Turchia
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Turchia
di Andrea e Stefania
Dal 23/4 al 02/6
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Un viaggio ricco di storia, bellezze naturali e culture diverse.
Doveva essere Siria e Giordania a settembre poi, problemi sul lavoro, ci hanno indotto ad una anticipazione dei tempi ed è stata Turchia. Il periodo, forzatamente scelto, si è però rilevato ottimale per vari motivi, molte ore di luce a disposizione durante il giorno, bellissimi paesaggi colorati dalle tante fioriture e dalle coltivazioni nel pieno della produzione, fiumi e torrenti sempre in portata che ci hanno accompagnato per centinaia di km scorrendo talvolta placidi altre volte impetuosi, clima sempre sopportabile o gradevole in special modo scendendo dal sud est in poi. Altro aspetto da non sottovalutare la scarsa quantità di turismo di massa rilevata nei posti visitati, ad eccezione di alcuni luoghi cult come Istambul, Pamukkale, Efeso, Goreme e la zona di Antalia.
Il nostro itinerario, da ovest ad est e viceversa, ha traversato praticamente tutte le regioni toccando moltissime città o mete tra le più rilevanti. Sulla via del ritorno ci siamo dedicati, in particolar modo, ai siti classici e alla scoperta della costa Egea. Sono state volutamente tralasciate alcune mete importanti quali Ankara, la costa mediterranea est ed altro, poiché già inserite nel tragitto di una prossima avventura che prevede anche Siria e Giordania.
Il viaggio è scorso in modo fluido e senza imprevisti. Nessun problema registrato con le popolazioni anzi, educazione, rispetto, spirito d’accoglienza ed ospitalità si riscontrano ovunque nel loro modo di porsi. Anche quando palesi difficoltà per comprendere lingue tanto diverse sembrano insormontabili, il loro modo cortese e la loro tenace volontà, fanno si che in qualche modo si arrivi a capirsi. Le strette di mano ed i sorrisi sono sempre ben accetti , un invito a prendere un thè invece è talvolta difficile da declinare. Lungo le strade i saluti con la mano sono frequenti, anche sulle alture dell’estremo nord est dove, a parte un po’ d’allevamento e pastorizia, le risorse sono limitate e garantiscono appena la sopravvivenza.
La percorrenza delle strade, già buona, è in continuo miglioramento. Qualche eccezione c’è nel nord e sud est in quanto il clima freddo e le piogge tendono a deteriorarle in fretta. Vengono raddoppiate quasi tutte le carreggiate ove ve ne sia una sola, e dove già sono state costruite, si rifanno i manti. Per raggiungere tale scopo i Turchi non si fermano davanti ai grandi ostacoli, abbiamo visto pietraie e colline spostate, mentre alcuni torrenti o fiumi possono venire deviati, ma senza sacrificare l’approvvigionamento idrico alle culture. I carburanti sono molto costosi, il gasolio costa circa 1,50 euro, la benzina può arrivare a 2,00. Le vetture in giro però sono poche perché la popolazione usa i dolmen, pulmini che sfrecciano veloci su ogni strada, passando di frequente ed arrivando anche nei paesini più sperduti. Il resto del traffico è costituito da camions, bus e qualche veicolo agricolo. Le indicazioni sono di qualità e quantità accettabile, anche se è stato il nostro navigatore a volte, a toglierci da qualche imbarazzo. La condotta di guida dei Turchi si può definire “sopportabile” anche se piuttosto “fantasiosa”, occorre fare molta attenzione al loro modo di parcheggiare in seconda fila e alle aperture improvvise degli sportelli. Sicuramente da adottare il loro modo di usare frequentemente il clacson. Praticamente una regola che usano tutti: auto, dolmen, bus e camion indistintamente. Corretto il comportamento ai semafori ed alle rotatorie, quest’ultime sempre regolate da eccessivi semafori. I controlli della velocità, da parte della Police, sono frequenti, ed anche i posti di blocco della Jandarma sono un po’ ovunque, più probabili verso oriente.
I prodotti alimentari costano meno che da noi, ad esempio pane , frutta e verdura, e sono di buonissima qualità. Anche il cibo, se consumato al di fuori dei ristoranti per turisti, è a buon mercato. Nei grossi centri si trovano grandi e ben forniti supermercati. Le carte di credito si usano ovunque, gli sportelli bancomat, che si trovano anche in formato chiosco, sono molto diffusi e numerosi. Il cambio meglio non farlo in dogana perché si prendono il 4% di provvigione, meglio utilizzare i numerosi sportelli di cambio tipo Western Union.
Gli ingressi ai siti ed ai musei hanno prezzi ragionevoli, al massimo si pagano 20 LT (circa 10,00 euro) nei luoghi di maggior prestigio. Stessa cosa per parcheggi.
I camping sono quasi tutti a basso costo ma, considerate poche eccezioni, hanno standard lontani da quello europeo.
Difficoltà ovunque per gli scarichi in quanto non esistono griglie, ma in nessun luogo ci è stato negato l’accesso ai bagni per svuotare i serbatoi con i secchi o la cassetta del wc. Per il carico dell’acqua il problema è inesistente. Noi abbiamo usufruito spesso della disponibilità dei gentili gestori delle aree di servizio, ed anche quando abbiamo chiesto il permesso di sostare per la notte, ci è stato offerto il posto migliore. Alcuni, soprattutto nella zona occidentale, hanno il wifi, specialmente quelli con ristorante o motel.
Nei posti turistici si trovano bar e ristoranti che offrono la connessione purchè avvenga la consumazione, ma si trovano anche tanti internet point dove l’uso dei pc è a basso costo.
Durante tutto il viaggio, ovunque ci siamo fermati ed in ogni luogo visitato, non siamo mai stati importunati e mai abbiamo avuto la sensazione di essere in una qualsiasi situazione di disagio o pericolo. Questo ed altro ci hanno permesso di trarre il massimo piacere dal viaggio e dalla vacanza tutta. Ottimi motivi per tornare sicuramente.
DIARIO DI BORDO
Venerdì 23-4
Partiamo da Livorno direzione Ancona alle ore 9,00 del mattino. Alle 13,30 siamo al porto, dopo aver convertito la prenotazione con i biglietti presso l’agenzia Anek nella stazione marittima, ci mettiamo in attesa dell’imbarco. La partenza avviene con 45 minuti di ritardo, il nostro posto in open deck è centrale ma sufficientemente areato. I bagni sono vicini e le docce caldissime e pulite. La navigazione è tranquilla, notte eccellente. Km percorsi 365
Sabato 24-4 Igoumenitsa-Turchia
Alle ore 10,00 (ora greca) sbarchiamo ad Igoumenitsa e dopo pochi minuti siamo sulla nuovissima autostrada Egnatia Odos la percorriamo per quasi 650 km fino alla frontiera Turca spendendo solo 4,30 euro. Già all’andata cominciamo ad avere difficoltà per pagare il carburante con la carta di credito. Eseguite rapidamente le pratiche doganali, ci inoltriamo in territorio turco per circa 80 km. Notte presso una stazione di servizio della Petrol Ofisi dove, dopo un rabbocco di carburante, il gestore ci fa accomodare a nostro piacimento garantendo anche la sua sorveglianza. Acquistiamo anche dell’ottimo pane presso il market.
Km percorsi oggi 725 Km percorsi totali 1090
Domenica 25-4 Istambul
Percorriamo strade ampie e poco transitate per una cinquantina di km, avvicinandoci ad Istambul l’intensità aumenta già 100 km prima di arrivarvi. Percorriamo la strada che costeggia il mare finchè non veniamo incanalati nelle grandi circonvallazioni. Le indicazioni per raggiungere il quartiere di Sultanahmet sono buone ma, una volta arrivati sul Kennedy caddesi troviamo il lungomare chiuso al transito. Ci fanno deviare per Beyazit poi, con l’aiuto del navigatore, riusciamo a tornare verso il parcheggio nei pressi della moschea blù.
Siamo fortunati perché, nonostante siano già le 10,00 del mattino, ci sono ancora posti liberi. I camper vengono fatti posizionare dove finisce il piazzale, vicino a furgoni e dolmen.
Eccitati dalla vista della moschea, così vicina, partiamo subito per un bel giro di questo meraviglioso quartiere. Iniziamo subito dalla Moschea Blù, per poi passare dall’ippodromo, la cisterna basilica ed infine la splendida Aya Sofya. Approfittando del sole che contrasta il gelido vento proveniente da nord-est, ci gustiamo uno squisito kebap riposandoci nei bellissimi giardini che fanno da cornice a tutte queste magiche architetture. Ancora una passeggiata nelle vie adiacenti prima di tornare al camper. Un’oretta di pausa per riprendere fiato e ripartiamo. Dopo aver scaricato lo scooter, raggiungiamo velocemente il quartiere di Eminonu e parcheggiamo nei pressi del ponte di Galata, sponda nord.
Il ponte di Galata si rivela una vera sorpresa, sopra è trafficato, ma i grandi marciapiedi ospitano di tutto. Si vedono ambulanti che vendono ogni cosa possibile:cartoline, fotocopie, tè, manufatti d’ogni genere, souvenir, attrezzi e perfino esche per pescare. Queste ultime sono appannaggio di centinaia di persone, anche in giacca e cravatta, che si dilettano in questo passatempo che viene praticato dappertutto. Il pescato non è di grande qualità ma, i grossi recipienti che tengono vicini, sono colmi di sarde e pesci simili. Il piano di sotto non è meno interessante, decine di ristoranti e bar accoglienti offrono pesce fresco, pizze, bevande e terrazze con poltrone e divani. Molti giovani leggono, bevono e fumano narghilé inondando l’aria del tipico odore di tabacco alla mela. Dopo aver scorso in lungo e in largo tutto il ponte torniamo al camper, ma portiamo con noi tutte le essenze che questo caratteristico frammento di vita ci ha infuse.
Km percorsi oggi 177 Km totali 1267
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Aya Sofya
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Cisterna basilica
Lunedì 26-4 Istambul
La mattinata è interamente impegnata per la visita al palazzo Topkapi. Anche se per la verità lo immaginavamo molto più fastoso, bisogna ammettere che la visita è piacevole. Solo le stanze con i tesori imperiali bastano a ripagare il biglietto e, per quanto occorra un altro ticket, anche le stanze dell’harem riservano ambienti eleganti ed interessanti da vedere.
Dopo pranzo ci infiliamo nel colorato e profumato mondo del bazar delle spezie (Misir Karsisi). Prima di spostarci nuovamente diamo uno sguardo alla vicina Yeni Camii, molto bella ed imponente da fuori e cromatica all’interno. La visita alla moschea Sulemayne purtroppo ci viene impedita poiché interdetta causa restauro, non ci rimane che ammirare la sua imponenza ed eleganza soltanto dall’esterno. Per terminare la giornata allora ci perdiamo nel labirintico gran bazar di Beyazit (Kapali Carsi) dove, acquisti inclusi, tutto quanto è spettacolo.
Km percorsi oggi 0 Km totali 1267
Martedì 27-4 Istambul
Con lo scooter ci infiliamo nel caotico ma scorrevole traffico lungo il corno d’oro. Arrivati ad Eyup ci fermiamo per visitare la Moschea e Mausoleo di Eyup Ensari. Lo facciamo appena in tempo prima dell’arrivo di decine di pulman, infatti questo è un luogo di pellegrinaggio tra i più frequentati di tutta la Turchia. Ci divertiamo poi a scorrere questo quartiere antico e conservatore, soffermandoci anche in un bar dove assaggiamo i nostri primi tipici sandwich al formaggio (su boregi). Tornando verso il centro abbiamo intenzione di fermarci alla chiesa di Chora per ammirare i più bei mosaici Bizantini di Istambul ma la troviamo chiusa per restauro e completamente recintata. Allora proseguiamo il Fevzi Pasa caddesi attraversando un intero quartiere ricco di negozi specializzati in abiti ed accessori per matrimoni. Questa è una caratteristica turca che troveremo spesso, le attività sono quasi sempre raggruppate per articolo di vendita e, a seconda della grandezza degli abitati, possono occupare un vicolo, una piazza, un isolato o, come abbiamo visto non solo ad Istambul, interi quartieri. Proseguendo sempre lo stesso viale arriviamo all’acquedotto di Valente, subito dopo ci fermiamo a visitare la Fathi Camii, ricca di decorazioni , forse quelle meglio conservate di tutte le moschee viste sin’ora.
Oltrepassiamo la stretta striscia di mare del corno d’oro tramite il ponte di Ataturk, una salita repentina ci permette di raggiungere la trafficata piazza Taksim, nel punto più alto di Beyoglu a pochi passi da Galatasaray. Da qui scendiamo nuovamente attraverso vicoli animati da scene di vita ormai familiari, a pochi passi invece, gli scintillanti negozi di Iskitlal Caddesi mostrano quanto di più moderno ci sia sul mercato. Passando sotto la torre di Galata torniamo quindi ad attraversare l’ormai noto ponte, al termine del quale, una volta parcheggiato, ci gustiamo uno dei famosissimi “balik ekmek” (pane e pesce) che tre barche ormeggiate a banchina sfornano con velocità e quantità difficilmente quantificabili.
