"RADUNO del GIUBILEO” a LORETO (AN) 30/09 - 2/10/16
Camperfree :: Raduni
"RADUNO del GIUBILEO” a LORETO (AN) 30/09 - 2/10/16
Il Camping Club Civitanova Marche
con il patrocinio del Comune e la Pro Loco di Loreto,
in occasione del grande Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco, organizza il raduno camper
30/09 - 01 e 02/10/2016
Programma
Venerdi 30/09 a partire dalle ore 18:00 arrivo sistemazione e registrazione equipaggi presso campo sportivo Montereale, sito in strada provinciale della Val di Chienti, 3 (anche Via San Giovanni Bosco) GPS 43.435523 13.602784 o N 43° 26'8.184'' E 13° 36'10.925''
Sabato 01/10Mattina: ore 9.30 Visita guidata (facoltativa e previa prenotazione) alla Basilica della Santa Casa, uno dei più importanti santuari mariani del mondo cattolico, che ha la dignità di Basilica papale e Sala del tesoro ( a persona: € 3,50 + € 1,50 per auricolare obbligatorio) - Percorso Giubilare libero
Dalle ore 9.30 alle ore 11.00 e dalle ore 15.30 alla ore 17.00 possibilità di visita guidata ai camminamenti di Ronda (facoltativa e previa prenotazione, al costo di € 5,00 euro a persona - Il Camminamento di Ronda si trova al piano superiore della Basilica, nel sottotetto. Si tratta della parte prettamente militare dell’edificio realizzata nel ‘400 a difesa dalle scorrerie dei pirati turchi. Magnifico il tour della parte esterna da cui si gode un panorama mozzafiato che va dalla Riviera del Conero, lungo il litorale e poi per le colline fino ad arrivare con lo sguardo al Gran Sasso d’Abruzzo ed ai Monti Sibillini. Affascinante è poi la visita alla parte interna, la vera e propria caserma militare, con la struttura ed i materiali originali del XV secolo, tutto ancora in ottime condizioni. Per raggiungere il Camminamento di Ronda occorre salire una scalinata di 82 gradini, molto comoda)
Ore 12.30 “Aperitiviamo insieme” Tutti sotto al gazebo per l’aperitivo offerto dal club.
Dalle 15 alle ore 19 visita delle storiche Cantine del Bramante con degustazione di olio e vino della Delegazione Pontificia della Santa Casa di Loreto.
Ore 20:15 Cena insieme, facoltativa e su prenotazione entro i termini, presso il ristorante “Tacabanda ” (menù: tagliatelle con la papera, lasagne alla norcina, fritto di carne alla marchigiana, fritto di verdure, insalata, dolce della casa , acqua, vino, frutta, caffè e digestivo - € 18,00 a persona, bambini fino a 10 anni, partecipanti al raduno, gratis)
Domenica 02/10: ore 10.00 Saluto delle autorità in sala consiliare e…
A seguire Santa Messa in Basilica - Pranzo libero.
Nel pomeriggio, con calma… baci, abbracci e … arrivederci al prossimo incontro del 11-12-13 novembre a Santarcangelo di Romagna (FC)
Quota di partecipazione € 12,00 ad equipaggio.
Altri costi come sopra specificato * Prenotazione obbligatoria entro il 25/09/2016 o al raggiungimento dei posti disponibili precisando la partecipazione alle visite e alla cena.
Info e prenotazioni: ore pasti: 0733/898689 e 339/7727357 Gabriele e Maria
e-mail: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] - [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Il Direttivo declina sin da ora ogni responsabilità per eventuali variazioni al programma per cause indipendenti da propria volontà e per quanto possa accadere prima, durante e dopo la manifestazione.
