Convalescenza al Nido delle Aquila
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Convalescenza al Nido delle Aquila
Di Luigi Bartezaghi
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Sono trascorse 3 settimane da intervento in laparoscopia di diverticolite allo stomaco e di sistemazione di due ernie inguinali, ed i tempi di ripresa sono più lunghi del previsto. È estate ed il caldo afoso di Milano non mi aiuta a rimettermi in sesto. Tutte le previsioni di trascorrere le vacanze in Sicilia tra caldo sole e bagni di mare sono state riposte in attesa dell’estate prossima e dobbiamo anche verificare se, come dichiarato dai medici, non avrò difficoltà a viaggiare in camper ed un cambiamento d’aria non potrà che farmi bene.
4 agosto 2009 martedì
Partiamo da Milano con molta calma in un giorno caldo avendo lasciato sfogare la frenesia del primo esodo estivo. Le operazioni di carico acqua e sistemazione delle vettovaglie l’ho superata bene, affrontando i problemi uno alla volta con attenzione e con tranquilla determinazione. Imbocchiamo l’autostrada per Venezia avendo come prima meta il lago di Garda. Pochi chilometri per saggiare le condizioni generali e dare anche al camper il tempo di assestarsi dopo mesi di fermo in deposito. Fortunatamente abbiamo l’aria condizionata in cabina e non ci è di peso viaggiare. Usciamo a Peschiera del Garda e imbocchiamo la bretella per Affi, che abbandoniamo a Lazise per percorrere la litoranea avendo saltato Gardaland dove teniamo esserci il solito affollamento estivo. La meta è Garda, ma prima di arrivare a Bardolino scorgiamo un’area di sosta per camper proprio sul lago. È poco prima di mezzogiorno e ci sono solo camper stranieri. Abbiamo tempo di sceglierci un buon posto sul fronte lago, con una vista molto gradevole dalla nostra dinette.
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Inoltre agli ospiti viene messa a disposizione una piccola area attrezzata con tavolino e poltroncine in plastica antistante così da evitarci anche il fastidio di dover ricorrere alla nostra dotazione. Soddisfatti per la sistemazione e per la tenuta fisica al primo balzo, pranziamo con calma godendoci la vista della rocca di Manerba proprio di fronte a noi sull’altra sponda del lago. Anche il mio vitto, forzatamente morbido come raccomandato dai medici, sembra essere più gustoso del solito e meglio accettato dal mio fisico. Per favorire la digestione ci concediamo una bella passeggiata sulla stradina approntata lungo il lago che è affollata da bagnanti in prevalenza tedeschi e olandesi. Scopriamo così che i camperisti italiani sono attratti dalle grandi mete – mare o monti – e in questi luoghi un po’ demodé vengono solo fuori stagione; come noi del resto, appena scoppia l’estate ti prende la frenesia di andare e devi macinare chilometri in cerca di nuovi orizzonti. Quest’anno approfittando dei miei malanni ce la prendiamo con comodo e ci concediamo una vacanza diversa, più riflessiva. Scopriamo così che in questa zona hanno attrezzato molto bene la passeggiata sul lungo lago, percorribile sia in bicicletta che a piedi come facciamo noi; sono chilometri che consentono di gustare in completo relax una zona d’Italia molto apprezzata turisticamente, con scorci di lago da fare invidia a panorami molto più reclamizzati. Nelle ore più calde del pomeriggio ci stendiamo sulle nostre comode sdraie, gustando la brezza che sale dal lago e mitiga almeno parzialmente il caldo afoso di questa estate. Dopo cena ci allunghiamo verso Bardolino, dove una moltitudine di persone si riversa sulla passeggiata o cena ai tavoli all’aperto dei numerosi ristoranti/pizzerie che si affacciano sul lago. Anche gli aromi richiamano la cucina teutonica e non possiamo che apprezzare l’ospitalità italiana che arriva a violentare la propria rinomata cucina pur di offrire all’ospite straniero il massimo dell’accoglienza.
È una meravigliosa notte d’estate sul lago quella che ci accompagna nei nostri sogni.