A questo punto non ci resta che godersi la gita in battello lungo il Bosforo. Le partenze da Eminonu si susseguono con frequenza variabile ma che difficilmente supera i tre quarti d’ora. Noi scegliamo quella da un’ora e mezza che costeggia tutta la sponda asiatica da Democracy Square fino al ponte Fahty Memet Kuprusu, poi torna indietro sfiorando le sponde di Ortakoy, Besiktas, Karacoy e Galata. Bellissima gita che suggella la nostra prima visita ad Istambul, una metropoli dall’anima nobile che ci ha conquistati al primo appuntamento.
Lasciamo il parcheggio e salutiamo i due guardiani ai quali ormai sembriamo “di casa”. Impieghiamo quasi un’ora per raggiungere e superare il ponte sul Bosforo, al termine del quale, accostiamo per acquistare la Card da 30 LT (utilizzabile anche in seguito) che ci permette di oltrepassare la barriera ed iniziare il tratto autostradale direzione Ankara.
Ci fermiamo a dormire in area di servizio, 10 km prima dell’uscita di Gerede, a 300 km da Istambul. Notte freddissima.
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“balik ekmek”
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Tramonto dal ponte di Galata
Km percorsi oggi 303 Km totali percorsi 1570
Mercoledì 28-4 Safranbolu-Amasya
Oggi è una bella giornata di sole pieno, ma la temperatura stenta ad aumentare. Percorriamo la statale D 100, poco prima del bivio per Safranbolu notiamo un distributore che vende gasolio a 2,54 LT, passeranno molti giorni prima che ricapiti un prezzo simile!
Mentre facciamo il rifornimento il gestore si avvicina con un tè caldissimo e profumato, chiede se vogliamo anche pasticcini. Accettiamo quest’ inaspettato benvenuto ricambiati con un’inchino ed un sorriso di soddisfazione. Già che ci siamo approfittiamo anche per scaricare la cassetta e le grigie in bagni pulitissimi. Per effettuare il carico l’amico toglie la gomma a degli autisti intenti al lavaggio dei camion, questi non si scompongono ed assistono all’operazione incuriositi. Una volta a Safranbolu troviamo il parcheggio centrale dimesso per abbellimenti al piccolo centro, uno zelante vigile ci indica prontamente come rimediare. Ci manda poco più avanti, nella piazzetta dov’è situato anche il vecchio caravanserraglio Cinci Hani. Visitiamo il centro storico di questa piccola città caratterizzata da case a graticcio e balconi sporgenti e verandati in stile ottomano. Alcune sono adibite a museo, noi visitiamo la “Kaymakamlar muzesi”, molto interessante perchè ricca d’arredamenti e costumi dell’epoca. Al termine del giro saliamo al belvedere percorrendo uno stretto camminamento tra le case, il panorama sulla città è veramente soddisfacente.
Durante il trasferimento verso Amasya, il località Arec, il navigatore mi segnala una scorciatoia che sulla cartina è contrassegnata come strada panoramica (32-52). Tutto vero, ma con la complicazione di almeno tre passi oltre i 1500 metri e tratti con carreggiata poco ampia. Attraversiamo frazioni isolate, boschi e vallate deserte, la poca gente che incontriamo rimane stupita al nostro passaggio, ma tutti ci salutano cordialmente. Impieghiamo almeno tre ore per fare circa 70 km ed arrivare a Kursunlu, dove torniamo sulla strada statale D100. Attraversando una zona dove notiamo molte coltivazioni di riso e frutta, arriviamo ad Amasya che sta calando la sera, parcheggiamo sul lungo fiume, a circa 500 metri dal centro. Una passeggiata ci permette di vedere le tombe rupestri dei re del Ponto e la Cittadella che domina la città, una buona illuminazione rende il complesso piuttosto suggestivo.
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Amasya
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Hattusas
Km percorsi oggi 492 Km totali percorsi 2062
Giovedì 29-4 Amasya-Bogazkale
Mattinata in giro per Amasya visitando i monumenti più importanti, al termine curiosiamo nel piccolo bazar dove acquistiamo pane e verdura.
Riprendiamo il viaggio passando per Corum, città famosa per i ceci che, in tante qualità e grandi quantità, vengono coltivati nei suoi dintorni. Impossibile non fermarsi a comprarne, noi ci prendiamo anche una pentola di terracotta, ideale per cucinare legumi e verdure.
A metà pomeriggio siamo a Bogazkale, presso l’hotel Baskent che fa anche da modesto camping. Siamo ad 1 km da Hattusa, l’antica capitale degli Ittiti. Mentre eseguiamo le operazioni di rito per sistemare al meglio il camper, si avvicina un giovane che parla e capisce l’Italiano a sufficienza. Si offre per portarci e guidarci al sito, il prezzo lo faremo noi se soddisfatti della visita. Accettiamo e dopo meno di un’ora passa a prenderci. La comodità di poter vedere Hattusas in auto non è cosa da poco, l’estensione del sito e il dislivello sono tali che occorrerebbe molto più tempo per poterlo esplorare a pieno. Il ragazzo si rivela anche ben preparato e le sue spiegazioni sono chiare e ben comprensibili. Al termine del nostro giro ci accompagna anche a Yazilikaya dove visitiamo il complesso religioso, qui ammiriamo gli splendidi bassorilievi, le iscrizioni e le incisioni che ancora oggi sono ben visibili sulla roccia. Soddisfatti salutiamo la nostra guida pagandolo 20LT , meritate. Ceniamo al ristorante dell’hotel, consumiamo due minestre ed un piatto con carne e verdure il vino l’ho portato dal camper. Ci fa conto unico con la sosta : 40LT in totale!!
Km percorsi oggi 243 Km totali percorsi 2305
Venerdì 30-4 Sivas-Divrigi
Ci svegliamo finalmente con il sole che ci fa sentire il suo calore. Dopo una trentina di km la piacevole strada di campagna che percorriamo termina a Yozgat. Ci immettiamo quindi sulla D200 che ci riserva altri paesaggi bucolici e belle zone montuose punteggiate da piccoli paesi. Per l’ora di pranzo arriviamo a Sivas, dapprima capitale dei Selgiuchidi, divenne capoluogo di provincia sotto il potere degli Ottomani. Il parcheggio della Gok Medrese è interdetto, giriamo così nei pressi del centro fino a trovar posto presso una scuola e vicino ad uno spiazzo dove si svolge il mercato. Siamo a 300 metri dalla Ulu Camii, una tra le più antiche moschee dell’Anatolia eretta prima del 1200. Caratteristiche le sue 50 colonne ed il minareto pendente. Passeggiando in centro ci divertiamo a visitare i tanti negozi affollatissimi di gente, oggi per loro è giorno di festa. Passiamo poi davanti al palazzo del Congresso, oggi scuola, tutto imbandierato a ricordare che proprio qui furono elaborati gli accordi per la nascita della Repubblica di Turchia per opera di Ataturk.
Poco oltre ammiriamo due Medresi di cui apprezziamo la bellezza ed il valore storico, la Sifaye e la Ciftè Minareli, quest’ultima dotata di un bellissimo frontale e due minareti gemelli, in pratica tutto ciò che ne rimane. Tornando verso il camper ci soffermiamo alla Gok Medrese che, seppur chiusa per restauri, offre una bellissima facciata con incisioni e due minareti maiolicati.
Riprendiamo il nostro viaggio attraversando montagne che hanno sempre minor vegetazione, si comincia a vedere una steppa, i paesi sono pochi ed il traffico inesistente.
Anche le abitazioni, per la maggior parte modeste, sono sempre più spesso ricoperte di lamiera, le montagne che sfioriamo sono ancora coperte di neve. Un po’ di agricoltura ed allevamento di bovini sembrano essere le uniche attività possibili, siamo entrati in pieno territorio curdo. Gli ultimi 70 km che dobbiamo percorrere sono alquanto sconnessi, procediamo con cautela tanto da impiegarci quasi due ore. Dopo un’ultimo salitone fin oltre i 1900 metri, una ripida discesa di circa 20 km ci fa scendere a Divrigi. E’ buio, cerchiamo un posto per dormire, lo troviamo al termine della città presso un distributore. Fatto il rabbocco di gasolio ci fanno parcheggiare sul retro, il posto meno rumoroso, anche qui il ragazzo del turno di notte ci fa capire che se abbiamo bisogno … basta chiedere!
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Sivas: Gok Medrese
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Divrigi: Ulu Camii e Darussyfa Medrese
Km percorsi oggi 447 Km totali percorsi 2752
Sabato 1-5 Divrigi-Erzurum
Fatta colazione e ringraziati i ragazzi del distributore, torniamo indietro di due km e saliamo nel centro fino alla Moschea, Ulu Camii, parcheggiamo comodamente. Il suo edificio dell’inizio 1200 è condiviso con la Darussyfa, forse il primo ospedale per malati di mente dell’Anatolia, il complesso è patrimonio UNESCO per la bellezza delle incisioni e sculture sui portali ed i tre accessi. La moschea si visita solo appena terminata la preghiera, la medrese ha un orario, l’ingresso è incredibilmente libero. Dopo aver apprezzato incantati le bellezze del monumento, ci accorgiamo che l’accesso è chiuso nonostante siamo in orario.
Mentre stiamo per abbandonare vediamo arrivare da lontano un tale che, a braccia alzate, sembra mostrare qualche cosa. Dopo due minuti arriva e ci accorgiamo che ha la chiave. Accesi tutti i riflettori ci lascia effettuare la nostra visita agli interni con tutto comodo. Per ringraziarlo, dopo aver chiesto se potevamo, gli doniamo una bottiglia di vino. Tanto è il suo apprezzamento che la vuol condividere a casa sua, per pranzo! Lo ringraziamo, ma riusciamo a fargli capire che dobbiamo procedere, a tal proposito ci indica la nuova strada che, passando per Gedikbasi e Kemah, ci farà risparmiare quasi 100km! Prima di ripartire arriviamo alla vicina Kale, ma non è visitabile all’interno, tornando indietro ci accorgiamo anche di alcune tombe selgiuchidi dalla tipica cupola a cono, sparse per il paese.
Lasciata la città, dopo 5 km troviamo il bivio segnalatoci, percorriamo così la 58-28. Lungo questo tragitto abbiamo modo di apprezzare panorami e scenari naturali veramente appassionanti, siamo nell’alta valle dell’Eufrate ed esso, a tratti sinuoso a volte impetuoso, si lascia ammirare più volte. Ritroviamo la D100 ad Erzincan, 4 corsie appena rigenerate ma, in alcuni tratti, troviamo ampliamenti veramente difficoltosi. Una collina completamente spostata e deviazioni del fiume per trovare posto alle fondamenta delle carreggiate fanno veramente impressione. Nel tardo pomeriggio un ampio allargamento della vallata ci consente di scorrere veloci, siamo sull’altopiano di Erzurum, città ai margini dei monti dominati dal Palandoken, la più bella zona sciistica della Turchia. E’ già il tramonto quando entriamo in città, alla ricerca di un parcheggio rischiamo di intasarci nell’ampia zona dei mercati, ai margini dei quartieri popolari. Una volta tornati nella via principale che taglia in due la città, troviamo un posto accettabile tra la Cittadella e la Cifte Minareli Medrese.
Km percorsi oggi 378 Km totali percorsi 3130
Domenica 2-5 Erzurum-Kars
Appena svegli apriamo le tendine per far entrare il sole, riuscendo in parte a mitigare la fredda temperatura che ci riserva Erzurum con i suoi 1850 mt d’altezza. Mentre facciamo colazione, dalla finestra della dinette, ci appare la scura sagoma della Medrese che, unitamente ai due minareti, contrasta con il bianco della neve che imbianca abbondantemente le montagne dietro la città. Iniziamo il nostro giro proprio dalla Ciftè Minareli, i due minareti maiolicati sono mozzati a metà, probabilmente distrutti dai Mongoli che hanno cercato la conquista della città come del resto fecero Persiani, Romani, Bizantini, Armeni, Arabi e Russi. L’interno ha colonne decorate, come pure la facciata, in fondo al cortile una stanza a dodici lati conserva la tomba della fondatrice.
A poche centinaia di metri ci rechiamo a vedere le Uk Kumbetler, un insieme di tre tombe, due selgiuchidi ed una saltukide, differenti nello stile e nella lavorazione dei fregi. Nella vicina Ulu Camii facciamo un incontro piacevole, il muezzin, che ci invita a fotografare tranquillamente la grande Moschea e colloquia amichevolmente con noi. Una cupola in assi di legno massello incastrate a forma di rosa è ancora originale, e le sette navate colonnate disegnano una prospettiva suggestiva. Proseguendo lungo la via principale, Cumhuryet Caddesi, incontriamo gli altri edifici storici d’Erzurum, ed in un giardino contornato da caffè ammiriamo il bel minareto decorato della Lala Mustafà Camii.
