Repubbliche Baltiche
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Repubbliche Baltiche
di Mauro
Mete raggiunte: AUSTRIA, REPUBBLICA SLOVACCA, POLONIA, LITUANIA, LETTONIA, ESTONIA, REPUBBLICA CEKA
Dal 19 giugno al 24 luglio
componenti :
1° GRUPPO – Mauro (scrive), Patrizia (naviga), Guglielmo (osserva)
2° GRUPPO - Osvaldo, Renza
3° GRUPPO - Toni
totale km. 8.125
19 giu
Lucca Campitello di Fassa, sosta strategica per poter salutare i parenti che si trovano a passare le vacanze in questo piccolo centro della Val di Fassa.
P Pernottamento nel parcheggio dell’hotel S. Giusto messoci gentilmente a disposizione dal proprietario ed amico Pancrazio. (I) Km 480
20 giu
Partiamo da Campitello alle 10; abbiamo appuntamento con gli altri due equipaggi che vengono da Lucca alla stazione di ingresso di Egna-Ora sull’Autobrennero. Puntuali iniziamo il lungo viaggio verso il nord. Al Brennero paghiamo la “vignette” per l’autostrada austriaca. Oltrepassiamo Innsbruck e arriviamo a Rosenheim in Germania per proseguire con la A8 e rientrare in Austria a Salisburgo. A continuare, usciamo a Mondsee sul lago omonimo, dove troviamo un parcheggio tranquillo in riva al lago, adiacente ad un parco giochi. Sono le 20,30. Dopo cena facciamo un giro per sgranchirci le gambe. C’è vita nei locali intorno al parco, bar, birrerie e chioschi di Wrustell. Ci intratteniamo ai giochi del parco, altalene, rulli ecc, sparsi nel prato illuminato.
P a Mondsee in parcheggio libero, sul lago. (A) Km. 433
21 giu
Sveglia alle 7,00, partenza alle 8. La 151 è la strada che costeggia i due laghi contigui, il Mondsee e l’Attersee, fino all’innesto con l’autostrada A1 a Seewalchen.
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Il “gruppo”
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Burggartener di Vienna
Proseguiamo per Vienna dove arriviamo nella tarda mattinata. Troviamo parcheggio vicino alla stazione centrale ed iniziamo lam visita alla città. Lunga scarpinata verso il palazzo del Parlamento, in stile neoclassico, ispirato ai templi greci, poi fino al Rathaus, in stile neogotico. Attraversiamo il Rathauspark il primo Ring e ci troviamo nel Wolksgarten, teatro delle avventure del cane-commissario Rex. Ci godiamo un poco di frescura all’ombra dei grossi alberi. Davanti a questi giardini c’è la grande piazza Heldenplatz dove si trova il complesso monumentale dell’Hofburg, (palazzo di Corte). Si respira aria e musica.
Dopo la visita esterna del palazzo passiamo sotto gli alberi del Burggarten, giardino adiacente alla grande serra in vetro, proprio dietro l’Hofburg. Molti solisti suonano strumenti a fiato e corda nelle strade indossando abiti settecenteschi.. Sfidiamo di nuovo il traffico attraversando il pericoloso Ring per arrivare alla Maria Theresien Platz con i due edifici gemelli affrontati. E’ quasi sera quando riprendiamo i camper e passando lungo il Danubio, diamo uno sguardo all’altissima ruota panoramica del Prater. Grande traffico per uscire di città. Prendiamo la E58 lungo il fiume in direzione est, cercando un sito buono per dormire. Dopo vari tentativi a vuoto, a Bad Deutsch, paesino minuscolo, molto vicino al confine slovacco, troviamo un parcheggio sterrato in riva al Danubio a lato delle prime case dell’abitato. Cena con i tavoli fuori, tutti insieme, compreso le zanzare! Passano molte chiatte, lunghissime, cariche di ogni genere di cose, sono i TIR dell’acqua.
P a Bad Deutsch, sul Danubio .(A) km. 317
22 giu
Sveglia alle 7, partenza alle 8. Arriviamo al confine con la Repubblica Slovacca, alle porte di Bratislava. Formalità frontaliere semplici e veloci per cui dopo poco attraversiamo la città immersi nel traffico mattutino; usciamo dal centro prendendo la superstrada E75 in direzione nord , passando da Trenzin, difeso da un bel castello ed ancora lungo la valle del fiume Vah fino a Zilina (altro castello). Dopo 50 km, a Kralbvany deviamo su viabilità secondaria, nella valle della Orava arrivando al lago Voda Nadrz Orava. E’ ormai il tardo pomeriggio. La zona è assai turistica, con molti campeggi e villaggi di vacanza. Ci fermiamo in un campeggio a conduzione familiare sul lago, con il prato che arriva fino all’acqua. Le signore, giustamente, non hanno voglia di predisporre cena per cui andiamo al chiosco fuori del camping dove preparano piatti a base di pesce, patatine e verdure arrosto. La birra è eccezionale, la servono in bicchieroni di plastica da mezzo litro, è poco gassata e va giù che è un piacere. Prezzi modestissimi!
P al camping sul lago Orava vicino a Trstena. (Rep. Slovacca) Km. 310
23 giu
Tutta la giornata al campeggio sul lago Orava. Alcuni componenti del gruppo fanno una gita in barca con il battello turistico, io e Toni mettiamo le canoe in acqua per arrivare all’isola in mezzo al lago dove si trova un bel monastero con annesso museo di icone antiche. Al rientro saldiamo il conto del campeggio e riprendiamo la strada. E’ pomeriggio inoltrato. Attraversiamo la frontiera entrando in Polonia a Chocolov. Il paese è minuscolo, fatto di case tipiche costruite con grosse travi di legno orizzontali. Molto decorative e ricche nel loro genere. Vediamo (come illustravano le vecchie foto dell’Est europeo) i contadini ritornare dal lavoro sui carri con ruote di gomma trainati da stanchi cavalli. Le stalle sono adiacenti alle case, anche quelle nel centro del paese. Non c’è una piazza vera e propria, ma uno slargo della strada dove si scambiano le auto e i carri. Un anziano signore vedendo la nostra curiosità ci invita a visitare la sua casa. Con giusto orgoglio ci porta a vedere la tavernetta arredata con gusto, poi in inglese ci racconta che è tornato dall’America, dove era emigrato tanti anni fa, per morire nel suo paese. Ci commuove l’ingenua contentezza di far vedere il frutto del suo sudore ad uno straniero. Prendiamo la direzione di Zakopane con la bella strada che attraversa immensi boschi di abeti ricchi di ruscelli e di muschio.