Lo Staff
Loreto… una città, un santuario, una storia
A chi passa lungo l’autostrada, che collega Bologna al sud d’Italia, Loreto, con il profilo inconfondibile del suo Santuario e la maestosità del Palazzo Apostolico, si impone subito col fascino delle cose belle, che suscitano curiosità e voglia di saperne di più su questa cittadina. Posta su un colle a 127 metri di altezza, con circa 12.000 abitanti, a due passi da un mare che è un incanto e in una regione dove ogni contrada, anche la più piccola, conserva tesori d’arte e memorie storiche come in pochissimi altri angoli del mondo. Non sono remote le origini di questa città. Siamo in grado di fissare una data precisa: 1294 e, se si vuol seguire la tradizione, possiamo anche stabilirne il giorno: la notte tra il 9 e il 10 dicembre, quando su quel colle, dove non esisteva abitazione alcuna e solo vi passava una strada che collegava Recanati al suo porto, successe qualcosa che è diventato leggenda. Nel 1291, quando i musulmani cacciano definitivamente i crociati dalla Palestina, da parte dei cristiani c’è tutto un corri corri per salvare il salvabile tra i ricordi che si ricollegano alla vita di Cristo, di Maria e degli apostoli. Si cercó di salvare anche la casa di Nazaret, dove Maria visse, ricevette l’annuncio dell’angelo, disse "Eccomi, sono la serva del Signore", e dove, citando ancora il vangelo, "il Verbo si fece carne". Una tradizione dice, appunto, che la casa di Maria fu trasportata dagli Angeli nell’antica Illiria, a Tersatto nei pressi di Fiume (ora Rijeka) e poi a Loreto, prima nella piana tra il colle e il mare, nella località detta Banderuola, e poi dove si trova tuttora. Da vedere La Basilica, insigne complesso architettonico del Rinascimento, fu costruita a partire dal 1468 con l’apporto dei più famosi architetti dell’epoca: Giovanni Alberti, Marino di Marco Cedrino, Giuliano da aiano, Baccio Pontelli, Giuliano da Sangallo, Francesco di Giorgio Martini, Bramante, Andrea Sansovino e Antonio da Sangallo il Giovane. |
La facciata fu iniziata nel 1571 da Francesco Boccalini e terminata nel 1587 da Lattanzio Ventura.
La cupola, dal diametro di 22 metri, la terza in Italia dopo quella di San Pietro a Roma e di Santa Maria del Fiore a Firenze, fu portata a compimento da Giuliano di Sangallo in soli nove mesi, dal settembre 1499 "alle ore XV del 23 maggio" del 1500, come l’architetto annota nel suo diario. Era sabato e "io Giuliano di Francesco di Sangallo fiorentino, con grandissima solennità e devozione e precisione, murai l’ultima pietra".
Il campanile, alto m.75,60, è opera di Luigi Vanvitelli, innalzato tra il 1750 e il 1755.
La statua di Sisto V, sul sagrato della basilica, è opera di Antonio Calcagni.
Le porte di bronzo furono progettate per il Giubileo del 1600. Rappresentano scene del Vecchio Testamento e sono opera:
- la porta centrale di Antonio di Girolamo Lombardo;
- la porta destra di Antonio Calcagni;
- la porta sinistra di Tiburzio Vergelli.
Entriamo nel Santuario: Il rivestimento marmoreo della Santa Casa costituisce senza dubbio l’elemento più spettacolare del santuario. Il Bramante aveva concepito questo rivestimento come un baldacchino, sorretto da colonne e arricchito di molti ornamenti; questo progetto iniziale fu rivisto da Antonio Pellegrini e, nel 1513, affidato da Leone X ad Andrea Sansovino fino alla morte di costui (1526).
In seguito fu inviato come sovrintendente Antonio Sangallo, mentre Raniero Nerucci ingaggiava una trentina di artisti, tra i quali Raffaello di Montelupo, Nicolò Tribolo e Francesco di Sangallo. Ma per completare l’opera ci vollero settant’anni ed altri nomi di artisti si aggiunsero. Si tratta di 610 metri quadrati di sculture che qualcuno ha giudicato "l’espressione più complessa della scultura cinquecentesca" e " uno straordinario esempio di lavoro di gruppo".
Gli artisti, che con i loro affreschi hanno arricchito il santuario sono une schiera e non è possibile dare notizia di tutti. Ci limitiamo a darvi queste brevi indicazioni:
- nel transetto destro, nella sacrestia di San Giovanni, gli affreschi di Luca Signorelli;
- nella sacrestia di San Marco, sulla destra prima della Santa Casa, le magie prospettiche e cromatiche di Melozzo da Forlì coi suoi angeli;
- nella Cappella dei Duchi di Urbino, in fondo alla navata destra, gli affreschi di Federico Zuccari;
Il ciclo pittorico della cupola, eseguito tra il 1890 e il 1907, in sostituzione degli affreschi del Pomarancio gravemente deteriorati, è di Cesare Maccari. Si tratta di un’opera per la quale si sono spese parole come "monumentalità - suprema maestria - rara sicurezza di disegno - concezione dantesca - forse l’opera d’arte sacra più grandiosa impegnativa di tutta Europa fra Otto e Novecento".
Godetevi poi pitture e mosaici delle tante cappelle, in particolare quelle delle nazioni, tutte splendide, e passate poi nella Sala del Tesoro, presso la sacrestia, a estasiarvi nella contemplazione della Vita della Madonna, dei Profeti e delle Sibille, che costituiscono il capolavoro del Pomarancio.