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Alta valle dell’Eufrate
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Erzurum: Ciftè Minareli Medrese
Prima di lasciare la città ci facciamo prendere dalla curiosità e ci infiliamo in un laboratorio dove viene lavorata l’oltutasi, chiamata anche ambra nera. Ai costi popolari e alla bellezza di questa pietra nera, ovviamente, non rimaniamo insensibili. Dopo pranzo riprendiamo la strada verso Kars, gli ultimi 60 km sono nuovamente pieni di buche, situazione resa ancora peggiore da pioggia mista a nevischio. Gli accampamenti di agricoltori e piccoli allevatori curdi si fanno più frequenti, sembra impossibile che riescano a vivere in baracche coperte da terra e teloni a quasi 2000 metri d’altezza. I sentieri sterrati che li collegano sono pieni di fango e liquami d’animale, a volte vediamo bimbi piccoli che ci sguazzano dentro, ed i loro vestiti non hanno certo le caratteristiche di un abbigliamento adeguato a certe temperature.
Arrivati a Kars i 4 km di strada che portano in centro sono devastati da buche impossibili, sono 15 minuti di zig zag prima di giungervi. Riusciamo a trovare posto nel parcheggio dei taxi e dolmen. La guardia al cancello ce lo concede in cambio di 10LT, ma alle 8 del mattino dovremo andarcene. Accettiamo anche perché siamo stanchi e non vogliamo muoverci in una città che ha strade in simili condizioni.
Km percorsi oggi 214 Km totali percorsi 3344
Lunedì 3-5 Ani-Dogubayazit
Ci svegliamo presto, per fortuna, numerosi pulmini stanno già intasando il parcheggio e non sono ancora le 8 di mattina. Uno sguardo dai finestrini ci fa scoprire un leggero velo di neve caduto nella notte. Con le stesse difficoltà riscontrate all’arrivo, usciamo da questa città priva d’identità. Percorriamo i 40 km che ci separano da Ani attraversando un’altopiano verdissimo, il bianco della neve che continua a scendere mischiata con pioggia contribuisce a rendere il panorama ancora più surreale. Scorgiamo solo qualche villaggio e molti pastori con le loro greggi o piccole mandrie, gente all’apparenza introversa, ma basta un semplice saluto con la mano per essere immediatamente corrisposti e smentiti una volta di più.
Non incontriamo nessuna vettura, soltanto i soliti pulmini collettivi che di tanto in tanto raccolgono qualche passeggero infreddolito. Finalmente arriviamo ad Ocakli, uno sparuto gruppo di basse casette ricoperte di teli ed erba, molte finestre sono chiuse con cartoni e del nailon, il benvenuto ce lo da un gruppo di grandi oche bianche che appena ci vedono spalancano le ali starnazzando. Il quadro lo completano pochi bimbi che giocano nel fango, qualche mucca che pascola, un piccolo locale con alcune reclame di bibite a testimoniare una parvenza di bar. Poche parabole arrugginite appoggiate in ordine sparso tra gli animali dei cortili sono le uniche tracce di tempi moderni.
Al termine di una stradina piastrellata si apre un piazzale abbastanza ampio da contenere una decina di camper, davanti a noi le mura dell’antica capitale armena: Ani.
L’addetto ai tickets ci accoglie amichevolmente, e dopo aver chiesto la nostra provenienza, ci offre l’immancabile çay. Come da copione cessano le intemperie, un piccolo squarcio nel grigio del cielo lascia filtrare una luce tiepida, oltrepassando l’imponente porta Aslan Kapisi scorgiamo subito la doppia e massiccia cinta muraria. Siamo solo noi ed un reporter inglese che lavora per una rivista, facciamo il nostro percorso in senso inverso al suo, avvertiamo solo il rumore del fiume che scorre oltre il confine, in pratica la rete che delimita il sito. La superficie sulla quale sono sparsi i resti di Ani è immensa. Scopriamo molte chiese, alcune ben conservate (almeno esternamente) e ciò che rimane di edifici abitativi e non, una moschea ed un caravanserraglio, alcune cisterne. Tutto lascia intuire la grandezza e la bellezza che doveva avere in origine questa capitale. Il silenzio, il clima e l’atmosfera sono ideali per lasciare spazio all’immaginazione.
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Tornado al camper ci vengono incontro tre bambini, hanno dai 7 ai 12 anni, non vanno a scuola probabilmente, e l’odore acuto di bestiame che esala il loro vestiario rivela in maniera eloquente di cosa devono occuparsi. Si accontentano di caramelle e sono felicissimi di farsi una foto con noi. Lasciamo questo posto contagiati da quel po’ di malinconia che emana, ma fermamente compiaciuti per un’esperienza che sicuramente meritava d’ essere vissuta.
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Un tratto di strada “difficile”
Dobbiamo tornare a Kars per prendere la D70 che, costeggiando i confini orientali, scende verso sud. I paesaggi che ci accompagnano sono bellissimi, rocce multicolori e prati in fiore cambiano tonalità col cambiare delle condizioni meteo, di tanto in tanto scorgiamo alcune tende curde dalle quali si alzano i fumi delle stufe a legna. Il fondo è abbastanza buono, troviamo qualche punto critico nelle vicinanze degli scollinamenti, buche che si formano per pioggia e gelo invernale. Il peggio arriva appena passata Igdir, km e km dissestati con asfalto ridotto in poltiglia, ghiaia che schizza ovunque, buche colossali così frequenti da non saper dove mettere le ruote. Ringrazio il retrotreno gemellato che mi assiste in alcuni punti dove sono costretto a camminare sull’estremità della carreggiata. Troviamo anche 4 km di sabbia e ghiaia, forse predisposti per un’asfaltatura oramai impossibile da eseguire perché i solchi sono da ricoprire, alcune vetture procedono con enorme difficoltà. Arriviamo finalmente a Dogubayazit, è quasi il tramonto. In città c’è gran movimento di persone, ci fermiamo a comprare il pane da un fornaio che panifica di continuo e poi ci dirigiamo verso l’Ishak Pasa. Appena superata la grande zona militare della Jandarma, ci fermiamo presso lo spartano ma utilissimo Lalazar camping. Lo gestiscono un Olandese ed un curdo, gentili e disponibili. Ha due soli bagni, ma c’è l’acqua calda e l’allaccio elettrico, per noi va bene.
Km percorsi oggi 287 Km totali percorsi 3631
Martedì 4-5 Ishak Pasa- Van Golu
Percorriamo un km in ripida salita, poco oltre ci appare il palazzo di Ishak Pasa, una corona di bei monti rocciosi gli fanno da sfondo. Parcheggiamo comodamente nell’ampio parcheggio di fronte l’ingresso, un camperista olandese vi ha dormito in estrema solitudine.
Appena entrati accediamo all’ampio cortile riservato ad ospiti e visitatori, dalla seconda corte si accede alle stanze dell’harem ed agli appartamenti. Prima di entrare ammiriamo una splendida tomba finemente scolpita e decorata in stile selgiuchide e persiano.
Gli ambienti, ben restaurati, offrono comode visite alle varie stanze e cucine, ma il pezzo forte è la sala da pranzo, con belle colonne sagomate e capitelli lavorati, archi decorati e pietre bicolore. Altro ambiente eccezionale è la moschea, colonne levigate sostengono splendidi archi su due ordini, porte e finestre lasciano entrare una fortissima luce che, oltre i pregevoli rilievi, consente di ammirare anche i soffitti affrescati. All’esterno si hanno vedute sui resti della fortezza della vecchia città di Beyazit e sul pianoro dove si vede appena Dogubayazit, purtroppo la foschia non permette altro, l’avvistamento del monte Ararat è quindi rimandato.
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Palazzo Ishak Pasà
Riprendiamo il cammino verso sud, pochi km fuori dall’abitato inizia una lunga salita a metà della quale ci dobbiamo fermare ad uno dei tanti posti di blocco che effettua la Jandarma. Appena due minuti per il controllo passaporto e si riparte. Faremo diversi saliscendi prima di giungere al lago di Van, uno con passo a 2644 metri d’altezza!
Nella città di Van ci fermiamo solo per effettuare un cambio presso la Western Union, nella via principale. Lavori stradali rendono il centro polverosissimo, scappiamo quanto prima.
Proseguiamo costeggiando il lago e, pochi km dopo la città di Gevas, notiamo un battello che sta per salpare, è quello per l’isola di Akdamar. Ci vedono e tornano indietro, aspettano che parcheggiamo e ci fanno salire a bordo. Sono le 17,30, è l’ultima corsa della giornata, sono stati davvero gentili. A bordo troviamo una squadra di calcio giovanile, udite udite: femminile! Le ragazzine ci osservano tantissimo, hanno voglia di farci domande ma parlano pochissimo l’inglese, le aiuterà (a stento) la loro accompagnatrice. Facciamo amicizia e non ci molleranno per tutta la gita. Circa mezz’ora è il tempo che impiega il battello per raggiungere l’isoletta, altrettanto è il tempo che occorre per visitare la particolare chiesa armena della Santa Croce. All’interno gli affreschi dai forti toni di colore sono ben visibili anche con la poca luce consentita, ma la loro conservazione lascia a desiderare. La parte esterna invece è un capolavoro di sculture in basso rilievo che, in evidenza su ogni lato, rappresentano tanti episodi biblici e personaggi della Bibbia.
Terminiamo il lungo lago che ormai il sole sta tramontando, a Tatvan ci informiamo per la salita al monte Nemrut ed ai suoi laghetti, la presenza di un po’ di neve sulla strada in alto non garantisce sicurezza, desistiamo dall’intento. Ci fermiamo a dormire in una grande area di servizio appena fuori città.
Km percorsi oggi 334 Km totali percorsi 3965
Mercoledì 5-5 Tatvan- Mardin
Percorsi pochi km ci fermiamo a Bitlis, città incassata in una stretta ed alta gola, presenta numerosi antichi edifici storici. Il più importante è la Ihlasye Medrese, ottimamente conservata, oggi è sede amministrativa scolastica. Nella città notiamo tantissimo movimento, molti camioncini e un numero imprecisato di pulmini porta persone. E’ giorno di mercato, per parcheggiare veniamo ospitati nella piazza dove parcheggiano i dolmen, all’estremità sud dell’abitato. Questa cortesia ci costerà almeno mezz’ora di spiegazioni e qualche sguardo dentro il camper da parte di una ventina di autisti stupiti ed ammirati allo steso tempo. Acquistiamo frutta e verdura di qualità a buon prezzo.
Dopo l’ennesimo controllo, stavolta Police e Jandarma insieme, iniziamo a percorrere una strada spesso in rifacimento. Ci fermiamo a pranzo e finalmente, dopo tre giorni di grigiore, il cielo si apre e consente al sole di svolgere il suo importante lavoro. Nel pomeriggio ci fermiamo ad Asankeyf, nei pressi del ponte sul Tigri. Saliamo sulla Kale percorrendo un sentiero acciottolato, mentre saliamo abbiamo modo di visitare anche le vecchie abitazioni ( Magaras) scavati nella pietra di tufo. In alto la città color miele si presenta vastissima, chiese, abitazioni e le numerose stele funerarie ci fanno ben capire la grandezza e l’importanza che in passato aveva raggiunto questa città. Il panorama sul Tigri, e sulla vallata ricca di ordinate coltivazioni, è superbo. Sosta notturna a 2 km da Mardin.
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Asankeyf
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Mardin
Km percorsi oggi 302 Km totali percorsi 4267
Giovedì 6-5 Mardin- Diyabarkir
Entriamo a Mardin, parcheggiare è quasi impossibile, l’attraversiamo tutta e ci fermiamo in una parallela alla via centrale, più in basso, in via Yeni Yol, una specie di circonvallazione.
Passano molti bus e dolmen, ma noi preferiamo usare lo scooter per tornare su. Ci fermiamo nel centro, dove parcheggiano i taxi, un autista ci indica dove non diamo fastidio e… ci offre il tè! Iniziamo poi la visita di questa bellissima città in pietra, i monumenti ed i palazzi antichi sono tutti color miele. Data la vicinanza al confine iracheno e siriano, non ci meravigliamo se gli stili che hanno determinato le architetture sono di vario tipo, fatto sta che, come per magia, si fondono armoniosamente. Su tutti apprezziamo la Medrese Sultan Isa, lo straordinario edificio della Kasemye Medrese e la Latifye Camii. L’antico Uffico Postale ricavato in un caravanserraglio è un edificio prezioso, peccato venga abbandonato a se stesso. Una nota di merito va anche al bazar, ampio, ben fornito e caratteristico nel suo collocamento tra i vicoli. Desta attenzione il traffico dei muli che, addobbati con bei finimenti e colorate gualdrappe, transitano avanti e indietro carichi di ogni mercanzia. Nel pomeriggio ci rechiamo a Deyrul Zafran, antico monastero siro-ortodosso racchiuso in un imponente ed affascinante edificio. Distrutto e riedificato più volte dopo le conquiste da parte dei siriani e dei mongoli, oggi è divenuto un importante collegio per studiosi.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Diyabarkir. Vista la difficoltà di parcheggio e consigliati da una gentile signorina dell’ufficio turistico, ci rechiamo nella zona universitaria al di là del fiume. Una volta saliti all’ospedale il cordiale addetto alla sbarra d’accesso ci fa parcheggiare lì vicino indicandoci una posizione tranquilla dove lui può anche vederci. Non ci sono problemi di collegamento con la città perché di autobus ne passano parecchi, mentre a 500 metri più in basso c’è un vero e proprio capolinea. Noi utilizziamo nuovamente lo scooter che ci permette in meno di tre ore di visitare tutto il centro, completamente racchiuso entro le nere mura di basalto.