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Chocolow una casa
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La strada
Passato Witòv la strada costeggia il fiume Dunajec. Da ambo i lati conifere a non finire e gente accampata con tende e roulotte. Decidiamo di non lasciarci sfuggire l’occasione di pernottare in riva al fiume in campeggio libero in assoluto plein-air. Troviamo due piazzole pianeggianti e ci sistemiamo per la cena. Accendiamo il fuoco in riva al fiume, come fanno tutti e arrostiamo la carne che abbiamo comprato. Passiamo la serata intorno al falò come i vecchi pionieri di memoria Western. Il fiume non si ferma mai e il suo rumore ci accompagna per tutta la notte.
P sul fiume Dunajec, nel bosco, vicino a Witòv. (Rep. Slovacca) km. 35
24 giu
Arriviamo a Zakopane nel cuore dei Monti Tatra. E’ la cittadina turistica più importante della Polonia meridionale, con moderni impianti di risalita per lo sci invernale. E’ molto caratteristica e viva, c’è tanta gente a passeggio per le vie centrali. Le vetrine illuminate e abbondanti di merce all’ultima moda. Usciamo dalla città prendendo la 660. In fondo alla prima discesa fuori città un poliziotto ferma la carovana: eccesso di velocità, 60 km/ora: multa. Ci saluta consegnandoci il “souvenir”come dice lui. Proseguiamo per Lysa Polana, vicino al confine Slovensko, per andare a vedere il famoso “Occhio di Mare”, un lago glaciale incastonato tra le alte montagne dei Tatra.
Tutti i mezzi vengono bloccati all’inizio del percorso e smistati in un grande parcheggio, dove sono in attesa numerosi carri tipici a quattro ruote con panche longitudinali, trainati da pariglie di cavalli.
Ci sono 12 km al lago, da fare su questa strada privata e in salita. Chi vuole può farseli a piedi, altrimenti con una cifra non proprio modesta si sale su questi mezzi ecologici e si va. Piove a dirotto e la copertura di tela del carro ripara ben poco; fortunatamente prima di essere in cima smette improvvisamente graziandoci. Il lago ed il suo ambiente è da cartolina. L’acqua cristallina da azzurra diventa subito blu per la profondità, si dice che il suo fondo sia a livello del mare. E’ di forma ovale con una cresta di montagne intorno a fare da corona. L’insieme è molto fruibile attraverso sentieri e camminamenti dai quali però non bisogna uscire per non compromettere l’ambiente. La via di ritorno la facciamo a piedi prendendo numerose scorciatoie che tagliano la strada. Intersecandola più volte assistiamo a tante scene di “portoghesi” che non avendo pagato il biglietto del carro, quando questo passa, furtivamente lo rincorrono e si siedono sullo scalino posteriore, non visti dal conduttore, Questi però nell’incrociare i colleghi che scendono viene prontamente allarmato ed allora inizia la cagnara, con volteggiare di frusta, per far scendere i clandestini. In poco più di un’ora di scarpinata a rotta di collo siamo ai camper. Torniamo indietro per la 961, deviazione verso destra a Bukowina, poi Bialka, Trybsz, poi fino a Niedzika, luogo di un bel castello medievale con tanto di cartello triangolare “pericolo fantasmi”. Adesso è il pomeriggio tardo quindi è chiuso, ci proponiamo di visitarlo domani mattina. Sostiamo nell’ampio parcheggio per passare la notte.
P a Niedzika, a nord di Zakopane, nel parcheggio del castello. (PL) km. 110
25 giu
Alle 7 il parcheggio è immerso nella nebbia, non sappiamo più nemmeno dov’è il castello.
Perdiamo un pò’ di tempo nelle faccende mattutine per vedere se la nebbia sale; dopo le 9 si comincia a vedere qualcosa. Il castello merita veramente la visita, è in posizione panoramica per vedere il paesaggio sottostante in un mare lattiginoso di nebbia, dei fantasmi però nemmeno l’ombra. Percorriamo la 969 per visitare un’antica chiesa di legno a Debno.
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Debno la chiesa di legno
Ci sono molte cicogne che volteggiano sui nidi in cima ai comignoli delle case vicine. Torniamo indietro costeggiando la strada sul fiume Dunajec troviamo un bel sito per la sosta pranzo, prima di Szczawnica, in situazione letteralmente pastorale, infatti una mandria di mucche attraversa il fiume proprio mentre noi mangiamo e siccome siamo a cavallo del sentiero che sale dal fiume, dobbiamo spostare il desco per far passare le mucche. Ci rechiamo a Kroscenko sempre sul Dunajec per affrontare il fiume sulle famose zattere multiple, di legno, legate insieme a formare una superficie dove prende posto la gente coraggiosa. Sono guidate nella corrente da abili battellieri che non fanno correre nessun rischio ai passeggeri. Guglielmo si accoda a Toni, Renza e Osvaldo mentre il sottoscritto rimane a curare Patrizia che ha un piccolo malore dovuto a calo di pressione. Quando rientrano gli altri dalla gita sul fiume, ripartiamo tutti per Krakow. Dopo alcuni giri, troviamo posto nel parcheggio di un grande albergo sulla Wisla, chiediamo di accordarci per il pagamento della sosta, ma gentilmente ci concedono la totale gratuità. Sistemiamo i mezzi e ci prepariamo per la notte. Il piazzale è controllato 24 ore su 24.
P a Krakow. (PL) km. 130
26 giu
Visita alla città di Krakow: bello il centro storico, con la grande piazza ed edifici imponenti a portico. Molto interessante la cattedrale, scura e solenne con guglie slanciate; l’antico mercato coperto a lato della piazza dove all’interno vendono di tutto, dagli alimenti all’ambra del Baltico, dai profumi agli orologi.
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Krakow i musicanti
La città è viva e allegra, tanti giovani suonano musica classica agli angoli delle strade. Affascinante poi l’imponente complesso della cittadella fortificata, all’interno della quale si sviluppa un piccolo borgo con mastio turrito e chiesa con antica icona della Madonna, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Ritorniamo ai camper e dopo appena 12 km verso est, arriviamo a Wieliczka, dove andiamo a visitare la vecchia miniera di salgemma. Qui a suo tempo lavorò anche il Papa Woitila. E’ un’esperienza veramente traumatica discendere nel pozzo principale come facevano i vecchi minatori. L’ascensore è un montacarichi, tipo scatola chiusa, appeso ad un cavo: appena chiudono comincia a scendere a balzelloni. La cosa impressionante è che la scatola è priva di luce, quindi discendiamo per 175 m nelle viscere della terra completamente al buio. Nella profondità della terra le gallerie sono predisposte come un museo che descrive le fasi lavorative del prodotto. In una grande sala a volta c’è allestita una chiesa con sculture a carattere religioso: il tutto ricavato nella roccia di salgemma. Saliamo in superficie allo stesso modo della discesa, stavolta però è meno impressionante perché ci sentiamo “tirati” in alto. Riprendiamo la strada 94 stavolta verso ovest, oltrepassando Katowice e a continuare sulla superstrada 1 (E75) arriviamo a Czestochowa Troviamo facilmente parcheggio, a pagamento, nella spiazzo subito fuori il complesso abbaziale che contiene la Madonna Nera. Data l’ora tarda, decidiamo di visitare la chiesa domani mattina. Nel parcheggio ci sono altri camper.
