Sabato 6 febbraio, alle ore 18.00, Atelier Controsegno inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra dell’artista cilena Maria Angélica Mirauda, a cura di Veronica Longo. La sede dell’associazione, sita in Via Napoli 201, Pozzuoli, Napoli (lungomare Bagnoli, nei pressi della stazione Cumana Dazio), ha il privilegio di ospitare per la prima volta in Italia, le opere di quest’artista e, in anteprima assoluta, le sue ricerca sull’Incisione verde.Per questa speciale occasione saranno presentati canzoni e monologhi tratti dal libro Delirio creativo di Raffaele Bruno, in collaborazione con Alessandro Colmaier.
Apparentemente sono oggetti usuali delle nostra quotidianità: teiere, tazze, bicchieri, bottiglie, calici, cucchiai, caffettiere, spatole da lavoro, barattoli d’inchiostro… ma dalle mani di Maria Angélica Mirauda, assumono un aspetto fantastico e surreale. E così le stoviglie da cucina talvolta si trasformano in forme geometriche o astratte, sagome in bianco e nero o dai colori caldi e terrosi, dove al blu oltremare si contrappongono le terre di siena naturale o bruciata. Le opere dell’artista nascono da matrici di comunissimo “tetrapack”: mirabilmente, contenitori di latte, vino o altro, sono letteralmente “spiegati” o ritagliati dalla volontà della sua creatrice per farne, attraverso la tecnica dell’incisione calcografica, delle “lastre” su cui incidere con la puntasecca o riprodurre segni attraverso textures, ottenute o per la pressione di reti e altri materiali al supporto di base o per le “pieghe” naturali dello stesso. Un’idea senza dubbio originale e del tutto atossica che fa dell’artista l’ideatrice della (come lei stessa la definisce) Incisione verde, una nuova ed ecologica tecnica per ricavare matrici a intaglio, che non intende sostituire le metodologie di stampa tradizionali, ma ne assume le sue qualità, senza però alcun impatto sull’ambiente. Per definizione, la parola “calcografia” dal greco indica lo “scrivere su rame”; tale termine nel tempo si è esteso a tutte quelle tecniche incisorie realizzate a incavo, che siano dirette o indirette, su diversi tipi di materiali, come ad esempio zinco, ottone o, in tempi più recenti, plexiglas e cartoni (tutto ciò anche per distinguerle da quelle a rilievo - xilografia - o in piano - litografia-). É pur vero che la storia dell’incisione dagli anni Trenta in poi, con i grandi maestri Henry Goetz e Stanley William Hayter, ci ha insegnato che qualsiasi prodotto poteva esser valido per creare delle matrici riproducibili, alle quali la materia si poteva anche sovrapporre invece di scalfire, aprendo così nuovi orizzonti alla sperimentazione, sia in fase di realizzazione che di stampa, con l’utilizzo del carborundum o delle morsure aperte stampate con colori simultanei e rulli morbidi o più rigidi. A tal proposito, ad esempio, si ricordano le ricerche della bulinista romana Fabiola Mercandetti sul non toxic da lei denominate Incisione blu per l’utilizzo del solfato di rame.
Le opere della Mirauda si pongono senza dubbio sulla scia della più ardita sperimentazione, ma con un’attenzione maggiore a qualcosa ritenuto fondamentale ai nostri giorni: la salvaguardia dell’ambiente per mezzo di prodotti atossici sia in fase di smaltimento sia durante il loro utilizzo.
Maria Angélica Mirauda, classe 1959, nasce a Santiago del Cile dove ottiene il diploma accademico di secondo livello in Arti Visive con specializzazione in Grafica d’Arte presso l’Universidad del Chile nel 1982. In seguito, si perfeziona in Tecniche della stampa (in particolare in litografia) all'Universidad Complutense e in Restauro presso il Museo Nacional del Prado, entrambi a Madrid nel 1984. Dal 1998 insegna incisione presso l’Universidad Finis Terrae di Santiago del Cile, ma dal 2006 inizia la ricerca sui diversi tipi di materiali per realizzare l’Incisione verde, tenendo vari seminari dal 2008, e recandosi nel 2013 anche all'Università Federale di Pelotas in Brasile. A questi studi, sono seguiti negli anni, pubblicazioni di notevole interesse. L’artista cilena, non solo esporrà per la prima volta in Italia i suoi lavori, ma dal 13 al 15 febbraio terrà un corso intensivo al fine di insegnare queste tecniche innovative e prodigiose. Non solo, Maria Angélica Mirauda è la prima a svolgere una residenza d’artista presso l’Atelier Controsegno: l’incisore, infatti, lavorerà negli spazi laboratoriali della stamperia al fine di realizzare nuove creazioni.
A rendere notevolmente interessante la serata, dalle ore 19.00 ci sarà lo spettacolo di teatro-canzone, Innocenza liberata, tratto dal libro Delirio creativo di Raffaele Bruno in collaborazione con Alessandro Colmaier. In particolare, si esibiranno: Raffaele Bruno in qualità di voce recitante, Alessandro Colmaier voce chitarra e tammorre, Serena Russo voce, Vincenzo Maddaluno flauto e come special guests Massimo De Vita mandolino e percussioni e Federica Palo voce recitante.
L’esibizione è ispirata alle storie raccontate dalle persone che gli artisti incontrano nelle tournée, carceri, comunità, scuole o associazioni che si prendono cura di migranti o persone che vivono in condizioni di disagio sociale.
Da queste esperienze è nata una rappresentazione che dà letteralmente voce a quelli che la società considera gli ultimi, gli scarti, dimenticando tuttavia, che laddove c’è il dolore è più facile trovare tracce del divino.
Un evento, quindi, che coniugando arte visiva e teatrale, tende a porgere lo sguardo verso un’ordinarietà ma in maniera del tutto creativa, come dei bambini che per la prima volta volgono lo sguardo verso il mondo, mostrando tutto il loro stupore incredulo, senza limiti o pregiudizi. Come sempre, una serata imperdibile che trasporterà il pubblico in un’altra dimensione, pur restando con i piedi ancorati nella “normale” quotidianità.
Testo critico di Veronica Longo - Rassegna stampa a cura di Rosalba Volpe
La mostra resterà aperta dal 6 al 16 febbraio, dal martedì al sabato: 10.00 – 14.00 e 16.00 – 20.00; domenica 16.00 – 19.30. Lunedì e festivi chiuso.
INGRESSO LIBERO.
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