Veramente bello il caravanserraglio costruito in pietra chiara e scura, oggi è stato trasformato in ampio ed accogliente “çay bachesi” intorno al quale spiccano attività commerciali di lusso. Notevole per fregi e dimensioni la Moschea Ulu Camii, dell’anno 1100, già chiesa bizantina. Molto grande e facile da visitare il bazar.
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Deyrul Zafran
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Il caravanserraglio a Diyarbakir
Km percorsi oggi 133 Km totali percorsi 4400
Venerdì 7-5 Diyabarkir- Sanliurfà- Ataturk Barraje
Appena svegli notiamo i soliti capannelli di curiosi che cercano palesemente di scoprire qualche segreto da quello strano veicolo di cui non sanno niente. Come sempre ci rendiamo disponibili, pazientemente illustriamo a qualcuno come è fatto il camper producendo sempre lo stesso esito: espressioni e commenti sbalorditi che gesticolando vengono trasmessi a tutti gli altri che attendono discretamente in disparte.
Prima delle 11 siamo già nel parcheggio custodito di Golbasi, a Sanliurfà.
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I Giardini d’Abramo
Saliamo subito sopra la collina per visitare i resti della Kale, ma a parte le mura e due colonne con capitelli non c’è altro da ammirare. Quello che invece risulta straordinario è il panorama a 360° sulla città e sui sottostanti giardini di Abramo. Una volta scesi ci accorgiamo di quanta gente stia riempiendo tutte le moschee, il posto è insufficiente, si prega ovunque. Sanliurfà è la città dei Profeti, meta continua di pellegrinaggi provenienti da ogni parte del mondo islamico, al fresco dei giardini ombreggiati notiamo gruppi di persone composti da varie etnie, gli idiomi, oltre ad essere per noi incomprensibili, sono diversi tra loro. Adulti e bambini si dilettano nel dare cibo alle carpe sacre, i pesci che a migliaia, popolano vasche e canali d’acqua, pulita e corrente. Le architetture sono belle e raffinate, la gente è rigorosamente vestita secondo tradizione, abito lungo e velo per le donne, pantalone arabo per gli uomini ( salvar). Il parco è gremito, c’è chi si riposa, chi fa pic nic e chi gioca a carte o backgammon. Ci muoviamo con discrezione, ma non ci sentiamo come estranei e neppure indesiderati, perfino quando ci avviciniamo a chi sta pregando.
Passeggiando in centro, direzione dell’Ulu Camii, ci fermiamo in un buffet pulito ed ordinato. Consumiamo due grossi sandwich con uno squisito kebap, ed una lattina di bibita spendendo 4 LT!, circa 2 euro. All’uscita ci spruzzano le mani con un gradevole solvente al limone. Tornando indietro dalla nostra escursione in centro, attraversiamo il grande e vivacissimo bazar, anche questo molto ordinato e tenuto pulitissimo.
Ripartiamo direzione sud ed in meno di mezz’ora, a 15 km dal confine con la Siria, ci fermiamo ad Harran. E’ una fortuna esserci arrivati nel tardo pomeriggio, il sole è caldissimo. Parcheggiamo davanti alla vecchia fortezza tra un nugolo di bimbi che chiedono di tutto e qualche pseudo guida che si offre con insistenza. Dopo un attimo di sconforto, dato che mai c’era capitata un’accoglienza simile, cerchiamo di far capire a tutti che vogliamo fare le cose in libertà. I bambini li liquidiamo con qualche caramella e biscotto, i ragazzi si lasciano convincere con più reticenza ma alla fine ce ne andiamo tranquilli. Ci rechiamo subito al sito con le rovine dell’antica Harran, una città già presente nel 5000 a.C. e menzionata nella Genesi. Successivamente ci dedichiamo alla visita del villaggio composto da case con il tetto a trullo. I mattoni sono cotti con argilla, paglia e sterco animale, fin dal 300 a.C. Oggi molte di queste abitazioni dette “ad alveare” sono ancora in uso abitativo, due di queste sono restaurate ed adibite a museo, oltre che ad albergo! Posto veramente suggestivo.
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Harran: “case alveare”
Il nostro viaggio riprende speditamente in direzione nord, ripassiamo per Sanliurfà, poi deviamo ad ovest direzione Andyaman. Oltrepassata Bozova, mentre percorriamo la D875, notiamo un cartello che indica “Ataturk Baraje”. Svoltiamo e, dopo pochi minuti, ci fermiamo presso un chiosco-bar che ha una bellissima terrazza che si sporge sulla diga di Ataturk. Nonostante l’imbrunire riusciamo a farci un’idea dell’immensità di questa grande opera che ingloba milioni di metri cubi d’acqua del fiume Eufrate. Notte in assoluto silenzio nei pressi del chiosco, tranquilli e indisturbati.
Km percorsi oggi 342 Km totali percorsi 4742
Sabato 8-5 Katha-Nemrut Dagi (escursione)
Ci alziamo presto, fin dalle 6 del mattino infatti cominciano ad arrivare auto e pulmini, le persone scendono e si recano a fare il pic nic sulla terrazza panoramica del chiosco. Ne approfittiamo per rivedere la grande diga con la luce del giorno. Ci rimettiamo in viaggio puntando decisamente verso Kahta. All’ingresso della città un distinto signore ci affianca col suo pulmino indicandoci di accostare. E’ Kadir, il proprietario dell’hotel Kommagene, che ci c’invita a sostare nel suo camping, praticamente il parcheggio di fianco alla struttura. Ci offre anche un pacchetto che prevede il tour del parco del Nemrut Dagi con il suo pulmino ed autista. Ci sistemiamo nel parcheggio erboso, allacciamo la corrente e proviamo se arriva l’acqua calda nei bagni molto spartani. Tutto ok, ci accordiamo per la partenza che avverrà alle 13,30. Ci avanza tempo per pulire il camper e stare un po’ a riposo. Puntuale, il nostro autista si presenta al cancello del campeggio, saliamo insieme ad altri tre equipaggi. La prima sosta la effettuiamo al Karakus Tumulus, antica tomba contornata da staute e qualche colonna, più avanti ci fermiamo al ponte romano sul fiume Cendere. Altre soste saranno alla fortezza della vecchia città di Eski Kahta e al ponte selgiuchide sul fiume Nymphaios. La strada da qui comincia a salire molto ripida e stretta, siamo felici di non essere con il camper, molti i tratti percorsi in prima. Dopo il ticket, incluso nel pacchetto, entriamo nel parco, poco oltre ci fermiamo dove sorgeva l’antica Arsamela. Qui il nostro autista ci fa da guida e ci indica a colpo sicuro le cose da vedere evitandoci faticose ricerche. Splendida per conservazione la statua con Mitridate ed Eracle.
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Ponte romano sul fiume Cendere
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Alcune delle simpaticissime Curde
Procedendo oltre incontreremo solo qualche casa di contadini e un po’ di bestiame allo stato brado. Finalmente, intorno alle 16,00 avvistiamo la cima del Nemrut, ancora poco ed arriviamo sul grande parcheggio, fortemente in dislivello. Per salire dobbiamo percorrere un sentiero di pietre, abbastanza faticoso perché molto ripido. Per chi vuole c’è la possibilità di noleggiare i muli. Il tratto finale, quello che porta alle due terrazze è in falsopiano, camminiamo sui frammenti di roccia che coprono il tumulo. Quando arriviamo davanti ai troni di pietra con le enormi teste a terra, lì a pochi metri da noi, le emozioni e l’ammirazione per tanta grandezza e splendore si alterneranno per tutto il tempo che vi rimarremo di fronte. Un gruppo di giovani ragazze curde chiedono di fotografarsi con noi, sono le stesse che poco prima, ad Arsamela, avevano ballato danze locali in nostro onore. Sono simpatiche e gentili, le accontentiamo certi di fare loro cosa molto gradita, per noi un altro piacevole episodio da ricordare. Aspettiamo pazientemente l’avvicinarsi del tramonto per osservare quanto, il variare della luce, influisca sui colori delle statue poi, a malincuore scendiamo per tornare alla base. Il nostro autista, veramente impeccabile e molto professionale, guida con molta attenzione avendo premura della nostra incolumità, la strada è la stessa dell’andata, ripercorrendola notiamo ancora di più quanto sia realmente impegnativa, al termine i km percorsi per la gita saranno oltre 100. Al nostro rientro ci attende una sorpresa, Kadir c’invita tutti a cena nel ristorante dell’hotel. Una conclusione degna di una giornata indimenticabile. Un consiglio, portatevi dietro una bottiglia di Whisky, Kadir ve ne sarà molto grato!
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Una delle “teste” al tramonto
Km percorsi oggi 85 Km totali percorsi 4827
Domenica 9-5 Katha- Urgup
Giornata di trasferimento, da Katha percorriamo la D300, per la prima volta abbiamo la sensazione di cominciare a scendere di quota. Dopo un passo a 1900 metri infatti arriveremo nella vallata dominata dall’estesa Kayseri, rimanendo sempre intorno ai mille metri d’altitudine. Ci fermiamo a dormire in un’ampia stazione di servizio della Best oil, circa 20 km da Urgup, in Cappadocia. Gestore super ospitale, ci apre anche il bagno delle donne, altrimenti tenuto chiuso a chiave.
Km percorsi oggi 501 Km totali percorsi 5328
Continua
Ultima modifica di Camperfree il Lun 11 Mar 2013, 16:02 - modificato 1 volta.
Camperfree- Camper
Turchia 2° parte
Lunedì 10-5 Urgup- Kaya camping
Di buon ora arriviamo al camping Kaya, riusciamo ad ottenere l’ultimo posto disponibile in quanto gli altri sono prenotati. Finalmente un campeggio standard, con ampi e buoni servizi, verde curato, wifi presso la direzione ed una piscina che, seppur piccola, rinfresca solo a guardarla. Il tempo è splendido, appena svolte le pratiche di routine, ci avventuriamo a piedi nella sottostante vallata di Meskendir. Un sentiero permette di camminare per alcuni km in mezzo alle vecchie piccionaie, un ruscello d’acqua fresca alimenta tanti piccoli orticelli coltivati con fior di fatica. Tornati al camper prepariamo lo scooter e ci rechiamo ad esplorare la vicina Red Valley. Anche qui si avvistiamo piccionaie, vecchie abitazioni e qualche piccola chiesetta rupestre, la differenza che risalta maggiormente è ovviamente il colore che ci circonda e che ricorda molto da vicino quello dei campi da tennis.
Il pomeriggio lo trascorriamo a Goreme, città nata nei camini delle fate che oggi si sono trasformati in decine e decine di alberghi e pensioni. Alcune, le più vecchie e periferiche, sembrano ancora abitate, ma l’enorme mole di turismo che pare destinato a crescere sempre di più, sembra abbia già segnato il loro destino. La sera andiamo a letto molto presto, domani mattina sveglia alle 4,30, ho prenotato l’ascesa in mongolfiera.
Km percorsi oggi 35 Km totali percorsi 5363
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Valle di Meskendir
Martedì 11-5 Kaya camping-Goreme
Quando ci alziamo avvertiamo già il rumore del traffico causato da furgoni e fuoristrada che preparano le partenze dei voli. Ci prelevano puntuali alle 5,10 ma dobbiamo recuperare molti passeggeri, altro tour assicurato tra Urgup e Goreme. Finalmente alle 5,45 siamo nella grande spianata vicina al Goreme camping, il colpo d’occhio su decine di mongolfiere che iniziano a gonfiarsi è già la prima emozione. La nostra organizzazione è già pronta con un tavolo fornito di tutto l’occorrente per le colazioni, subito dopo iniziamo a salire nei cesti.
Siamo fortunati, il pilota che ci guiderà in volo è un americano espertissimo, tutto il personale è attentissimo alle sue direttive. Siamo in sedici oltre a lui ed un copilota. Quando il colorato pallone è ben gonfio iniziamo a salire, lentamente, il silenzio è interrotto solo dalle sbuffate del gas che aumenta il volume e la temperatura della mongolfiera.
Riesco a contare una cinquantina di equipaggi che si alzano quasi simultaneamente, i colori sgargianti dei palloni e la vista totale su vallate e paesi sono spettacolo nello spettacolo. Saliamo oltre i 2000 metri prima di scendere a terra, dove, una volta tornati, ci accorgiamo che in un attimo è trascorsa oltre un’ora e mezza! Esperienza indimenticabile.