P a Czestochowa. (PL) km. 158
27 giu
Visitiamo il grande complesso religioso, meta di preghiera di tanti pellegrini per la Madonna Nera (Jasna Gora), ma interessante anche per le numerose emergenze architettoniche. Riprendiamo il viaggio verso nord percorrendo l’ampia e moderna superstrada 1(E75); dopo 80 km deviamo sulla 8 (E76) fino a Warszawa. Troviamo un campeggio vicino alla città. Piccolissimo, un solo stradello centrale lo divide in due zone, in una le roulotte, nell’altra le tende. C’è anche una bella piscina stracolma di gente che sguazza nell’acqua. I servizi igienici sono puliti e funzionali con acqua calda in abbondanza. Sistemiamo i camper nelle piazzole e ci dedichiamo ai vari lavaggi e docce. Ci informiamo per l’indomani come prendere i mezzi pubblici per il centro e poi prepariamo la cena con i tavoli sull’erba
P a Warszawa. Al campeggio. (PL) Km. 217
28 giu
Con il bus arriviamo al capolinea e da qui prendiamo il tram per il centro. La città fu bombardata pesantemente durante la seconda guerra mondiale, ma subito dopo, con grande impegno, cominciò la ricostruzione.
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Warszawa
Furono utilizzate le stesse pietre, ricomponendole come un puzzle, per rimettere in piedi il centro antico rifacendosi a dipinti settecenteschi del pittore italiano Bellotto. Vediamo il Palazzo Reale, la stessa piazza centrale, gli edifici ricostruiti intelligentemente, senza compromettere troppo la storia. La cittadella fortificata, di mattoni rossi ed il bastione del Barbacane completano magnificamente il piccolo borgo storico, circondato e sopraffatto ormai dalla grande città. Torniamo al campeggio per il pranzo, e poi con calma partiamo dopo aver pagato il campeggio. Prendiamo la 18 fino a Byalistok e da qui la 66 verso la Russia per raggiungere il Parco Nazionale Wigiersky. Piove con grande violenza. Dopo pochi chilometri, l’asfalto diventa pavé. I mezzi vibrano e saltano per il fondo irregolare; la velocità è bassissima, meno di 30 km/ora.
Dopo un’ora di questa sofferenza chiediamo, in un piccolo villaggio, se la strada per il parco è tutta così; ma è difficile farsi capire e noi non comprendiamo quello che ci rispondono! Decidiamo di tornare indietro, perché probabilmente abbiamo sbagliato strada e senza indicazioni ci prende lo sgomento. Siamo spaventati anche dall’andatura dei camion su questo pavé avvallato, loro viaggiano a 80 all’ora, la sede stradale è talmente stretta che ad ogni scambio noi ci fermiamo disponendoci fuori carreggiata. Rientriamo a Byalistok e rinunciamo al parco. Prendiamo la 19 verso Augustow , poi la 663 fino a Sejny, dove ceniamo in una piazza del paese. Decidiamo di passare la frontiera con la Lituania questa sera stessa, probabilmente c’è meno traffico. Dopo Ogrodniki, compare la barriera che separa le due nazioni. Brevi le formalità, ma se non facciamo una assicurazione supplementare, oltre la Carta Verde che abbiamo, non ci lasciano entrare. E’ chiaramente un sopruso ma non possiamo fare altrimenti. A fianco del casotto c’è un piccolo ufficio, sempre aperto, della “loro” assicurazione (che offre anche il “cambio moneta”). In pochi minuti paghiamo e siamo a posto. Dopo pochi km troviamo un grande distributore notturno dove chiediamo il permesso di sostare per la notte. Esausti della giornata, ci ne andiamo a dormire prestamente.
P in area di servizio sulla strada prima di Lazdijai. (Lituania). km 404
29 giu
Oltrepassiamo Lazdijai prendendo la P75 fino a Alitus . Sosta pranzo ai bordi di uno dei numerosissimi laghi della regione, in un’area parcheggio a lato della carreggiata. Riprendiamo strada dopo pranzo, percorrendo la A231 fino a Jiezna, deviando a destra per la A229 fino a raggiungere Trakai dove parcheggiamo in area a pagamento. La cittadina, a pochi chilometri da Vilnius, è situata ai bordi del lago ed è meta turistica molto ambita dai lituani.
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Trakai casa tipica
Possiede un bel centro caratterizzato da villette residenziali in legno, ornate di fiori e giardini impeccabili. I colori delle case sono come quelli della Scandinavia, giallo luminoso, rosso minio, azzurro cielo. Con una breve passerella di legno si raggiunge il castello medievale sopra un’isoletta davanti all’abitato. C’è anche un discreto porticciolo turistico con tanti yacht. Riprendiamo la strada ed in poco tempo siamo a Vilnius, la capitale. Molto bello il centro storico. Sistemiamo i camper nel parcheggio dell’Hotel Vilnius, con sbarra e vigilantes 24 ore su 24, contrattiamo il ticket da pagare con il direttore dell’albergo che ci accoglie nell’elegante hall come fossimo una delegazione di chissà quale paese. 5 € a camper per passare la notte, la mattina possiamo partire all’ora che vogliamo; nel
ticket è compresa anche la vista della città dalla terrazza panoramica del grattacelo. Usciamo tranquilli a visitare il centro storico con le luci della città che cominciano ad accendersi. Bello spettacolo di gente giovane e allegra che passeggia per le strade. Molto belli i caratteri somatici sia degli uomini che delle donne. Minigonne vertiginose su gambe lunghissime, capelli biondi ed occhi azzurri. Torniamo ai camper per la cena e per la nanna.
P a Vilnius nel parcheggio dell’hotel Vilnius. (Lituania). Km. 151
30 giu
Sveglia alle 7. Facciamo le operazioni di toeletta con calma, tanto il tempo lo abbiamo.
Trascorriamo un paio d’ore nel magnifico parco pubblico alberato, che si trova nei pressi dell’Hotel.
Spostiamo i mezzi perché è scaduto il termine concesso dalla Direzione e andiamo a pranzare in un’area verde lì vicino mettendo i tavoli fuori per stare tutti insieme. Riprendiamo strada con la A227, fino a Kaunas per deviare lungo il fiume Nemunas, con la A228 che segna il confine con la repubblica russa di Kalinigrad. Attraverso i nostri baracchini sentiamo parlare russo.
Ormai è pomeriggio inoltrato, decidiamo di fermarci nel pesino di Viesvilè, sul fiume Nemunas, sulla A228 a 23 km a ovest di Jurbarkas.