Novate Milanese – Cisano – km. 160 – PS : Sagra dei Osei € 13,00
5 agosto ’09 mercoledì
Il parcheggio come si è riempito nella serata così si svuota al mattino. È la storia del camperista che trovato un buon posto per pernottare l’indomani raccoglie le sue cose e si rimette in marcia, dando ascolto all’insopprimibile impulso di andare, vedere, conoscere, sempre più in là. Appurato che sono in grado di gestire la convalescenza viaggiando col camper, ci fermiamo ad Affi dove nel grande centro commerciale integriamo le poche scorte che ci eravamo portati appresso e quindi proseguiamo costeggiando il lago sulla sponda veneta. Solitamente, venendo da Milano, percorriamo la costa lombarda, così stavolta ci togliamo la curiosità di un panorama speculare a quello che abbiamo nei nostri ricordi.
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È una splendida giornata di sole, limpida e con cielo terso, ideale per un viaggio in camper procedendo con un filo di gas, senza pressioni di sorta. La statale 249 scorre tra un fluire ininterrotto di campeggi, hotel e alberghi di varia categoria. Attraversiamo Torri del Benaco con i resti delle fortificazioni, Brenzone e Malcesine, con la funivia per salire sul monte Baldo e l’area di sosta per i camper, raggiungendo Torbole, mentre il traffico si intensifica e nell’ultimo tratto di strada già in regione Trentina si incontrano le prime gallerie ed il vento che attira i surfisti come il miele attira le mosche,. Qui ci rendiamo conto del grande flusso turistico, prevalentemente straniero, attirato da queste zone turisticamente splendide, come abbiamo modo di appurare risalendo la rupe verso Nago, mentre in senso opposto, chilometri di auto, camper e autobus sono in coda per atterrare su questo lembo di lago oggi bellissimo e baciato dal sole in una luminosità da cartolina. Dopo esserci fermati a Mori per rifornirci di frutta fresca da un grande distributore, ci allunghiamo verso Brentonico dove arriviamo per pranzo. La strada sale a larghi tornanti offrendo splendide visioni della piana di Rovereto, dove scorre l’Adige ed il nastro dell’autostrada. Ma per oggi ho guidato abbastanza e ci mettiamo in cerca dell’area di sosta segnalata dal portolano. Non troviamo alcuna indicazione e nemmeno informandoci presso il distributore di carburante riusciamo ad avere informazioni utili per raggiungerla. Così stanchi e delusi parcheggiamo nel primo posto utile e cerchiamo del pane fresco per poi riprendere la marcia. Nel fondo della via centrale chiusa al traffico, proprio mentre sta chiudendo intravvedo la locandina della Proloco, entro e con l’aiuto di una cartina topografica riusciamo a localizzare l’area attrezzata che dista solo un centinaio di metri da noi, ma è raggiungibile solo attraversando il paese conoscendo il percorso. È il limite del nostro movimento turistico: o sai dove andare oppure fai fatica a raggiungere i punti delegati per la sosta dei nostri mezzi. Specie in località montane e dovendo attraversare paesini lungo vie che sembrano disegnate dal vento, se manca un’adeguata segnalazione non azzardiamo mai per evitare problemi ai locali e a noi stessi col rischio di rovinarci il camper e le vacanze. Quassù l’aria è più ventilata ma il caldo non molla la sua presa e mentre il sole picchia implacabile su di noi rileviamo una temperatura interna di oltre 34°. Ne approfittiamo per concederci un quieto riposo tuffandoci nella lettura, poi quando inizia il tramonto usciamo a visitare il paese, concedendoci un gelato nel bel parco giardino proprio al centro del paese. E cominciamo a fare qualche programma. I primi due giorni di viaggio sono trascorsi senza problemi e prima di tornare a Milano per i controlli post dimissione forse posso inserire il viaggio al nido dell’aquila sempre, per i più svariati motivi, rimandato.
Dopo la solita cena molto soft usciamo a fare due passi nell’aria finalmente fresca e ci concediamo un extra programma andando al cine-teatro del paese a vedere il film Angeli e Demoni.