Dopo la consegna del diplomino attestante l’avvenuto volo, ci viene offerto anche lo spumante, dopo di che ci riportano rapidamente indietro. Smaltita l’adrenalina saliamo sullo scooter ed alle 8,20 parcheggiamo davanti alla biglietteria del museo all’aperto di Goreme, un km dal Kaya camping. Abbiamo la fortuna di visitare le meravigliose chiese rupestri senza ansie e senza affanno, le comitive, numerosissime sono subito dietro di noi. Quando dopo due ore usciamo, contiamo ben 40 pulman che affollano il parcheggio. Procedendo verso Goreme ci fermiamo a visitare la Elnazar kilise, una chiesa affrescata e costruita all’interno di un isolato camino di fata. Siamo soli ed il custode, con il quale ci soffermiamo a dialogare, oltre che farci da guida, ci fa pagare un solo ticket! Poiché siamo sulla strada della valle di Zemi, ci avventuriamo con lo scooter per due km, poi il sentiero si inerpica, proviamo a proseguire a piedi. Dopo alcuni tratti avventurosi, dobbiamo rinunciare, occorre ben altro abbigliamento ed un minimo d’attrezzatura per proseguire.
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Cappadocia in Mongolfiera
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L’incredibile “castello” di Uchisar
Torniamo sui nostri passi e, 500 metri prima di tornare sulla strada asfaltata, prendiamo a sinistra, la valle parallela. Ben presto ci troviamo di fronte le tipiche conformazioni di forma fallica, lo stesso tipo di quelle che danno nome alla valle di Zemi (valle dell’amore). Ve ne sono tantissime, e raggiungibili con una certa comodità.
Fino a pomeriggio inoltrato ci riposiamo godendoci il sole pieno, poi ci rimettiamo sullo scooter. Saliamo fino all’incredibile castello di Uchisar, il panorama che ci consente di vedere è veramente di quelli indimenticabili. Tappa successiva a Cavousin, purtroppo la chiesa sulla grande piccionaia è chiusa, ci accontentiamo di vedere le abitazioni trogloditiche vicine e i resti della chiesa di San Giovanni Battista.
Oggi solo km con scooter Km totali percorsi 5363
Mercoledì 12-5 Goreme- Valle d’Ihlara
Lasciamo il camping e ci facciamo un giro ad Urgup dove ammiriamo la città antica con il suo colle di Temenni, molto panoramico. Sulla strada verso Avanos, ci fermiamo alla valle di Devrent, qui acqua e vento hanno disegnato forme stranissime, è un divertimento cercare di identificare le possibili somiglianze con cose reali. Più avanti effettuiamo una breve visita a Zelve, anch’essa con le sue belle chiese rupestri molte formazioni rocciose particolarissime. Infine ci fermiamo ad Avanos, in parcheggio custodito lungo il fiume, nei pressi del centro. Un simpatico ceramista di offre il çay ed una lezione pratica sulla lavorazione dell’argilla, in pochi minuti ci confeziona un bel vasetto bicolore. Subito dopo, nel negozio attiguo, completiamo i nostri acquisti di souvenir acquistando dei bellissimi vasi con disegni ittiti, cosa programmata già prima di partire.
Dopo pranzo ci spostiamo fino a Derynkuyu per visitare la città sotterranea. Ci avventuriamo fino ai livelli più bassi, dove oltre non si può, e ci è difficile credere come migliaia di persone potessero resistere anche per lunghi periodi in ambienti simili.
Riprendiamo il viaggio fino a fermarci nuovamente nei pressi di Guzelyurt. Un km di strada in terra battuta, delimitata da strani massi che sembrano scolpiti, ci conduce alla chiesa monastica Yuksek Kilise. Costruita sopra un roccione di tufo che domina un laghetto, oggi purtroppo è abbandonata al degrado e ai vandalismi, meglio godersi il panorama che si vede dalle particolari mura edificate tra le rocce.
In serata arriviamo nel paese d’Ihlara, le indicazioni ci portano con facilità sino al grande parcheggio piastrellato dell’Ihlara Vadisi. Peccato che i servizi igienici siano ancora chiusi.
Km percorsi oggi 145 Km totali percorsi 5508
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Scorci della valle d’Ihlara
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Konya: Mevlana Muzesi
Giovedì 13-5 Valle d’Ihlara- Konya
Prima di iniziare l’escursione nella vallata, portiamo lo scooter a Belisirma, poco oltre la metà del percorso. Torniamo quindi al parcheggio del villaggio, la biglietteria è a 150 metri.
Una lunga scalinata ci permette di scendere nella fresca valle d’Ihlara. Le chiese rupestri bizantine, ancora affrescate, si nascondono tra resti d’abitazioni e piccionaie. Una buona segnaletica consente di non tralasciarle. Il cammino è piacevole, mai troppo difficoltoso, adatto quasi a tutti e costeggia sempre il refrigerante fiume Melendiz. Lungo il percorso abbiamo la possibilità di raccogliere tanti asparagi, alla fine saranno più di un chilogrammo!
A Belisirma ci sono alcuni posti di ristoro, i tavolini, appoggiati su piattaforme fissate nel letto del torrente sono molto allettanti. Dopo un altro tratto nella gola, recuperiamo lo scooter e torniamo al camper.
Percorrendo la strada verso Aksaray, ci soffermiamo a Yaprakisar, dove abbiamo la possibilità di rivedere le case scolpite in quei camini di fata che credevamo ormai lontani.
Ma è dopo poco più di un km che ne scopriamo ancora, unitamente ad un complesso gruppo di chiese scolpite e scavate in modo ineguagliabile. Siamo nel monastero di Selime.
Questo monastero è composto da più chiese e vari ambienti collegati da un sistema di gallerie e scalinate scavate nella pietra. Un dedalo di aperture consente di aggirarsi liberamente da un locale all’altro terminando, a volte, su panorami fantastici. Bellissimo.
Lungo il tragitto che porta a Konya passiamo il tempo per riordinare le tante belle impressioni degli ultimi giorni, ci dimentichiamo perfino della deviazione per Sultanhani, dove sorge uno dei più famosi caravanserragli della via della seta. Ne visitiamo uno bello, ma molto restaurato, a 25 km da Konya. Dopo un po’ di spesa in un supermercato, ci fermiamo per la notte lungo il viale: Konya-Ankara Yolu, di fronte ad un market della Metro.
Km percorsi oggi 208 Km totali percorsi 5716
Venerdì 14-5 Konya
Ci rechiamo all’ufficio turistico, sull’Aslanli kisla Caddesi, meno di 300 metri dal museo Mevlana. Un impiegato molto gentile ci riempie una borsa di depliant e ci indica la nuova area di sosta per camper ubicata a 4 km da dove ci troviamo, direzione Adana, appena passato l’incrocio con la D715, l’anello di circonvallazione più ampio.
Visitiamo l’interessante museo e mausoleo di Mevlana accolti da una scritta : “Coloro che entrano qui incompleti ne usciranno perfetti”. All’uscita un bel video filmato didattico illustra tutto quanto c’è da sapere sull’antica filosofia Sufi, i Dervisci ruotanti e la grande diffusione di questa cultura che, inutilmente in passato, è stata molto ostacolata.
Proseguiamo la visita di questa bella città attraversando un grande bazar, nei cui pressi, sorge la Azizye Camii che ha due minareti con terrazzini a baldacchino. Procedendo arriviamo al centro della città, la collina di Aladino, sulla cui sommità, contornata da bei giardini e sale da tè, trovano spazio un caravanserraglio e l’antica Alaadin Camii. Nei dintorni visitiamo l’Ince minare Medresi (oggi museo dell’intaglio),la Karatay Muzesi (museo della ceramica) e la Harciveyizade Camii. Queste ultime sorgono sul perimetro della grande piazza Konya Fairground, con alberi e vasche di giochi d’acqua. La sera sostiamo nella bella area di sosta, gratuita, sorvegliata e recintata, con acqua, energia elettrica e wc.
Km percorsi oggi 11 Km totali percorsi 5727
Sabato 15-5 Konya-Beyeshir-Antalya
Lasciamo l’area attrezzata, l’unica a dire il vero di tutta la vacanza, e ci rechiamo a Beyeshir. Nei pressi del lago sorge la Esrefoglu Camii, una bellissima moschea con 42 colonne di legno dai capitelli intarsiati in stile moresco. Il Mirhab è ricoperto da maioliche turchesi con scritture nere, un comodissimo e morbido tappeto verde rende piacevole la camminata a piedi nudi. E’ l’imam stesso a guidare le visite, non c’è biglietto da pagare, chi vuole può fare una libera offerta.
La strada che scende verso sud ha qualche tratto critico, ma in alcuni punti sembra di attraversare splendide zone prealpine. Nel pomeriggio arriviamo a Side, ci fermiamo nell’intasatissimo parcheggio vicino al teatro. Per tre ore pagheremo 8 LT, ma prezzi e costi non sono più quelli trovati fin’ora. Anche nei negozi notiamo grandi diversità, sia per articoli che per richiesta, inoltre è tutto prezzato in euro. Il motivo l’abbiamo intorno a noi, miriadi di turisti Inglesi, russi e qualche tedesco. I bar ed i ristoranti sono pieni. In un chiosco che vende anche schede per telefonare ci chiedono 4 euro per le schede pagate sempre 2,5!! Lo mando dove è facile immaginare e proseguiamo la visita all’ampio sito archeologico. Da segnalare due belle spiagge, sia ad est che ad ovest del porticciolo. Esaurita la visita ci allontaniamo veloci da questo posto veramente troppo turistico, ci dirigiamo verso Aspendos. Dopo una breve sosta al ponte selgiuchide sul torrente Kopru, arriviamo nel parcheggio del teatro romano. Ci chiedono 8LT ma, alla risposta negativa riguardo la possibilità di pernottare, rispondo che sono troppe per mezz’ora, il tempo rimasto prima della chiusura. IL guardiano ammette che ho ragione e ci fa sostare gratuitamente, questi Turchi ci piacciono sempre di più! La visita del teatro, completo in ogni sua parte, vale sia il biglietto che i costi per arrivarci. Mai visto nella sua completezza esteriore ed interna un teatro integro! Ci sediamo quasi increduli davanti a tanta bellezza e splendore.
Proviamo a spostarci a Parge, ma oltre al cancello, è sbarrato anche il sito. Un sorvegliante che ci raggiunge di corsa si scusa e ci fa capire di andarcene in quanto sussistono dei problemi. Arriviamo ad Antalia che sta scurendo, scorriamo gli eleganti locali che danno lustro alla zona residenziale ed al grande parco pedonale. Non riuscendo a trovare parcheggio in nessun modo, passiamo oltre, sul lungomare ovest. Riusciamo a fermarci in una traversa, in zona Altinkum, perché sul mare è proibita la sosta-campeggio. Dopo poco, infatti, si unisce a noi un camperista tedesco che la Police ha invitato a spostarsi dai parcheggi a mare. Un altro arriverà nella notte. Una notte tranquilla, nonostante la musica proveniente dai locali vicini che, per nostra fortuna, è cessata poco oltre la mezzanotte.
Km percorsi oggi 387 Km totali percorsi 6114
Domenica 16-5 Antalia-Myra-Denizli
Percorsi 130 km arriviamo a Myra, parcheggio gratuito a 100 mt dalla biglietteria. Il sito contiene un bel teatro greco-romano, nei suoi pressi sono reperibili molti tronconi raffiguranti statue e maschere, a poca distanza sono perfettamente apprezzabili molte tombe Licie, scolpite e scavate nella roccia in maniera magistrale. Prima di ripartire ci soffermiamo alla basilica di San Nicola a Kale, ci mescoliamo tra un’infinità di russi che affollano quotidianamente questa ambita meta di pellegrinaggio.
Parcheggio gratuito e sole 3 LT d’ingresso per i siti Unesco di Letoon e Xanthos, tristemente trascurati e quasi abbandonati, sono sempre meno rappresentativi attirando oramai pochi turisti. Per la sosta notturna ci rechiamo a Patara dove, un’inflessibile addetto all’ingresso, ce l’impedisce categoricamente. Peccato perché la spiaggia è una delle migliori della Turchia, ma è riserva naturale in quanto le Caretta Caretta vi depongono le uova. Riprendiamo così il nostro viaggio fermandoci per la notte in un’area pic nic lungo la strada che porta verso Denizli, la S350.
Km percorsi oggi 318 Km totali percorsi 6432
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Side
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Myra
Lunedì 17-5 Pamukkale
Alle 11,00 di mattina parcheggiamo nel prato del camping hotel Dolphin, a Pamukkale. Ci sono due bagni molto puliti, acqua calda, cc e collegamento wifi. Mentre Stefania si occupa del bucato provo a collegarmi ad internet ma non riesco nonostante la password che mi hanno fornita. Ben due tecnici arrivano in mio soccorso, prontamente allertati dal solerte e gentilissimo gestore. Dopo pranzo ci fermiamo per conversare con due equipaggi francesi ormai in via di rientro, uno di loro ha lavorato anche in Italia e parla un ottimo italiano.