P a Viesvilè a ovest di Jurbarkas. (Lituania). Km. 114
1 lug
Dopo le solite operazioni mattutine riprendiamo strada; a Silute deviamo per il Baltico fino alla Punta Venté. Non siamo ancora sul Mar Baltico, ma in una grandissima laguna , la Kursiumarios, separata dal mare dalla stretta lingua di sabbia di Neringa. Il vento è molto teso sulla punta, dove si trova il faro e una importante stazione ornitologica per la campionatura degli uccelli di passo; ci sono reti ed altre attrezzature per la cattura non cruenta dei volatili, che inanellati e classificati vengono rilasciati liberi. Continuiamo per la P211 verso nord fino a Klaipeda. Finalmente vediamo il Baltico dall’acqua grigia e limacciosa. Con il traghetto passiamo sulla penisola di Neringa, con una spesa non proprio modesta, per andare a vedere le dune di sabbia bianchissima del Parco Kursiu Nerijos Landsafftinis Draustinis (impronunciabile). Dopo il tour ritorniamo indietro con il traghetto per prendere la A223 dritta verso nord lungo la costa baltica. Purtroppo tra la strada ed il mare c’è sempre il bosco per cui il Baltico non si vede più. A Palanga facciamo un altro tentativo, ma a parte la lunga spiaggia, l’acqua è la medesima. Dopo 15 km siamo al confine con la Lettonia.
Proseguiamo verso nord sulla A223 fino a Liepaja, deviando a destra sulla A218 verso l’interno, fino a Riga. Alle 21 siamo in città. Attraversiamo il moderno ponte sulla Daugava e deviando subito a destra troviamo un parcheggio nella piazza alberata di fronte ad una caserma militare con tanto di piantone sulla porta. Facciamo un breve giretto intorno e poi ci mettiamo a cena. I colori del tramonto sono spettacolari, giallo arancione rosso celeste e blu, tutti insieme nel cielo.
P a Riga. Park per auto in parte alberato a fronte della caserma militare. (Lettonia). Km. 450
2 lug
Riga, alle 9,00 siamo in giro per il centro. La città si sviluppa sul delta del fiume poco prima che esso sfoci in mare. E’ molto dinamica come vita cittadina, i negozi sono di tipo occidentale (in contrasto con quelli visti nei piccoli paesi) e le piazze piene di giovani allegri e ben vestiti. Ci sono musicanti in tutte le piazze, alcuni fanno emergere un po’ tristezza, perché hanno l’aspetto di contadini inurbati in cerca di un obolo.
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Riga
I monumenti scultorei portano a tutt’oggi lo stile imperioso del regime sovietico, ma per il resto è una città europea. Il pranzo lo consumiamo al Mac Donald con grande piacere di Guglielmo.
Nel pomeriggio facciamo un giro nel parco pubblico, fresco ed ombroso con grandi alberi e laghetto, poi saliamo sulla torre della cattedrale, dove si ha una visione a 360 gradi di tutta la città, divisa dalla Daugava. Dopo la cena torniamo in città per vedere l’effetto notturno.
P a Riga. Stesso parcheggio. (Lettonia). Km. 000
3 lug
Riprendiamo il viaggio verso nord con la M12 fino a Ainazi, dove troviamo la frontiera con la Estonia. Stesse formalità della precedente. Dopo la dogana ci fermiamo a fare rifornimento nel piazzale di una stazione di servizio. C’è anche un Riga piccolo supermercato dove facciamo un pò di spesa. Osserviamo il rifornimento dei clienti perché ci pare un poco strano: prima si paga al gestore il carburante che si desidera, questi rimane chiuso nella gabbia dell’ufficio, quando il cliente è pronto con la pistola nel serbatoio, eroga la quantità pagata. Tutta l’operazione si svolge senza che il responsabile metta il naso fuori dal suo box blindato. Proseguiamo facendo varie puntate sulle spiagge baltiche, fino a Parnu che oltrepassiamo prendendo la M12 verso nord per cercare un parcheggio tranquillo per la notte. Lo troviamo nel villaggio di Kernu, 30 Km a sud di Tallin.
P a Kernu vicino a Tallin. (Estonia). Km. 257
4 lug
Arriviamo a Tallin cercando un campeggio. Dopo varie richieste ci mandano a nord, fuori di pochi chilometri, a Pirita, un sobborgo della città, dove troviamo un piccolo camping immerso nel bosco di pini. Alle 11, ci sistemiamo nelle piazzole centrali per avere buona manovra quando dovremo uscire. I servizi hanno uno standard di pulizia che per noi è troppo basso. Utilizziamo quelli di bordo. Pranziamo velocemente e poi alle 13,30 prendiamo il bus per il centro. Tallin si sviluppa nel golfo Tallinna Laht, di fronte, a meno di 100 km di mare c’è la Finlandia. Giardini ombrosi, edifici importanti e tanta vita nelle strade. Ci sono molti ambulanti che vendono ambra del Baltico a buon prezzo, belli, con inclusi di insetti e foglioline.
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Tallin
La piazza principale è elettrizzante, sembra un palcoscenico: figuranti in costume che recitano, gruppi di musici, mimi e giocolieri. In un angolo una donna canta una canzone russa mentre l’uomo la accompagna suonando con l’archetto una sega a lama, ne esce un suono stranissimo, struggente e lamentoso. Giriamo per i vicoli più nascosti e caratteristici fino alla sera. Quindi prendendo il bus ritorniamo al campeggio per la cena. Insieme a noi entra un pullman di polacchi che scendono veloci e occupano subito tutti i bagni. Stiamo a osservare per vedere dove dormiranno visto che il campeggio non ha bungalow ne tende in affitto. E’ l’ora di cena ed anche i polacchi aprendo il portellone del pullman tirano fuori cassette di pomodori, verdura, scatolette e birra. Sono autosufficienti per una settimana! Per dormire poi il bus è organizzato in modo che reclinate un poco le poltroncine, queste diventano letti. Da notare che ci sono persone di tutte le età e dei due sessi. Nessuno si lamenta, anzi sono tutti allegri e fanno una cagnara che sembrano mediterranei.
P al campeggio a Pirita, a nord di Tallin. (Estonia) Km. 45
5 lug
Partiamo dal campeggio dopo aver ritirato i documenti pagando una cifra modestissima. Arriviamo alla punta estrema dell’Estonia, a Rohuneeme, ultimo paese e poi c’è la Finlandia al di là del canale. Torniamo indietro per iniziare lentamente il viaggio di rientro dopo aver toccato il punto più estremo del viaggio. Attraversiamo di nuovo Tallin per deviare, a Oismae, con viabilità secondaria, costeggiando i due golfi cittadini, il Kopli Laht e il Kakumae Laht, fino al più ampio Lohusallv Laht. Quindi a Kosk rientriamo nell’interno per riprendere la principale, la A206, in direzione sud.