Cisano – Brentonico km. 86 – AA Al Zengio : gratuita
6 agosto ’09, giovedì
Abbiamo riposato bene, pur se disturbati da qualche auto che si allunga sin qui per osservare dal balcone di questa area e dar modo a due innamorati di dar sfogo al loro bisogno di star soli. Ci alziamo con calma e dopo esserci sgranchiti le gambe in paese acquistando il pane (molto fragrante) ed il giornale, riprendiamo la nostra strada; non prima però di aver cambiato le acque nel nuovo e ben congegnato impianto dell’area . Torniamo a valle e sull’autostrada del Brennero ci incolonniamo con la flotta di camper e caravan straniere che rientrano dalle vacanze. A mezzogiorno siamo a Vipiteno e per pranzare vorremmo fermarci all’Autopark segnalato gratuito durante le ore diurne.
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Ci scontriamo invece con due pensionati che vorrebbero un pagamento in nero di € 5,00 per aprirci la sbarra e consentirci la sosta nell’area deputata alla sosta dei camper. Irritati e innervositi ci rifiutiamo di sottostare a questo ricatto e imboccata la retromarcia ci fermeremo in mezzo ai camion in sosta per consumare il nostro solito pasto soft. La fortuna vuole che riusciamo a parcheggiare pure all’ombra e possiamo anche concederci una pennichella ristoratrice prima di riprendere la strada. Ricordo solo alcuni spunti della visita programmata nella Baviera del sud e così mi trovo a dover improvvisare il nostro viaggio. Al Brennero acquistiamo per € 7,30 la vignetta per poter percorrere le autostrade austriache per 10 giorni, mentre più avanti ci fermiamo ancora per il pedaggio dell’Europabruck (altri € 8,00). La strada scorre tranquilla sino ad Innsbruck e qui ricordo che da qualche parte ci deve essere la fabbrica di Swarovski: quale migliore occasione per visitarla. Usciamo a Hall in Tirol, la prima uscita successiva, e al primo distributore di carburante chiedo informazioni. È una persona molto gentile che mi fornisce di tutte le coordinate per il campeggio di Volders che dista solo un paio di chilometri ed il paese di Wattens dove c’è la fabbrica. Seguendo i cartelli che indicano il Kristallwelten arriviamo al parcheggio gratuito e ci sistemiamo a fianco di altri camper prima di avviarci alla mostra. Il contesto è molto scenografico con zampilli d’acqua e siepi lavorate artisticamente. Paghiamo € 9,50 a testa per l’ingresso della mostra, dove in varie sale vengono presentate diverse scenografie affidate all’ingegno di primari designer europei. Uno show molto accattivante con effetti a volte sorprendenti, peccato che non ci vengano mostrate né la fabbrica né come si realizzano i famosi cristalli (a cui saremmo stati sicuramente più interessati). Quale naturale conclusione della visita si transita per lo show room dove luccicano migliaia di cristalli di tutte le forme (e prezzi). Non è nostra intenzione di questi tempi investire in un soprammobile artistico che sarà un altro oggetto in più da spolverare e tenere lontano dalla portata dei nipoti, ma osservando in giro non siamo certo l’eccezione. Ritorniamo a Volders e ci sistemiamo in campeggio mentre il sole è ancora alto in cielo, ritagliandoci un piccolo spazio di tempo a riposare sulle sdraio, gustandoci la poesia dei monti che ci fanno corona intorno, mentre nell’aria c’è profumo di fieno lasciato a maturare.
Brentonico – Volders (A) km. 240 Camping Schloss Aschach €. 24,70
7 agosto 2009 venerdì
Dopo aver lavato i panni, asciugati in una macchina semi-artigianale ma funzionante e funzionale, e acquistato il pane ci siamo rimessi in marcia. Viaggio tranquillo, prevalentemente autostradale seguendo prima la direzione di Monaco e poi Salisburgo. È un’altra splendida giornata di sole ed il traffico è scorrevole. A Siegsdorf, prendiamo la 306 che ci porta a Inzell, quindi a Bad Reichenhall e per mezzogiorno siamo a Berchtesgaden. Seguendo le indicazioni ci dirigiamo al parcheggio dell’Obersalzberg, dopo aver affrontato gli ultimi 6 chilometri con una pendenza segnalata del 24%. Roba da non credere. Il kreos reagisce bene alla sollecitazione e pur soffrendo e ruggendo riusciamo a salire in seconda marcia, inseguiti da una fila di auto. Nel salire ho il dubbio di avere sbagliato strada e indicazione, ma quando arriviamo ai parcheggi li troviamo stracolmi. Per fortuna davanti a noi c’è un Arca 407 che sta cercando un parcheggio come noi, così lo seguiamo e insieme parcheggiamo a 800 metri dalla partenza degli autobus per il nido dell’aquila.