Come sospettato, ci consigliano la visita al sito nel tardo pomeriggio, per evitare i grossi gruppi di turisti, in realtà noi ne vedremo salire anche dopo il tramonto.
Alle 17,00 siamo all’entrata inferiore, un’altra è ad est ed una terza ad ovest in corrispondenza degli ingressi di Hierapolis, entrambi con possibilità di parcheggiare.
Corre l’obbligo di camminare scalzi, il primo tratto è anche fastidioso per colpa di qualche sassolino di troppo, ma rimanendo sui rivoli d’acqua che scendono si possono sopportare.
La salita è lenta perché ogni pochi metri ci fermiamo ad immortalare tutto e di più, fortunatamente c’è il sole perché il vento è abbastanza forte e spesso arrivano addosso alcuni schizzi d’acqua. Man mano che saliamo capiamo perché qualcuno ama chiamare il posto come: cascate di cotone, niente può renderne meglio l’idea. Una volta in alto ci possiamo rimettere le calzature e visitare l’immenso sito di Hierapolis. Da non perdere il teatro e tutta la zona ovest. Tornando indietro scorriamo il bordo del pendio, le zone a secco sono estese ma il fatto è voluto. Le zone irrorate sono alternate per favorire la proliferazione dei bacteri che aiutano il formarsi delle concrezioni. Prima di scendere ci fermiamo per aspettare il tramonto, le variazioni di colore e gli effetti che si susseguono ci consentono numerose e splendide foto sulle vasche di travertino che sembrano mutare anche coreografia. Esperienza assolutamente unica, torniamo al camper molto compiaciuti.
Km percorsi oggi 165 Km totali percorsi 6597
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Pamukkale
Martedì 18-5 Pamukkale- Marmaris
Ci svegliamo sotto un cielo grigio, comincia a scendere anche una leggera pioggia. Lentamente lasciamo l’albergo e ci dirigiamo verso Afrodisias. Pranziamo nel parcheggio del sito, posto a 500 mt. dalla biglietteria. Nel prezzo della sosta è compresa una navetta, una specie di carrozzone trainato da un trattore, che parte ogni 5 minuti. La visita di Afrodisias si rivela una piacevole sorpresa, con particolare apprezzamento per la porta trionfale, il teatro, il bouleuterion e lo stadio. Interessante anche il museo delle sculture.
In serata arriviamo a Marmaris, una bella cittadina stretta tra i monti ed un bel golfo costituito da due baie. In cerca di un posto percorriamo la sponda est, al termine della quale, dopo un paio di km piuttosto stretti, arriviamo al porticciolo di Gunluce. Ci fermiamo vicino all’ingresso del locale club Marina Yacht, lungo un molo esterno. Le guardie all’ingresso ci vedono ma non ci dicono niente, e neppure la pattuglia della Jandarma che passa senza fermarsi. Con grande sorpresa captiamo anche un segnale wifi free, non potevamo certo chiedere di più. Notte tranquilla, con leggera risacca a conciliare il sonno.
Km percorsi oggi 282 Km totali percorsi 6879
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Afrodisias: il tetrapilo
Mercoledì 19-5 Marmaris- Hisaronu-Dacta-Marmaris
Il sole è nuovamente alto, giornata gradevole. Lasciamo il nostro posto, privilegiato, ed attraversiamo la città di Marmaris. Saliamo ripidamente la strada che porta alla penisola di Hisaronu, ne facciamo un periplo totale. Le vedute su cale inaccessibili e baie che ricordano i fiordi norvegesi si susseguono in buon numero, moltissime le barche che veleggiano in condizioni ideali. I paesi sono attrezzati per ricevere una dose di turismo limitato, difficile immaginarli affollati. Anche i posti barca sembrano dosati per impedire eccessivi accosti ai piccoli moli, talvolta appena sufficienti per il passeggio. Ci piacerà molto Selymie, che ci ricorda un angolo di Grecia, con i suoi piccoli ristoranti ed i tavolini celesti posti sotto i pergolati. Nella baia vicina, una lunga lingua di sabbia consente di passeggiare fin dove si ancorano i Gulet, le tipiche imbarcazioni di legno che vengono noleggiate per gite più o meno numerose. Tornati a Hisaronu voltiamo a sx per esplorare la penisola di Resadye. La strada sale subito in alto, ampia e spettacolare. I panorami sono splendidi, golfi, isole e molte penisole si stagliano in un mare sempre azzurro e pulito. Troviamo la città di Dacta ancora intenta a farsi bella e riorganizzarsi per la stagione estiva, la gente è cordiale e sempre sorridente. Passeggiamo sulla spiaggia al termine della penisola e sul lungomare vicino il porticciolo, semplice ed essenziale come tutto ciò che ci circonda.
Rientriamo a Marmaris prima del tramonto e ci godiamo la lunga passeggiata colma di bar e ristoranti. Abbiamo anche la fortuna di assistere, prima e dopo cena, a molte rappresentazioni artistiche da parte dei partecipanti ad un festival del folklore. Musiche e balli di popoli venuti da terre lontane come Cina, Brasile, Russia e tanti altri. Sosta notturna in una via parallela alla principale, tutto sommato abbastanza silenziosa.
Km percorsi oggi 218 Km totali percorsi 7098
Giovedì 20-5 Marmaris- Didim
Nel viaggiare verso nord ci sfugge il bivio verso Milas, il nostro navigatore riesce comunque a farci riprendere la direzione ma utilizzando una strada collinare alquanto stretta.
Il massimo accade mentre scendiamo verso AKbuk, nell’attraversare un paese, non ricordo se Gurkamlar o Kazikir, per lasciarci transitare una signora è costretta a togliere delle cassette di verdura che aveva esposte davanti casa. Poco dopo arriviamo ad Akbuk, sul suo bel golfo si notano tre o quattro grossi paesi con case tutte bianche ed eguali. In Turchia non è raro trovarsi davanti a palazzine, villaggi o quartieri costruiti con edifici completamente identici. Il mare ha colori invitanti, ci fermiamo per pranzare in uno spiazzo per pic nic, ad un metro dall’acqua.
Nel primo pomeriggio arriviamo a Didim, sull’ampio golfo di Gulluk, alcune indicazioni di parcheggio ci conducono sul lungomare di Altinkum. Più che un parcheggio sembra una discarica per vecchi veicoli, uno sfasciacarrozze. E’ su ghiaia, sorvegliato e non molto costoso, 10 LT fino l’indomani mattina, noi no ci formaliziamo. Il resto del pomeriggio lo trascorriamo in spiaggia, per chi vuole ci sono attrezzature a nolo ed i bagni con le docce, intorno a noi i pochi bagnanti sono quasi esclusivamente inglesi. In serata camminiamo sulla passeggiata, molti i bar ed i ristoranti, i prezzi sono ancora accessibili. In un super market aggiorniamo la cambusa di bordo. Notte indisturbata, a parte un paio di abbaiate.
Km percorsi oggi 198 Km totali percorsi 7296
Venerdì 21-5 Didim- Pamucak
Ci spostiamo a Kusadasi, ma l’hotel camping che troviamo a nord della città non ci piace.
Saliamo quindi la collina dov’è situato un’ immenso acquapark, una volta superato, sulla sinistra c’è un incrocio ed una strada scende a destra verso Pamucak, lì vi troviamo il Dereli camping. CI fermiamo subito perché è veramente accogliente, è alberato, ha il market dove si riceve il wifi, bagni puliti ed un grande ristorante dove cucinano anche la pizza. La spiaggia di sabbia è ampia e pulita, cosa rara in Turchia. Al solito, niente pozzetto per scaricare, san secchio da plastica servirà ancora. Troviamo anche due camper con equipaggi Italiani anzi, ironia della sorte sono della stessa nostra città e, come non bastasse, uno dei due è socio del nostro stesso rimessaggio!! Dopo un po’ di conversazione ci lasciano, sono già al termine del viaggio, allora prepariamo lo scooter per recarci ad Efeso che dista solo 7 km. Quando stiamo per partire avvertiamo un repentino cambio del clima, di li a poco comincia a piovere. Non ci resta che rimandare a domani.
Km percorsi oggi 94 Km totali percorsi 7390
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Efeso: biblioteca di Celso
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Pamucak: la spiaggia del Dereli camping
Sabato 22-5 Pamucak
Ci svegliamo con il tempo che ancora non si lascia decifrare. IL sole va e viene, a volte scende qualche goccia di pioggia, ci prendiamo anche le mantelle e partiamo ugualmente.
In pochi minuti arriviamo al sito di Efeso, ingresso lato aereoporto. Sono le 8 del mattino e già una ventina di autobus attendono i visitatori scesi all’altra entrata, e stanno per arrivare anche numerose scolaresche. Iniziamo la nostra visita cominciando dal teatro, immenso e piuttosto ben conservato, peccato per le antiestetiche reti di recinzione. Seguendo la marmorea via romana arriviamo al pezzo forte di questo famoso sito: la biblioteca di Celso con la porta di Adriano subito vicina. Con pazienza e non poca fortuna riusciamo ad immortalarle senza nessuno davanti, un vero record, visto l’affluenza. Reperti da vedere ne restano ancora molti, più o meno conservati, ma dobbiamo anche lavorare di fantasia per poterli riconosce e collocare, nonostante una buona cartellonistica e la nostra guida siano ben fatte. Tornando indietro ci rechiamo alla basilica di Maria, un po’ appartata rischia di rimanere anonima e fuori dalle frequentazioni. I resti non sono tra i più appariscenti ma, con non poco stupore, ci troviamo di fronte una bella sorpresa. Un gruppo di ballerine giapponesi in costume sta danzando sulle note di un’Alleluia, ci sono fotografi ed un regista a riprendere il tutto. Peccato duri solo pochi minuti, i loro delicati abiti rosa unitamente alle leggiadre gestualità sono uno spettacolo ricco di grazia.
Con lo scooter saliamo il monte che domina Efeso arrivando fino alla casa di Maria, meta di pellegrinaggi, è un luogo mistico e solitario.
Per pranzo siamo a Selçuk, il sabato c’è un mercato che occupa tutto il centro della città.
Si vende di tutto, anche roba usata, la maggioranza dei banchi vende tessile, scarpe, frutta e verdura. Sembra un gran bazar all’aperto. Pranziamo in un piccolo buffet che approvvigiona commercianti e passanti. Ci vengono preparate due pide grandi e squisite, accompagnate da insalate con pomodori, peperoni e patate, spendiamo appena 12 LT !
Acquistiamo qualche altro souvenir ed alcune magliette per noi, ed un po’ di frutta e verdura, impossibile non farlo in mezzo a tanta abbondanza. Saliamo quindi ai bei resti della basilica di San Giovanni, grande e sufficientemente comprensibile, presenta belle colonne, tratti di pavimento, una bella fonte battesimale e la tomba del Santo. Mentre ultimiamo la visita arriva un altro scroscio di pioggia, per fortuna troviamo riparo dentro alla casetta di un tale che ha l’orto tra la basilica ed il castello Bizantino che ci sovrasta. Pochi minuti e tutto finisce, ringraziamo il nostro amico turco, chissà se avrà capito una parola, oltre la nostra richiesta d’ospitalità!
Appena 200 metri più sotto, ci fermiamo per visitare la Isa Bey Camii. Costruita poco dopo il 1300 in uno stile originale, ha un bel Mirhab in marmo bianco ed un bel portale all’ingresso. Sia nel giardino che sulle facciate si vedono porte e finestre molto lavorate.
Appena fuori da Selçuk, sorgeva il più grande tempio del mondo, quello di Artemide, oggi ne rimane una sola colonna con annesso nido di cicogna sopra la sommità. Sullo sfondo ammiriamo un bellissimo insieme del complesso monumentale della città.
Arrivati al camping ritorna un bellissimo sole, non rimane che godercelo sulla spiaggia.
Km percorsi oggi, con scooter, 28
Domenica 23-5 Pamucak
Risveglio senza fretta, dopo i festeggiamenti della sera per la vittoria della Champions, resi ancora più graditi dalla sofferta presenza di tre equipaggi tedeschi parcheggiati vicino a noi.
Fino all’ora di pranzo stiamo in spiaggia e facciamo anche una bella camminata in riva al mare. Nel pomeriggio ci rechiamo a visitare Kusadasi, città in forte espansione edilizia. Le navi da crociera ormeggiate già la dicono lunga sul ruolo di questa città. Il vecchio centro nei pressi del porto pullula di negozi per i turisti dove, tra gli altri, spiccano quelli specializzati nella vendita di capi in pelle. Un lungomare piacevole termina su una penisola collegata da un ponte, una piccola cittadella sembra farle da guardiano.
Scorriamo pian piano la città rischiando più volte di bloccarci nei quartieri prossimi al mare.
Dobbiamo uscire a sud e poi voltare verso mare per ritrovare la spiaggia. Anche fuori città è tutto un susseguirsi di rioni a se, caratterizzati da un unico accesso e tante piccole traverse che finiscono al lungomare. La spiaggia di sabbia, che sembra non finire mai, è però molto ridotta come profondità. Molto meglio quella di Pamucak. Rientriamo che è ora di cena.