A Koluvere, minuscolo paesino sul fiume Liivi, ci fermiamo per visitare il superbo castello con grande torrione rotondo e tetto a cono che fa bella mostra di se sul laghetto che forma il fiume. Non è visitabile perché chiuso. Nel parco notiamo gente un pò’ strana che gira accompagnata da personale in camice bianco. Vedendo la nostra curiosità questi ci fanno capire che gli assistiti sono dei poveri dementi e che il castello non è visitabile perché è adibito a ospedale psichiatrico.
Arriviamo a Virtsu, il porto dove ci imbarchiamo sul traghetto per l’isola di Manu. Con il ponte arriviamo alla più grande, Saaremaa. Nella cittadina di Orissaare, subito dopo il viadotto, ci fermiamo nel parcheggio di un piccolo supermercato chiuso, per passare la notte.
P a Orissaare, sull’isola di Saaremaa. Vento discreto. (Estonia) km. 214
6 lug
Sveglia alle 7 e partenza alle 8 per visitare l’isola. Subito, a pochi chilometri, c’è un interessante chiesa, del XIII-XIV sec. in stile germano-romanico, nel villaggio di Poide.
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Grosso campanile a cuspide, che prende tutta la facciata, alla base del quale si apre la porta di ingresso della chiesa. L’interno, molto semplice e spoglio è in restauro. Proseguiamo sulla P95 dove, a Valjala, visitiamo un’altro edificio religioso, del 1230, nello stesso stile germanico, con facciata a cuspide e di forme più gentili rispetto al precedente. A 7 chilometri andiamo a vedere una curiosità, il Meteorkratiri di Koljala. Un grande buco nel terreno formatosi dalla caduta di un meteorite in epoche storiche recenti, documentato da racconti e scritti. Sul fondo si è formato un piccolo laghetto di acqua piovana. A Kaarma, per una deviazione interna, visitiamo una cappella immersa in un bell’ambiente bucolico. Arriviamo a Kuressaare, la città più grande dell’isola. In pratica un paesone di poche migliaia di persone, a ridosso dell’insenatura di Kuressaare Laht, nel più ampio golfo di Suur-Katel Laht. E’ un bell’ambiente, con case basse, molte di legno verniciato a tinte brillanti, altre a graticcio, molti fiori nei giardini e strade con acciottolato di sassi tondi. Nel centro cittadino un grande complesso fortificato, del sec. XIV, con tanto di canale e ponte levatoio, bastioni in terra e torri rotonde massicce con tetto a cono. Il nome “ castello del Vescovo” denota le sue origini. All’interno una serie di edifici nobiliari ospitano un bel museo con la storia del castello.
A margine dell’abitato c’è anche un bel mulino a vento in perfetta efficienza, ma trasformato in ristorante tipico. E’ l’ora di pranzo e decidiamo di assaggiare la cucina di questo locale: è di gran classe ed il personale, tutto in costume tradizionale, ci consiglia i piatti da assaggiare, spiegandoci a cenni le caratteristiche del menu, perché essendo scritto in estone, senza figure, non capiamo cosa ordinare. Ottimo ed abbondante, tanto è che seguendo la nostra tradizione italiana ordiniamo più di quello che riusciamo a mangiare, pensando di assaggiare il “primo” il “secondo” ed il “contorno”.
Ottimo anche il servizio, gentile e discreto che, con qualche perplessità, ci serve tutto quello che ordiniamo. Il tavolo è pieno di piatti con minestre, brodini, contorni di verdura bollita e cruda, carne di vari tipi, salmone, canederli, salsine colorate, pane e birra locale. Pensiamo di dover lavare i piatti per pagare tutto questo, viceversa il conto presentato corrisponde a poco più di 10€ a persona!.
Dopo pranzo continuiamo sulla P95 fino all’estremità meridionale dell’isola, al faro di Sorve dopo il villaggio di Saare. Vento forte e gabbiani che rimangono immobili nell’aria. Davanti al faro un cargo arrugginito incagliato sugli scogli. Un branco di cigni naviga nel mare mosso come fossero delle portaerei. Più volte in questi luoghi abbiamo visto branchi di cigni navigare numerosi nel mare aperto. Molti di colore nero. Giriamo i camper e torniamo indietro verso nord, fino a Tehumardi deviando per la sterrata sulla sinistra per andare a vedere i vecchi mulini a vento disposti in linea di fronte al mare aperto. Ce ne sono una decina, in legno e abbastanza piccoli, alcuni hanno bisogno di urgenti restauri. Ritorniamo a dormire all’estremo nord dell’isola, nella stesso luogo di ieri sera, a Orissaare, al parcheggio del supermercato.
P a Orissaare, isola di Saaremaa. (Estonia). Km. 290
7 lug
Alle 8 ci mettiamo in viaggio per prendere il traghetto delle 9,30 per Virtsu sulla terraferma.
Quindi riprendiamo la strada verso sud, la P73 per Parnu ed ancora la M12, lungo costa attraversando il confine lettone. Ci fermiamo sulla spiaggia di Tuja per fare il bagno nel baltico.
Sulla spiaggia c’è un gruppo di atleti che svolgono esercizi di ginnastica giapponese fatta di movimenti rapidi e precisi, seguiti da altri, riflessivi, tipo yoga. Li guardiamo affascinati perché sono molto bravi e scenografici in calzamaglia nera come i Ninja! Altra gente (coraggiosa) fa il bagno, l’acqua sembra calda, ma il vento teso rende spiacevole essere bagnati. Entrano in acqua solo Toni e Guglielmo. Il parcheggio dove siamo sistemati è proprio ai bordi della spiaggia, siamo soli, e tutto sommato è piacevole di fronte al mare e al tramonto, cenare qui e passarvi la notte.
P a Tuja, a 60 km da Riga. (Lettonia). km. 205
8 lug
Riprendiamo la M12 e oltrepassiamo Riga; con la A219 attraversiamo il ponte sul fiume Daugava in direzione sud, ancora per la M12 Bauska fino al confine lettone, che passiamo. A continuare toccando la città di Panevezis, dove prendiamo la A230 per Kedainia e quindi per la A227 Kaunas.
Direzione Marijanpole verso il confine con la Polonia per la A226. Arriviamo alla barriera di Budzisko. Passiamo in Polonia per la 19 e arriviamo a Suwalki dove in un tranquillo parcheggio prima del paese, sostiamo per la notte.
P a Suwalki. (PL).. Km. 450
9 lug
Per la 653 e poi la 655, costeggiando una miriade di laghi ci fermiamo a Olecko, sul lago omonimo per pranzare in bella posizione. Poi finalmente arriviamo a Gizyko nella regione dei Laghi Masuri.
Troviamo subito un bel campeggio sul lago Niegocin a un chilometro dal paese. C’è un grande prato in riva all’acqua, dove possiamo sistemarci come vogliamo, non ci sono piazzole definite, ognuno si sceglie il luogo che più gli piace. Prendiamo una giornata di riposo con passeggiata in paese e riposo pomeridiano. Toni mette in acqua la canoa e fa un giro sul lago. La sera ci sono una miriade di fuochi e bracieri accesi; sembra che tutti facciano il barbecue, grandi grigliate e tavoli pieni di gente che ride e parla forte, complice la buona birra polacca.