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Pranziamo fugacemente, poi assieme ai nuovi conoscenti, ci dirigiamo alla biglietteria (€ 15,00 a testa) e troviamo posto su due autobus diversi. Salgono e scendono insieme a gruppi di 4 o 5 autobus speciali di linea, confortevoli e panoramici, messi a disposizione dalla Daimler Benz. La costruzione del Nido dell’Aquila è stata un’idea di Bormann che lo regalò ad Adolf Hitler, che amava questa zona, per il suo 50mo compleanno. La strada privata s’inerpica con pendenze incredibili per km. 6,500 superando un dislivello di 700 metri con soli due tornanti. È un budello non più largo di 4 metri scavato tra la roccia e lo strapiombo, e realizzato nell’arco di un solo anno, utilizzando mano d’opera locale. Un vero incubo per me che – non guidando – soffro la vertigine e preferisco guardare avanti o il lato monte, anche se l’occhio inevitabilmente scivola di tanto in tanto e la distanza tra noi e il fondo valle – protetti solo da una mini barriera di muratura – è abissale. Arrivati ai 1837 m. del Kehlstein parking prima ci prenotiamo per la discesa – come consigliato dall’altoparlante del pullman – e dopo aver scattato un paio di foto dal balcone, ci infiliamo nel tunnel scavato nella roccia per raggiungere l’ascensore rivestito di ottone. Dal caldo assolato si passa immediatamente al freddo umido della galleria, molto ben rifinita, ma che trasuda acqua gelida che sotto forma di gocce traditrici ci colpisce di tanto in tanto mentre attendiamo in coda il nostro turno per salire. Sono 120 metri di tunnel in orizzontale e altrettanti in verticale nell’ascensore chiuso ed elegante che ci porta direttamente in cima. E di colpo siamo nel nido, accolti dall’afrore intenso degli aromi e delle spezie della cucina del ristorante. Della vecchia e originale struttura sono rimasti solo i muri perimetrali e qualche boiserie di legno, il resto è solo un invito al consumismo. I turisti pranzano seduti ai tavolini all’aperto sotto ombrelloni bianco azzurri come i colori della Baviera ed una miriade di persone affolla questo angolo di mondo. L’impressione è irreale, uno stridente contrasto tra ciò che ci aspettavamo e la realtà. Una cacofonia di suoni e lingue, tra gli scatti ripetuti della macchine fotografiche che immortalano una realtà condivisa da tanti e come tale irreale. Saliamo con gli altri sulle rocce per fotografare un panorama mozzafiato che si perde a vista d’occhio ma che nel caos di una via cittadina nelle ore di punta non ci trasmette quelle sensazioni che avevamo ipotizzato. Sotto di noi riconosciamo Salisburgo (che avevamo già visitato anni fa), Berchtesgaden e il lago Konigsee. In quest’angolo inserito a cuneo nell’Austria il panorama è davvero grandioso e si riesce a percepire il senso di dominio che illudeva chi ha tentato di dominare il mondo, ma l’unica concessione alla storia è un filmato della costruzione del Nido dell’Aquila che scorre a ripetizione in un televisore posto in un locale decentrato e disadorno.
Rientriamo prima del previsto e salutati gli occasionale compagni di avventura che proseguono il loro tour andando a nord, ci mettiamo in cerca di un posto dove riposarci un po’. La stanchezza ci ha assalito di colpo; forse a causa dei chilometri percorsi , forse per lo sbalzo d’altitudine, forse per il camminare ed il caldo, ma neanche una corroborante doccia riesce a restituirci energie e sediamo entrambi sulla dinette in catalessi.