Ancora giornata di scooter km 35
Lunedì 24-5 Pamucak- Cesme
Lasciamo a malincuore il camping Dereli, ma dobbiamo proseguire. Viaggiamo sempre vicino al mare e, ogni tanto, apprezziamo qualche bella caletta solitaria. Sul litorale sabbioso di Gumuldur notiamo alcuni camping ancora intenti nel ripristino delle strutture.
Entriamo nella penisola di Cesme da Saferihisar, poi una strada a 4 corsie dalla zona di Urla arriva fino a Cesme città. Esploriamo la costa nord, fino al quartiere DalyanKoy, una strada che conduce ad un villaggio residence attraversa la baia. In uno slargo accostiamo per pranzare. Dalla finestra in dinette entra il profumo intenso dell’aria salmastra, davanti a noi i colori cangianti del mare limpido sono straordinari. Migliaia di ricci punteggiano il basso fondale scoglioso, fortuna per loro, disgrazia per noi, che non è stagione di raccolta.
Nel pomeriggio percorriamo la strada che accarezza il mare sulla costa ovest della penisola. Dopo aver attraversato la stagionale cittadina di Ciftlik, ci fermiamo in uno dei parcheggi che si trovano presso gli stabilimenti balneari ad Altinkum ( ma quanti posti ci sono con questo stesso nome?). Stabilimento forse non è il termine più appropriato, ma attrezzature da spiaggia, chioschi e qualche ristorante prettamente stagionale nel loro insieme probabilmente, li ricordano vagamente. Un gruppo di persone sta lavorando alacremente nel tentativo di rendere il tutto nuovamente operativo, ma non esitano a scambiare qualche parola. Con fatica ma qualche termine straniero sanno decifrarlo.
Torniamo a Cesme e percorriamo la litoranea che scorre parallela alla quattro corsie.
Ad Iliça notiamo una bella spiaggia di sabbia chiara, acqua trasparente anche se freddina, il luogo è troppo invitante per non fermarsi. Due ore passano velocissime.
Per non allontanarci dal mare proseguiamo sulla stretta strada che porta a Sifne, poi via Ildir e Baliklova, tagliamo la penisola di Karaburun nel punto più stretto. Arrivati ad Urla svoltiamo nuovamente verso mare, ci fermiamo sul litorale nel tratto che arriva a Kalabak.
Troviamo parcheggio in un’area che è segnalata per pic nic, nei pressi di un bar stagionale.
Sulla spiaggia, non molto bella perché mista a terra pressata, molte persone fanno jogging.
Di fronte abbiamo un’isoletta collegata da una massicciata ed un ponte, vi sorgono una sede della Jandarma ed un ospedale. Fino alla mezzanotte sentiamo musica e un po’ di chiasso provenire dal piccolo bar, poi tutto ok. Su questo tratto, l’indomani, vedremo altre piazzole simili, alcune con ristoranti.
Km percorsi oggi 239 Km totali percorsi 7629
Martedì 25-5 Urla- Foça
Partenza direzione Izmir, sempre percorrendo il litorale fino al margine della città. Izmir ha un lungomare infinito, spesso a sei corsie, ed il traffico scorre veloce. Il grosso problema sono i parcheggi, sembrano tutti destinati ai residenti. Prima di rinunciare e proseguire tentiamo al museo archeologico, ma non vi si può più parcheggiare. Ci soffermiamo in Konak Meydani, la piazza del municipio, per osservare da vicino l’incredibile torre dell’orologio e la piccola e maiolicata Konak Camii. Usciamo per via autostrada direzione nord, ma è gratuita finchè non si esce dall’abitato. Proseguiamo sulla D550 direzione Kanakkale finchè, superata Burunkuk, deviamo per Foça.
Arriviamo in questa piccola ma graziosa città che divide il suo golfo in due baie, il mercato settimanale ci costringe a parcheggiare fuori dal centro. Passeggiando però impieghiamo 5 minuti per arrivarci, diamo uno sguardo al porticciolo, ai vari locali che sono nei paraggi e facciamo un salto anche all’ufficio informazioni. Qui ci comunicano che si può parcheggiare ed anche pernottare nella penisoletta che si allunga sulla baia, in quanto area pic nic. Felici della bella notizia ci affoghiamo nel mercato, troviamo prodotti di ottima qualità e prezzi minimi veramente. Acquistiamo un kg di ciliegie, un kg di peperoni lunghi da fare in griglia, un kg e mezzo di pomodori, un kg delle ormai inevitabili susine acerbe per un totale di 9 LT, circa 4,5 euro!! Per arrivare sulla penisola si deve costeggiare il mare verso nord, oltrepassare la sede della Jandarma e prendere una stradina a sinistra con un chioschetto all’inizio. Una volta arrivati siamo in paradiso. Ci sono due tre comitive che fanno merenda e nient’altro. I due bagni pubblici che possono far comodo per scaricare sono perfettamente funzionanti. Di giorno viene un tizio che vende bibite e probabilmente fa pagare l’uso dei wc. Esplorando la collinetta che ci sovrasta scopriamo diverse isolette che formano un bel quadretto ed un’altra bella baia subito dietro la penisola. L’acqua del mare è ultratrasparente, il bordo del parcheggio è delimitato da una spiaggetta di ghiaia. Trascorriamo tutto il pomeriggio in estremo relax, le poche persone che si alternano in passaggi più o meno lunghi stanno in disparte, sotto gli alberelli. Alla sera torniamo a Foça per visitare la parte vecchia del borgo ed il porticciolo dei pescatori. Lungo questi moli vi sono moltissimi ristoranti, il pesce è freschissimo, ne osserviamo arrivare barche colme e la distribuzione è rapida. Nei vicoli osserviamo molta animazione e numerosi negozietti.
Torniamo al camper appena in tempo per godere di un tramonto veramente coreografico.
Km percorsi oggi 122 Km totali percorsi 7751
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Foça
Mercoledì 26-5 Foça- Alibey
La notte è stata una delle più belle di tutto il viaggio, silenzio assoluto e minareti con altoparlanti al minimo, che bello dormire senza fare le “tappe”!
Ci mettiamo in viaggio facendo attenzione a non scostarci mai dal mare. Nei primi 20 km osserviamo calette e qualche piccola spiaggia, il mare ha tutte le tonalità del verde e dell’azzurro, avvistiamo tre piccoli campeggi un po’ spartani, uno invece più grande, al centro di una baia a metà strada verso la vacanziera Yenifoça. Superata questa carina città di mare, ci addentriamo nuovamente. A Kurtulus presso la portuale Allaga attraversiamo una zona industriale veramente orribile, ripresa quindi al D500 arriviamo a Pergama.
Durante la sosta presso la Basilica rossa avvistiamo un piccolo parcheggio privato, accessibile anche ai camper dove si può dormire e fare cs. E’ prossimo a due bei negozi che vendono tappeti, in uno di questi il proprietario parla un buonissimo Italiano.
Saliamo la stretta ed erta via che porta al sito archeologico di Pergama, ci sono alcuni punti che consentono lo scambio con i veicoli che scendono. IL parcheggio in alto è su sterrato ed in forte pendenza, il costo del biglietto esoso, 12,50 LT. Ci dicono però che la nuova cabinovia è pronta per l’inaugurazione, ed i veicoli oltre 2,60 cm d’altezza avranno accesso interdetto. Visitiamo Pergama sotto un sole caldissimo, il sito ha molte rovine, ma i resti del tempio di Traiano con i suoi basamenti sono veramente belli da vedere. Ci desta molta impressione anche il teatro che, costruito sulla roccia, ha una pendenza impressionante. Salire i suoi alti gradoni infatti è faticosissimo ma, ad osservarlo stagliato sopra la città di Bergama e la piana vicina se ne ricava un’immagine spettacolare.
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Pergama: il teatro
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Pergama: tempio di Traiano
Usciamo da Pergama e riprendiamo la via del mare. Una deviazione a Dikili ci consente di scovare un’altra città di mare con annessa lunga spiaggia, porticciolo e tutto quanto serva per ospitare il turismo estivo. All’estremità nord, in mezzo alle case del quartiere Cumhuryiet, avvistiamo due piccoli camping, anch’essi piuttosto spartani ma ombreggiati.
La meta finale della nostra giornata è Ayalik, bella città di mare incastonata in una baia ricca di piccole isole, paradiso dei velisti. Due ponti la collegano ad Alibey, l’isoletta più grande, che è abitata ed ha un nuovo porticciolo ancora da terminare. Seguendo le indicazioni, una strada di 5 km ci guida attraverso una strada collinare e fresca, al termine vi troviamo il Camping Ada. Ha un ingresso stretto e le piazzole sono prevalentemente occupate da roulotte stanziali. Rimangono posti tra gli olivi, che arrivano fino al mare. Ci sono tutti i confort ( meno che il pozzetto, uffah!), possibilità d’ uso cucina, frigo, lavanderia, docce calde e fredde. E’ il più caro trovato sin’ora. La spiaggia è una stretta lingua di due metri per cento, ma il mare è stupendo. Molti lettini e qualche parasole fanno da contorno alla struttura bar e ristorante. Il wifi c’è, ma bisogna andare a cercarlo. Rimaniamo in relax fino al tramonto. Altra notte fantastica, e niente muezzin!
Km percorsi oggi 188 Km totali percorsi 7939
Giovedì 27-5 Alibey- Geykli
Approfittando della gentilezza del gestore che ci consente l’uscita dopo pranzo anziché le dodici, trascorriamo la mattinata ancora in riva al mare. Una brezza lieve rende l’esposizione al sole molto gradevole, l’acqua del mare, per niente fredda è molto invitante.
Lasciamo il camping alle 15,00, proseguendo il viaggio facciamo una sosta ad Oren, altro posto vacanziero e dotato di una lunga ed ampia spiaggia di sabbia. Nella parte nord c’è possibilità di un comodo parcheggio, o di utilizzare il vicino camping molto ombreggiato.
Arrivati ad Edremit voltiamo verso Assos. Percorriamo un’ampia strada fino a Narli dove procediamo per la stretta litoranea. Incontriamo una grande quantità di piccoli camping in riva al mare, ma spiaggia non se ne vede. Quasi tutti sono ricavati in mezzo agli olivi e agli alberi da frutto, certamente poco idonei ai camper. La prima vera spiaggia la vediamo ad Assos, la punta della penisola. Saliamo fino a Behramkale per osservare da vicino le imponenti mura della cinta bizantina che racchiudono i resti della fortezza e le abitazioni di roccia, in parte ancora utilizzate. Il panorama sull’isola di Lesbo, vicinissima, è bellissimo.
Sul versante a mare la ripida strada scende passando vicina ad un anfiteatro, due tornanti più sotto avvistiamo un parcheggio con alcuni camper già pronti per la sosta notturna.
Ripresa la rotta verso Gulpinar percorriamo una ventina di km su un alto crinale, incontrando piccoli paesi dediti ad agricoltura ed allevamento. Una deviazione di 9 km ci porta ell’estremità sud-ovest di questa punta, dove sorge Babakale, paese di pescatori lontano da tutto e da tutti. Il porto è comunque in grosso ampliamento, le poche case condividono gli esigui spazi con alcuni ristoranti ed il parcheggio della fortezza. Carina e panoramica è stata restaurata da poco, si può fare il giro di ronda per ammirare il mare dall’alto. Torniamo indietro fino a Gulpinar e poi ci dirigiamo verso Geykli. Lungo questo percorso stiamo sempre vicino al mare, ma la sua accessibilità è fortemente contrastata da immense coltivazioni, spesso ad orzo e grano, che si espandono fino alle spiagge.
La prima veramente accessibile la vediamo a Dalyan, pochi km prima di arrivare al porto d’imbarco per Bozkaada. Ci fermiamo dove termina la strada che porta al molo del ferryboat, il parcheggio è racchiuso in posto recintato e dotato di servizi igienici a pagamento (1 LT). L’imbarco per Bozcaada è possibile alle ore 10,00-alle 12,30 e alle 18,00. Notte tranquilla, se non consideriamo l’altoparlante del muezzin!
Km percorsi oggi 188 Km totali percorsi 8127
Venerdì 28-5 Geykli- Truva
Facciamo il biglietto che ha validità a/r, 10 LT uno scooter e due persone. Dopo 40 minuti siamo al porto della piccola isola, Bozcaada ricorda molto la Grecia, ed una bella fortezza sembra vegliarla. Le operazioni di sbarco sono rapide, immediatamente ci dirigiamo verso il lato sud, quello con le spiagge più conosciute. Fortunatamente troviamo subito l’unico distributore rimasto, è nuovo ed ampio. Trascorriamo la mattina sulla spiaggia di Ayazma, l’unica che ha dei ristori al di là della strada. Facciamo il bagno in acqua trasparente, cosa rara in presenza di tanta sabbia, e le mormore, anche grandi, giocano con noi. Pranziamo al ristorante Boruzan, che si trova anche in paese, polipi alla griglia, calamari e patate “vere”, come amo definire quelle che ti sbucciano ed affettano davanti! Dosi non abbondanti ma tutto squisito, con bevande spendiamo 50LT. Al pomeriggio ancora spiaggia prima di completare il tour di tutte le altre che si possono frequentare. Moltissime viti, ben curate, testimoniano la grande risorsa di questa isola di solo 5 km di diametro, il vino.