P a Gizyko al campeggio sul lago Niegocin. (PL) Km. 95
10 lug
Partiamo dal campeggio per dirigere verso ovest con la 16, costeggiando ancora molti laghi con porticcioli turistici pieni di imbarcazioni a vela, anche grosse. Oltrepassiamo Olsztyn, poi Ostroda, da dove prendiamo la 7 fino a Elblag e a Dwor Gdansky, deviamo su strada secondaria per arrivare a Stegna sul Baltico, all’inizio della penisola di Mierzeja Wislana, una lingua di sabbia con pochi villaggi, che separa dal mare la laguna di Zalew Wislany, dove la strada si interrompe a Piaski a causa della frontiera russa della enclave di Kaliningrad. Sostiamo in un parcheggio dove sono altri due camper furgonati (i primi che vediamo in giro dopo tanto tempo) e dove passiamo anche la notte.
P a Stegna, sul Baltico. (Polonia). Km. 278
11 lug
Andiamo a vedere la striscia di sabbia fino alla frontiera russa, visitando il magnifico faro di Krynika Morscka, altissimo sulla duna. Poi torniamo indietro per la stessa strada fino a Danzika (Gdansk). Troviamo subito parcheggio in un recinto custodito a pagamento a due passi dal centro che visitiamo entrando dalla famosa “Porta Verde” sul porto-canale. Meravigliosa città sul Baltico sede dell’antica Lega Anseatica per i commerci marittimi con il mondo intero. La via degli antiquari dove si trovano i gioielli in ambra più belli del mondo. La chiesa di Santa Katerina dove si riunivano segretamente gli uomini di Solidarnosch, la piazza del Rathaus con i palazzi e la fontana in bronzo, i canali ed il mercato della verdura con i suoi mille colori, e la gente, tanta, che passeggia per le strade riccamente addobbate di fiori. Partiamo nel pomeriggio verso Leba dove inizia lo Slovinsky Park Narodowy: il parco delle dune sul Baltico, dove Il generale Rommel, nella seconda guerra mondiale, esercitava i suoi Tank sulla sabbia, in attesa del deserto africano. A Leba gran confusione e traffico caotico, non troviamo parcheggio per passare la notte per cui andiamo all’altro ingresso del parco, distante una trentina di chilometri a ovest, a Czolpino, dove sistemiamo momentaneamente i camper per una visita alle dune. Il mare è lontano e con una lunga passeggiata sulle montagnole riusciamo a vederlo dall’alto di esse. Tutto di corsa torniamo indietro perché comincia a farsi buio. Il parcheggio del Parco è completamente deserto, in mezzo al bosco. Non ci sentiamo tranquilli per cui ci spostiamo a Kluky, paese di pescatori meravigliosamente conservato, dove in un spiazzo adiacente ad un gruppo di belle case a graticcio, pernottiamo con il latrare di un cane che non zittisce nemmeno di notte.
P a Kluky allo Slowinsky Park. (PL). Km. 214
12 lug
Riprendiamo la 213 verso est; a Lebork la 214 verso sud per Malbork, sul fiume Nogat, affluente della Vistola. Grande complesso fortificato, uno dei più grandi e meglio conservati della Polonia.
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Le mura della fortificazione, tutte in mattoni a vista, confinano con l’argine del fiume e proprio da questa parte si trova la porta meglio conservata, racchiusa tra due grossi torrioni con tetto a piramide poligonale. All’interno è raccolto il borgo, ricco di una grande chiesa con l’importante palazzo signorile intorno al cortile interno.
P a Malbork, lungo il fiume davanti al castello. (Polonia). km. 206
13 lug
Ripartiamo verso sud sulla viabilità secondaria, la 514, che corre parallela alla Vistola sulla riva destra orografica. Ci fermiamo a visitare il castello di Kwidzyn, costruito dai Cavalieri Teutonici nel Medio Evo ed oggi in parte diroccato. Rimane un’alta torre quadrata collegata all’edificio principale con un ardito ponte coperto a cinque arcate. Bella anche l’antica e mastodontica cattedrale gotica. Passiamo Chelmno e per la E75 arriviamo a Torun, città di Copernico, raffigurato in una imponente statua bronzea posta nei giardini in riva alla Vistola. Grande ed importante città, ricca di verde pubblico, ben rappresentata dai suoi palazzi e centro storico.
Trascorriamo quasi tutto il pomeriggio in giro per la città, poi ci spostiamo, prendendo la 52 a Gniezno, dove ci sistemiamo in un parcheggio tranquillo, per la notte.
P a Gniezno sulla 52 a 50 km da Poznan. (Polonia). km. 223
14 lug
Arriviamo a Poznan presto la mattina per visitare la città prima del grande traffico. Bella la piazza con il Rathaus di origine gotico rimaneggiato in periodo rinascimentale (rinascimento polacco), con la massiccia torre centrale completa di orologio. Notevole anche la fontana circondata da una bella ringhiera in ferro battuto. L’edificio moderno costruito in mezzo alla piazza, è in netto contrasto
con l’architettura gotica e rinascimentale: fu ottenuto abbattendo molti edifici intorno al municipio, per ricavarne un centro commerciale per il popolo, in stile razional-modernista.
Usciamo da Poznan per la 5 (E261) fino a Wroklaw, dove ci perdiamo per mancanza di indicazioni stradali, passando diverse volte dallo stesso posto. Molti edifici anneriti dallo smog avrebbero bisogno di una profonda ripulita per riportarli all’antico splendore. Nel complesso si vede una grande potenzialità turistica, ma c’è bisogno di tempo per realizzarla. Attraversiamo infine la città con la E 261 fino a Jelenia Gora sulle propaggini dei monti Karkonosze, verso il confine con la Repubblica Ceka. E’ ormai sera e non abbiamo trovato un posto decente per passare la notte.
Alla fine del paese c’è un locale un po’ ambiguo, miscuglio tra night e ristorante, con un parcheggio interno recintato e chiuso da un cancello. Ci accordiamo con il gestore per parcheggiare la notte, cenando nel ristorante. A prima vista l’interno sembra un locale equivoco. Bar con bancone e sgabelli alti nel semibuio, tavoli rotondi con poltroncine imbottite di velluto rosso, moquette ovunque dello stesso color fegato, luci basse soffuse che non fanno vedere nemmeno i piedi, nessuno in giro, siamo soli; il gestore amoreggia con una ragazza in fondo al bancone del bar.