Volders (A) – Berchtesgaden (D) – km. 202 – Camping Allweg € 23,00
8 agosto 2009 sabato
Nella notte sicuramente il termometro è sceso, insieme ad una fastidiosa umidità. Attendiamo che il sole raggiunga la nostra piazzola prima di alzarci e approfittando della possibilità di attingere acqua fresca e potabile dalla colonnina in piazzola, rabbocchiamo l’acqua potabile e svuotiamo le grigie. Anche oggi facciamo tutto con molta calma e così entriamo nella miniera di sale (primo obiettivo odierno che dista solo 3 km dal campeggio) col turno delle 10,50 dopo aver pagato € 14,00 a testa. Dopo esserci coperti con maglione (nostro) e le tute messe a disposizione dalla struttura, ci accomodiamo a cavalcioni del trenino elettrico e si parte per il ventre della terra. Il tunnel a volte basso, buio e stretto ci porta per centinaia di metri all’interno della montagna, dove tra spiegazioni – registrate in italiano - ci spiegano come dal 1500 hanno iniziato l’estrazione del sale. L’oro bianco si è depositato a causa del ritiro dei mari ed una volta scoperto è stata una delle fonti di ricchezza di questo luogo. La visita è arricchita da un paio di discese in toboga – ripide e veloci da mozzare il fiato a chi non è più un bambino – ed una traversata in barcone-zattera di un lago sotterraneo dove le acque sono incredibilmente trasparenti. Musica ed effetti luce arricchiscono la traversata. Dopo un’ora risaliamo in funicolare e col trenino ci riportano alla luce del sole. Non prima però di averci omaggiato di piccoli campioni di sale a ringraziamento della nostra visita. Un’esperienza interessante e gradevole da ricordare. Pranziamo nel parcheggio a base di tonno e pomodori e all’una e mezzo siamo già al parcheggio del Konigsse (anche lui distante solo una decina di chilometri da qui). Incanalati secondo una segnaletica teutonica ci infiliamo nel parcheggio, posteggiando nella zona riservata ai camper.
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Una famiglia olandese ci fa dono del loro biglietto di parcheggio non ancora esaurito. Ci avviamo all’imbarcadero tra negozi di souvenir molto dozzinali e punti di ristoro di diverso livello. Peccato che l’odore forte delle spezie copra tutto e dopo pranzo dia il voltastomaco. Per il traghetto andata e ritorno a St. Bartoloma spendiamo € 25,00 in due. L’andata è decisamente accattivante su di uno specchio di lago racchiuso tra monti scoscesi e rocce precipiti nelle acque sempre increspate dal vento che si insinua a forza nella gola; la cascata, il punto dei pittori, quello dell’eco e infine l’istmo con le due cupole rosse del monastero che appaiono in lontananza, in un silenzio irreale appena scosso dal fluire della barca mossa da motori elettrici. Un quadro idilliaco, ma appena si tocca terra si è accolti dal solito nauseabondo odore del cibo speziato e consumato a qualunque ora. La chiesa dentro è davvero poca cosa, con l’odore della muffa a coprire tutto, e le panche dei fedeli ricoperte da uno strato di moquette, forse per difendersi dal freddo dell’inverno. Quadri e statue da dimenticare. Fuori invece il panorama è bellissimo, con anche una bella passeggiata che costeggia le acque da percorrersi nel silenzio fragoroso del vento che scuote gli alberi e smuove le acque portandole a frangersi a riva. Il sole gioca a nascondino con le nuvole che corrono alte e veloci a coprire e scoprire le vette dei monti che incastonano questo gioiellino lacustre. Non possiamo certo lamentarci avendo potuto godere di bel tempo per tutta la vacanza e in questa zona credo sia normale attendersi della mutevolezza climatica. Dopo una lunga fila riusciamo ad imbarcarci per il ritorno che sarà più monotono senz’altre sorprese da riservarci. Cerchiamo dapprima un parcheggio a Berchtesgaden dove trascorrere la notte, ma in tutta la zona è interdetta la sosta notturna ai camper, così ci allunghiamo sino a Bad Reichenall nell’AA che avevamo adocchiato arrivando. Non male per un P + R, con piazzole ampie, delimitate e dotate di elettricità. Scopriamo però che per avere la chiave della colonnina bisogna depositare € 20,00 a garanzia (senza rilascio di alcuna ricevuta) nel vicino distributore ARAL. Contemporaneamente compro della birra in lattina (nei supermercati c’era solo in vetro) e scopro che viene gravata di € 0,20 quale sovrattassa per smaltimento rifiuti.
