi di acqua che sballottolano la barca in modo pauroso ed io, solo, a mantenere le funi aiutandomi passando le corde attorno qualsiasi cosa che mi aiutasse a tenere la barca più possibilmentevicina alla riva. Cinque minuti di panico, le mani ancora bruciano, ad acque placate, si aprono le porte ed entrano nella chiusa legando le corde agli appositi tubi. Io salgo a piedi per azionare nuovamente la chiusa e risalire in barca non appena 'usciti. Il seguito del viaggio si svolge in modo tranquillo, superiamo Sallèles-d'Aude, alcuni km e siamo nuovamente sul Canal du Midì, prendiamo a destra e scendiamo, superando Argeliers, alla volta di Capestang dove contiamo di passare la notte. Vi arriviamo che sono da poco passate le 19. Cena in barca .....
Una sigaretta, seduti al tavolo, sul ponte ci permette di tirare un consuntivo della giornata appena trascorsa e preparare un piano per l'indomani, ultimo giorno di navigazione. Contiamo di passare l'ultima notte, quella del venerdì direttamente nel porto di partenza per fare in modo che il sabato si consegna la barca per tempo.E come si dice una chiacchiera tira l'altra che ci troviamo ad avere nuovamente appetito, i formaggi comperati al mercato ed una bottiglia di vino ci fanno compagnia per un'altra buona mezzora, altra sigaretta e a dormire. Bonne nuit!!
7° giorno di navigazione.
Partenza da Capestang destinazione Villeneuve Les Beziers dove contiamo di visitare la città di Beziers. Superiamo Poilhès, il tunnel di Mal Pas e Colombiers per arrivare all'écluse de Fonserannes. Accostiamo e leghiamo la barca alla bitta, il sole cominciava a far sentire la forza dei suoi raggi. Inganniamo l'attesa visitando un negozio di souvenir vicino alle chiuse, compriamo delle bottiglie di vino rosso come souvenir. Il verde del semaforo da inizio alla discesa delle sette chiuse. Mentre aspettiamo il nostro turno socializziamo con altri equipaggi tra cui una coppia di americani poco pratici alle manovre, il nostro consiglio di non legare la barca alla bitta, ma di lasciare la corda libera di scorrere, gli ha evitato di restare appesi mentre l'acqua defluiva. Sosta Pranzo al porto di Beziers e partenza per la più sicura Villeneuve Les Beziers dove lasciamo la barca e con un pullman di linea raggiungiamo Beziers. Visita alla Cattedrale, stupendo il paesaggio sulla valle dell'Orb, una capatina al centro e visita alle Gallerie Lafaiette. Rientro in pullman a Villeneuve L.B. e salpiamo per Agde. Sulla via del ritorno incontriamo molte barche che fanno rientro alla base, che come noi hanno ben pensato di arrivarci la sera del venerdì per avere modo di essere pronti al disbrigo delle formalità di consegna il sabato mattina. Una in particolare ha attirato la nostra attenzione, procedeva lentamente e imprecava per la lentezza del suo motore: merde!! ce bateau ne marche pas. Lo sorpassiamo anche noi, ultima opera d'arte che riammiriamo è L'Ouvrage du Libron, a Vias, un' opera unica per la sua tecnica di costruzione e delle sue caratteristiche idrauliche. Ancora pochi km e siamo al porto fluviale di Agde. Leghiamo per benino la barca, un'occhiata alle provviste rimaste e decidiamo di invitare l'equipaggio inglese, nostro vicino di pontile, tre coppie di nostri coetanei e l'equipaggio tutto francese, altre tre coppie poco più giovani di noi, in tutto 16 persone. Il menu strettamente legato alle rimanenze, consiste in una rigatonata all'amatriciana (con parmigiano, il pecorino è finito) ed una zuppa di cannolicchi e ceci, formaggi vari, insalate e vino dando così fondo alla nostra e loro cambusa. Apparecchiamo in parte sul tavolo disponibile ai bordi del canale ed in parte scendendo i tavoli e sedie dalle nostre barche. Cena molto conviviale nonostante la babele linguistica venutasi a creare. Alla fine della seconda bottiglia ognuno parlava nella sua lingua credendo di essere capito, io dopo il secondo bicchiere di vino ho smesso di tradurre e non ricordo più in che lingua stessi parlando. Gli inglesi ci salutano in quanto vogliono pulire la barca, i francesi barcollando decidono per un salto in città, altrettanto facciamo noi.
10 °giorno
Consegna della barca e rientro in Italia. Un addetto alla verifica della barca, su nostro invito, sale a bordo, la verifica è stata meno fiscale di ciò che pensavo: uno sguardo allo scafo, un'occhiata al vasellame e un "au revoir". Grazie, grazie per la gentilezza, grazie per la disponibilità e chissà se ci sarà una prossima volta. Alternandoci alla guida dell'auto, arriviamo a Nizza. Posteggiata l'auto in garage sul boulevard des Anglais, ci incamminiamo nel centro storico. Per ristorarci approfittiamo di un tavolo ad un bistrot e cerchiamo di decidere se restare per la notte a Nizza o se ripartire per l'Italia. Un occhiata ai vari hotels nelle vicinanze, la mancata disponibilità di stanze libere ci fa propendere per il rientro a casa. Arriviamo che è quasi mattino, dopo molte soste in autogrill e frequenti cambi alla guida. Utility
Come arrivare:
In autostrada, dopo Ventimiglia, continuare in A10 / E74 / E80 direzione Nizza, superatela proseguendo in A7 / E714 / E80 direzione Salon de Provence, Arles, Nimes, Barcellona. Passato Montpellier prendere l'uscita 34: Agde, Pezenas, Vias. Prendere la D612A alla rotonda prendere la 1° uscita sulla D612A, attraversare Vias e sulla D612 proseguire in direzione N112 (Sete Agde) continuare su Av. d'Agde e sempre diritto alla prima rotonda prendere la route de Bessan sino all'Ecluse Ronde - 43°19'12.73" N 3°28'00.07" E.
Villaggi attraversati: Agde: museo dell'Éfebo, Efebo, museo "Jules Baudou", Château Laurens, monte Saint- Loup, l'écluse ronde, Fort de Brescou, St. Etienne. Sosta tollerata e tranquilla ad Agde [43° 16' 30.05" N - 3° 30' 38.38" E] In camping: Camping Mer et Soleil. Vias, Portiragnes, Cers, Villeneuve Les Beziers, Beziers, Colombiers, Poilhes, Capestang, Argeliers, Le Somail, Sallèles d'Aude, Narbonne.
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