Sono le 21,30, ci sistemiamo al tavolo tondo senza che il proprietario si degni di venire vedere cosa vogliamo, continuando a giocare con la bionda fanciulla. Ci guardiamo in faccia, con un poco di imbarazzo. Dopo un bel po’ si decide e viene al tavolo a prendere le ordinazioni. Per fortuna il menu ha le figure, carne, pesce, verdura, quindi possiamo decidere con un poco più di autonomia. I piatti che arrivano sono enormi, tipo quelli da pizza, pieni di carne e verdure di vari tipi. E’ un pranzo luculliano, innaffiato da ottima birra. Questa volta siamo più accorti ordinando solo una portata e riuscendo a malapena a finire tutto. Il prezzo, al solito, è modestissimo. In questo periodo non è arrivata anima viva, siamo solo noi nel locale. Salutiamo con una buonanotte in tedesco e andiamo nei camper a dormire.
P a Jelenia Gora, vicino al confine con la Rep. Ceka. Piove. (Polonia). Km. 345
15 lug
Sveglia alle 7, partenza alle 8, con la E65 siamo al confine polacco in mezz’ora. Passiamo velocemente nella Ceskia, fino al primo intoppo, cioè l’autostrada. Non abbiamo la vignette ed è rischioso tentare, le multe sono salate. Ci diamo da fare per farci comprendere in una stazione di polizia: vogliamo arrivare a Praga senza prendere l’autostrada!
Non è possibile, non ci sono strade alternative. Compriamo la vignette al distributore ed arriviamo al camping Sokol nel primo sobborgo di Praga. Ci sistemiamo opportunamente, vicino alla piccola piscina rotonda, grande come una ciambella da spiaggia.
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Usciamo a prendere la metropolitana per il centro. Alle 16,00 siamo in piazza S. Venceslao lungo il viale dove il giovane Jan Palach si dette fuoco per protestare contro l’oppressione sovietica. C’è una lapide con tanti fiori freschi. Poi ci diamo alla parte monumentale, trascorrendo tutto il pomeriggio a passeggio in centro. E‘ ormai sera, la città è uno spettacolo indimenticabile illuminata da mille luci. Ceniamo in una pizzeria che espone cartelli in italiano, ma che nessuno lo parla. Mangiamo comunque un’ottima pizza, enorme e saporita. Prezzi giusti.
Usciamo, andiamo a vedere il lungofiume illuminato e il castello, in alto sulla collina, sfavillante di luci. Torniamo al camping alle 23,30 stanchi morti.
P a Praga al camping Sokol. (Rep. Ceka). Km. 160
16 lug
Dedichiamo tutto il giorno alla città arrivando a piedi fino al castello sulla collina. La prendiamo con molta calma per non stancarci troppo. E’ caldo. Il pranzo a base di panini lo consumiamo sulla Vltava, nella “Piccola Venezia” alla fine del Ponte Carlo, nella frescura del suo giardino pubblico.
Il fiume è pieno di battelli turistici che arrivano fin sotto il ponte e poi invertono la rotta perché c’è una pescaia che fa da barriera. Il pomeriggio arriviamo fino al quartiere ebraico e al teatro cittadino.
Facciamo passeggiate calme e tranquille visitando anche un paio di centri commerciali per vedere come si svolge la vita normale dei praghesi. E’ ormai sera e visto che ci siamo trovati bene la sera precedente, ritorniamo alla stessa pizzeria. Toni si intestardisce nel volere una pizza alla marinara; non sanno neppure cos’è. Allora si reca dal cuoco in cucina e spiega come farla. Noi prendiamo la classica Margherita per non avere sorprese. A Toni arriva la marinara…con pomodoro parmigiano grattato, senza ombra di aglio, ma con altre spezie che danno un sapore strano. Non somiglia a nessun tipo di pizza conosciuto. Il nostro amico la mangia per rispetto al pizzaiolo! Per questo fuori menu il conto stasera è più salato. Prendiamo la solita metropolitana delle 23,30 per il campeggio.
P a Praga al camping Sokol. (Rep. Ceka). Km. 000 (a piedi …tanti !)
17 lug
Lasciamo il campeggio di buon’ora per l’autostrada R5 e poi D5 usciamo a Beroun per andare a vedere il castello di Karlstein. Imponente edificio costruito da Carlo IV dal 1380 al 1357, terminato poi nel sec. XV con altre fortificazioni, trasformato ed ampliato ulteriormente nel 1800.
All’interno la chiesa della Vergine Maria e la cappella di St. Caterina e della Santa Croce infine il grande torrione quadrangolare che domina tutto. Riprendiamo la viabilità ordinaria verso Pilsen.
Belli i paesaggi dolci della Boemia Occidentale; ci fermiamo varie volte per ammirare vallate e paesini minuscoli. Arriviamo a Pilsen nel tardo pomeriggio. Troviamo un parcheggio vicino al centro, buono anche per passare la notte. Intanto visitiamo il nucleo storico con la bella piazza centrale e i vari musei della birra. La città fondata nel 1295 conserva molte testimonianze architettoniche del periodo gotico, come la cattedrale di San Bartolomeo, di quello rinascimentale e barocco. Decidiamo di dormire al parcheggio perché domani andremo a visitare la fabbrica della birra Urquell.
P a Pilsen nella piazza vicino al centro. (Rep. Ceka). Km. 163
18 lug
Alle 9,00 entriamo nella fabbrica della Urquell facendo l’intero percorso guidati da una bella “ceca” che spiega tutto il procedimento per produrre la birra (in ceko naturalmente). Quando usciamo sono le 12; ci spostiamo per andare a pranzare in campagna, lungo la E53, tra il grano tagliato, all’ombra dei meli selvatici che sono ai lati di quasi tutte le strade secondarie in Ceskia.
Arriviamo a Svihov intorno alle 17 per visitare il suo castello gotico circondato dall’acqua. Di forme molto spartane, con grande torrione sullo spigolo esterno, con pitture interne del sec. XVI e sculture gotiche. Torniamo indietro di 5 chilometri per prendere la strada secondaria per Nepumuk.
Siamo in cerca di un posto tranquillo per passare la notte. Ci fermiamo nel piccolissimo villaggio rurale di Biluky in un campo di grano trebbiato da poco e vicino alle prime case del borgo.
Chiediamo il permesso (a gesti) a una vecchia contadina e ci sistemiamo a ferro di cavallo mettendo i tavoli al centro cenando nella quiete più assoluta.
P a Biluky, a est di Svihov . Caldo. (Rep. Ceka) Km. 58
19 lug
Sveglia alle 7 partenza alle 8. Arriviamo a Nepumuk e deviamo sulla principale E49 fino a Blatnà.
Cittadina con borgo e castello del sec. XIII, rimaneggiato nel 1600. Intorno ad esso un grande parco pubblico immerso nel verde e attraversato da un corso d’acqua. Alle 10 siamo a Pisek, sempre sulla E49. La strada attraversa il fiume Orava con un ponte a cinque arcate di epoca romana ed entra nella cittadina caratterizzata da una antica Torre Reale e dal castello in stile gotico.