Il Palazzo Apostolico fa da deliziosa cornice alla piazza, con la sua doppia serie di logge che lo fiancheggia su due lati. Si tratta di un pregevole esempio del Rinascimento di primo Cinquecento su progetto bramantesco, con interventi di Giuliano da Sangallo il Giovane ed altri artisti contemporanei; ma la serena purezza delle monumentali forme, sia nel portico a piano terra che nel loggiato superiore, indicano in particolare l’impronta prepotente del genio di Bramante. Nel XVIII secolo Luigi Vanvitelli aggiunse il braccio che guarda la facciata della Basilica. Il palazzo doveva svilupparsi ancora con un altro braccio, a chiudere la piazza come une grande corte; ma quando si arrivò a quel punto, ormai era tardi. Invano Urbano VIII nel 1643 tentò di far espropriare le case site sull’area da occupare. E non se ne fece più niente. Dal 1936 tutto il pianterreno ed i seminterrati sono par servizio dei "treni bianchi" per la sosta e la refezione dei pellegrini infermi. Nei locali più prossimi alla basilica c’è la sede della Congregazione della Santa Casa, benemerita istituzione che da oltre cento anni si prodiga per diffondere e ravvivare la devozione alla Madonna di Loreto. La città di Loreto ha l’assetto urbanistico rinascimentale e l’insediamento, circondato da mura e bastioni, si presenta come un castello, di cui la basilica costituisce la cittadella. Fu generata dal santuario e partecipa intimamente alla realtà religiosa, sociale e umana che solo col colle laureano acquista significazione storica.
Monumenti Cittadini:
Uscendo dalla Basilica troviamo la Fontana Maggiore di Piazza della Madonna, che fronteggia la splendida facciata della basilica, decorata con bronzi di Tarquinio e Pietro Paolo Jacometti e costruita, come mostra conclusiva dell’acquedotto, da Carlo Maderno e Giovanni Fontana.
Poi due passi per Corso Boccalini, l’antica Via "dei Coronari".
Le Mura Castellane volute da Leone X, costruite sotto la direzione di Cristoforo Resse da Imola su progetto attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane.
Il Palazzo della Provincia, di gusto rinascimentale attribuito a Marino di Marco Cedrino o a Giuliano da Maiano, sede del comune di Loreto.
Il Bastione Sangallo che conserva al suo interno le antiche "case matte" da cui si difendeva la città, nonchè une piazza d’armi ed une sala teatro polifunzionale.
Porta Romana dovuta all’architetto maceratese Pompeo Floriani che realizzò intorno al 1590.
Dietro le absidi fortificate della basilica vi è un altro bastione detto di Porta Marina (da une parte il Conero e il mare e dall’altra le absidi-fortezza della Basilica), aperta al tempo di Clemente VII (1523-1534). All’interno del bastione i Giardini della Rimembranza. Dai giardini si accede alla Scala Santa con le targhe di bronzo di Guarino Roscioli che rappresentano i misteri del Rosario. Di fianco troviamo il Cimitero Polacco, dove hanno trovato sepoltura 1100 soldati di quella nazione, caduti nella seconda guerra mondiale.
L’Acquedotto degli Archi, voluto da Paolo V e costruito (1606-20) da Giovanni Fontana e Carlo Maderno Loreto, oltre ad avere une funzione centrale di orientamento e riferimento spirituale, rappresenta un luogo di grande e pregiata ricchezza artistica, une sorta di scrigno pieno di tesori d’arte, di cultura e di storia.
Il Museo Pinacoteca (28 sale, 2000mq) è ospitato nel braccio occidentale del Palazzo Apostolico. Conserva dipinti, sculture, arazzi, maioliche, oggetti d’oreficeria e mobili provenienti dal santuario o donati alla Santa Casa nel corso dei secoli, che costituiscono un vasto ed eterogeneo patrimonio di arte e di fede, a testimonianza del prestigio raggiunto dalla Basilica Lauretana in tutto il mondo cristiano. Nella raccolta di quadri è di fondamentale importanza il corpus dei dipinti che Lorenzo Lotto (1480c.-1556) eseguì negli ultimi anni della sua vita conclusasi nel Santuario Mariano, dove egli viveva come oblato. La raccolta di maioliche del Ducato di Urbino è particolarmente preziosa. E’ costituita da un primo nucleo proveniente dalla bottega di Orazio Fontana che venne donato alla basilica dal cardinale Giulio Feltrio De la Rovere a cui si è aggiunta, nel 1631, une collezione di vasi acquistati presso la bottega dei Patanazzi. Comprende inoltre vasi da farmacia realizzati da Francesco Antonio Grue (1686-1746), ed una raccolta di statuine presepistiche risalenti par XVIII e XIX secolo. Il Tesoro della Santa Casa conserva alcune superbe opere di oreficeria, tra cui un Crocifisso in argento modellato dal Giambologna (1524-1608) ed inviato alla Santa Casa da Cristina di Lorena nel 1573.
(da internet)
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