Tornando verso il paese scopriamo la spiaggia est, la Tuzburnu beach, con un camping a poche centinaia di metri. Un altro l’avevamo avvistato a meno di due km dalla spiaggia di Habbele, a nord. Una passeggiata tra gli stretti vicoli e la visita alla fortezza ci portano velocemente all’orario d’imbarco,sono già le 18,00 e sta per partire l’ultimo ferry della giornata. Con il camper avremmo speso 70 LT.
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Bozcaada: spiaggia di Ayazma
Prima di cena parcheggiamo presso il mokamp, pension t***a, Truva. I pochi posti sono occupati, ci sistemiamo nel parcheggio adiacente, di fronte al negozio di souvenir che gestisce la pensione. Abbiamo il wifi, e la possibilità di fare cs, il tutto per 10LT. IL sito è a 600mt. Notte disturbata da “civilissimi” giovani inglesi che sostano a lungo per conversare ad alta voce seduti ai tavoli del market. Chissà i nostri vicini svizzeri, francesi e tedeschi se avrebbero fatto solo le spallucce nel caso fossero stati nostri connazionali !?
Km percorsi oggi 42 Km totali percorsi 8169
Sabato 29-5 Truva- Grecia (piazzola su Egnatia Odos)
La visita dell’antica t***a è come immaginavamo, molto interessante ma…faticosa per la fantasia da usare. Il percorso è comunque ben segnalato e le spiegazioni sono chiaramente esposte su cartelli esplicativi. Ci sono molte scolaresche presenti, risulta complicato perfino fare la foto con il “mitico” cavallo di legno, forse una delle cose più osservate.
Procedendo verso lo stretto del Dardanelli incosciamente tendo a rallentare, chissà, probabilmente avvertiamo il prossimo distacco da questa terra che ci ha veramente affascinati. Alle 12,30 siamo Dardonos, un porto d’imbarco a 5 minuti da Kanakkale. Impieghiamo 40 minuti per attraversare il trafficato stretto di mare che ci riporta sulla sponda europea. Ad Eceabat ci fermiamo subito a destra del porticciolo per pranzare.
Dalla dinette assistiamo ad una delle istantanee più emblematiche del nostro viaggio. Un gruppo di ragazzini si diverte a fare il bagno tuffandosi quando i ferryboat ripartono, manovra che può essere pericolosa se non si evitano i vortici causati dalle eliche. Ma sono tutti belli vispi, si divertono senza rischiare eccessivamente. Sulla banchina vecchi e più giovani si divertono nei loro giochi preferiti, backgammon,carte, scarabeo. Seduti sulle loro seggiole sgangherate osservano i ragazzi in acqua scuotendo la testa e sorridendo, forse son solo ricordi che tornano alla mente. Al fresco degli alberi un gruppo di pescatori ripara le reti danneggiate, altri sono alle prese con la tinteggiatura. Intanto sui marciapiedi passano le donne, velate e mezze soffocate dai caffettani che ricoprono altre vesti, le borse con la spesa da un lato, un bambino dall’altra che si attacca alla mano. Sono immagini ricorrenti, che contrastano con quelle che ci sono rimaste impresse nella mente attraversando le alte zone dell’est, dove i rischi e le preoccupazioni cambiano sembianza, ma sono sempre lì, da affrontare tutti i giorni appena svegli, come il problema del clima, dell’istruzione, dell’isolamento e quindi di una buona sopravvivenza.
Queste e tante altre cose ci ripassano davanti agli occhi mentre ci avviciniamo alla frontiera. E quando giungiamo sul ponte che oltrepassa il fiume Ergene ci piace pensare che la bandiera con la mezza luna sventoli per noi, magari almeno per un arrivederci. Subito vicino, quella bianco celeste della Grecia, è già pronta per un nuovo benvenuto in terra ellenica.
In Grecia abbiamo di nuovo il problema del rifornimento, ne proviamo diversi, ma nessuno accetta carte di credito, inoltre troviamo il gasolio parecchio aumentato. Ad Elefteropolis riusciamo ad effettuare un prelievo ad un bancomat, ed un distributore aperto ci rifornisce ad un ottimo prezzo: 1,260 contro gli oltre 1,300 trovato fin qui. Tornati sulla Egnatia Odos ci fermiamo a dormire in un’area di parcheggio con acqua e servizi igienici.
Km percorsi oggi 385 Km totali percorsi 8554
Domenica 30-5 Meteore
Ci facciamo l’Egnatia fino all’uscita per Trikala, e dopo 40km di strada di montagna arriviamo a Kastraki. Parcheggiamo subito nello slargo posto sotto la prima meteora, Agios Nicolaos, ed usiamo lo scooter per salire oltre. Potevamo anche evitarlo in quanto a pomeriggio inoltrato si trova parcheggio. Però si rischia di vedere poco, infatti gli orari di chiusura sono alle 16,00, 17,00 e 18,00, ogni chiesa ha il proprio. Per fortuna riusciamo a visitare la Grande Metora, Varlaam e Roussanou. Veramente impedibili, rimaniamo molto soddisfatti per la visita alle storiche strutture, per i valori artistici in esse conservati ed anche per i panorami superbi. Al termine della visita riprendiamo la via inversa. Per la notte sostiamo nuovamente in area di parcheggio sulla Egnatia Odos acquistando la cena presso uno dei caratteristici camioncini attrezzati che si affacciano oltre la recinzione.
Km odierni 499 Totale km percorsi 9053
Lunedì 31-5 Parga
Giornata di completo relax sulle baie di Parge. Cena al ristorante Romantica, nei pressi della fortezza, con terrazza sul mare. Notte al camping Valtos, in mezzo agli alberi, fresco e pulitissimo. Bella spiaggia e il mare è…..greco.
Km odierni 84 Km totali percorsi 9137
Martedì 1-6 Igoumenitsa
Molto lentamente ci trasferiamo ad Igoumenitsa, per arrivare all’ora dell’imbarco trascorriamo il pomeriggio sulla bella spiaggia a nord del porto. Poi perdiamo un po’ di tempo in un supermarket e dentro la stazione marittima. Ci imbarchiamo con oltre un’ora di ritardo.
Km odierni 70 Km totali percorsi 9203
Mercoledì 2-6 Italia
Sbarco ad Ancona e rientro a Livorno.
Km odierni 365 Km totali percorsi 9568
Dettaglio spese
Pedaggi stradali : casello di Salonicco + ponte sul Bosforo + tratto
Autostrada Turca 23,60
ingressi 298,00
Parcheggi e campeggi 242,50
Traghetti e ferryboat : Ancona-Igoumenitsa (a/r), Bozcaada (a/r) 342,5
Dardanelli
Escursioni : Nemrut Dagi (x 2), Volo In Mongolfiera (x1) 180,00
Spuntini, assaggi 80,00
Carburanti: gasolio + benzina scooter( euro 19,00) 1609,00
Spesa totale 2765,00 euro. Gasolio consumato 1171 litri x una media di 8,15 km/litro.
Per dormire spesso abbiamo fatto sosta libera in aree di servizio, altre volte invece nei pressi di centri abitati.
allego alcuni punti sosta che possono servire da riferimento in caso di necessità o mancanza di meglio.
Istambul- dietro la moschea blu, in Torun Sokak 21. Costo 10 euro al giorno, 10,00 euro la notte N 41.00444° E 28.97789°
Amasya- lungo fiume nei pressi del ponte Kunc, a 600mt dal centro,gratuito
Safranbolu- P custodito nella piazzetta dove sorge Il Cinci Hammami Oppure a 200 mt dal belvedere, sopra la città, uscendo verso est.
Bogazkale- C/° Hotel camping Baskent, 10,00 euro con allaccio e Wifi. A 800mt dal sito di Hattusas N 40.02816° E 34.61928°
Sivas- P presso la Gok Medrese, chiuso per ripristino. Sostiamo nei Pressi di una scuola a 500mt dal centro. Coordinate approssimative perché ci siamo spostati un paio di volte, ma nel raggio di 200mt. N 39.74534° E 37.02149°
Divrigi- sosta presso l’ultimo distributore all’uscita Nord della città. Possibilità di parcheggio nel piazzale della Moschea-Medrese
Erzurum- Parcheggio gratuito tra la Minareli Ciftè Medrese e la Fortezza, lungo le mura, interne o esterne. Difficoltà nelle ore diurne Causa mercato. Arrivare al mattino o la sera. Altro P, all’ingresso, città, nel quartiere universitario. 1 km dal centro. N 39.90711° E 41.22760°
Kars- P custodito e recintato, per i taxi e dolmen. Accordarsi con la guardia all’ingresso. Noi gli diamo 10LT, ma al mattino uscire prima delle 8,00 perché inizia il caos.
Ani- P gratuito presso ingresso sito. N 40.51212° E 43.57218°
Dogubeyazyit- Lalazar Camping, 10,00 euro con cc., località
Saridana 1.5 km dal Palazzo Ishak Pasa.
Ishak Pasa- P gratuito di fronte al palazzo N 39.52005° E 44.12941°
Imbarco per l’isola di Akdamar, Van Golu Possibilità di camping 2 km verso Gevas, cc, wifi ecc. N 38.30866°E 43.02658°
Tatvan- area servizio con ristorante sulla D300 direzione Bitlis N 38.51740° E 42.25110°
Asankeyf- possibilità di parcheggio prima del ponte sul Tigri N 37.71627° E 41.41162°
Mardin- sosta in via Yeni Yol Caddesi, lato sud, 500 mt dal centro.
Oppure vicino stadio. Frequenti pulmini per risalire in centro. N 37.31198° E 40.74654°
Diyarbakir- P gratuito presso l’ospedale, sorvegliati da volenterosi addetti alla barriera d’accesso N 37.91943° E 40.26410°
Sanliurfà- P custodito a Golbasi, vicino ai giardini d’Abramo N 37.14812° E 38.78218°
Harran- P a pagamento vicino i resti della Kale, lato est del paese Notte presso chiosco bar con terrazza panoramica sulla diga di Ataturk, slargo lungo la strada N 37.46934° E 38.31178°
Kahta- Hotel camping Kommagene 15LT con cc. Wifi fuori uso? N 37.78855° E 38.61586°
Cappadocia-Urgup, Kaya camping 27LT con piscina,cc e wifi. N 38.63671° E 34.85375°
Derinkuyu- P gratuito a 100 mt dalla biglietteria N 38.37175° E 34.73408°
Ihlara Vadisi- P gratuito e piastrellato a 150 mt dalla biglietteria sud. Nel periodo da noi utilizzata i nuovi bagni erano ancora chiusi N 38.25362° E 34.30255°
Konya- area di sosta attrezzata, acqua in piazzola, cc, wc, recintata Sorvegliata e gratuita!! A 4,5km dal Mevlana Muzesi N 37.86961° E 32.55011°
Pamukkale- hotel camping Dolphin, 20LT, cc,wifi, 400mt dall’ingresso sud del sito. N 37.91609° E 29.12106°
Afrodisia- P sorvegliato + navetta LT 10 N 37.71334° E 28.73139°
Marmaris- Molo dietro porticciolo al termine della baia, località Gunluce. Strada stretta negli ultimi 2 km. N 36.81740° E 28.30873°
Marmaris- Strada secondaria parallela alla principale. A 500 mt dal centro N 36.85855° E 28.26681°
Didim-Altinkum – P sorvegliato, su ghiaia, leggera pendenza, sembra un deposito di autoveicoli da rottamare, ma sembra sicuro. Praticamente sul lungomare, 10 LT x 12 ore N 37.35753° E 27.28361°
PamucaK- Camping Hotel ristorante Dereli, cc, market con wifi. Spiaggia euro 16,00 al giorno N 37.93856° E 27.27663°
Urla- Sosta notturna sul litorale, gratuita, in parcheggio indicato per pic nic.Ve ne sono anche altri. Bar o ristoranti vicini. N 38.36094° E 26.78315°
Foça- Parcheggio gratuito su penisoletta al centro della baia. 2wc in casottino, possibilità di scaricare. N 38.67603° E 26.73762°
Alibey-camping Ada, presenza stanziali, spazio in mezzo agli olivi. tutti i servizi a disposizione, cc, docce, wifi…in alcune zone. Spiaggia piccolissima N 39.33232° E 26.62199°
Spiaggia di Oren- P gratuito al termine del versante nord. N 39.50542° E 26.93467°
Geikly- P gratuito nei pressi dell’imbarco per Bozcaada. Recintato e Con wc a pagamento. N 39.81914° E 26.16404°
Qualora vogliate la mia e-mail non esitate di contattare lo Staff di camperfree
Autori Andrea e Stefania
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