Prendendo la 29 e poi la 19 arriviamo a Tabor sul fiume Laznice. Visita all’imponente maniero gotico con ingegnose fortificazioni e difese d’acqua. Dal complesso fortificato spunta il poderoso torrione rotondo merlato. Nella piazza centrale molte case barocche con facciata cuspidata dalle forme architettoniche originali e colori pastello, altre più antiche, a graticcio. Ripartiamo prendendo la E55 verso sud per fermarci nella città di Wesseli, dove troviamo un parcheggio tranquillo per passare la notte.
P a Wesseli sulla E55 a sud di Tabor. (Rep. Ceka). Km. 153
20 lug
Toni, Osvaldo e Renza partono per l’Italia perché finiscono i giorni di vacanza. Noi dirigiamo verso est prendendo la 23 in direzione di Jindrichuv Haradec, importante il castello in stile neogotico del sec. XVII, con museo ricco di ritratti e pitture di artisti francesi. Arriviamo a Telc, caratteristica cittadina con una lunghissima piazza sulla quale si affacciano una moltitudine di case di vari periodi, dal gotico, al rinascimento fino al barocco.
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Telc la piazza
Le facciate, a portico, sono di forma cuspidata, alte e molto Telc la piazza strette, ognuna è diversa dall’altra, con decorazioni, pinnacoli e merlature. Sono dipinte a colori pastello e tutte sono restaurate a regola d’arte. Nel pomeriggio ci spostiamo di pochi chilometri verso nord per andare a vedere il castello di Rostein.
E’ un maniero del 1300, preservato magnificamente. Arroccato sulla collina, con mura perimetrali cieche ed ingresso con grande portale ferrato. L’interno è costituito da un cortile sul quale si affacciano tutti gli edifici castellani.
Dall’alta torre si vede il panorama intorno, ricco di boschi e pascoli.
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Telc le case
Ci spostiamo ancora rifacendo la stessa strada dell’andata, la 23 verso ovest, per deviare a Jindrichuv, verso destra per vedere il gioiellino di villa-castello rinascimentale di Cervena Lhota. Arriviamo nel pomeriggio tardo con il sole basso sull’orizzonte. La luce ideale per valorizzare l’edificio, dipinto di un bel rosso intenso. E’ circondato dall’acqua del laghetto e si riflette a specchio sulla sua superficie. All’intorno un bel parco erboso con alberi secolari sotto i quali ci sono panchine e percorsi natura. L’interno non è visitabile al momento. Passiamo la notte nel parcheggio del borgo adiacente il castello, sul bordo del laghetto. Siamo soli. Alle tre di notte alcuni rumori intorno al camper allarmano Patrizia. Guardando dai finestrini non si vede nulla, mettiamo in moto ed andiamo a finire la notte nel paese vicino, a Destnà Lhota, nel parcheggio dei pullmans.
P a Destnà Lhota vicino al castello rosso. (Rep. Ceka). Km. 170
21 lug
Alle 5 cominciano a partire i pullmans di linea carichi di gente che si reca a lavoro. Alle sei siamo già in partenza per rivedere il castello con la luce mattutina. Vicino al parcheggio dove abbiamo sentito rumori questa notte, vediamo un branco di cerbiatti che brucano l’erba sull’argine del laghetto dove eravamo parcheggiati. Sicuramente i rumori notturni che hanno messo in allarme erano quelli prodotti degli animali che si abbeveravano a pochi metri dal camper. Trascorriamo ancora un po’ di tempo intorno a questo bell’edificio poi partiamo. Direzione sud per la E55, deviando per Hlubokà Vltavou. Altro grande maniero, in stile eclettico, neogotico ottocentesco.
Molto complesso nella sua architettura articolata in tanti cortili e perfettamente conservato, Un po’ troppo turistico, ma comunque interessante. Passando da Cescké Budejovice, prendiamo la E551 ed arriviamo a Trebon. La cittadina è circondata da mura con torrioni rotondi agli spigoli e canale con acqua sotto gli spalti. Si entra nel borgo da porte a tunnel con volte a sesto acuto. All’interno si trova subito la piazza principale dove si affacciano edifici a cuspide rinascimentali e barocchi. Nel canale intorno al borgo un ragazzo con canna da pesca cattura un luccio di 72 cm di lunghezza.
Riprendiamo verso sud deviando sulla 159 raggiungendo Cesky Krumlov. Sostiamo nel grande parcheggio insieme ad altri camper. E’ a pagamento e sorvegliato. Il borgo è attraversato dal fiume Vltava lungo il quale scendono numerose canoe che si fermano proprio in paese dove c’è l’approdo.
Dall’alto dello sperone dove si erge il castello sull’ansa del fiume, si vede in basso il rosseggiare dei tetti del centro. E’ pieno di turisti. Molte case a graticcio e l’ambiente storico magnificamente conservato invitano a passeggiare nelle stradine. Molti ristorantini tipici sul greto del fiume, con pergole e fiori in quantità. Passiamola notte nel parcheggio.
P a Cesky Krumlov. (Rep. Ceka). Km. 150
22 lug
Partiamo dal parcheggio prima delle nove per dirigere ancora verso sud in direzione del confine austriaco, correndo paralleli all’argine sinistro della Vltava nella quale navigano sciami di canoisti, vediamo anche molte tende in campeggio libero con tanto di canoa sul bordo del fiume. Ci fermiamo alla base del castello di Rozmberk Vltavou. Lasciamo il camper nel parcheggio del borgo basso e ci avviamo a piedi, per un sentiero in salita, fino al castello. Visita guidata obbligatoria, purtroppo solo in lingua locale. Comunque molto interessante l’interno con mobili autentici. Riprendiamo la strada verso sud fino a Vyssi Brod. piccolo centro importante per la grande abbazia cistercense del 1259. Nella chiusa del monastero il tempio dell’Assunzione della Vergine Maria. Riprendiamo strada e passiamo il confine in direzione Linz per la 126. Per viabilità ordinaria direzione sud, prima di Klagenfurt deviamo sulla 94 direzione Villach; a Steindorf, sul lago Ossiacher See, ci fermiamo per passare la notte.
P a Steindorf sul lago Ossiacher See. (Austria). Km. 360
23 lug
Partenza da Steindorf alle 8 in direzione del confine italiano. Passo di Tarvisio. Deviazione in città, verso i laghi di Fusine dove sostiamo nell’area di parcheggio per camper. Passeggiate e riposo intorno ai laghi. Oggi festeggiamo il compleanno di Guglielmo con torta e candeline.
P ai laghi di Fusine. (Tarvisio)(I). Km. 70
24 lug
Partiamo dai laghi abbastanza presto e attraversando il Veneto in direzione sud raggiungiamo Lucca per la conclusione di queste lunghe vacanze. (Km. 710)
PERNOTTAMENTI E ALTRE NOTIZIE 1998 (AUSTRIA, REP. SLOVACCA, REP.BALTICHE, POLONIA, CESKIA)
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