Luisa Asteriti: De rerum natura
Luisa Asteriti: De rerum natura
È sempre l'essenza delle cose, quella che ci sorprende come se guardassimo gli oggetti per la prima volta, con gli occhi stupiti di un bambino... Il titolo di questa mostra s’ispira al famoso poema latino di Lucrezio, il quale indagò a fondo l’universo nella sua struttura più intrinseca e infinitesimale: osservando le opere esposte, è evidente che si va ben oltre la mera apparenza di una natura morta con il paesaggio che le fa da sfondo in quanto, la frutta, gli inserti architettonici, i campanili o le lagune, lasciano spazio a momenti di silenzio e introspezione.
Luisa Asteriti, veneziana, dal 1978 al 1992 frequenta la Scuola del Centro Internazionale della Grafica (dove si diploma Maestro Incisore nel 1981, sotto la guida eccelsa di vari insegnanti, tra cui Riccardo Licata, Luca Crippa e Nicola Sene) e lo studio dello scultore e litografo Bertrand Barachin a Parigi. La sua è un'intera vita dedicata all'incisione, non solo dal punto di vista dell'operatività ma, anche, per la devozione con cui per anni collabora con Nicola Sene nei corsi dedicati alla grafica sperimentale o nelle diverse iniziative realizzate dall'Atelier Aperto, di cui è anche socia fondatrice nel 1992. Questa esposizione offre un felice excursus delle opere di Luisa, un'antologica che, partendo dalle opere dei primi anni ‘80, realizzate soprattutto con le tecniche tradizionali come l'acquaforte su zinco poi, dal 2000, passano a quelle con una sperimentazione più ardita sul cartone. La prima incisione nasce quasi casualmente da una piccola lastra in rame di 1,5 x 1,5 cm, regalatale da Nicola Sene nei laboratori di Calle della Regina: era il dicembre del 1977, Luisa vi rappresenta il suo primo albero ad acquaforte e resta letteralmente rapita dall’alchimia e dal mistero della tecnica. Inizialmente, l’artista si era dedicata prevalentemente alla pittura: acrilico, acquerello, olio, ma l’incontro con l’incisione, segna un passaggio decisivo, un amore a prima vista, forte, immediato e da allora mai abbandonato. Le opere degli esordi rappresentano alberi, dal tratto sottile e meticolosamente minuzioso, curati in ogni minimo dettaglio, tutte stampate rigorosamente in bianco e nero. Si tratta di visualizzazioni dell'anima, laddove non c'è una pura restituzione botanica, ma la resa di tronchi nodosi e vissuti, foglie piccole e impalpabili, talvolta in un'atmosfera rarefatta e sospesa. Luisa racconta di aver scelto l’albero istintivamente, affascinata dalla trama della sua corteccia, tuttavia, non è certo un caso che esso rappresenti un elemento simbolico: le radici ci riportano alla terra e ai ricordi passati, i rami al futuro e ciò che si è faticosamente costruito, non solo, la maestosità del fusto e il suo puntare verso il cielo, danno l'idea di forza e concretezza. Nelle opere più recenti, invece, pur sfruttando l'intrinseca porosità del cartone cuoio, le raffigurazioni, da un canto seguono la linea del disegno a puntasecca, dall'altro, rendono i colpi di luce o i chiaroscuri, per mezzo di gomma lacca e smalti, il tutto stampato a più colori sulla stessa matrice con la tecnica del poupée o con rullate, per restituire una stampa con una sensibilità pittorica. Questa svolta, a partire dal 2000, è dettata dall’esigenza di voler utilizzare fino in fondo le potenzialità del colore; Luisa aveva già realizzato delle ceremolli o acquetinte su zinco con più tonalità ma, a questo, si aggiunge il desiderio di abbandonare l’uso degli acidi e di poter lavorare, contemporaneamente, con una progettualità nell’idea e un’istintività e rapidità nel gesto, aspetti consentiti dalle nuove metodologie sperimentali.
Ciò che accomuna tutte queste opere, oltre alla scelta di soggetti naturalistici (tra questi si ricordano anche i fiori che risalgono al 2010 da lei resi in forme giganti) e Venezia (città restituita nei suoi profili e lagune al tramonto o attraverso tetti, finestre e vere da pozzo) è la grande cura e perizia con cui Luisa lavora, un rigore insito nella tecnica stessa dell'incisione, meravigliosa ma spesso complessa: non è un caso, infatti, che spesso si tratti di matrici di grande dimensione, stampate personalmente in pochi esemplari su carta dal formato 500 x 700 mm, che rendono l'esposizione variegata, ma anche nitida e "ordinata", offrendo allo spettatore un percorso visivo e intellettivo, tra le incisioni esposte: queste opere Sulla natura, indagano ben oltre a ciò che si vede con gli occhi, per giungere a ciò che si sente con il cuore…
A completare la serata, la compagnia teatrale Delirio creativo presenta Fragili anime guerriere, un lavoro inedito e originale, diario di bordo di dieci anni di storie, incontri e incantesimi. Ospiti di Controsegno già nel febbraio 2016, si esibiscono adesso in un live di teatro canzone composto da Enzo Colursi (piano e voce), Emanuele Rea (percussioni) e Raffaele Bruno (voce recitante). Il gruppo, che lavora nelle carceri, nelle comunità di recupero per tossicodipendenti o nei centri per il disagio psichico, fonde qui parti recitate, musica popolare dalle atmosfere sudamericane e influenze balcaniche, con la grande canzone d’autore italiana. La forza del teatro e l’immediatezza della musica, offre così una voce a chi non l’hai mai avuta o a chi non è mai stato ascoltato... Come sempre, una serata imperdibile che coniuga arte visiva e teatrale, ammirando la bellezza del mondo nei fogli incisi e tra le parole di una canzone...
Testo critico di Veronica Longo
Rassegna stampa a cura di Rosalba Volpe
La mostra è aperta dal 19 maggio al 16 giugno, dal martedì al sabato: 16.30 – 20.00; Lunedì e festivi chiuso. INGRESSO LIBERO.
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1104413903034143/
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