Dopo la solita cena soft, a cui ho aggiunto dopo mesi, la prima birra usciamo a fare un giro per il paese. Al solito non si vedono persone per strada ed i pochi passanti sono diretti a casa o al ristorante. Ce la godiamo comunque perché la serata è dolce e ci godiamo la stellata, seduti ai giardini con la compagnia di due badanti dell’est, in libera uscita. E pensare che questo è un luogo di villeggiatura e terme.
Berchtesgaden – Bad Reichenhall - km 28 – AA a € 13,00 (con corrente)
9 agosto 2009 domenica
Nella notte ho pagato dazio alla birra che così golosamente mi sono bevuto e anche qualche goccia di pioggia mi ha tenuto compagnia. Ci alziamo sotto un cielo grigio e con lentezza mentre gli altri camper riprendono la strada, ci attardiamo nelle operazioni di sistemazione del camper. Recupero la cauzione per la corrente e invertiamo la rotta. La meta è Prien dove – dopo aver sistemato il camper nel grande parcheggio antistante il porto – ci imbarchiamo per l’isola di Herrenchiemsee. Alle 11,30 con puntualità tedesca ci aggreghiamo al gruppo degli italiani per la visita del castello che Ludovico II ha eretto copiando Versailles. In effetti è una bella e sfarzosa copia non ultimata per mancanza di soldi.
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È lo stesso re che ha eretto il castello di favola di Neuschwanstein e Linderhof spendendo una follia per poter imitare il suo modello francese. La guida insinua anche che la sua morte potrebbe essere stata architettata a palazzo per impedirgli di dilapidare tutto il patrimonio. Certo che oggi gli introiti del turismo hanno ripagato in ampia misura quello che fu speso allora. Paola ne resta affascinata e insieme visitiamo anche il museo di re Ludovico, dove ci sono molti cimeli interessanti, oltre a varie fotografie d’epoca che lo ritraggono da solo e insieme ai suoi familiari. Il tempo passa veloce, tanto che ci scordiamo di pranzare e quando rientriamo in camper per recuperare un minimo di energia ci concediamo una banana ed un caffè con dolcetto. Oggi il cielo è rimasto incerto tra la pioggia ed il sole, anche se la temperatura è sempre elevata per queste zone. Per rientrare in Italia scegliamo un percorso diverso e dopo aver viaggiato sull’autostrada in direzione Monaco, che avevamo già visitato, a Irschenberg imbocchiamo la 472 per Bad Tolz. Quando arriviamo all’area di sosta siamo cotti. Ci sistemiamo e ci riposiamo prima di imboccare la pedonale che costeggia l’Isar e che percorsi 800 metri ci porta direttamente sulla main strasse a visitare il centro storico, tra case affrescate e ristrutturate di fresco. È giorno di festa ed i tedeschi si abbandonano al rito del gelato italiano, inframmezzato da fragorosi boccali di birra, con qualche strano personaggio da operetta che si aggira per le strade in rigoroso costume bavarese. Noi ci lasciamo tentare da una fetta di torta di cioccolato da assaporare a fine cena, che smaltiremo con una lunga passeggiata, soffermandoci a osservare gli angoli più caratteristici di questo borgo. Di fianco al parcheggio dei camper, su di un piazzale asfaltato, camperisti tedeschi di ambo i sessi si sfidano in accanite partite di un singolare gioco a metà tra le bocce ed il curling. Quando andiamo a letto stanno ancora giocando alla luce artificiale dei lampioni, ingollando boccali di birra. Il rumore dello scorrere delle bocce piatte con manici sull’asfalto e lo schiocco quando si colpiscono ci farà da colonna sonora.
Bad Reichenhall – Bad Tolz – km. 136 – AA parking 4 lungo l’Isar € 6,00 per 24 h
10 agosto 2009, lunedì
Ci svegliamo sotto la pioggia dopo una notte di sonno ristoratore. Finalmente! Il cielo è completamente coperto da nuvole e rovescia acqua ora a scrosci ora a pioggia fitta e sottile. Accantoniamo subito l’idea di uscire ad acquistare dalla premiata Backerei che avevamo adocchiato all’imboccatura del ponte e ci rimettiamo in strada per rientrare in Italia dove abbiamo prenotato una visita di controllo. Puntiamo su Innsbruck, percorrendo la strada delle alpi, costeggiando piccoli laghetti di montagna, con i loro campeggi che fanno più densità dei paesi. È una zona molto legata a papa Benedetto e probabilmente molto godibile, non fosse per la pioggia e le nuvole che avvolgono l’orizzonte. Tra Kochel e Walchensee lungo la strada panoramica a Sali scendi assistiamo all’agonia di una piccola volpe travolta da un camper che si è fermato a darle l’ultimo conforto. A Mittenwald ci fermiamo ad acquistare pane e dolci, poi in picchiata su Innsbruck, con tratti di strada con pendenze del 16% da fare in prima in colonna. Incrociamo alcuni camper italiani che probabilmente sono all’inizio delle loro vacanze e ci salutiamo con un colpo di fari. La pioggia non ci ha dato un attimo di tregua e abbiamo dovuto aiutarci con il riscaldamento del camper per togliere l’umidità che minaccia le nostre povere ossa artritiche. Prima di mezzogiorno siamo di ritorno a Vipiteno, ma la ricerca di un parcheggio disponibile è vana, così dopo aver rabboccato il gasolio puntiamo su Bressanone per la strada statale. All’ingresso del paese ci troviamo incastrati in un maxi ingorgo ed impieghiamo quasi un ora per percorrere 4 km. Troviamo ospitalità nel parcheggio dei pullman a sud del paese, insieme a tanti altri camper. La strada per il centro costeggia l’Isarco, attraversando anche il centro sportivo. La percorriamo all’ombra al riparo del caldo soffocante che qui è ancora stagnante. In centro facciamo un po’ di shopping alimentare, acquistando per i figli, alcuni salumi locali e poi ci concediamo un meritato riposo sulle panchine del parco a leggere i giornali italiani che per qualche giorno avevamo evitato.
Bad Tolz (D) – Brixen (I) – km 187 - PS nel parcheggio dei pullman
11 agosto ’09 martedì
Notte travagliata e sveglia ritardata. Scendiamo per la statale sino a Trento che Paola non ha mai visitato. Fatichiamo non poco a trovare il PS segnalato dal Portolano, ma per mezzogiorno siamo a posto avendo acquistato pane e giornale. Sotto un sole a picco, dopo esserci concesso un spuntino veloce e soft, ci incamminiamo per il castello del Buonconsiglio ed il Duomo, con tutto il centro racchiuso in un fazzoletto. Paola apprezza molto il centro storico poco reclamizzato ma ordinato e pulito senza grandi richiami turistici, ma il caldo è soffocante e rientriamo in camper sfatti e stremati, nonostante un buon gelato artigianale che ci concediamo alle spalle del duomo. Odio percorrere strade già fatte e così ci rimettiamo in marcia con l’idea di fermarci nell’AA di Molveno, ma la troviamo straboccante di camper e non ci va di sistemarci in qualche modo nei parcheggi su prato per auto. Basterebbe un po’ di pioggia per trovarci impantanati e ne sono la prova i solchi che deturpano l’erba. Ci allunghiamo alle terme di Comano dove so esserci un PS, ma anche qui non ci sono più posti disponibili. Continuiamo a tornare verso casa avendo come nuova meta l’AA di Breguzzo, che però non troviamo. Così ripieghiamo su Ponte Caffaro, primo o ultimo paese di Lombardia, e ci sistemiamo nel campeggio sul lago. Constatiamo una volta in più che i nostri campeggi non sono assolutamente indicati per le soste dei camper; inoltre sono costosi, impreziositi con piscina, ristorante e campi sportivi, ma con servizi scarsi e poco puliti. Ovviamente le presenze sono in prevalenza stanziali e stranieri che viaggiano in caravan. Anche il lago è, a nostro avviso, il meno bello dei laghi lombardi, poco attraente turisticamente e sufficientemente cupo. In ogni caso, come ogni turista che si rispetti, siamo soddisfatti per averlo visto e sperimentato sulla nostra pelle anche questa esperienza.
Domani torneremo a Milano in tempo per i controlli e pur in un anno travagliato possiamo dire di avere visto luoghi interessanti e di avere arricchito le nostre esperienze. Chi si contenta……
Bressanone – Ponte Caffaro km. 208 - Camping Pian d’Oneda € 28,00
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