Sanguinetto
Sanguinetto
Siamo nella Bassa Veronese, nel borgo medievale di Sanguinetto, dove, tanti passaggi illustri, nei secoli si sono susseguiti. Chi per una ragione e chi per un’altra, Sanguinetto è stata la meta di Carlo Goldoni che scrisse la commedia “Il feudatario” traendo spunto da alcune vicende accadute all’ombra del castello. Più tardi Garibaldi e l’Imperatore Francesco Giuseppe furono ospiti di Palazzo Betti, elegante residenza privata. C’è anche chi, come Silvio Pellico, poco gradì probabilmente il soggiorno, perché nel castello scaligero fu imprigionato!
Storia preziosa e storie coinvolgenti, Sanguinetto ti accompagna in un tour fatto di emozioni!
Partiamo!
Fasti e memorie di avvenimenti storici che dal medioevo vedono questo centro della Bassa come protagonista fino al XIX secolo. Sei nel Castello di Sanguinetto! Un obbligo iniziar da qui la conoscenza di questo borgo veneto! Perché è questo, senza alcun dubbio, il monumento per eccellenza !
Mura intatte, o quasi, profumo di storia, chiudi gli occhi per un attimo: dagli Scaligeri, alla famiglia Dal Verme a Gentile Della Leonessa, capitano della Serenissima, al nipote Antonio da Narni, più noto come il Gattamelata, e alle sue tre figlie Nilla, Tirsa e Battistina, alla Lega di Cambrai, fino a Federico Gonzaga… sembra essere il cast di una serie tv… Ognuno di loro, a suo modo, ha segnato il destino del castello, dove ora sei tu. Respira la storia. Ogni angolo, ogni stanza raccontano il passato di Sanguinetto. Vai nel cortile, alza gli occhi, lo vedi lo stemma sulle colonne: è quello della Famiglia dal Verme. Il chiostro è armonioso e le finestre a ogiva, decorate in cotto, sono molto eleganti e documentano il gusto per il bello.
Entrando, sulla facciata della torre dell’orologio, oltre alle feritoie, testimonianza del ponte levatoio, trovi gli stemmi gentilizi dei signori che si sono susseguiti nel tempo. Tra il portale a tutto sesto del ponte e la porta per i passaggi pedonali, c’è ancora, bella bianca, la “bocca di leone” per le denunce segrete. Te lo dicevamo… c’è solo da emozionarsi! Non andare via senza aver visitato le prigioni, dove chissà quanti sono stati rinchiusi, per lunga data, o per un breve periodo, come Silvio Pellico!
Il centro storico di Sanguinetto è fatto di palazzi tardo settecenteschi, oggi ancora intatti. Li trovi lungo la via principale e sono l’eloquente testimonianza del passato splendore. Palazzo Betti che, dicevamo, ospitò l’Imperatore Francesco Giuseppe e, un po’ più tardi, nel 1867 Giuseppe Garibaldi, e Palazzo Taidelli, che nel 1848 accolse il Maresciallo Radetzski, sono i più importanti, ma ve ne sono altri, degni di rilievo, come palazzo Dolfini o i Palazzi Roghi, proprio in centro. Non dobbiamo dimenticare che siamo dentro il Quadrilatero, famoso in epoca risorgimentale, il cui lato inferiore era determinato dalla strada che unisce Mantova a Legnago, realizzata da Napoleone! Invece lungo la strada per Sustinenza si trova corte Rangona, villa cinquecentesca a pianta quadrata, con due ingressi con iscrizioni latine: è l’edificio privato più antico di Sanguinetto!
Stanco? Fai uno stop con i Rofioi, ravioli dolci e fritti, tipici del luogo, il cui ripieno è un segreto, fino a che non li addenterai! Si vantano di aver addirittura ottenuto il marchio DE.CO riconoscendolo come prodotto tipico locale!
Ripartiamo. Dedicandoci ora a un tour religioso.
“L’Oratorio delle Tre vie”, detto anche “Chiesetta della Rotonda” o “Chiesetta del Capo di Sotto”, è anche affettuosamente definito la chiesolina, oppure la rotonda. E’ un’opera settecentesca del Pompei. Entra, scopri che al suo interno la chiesa ha perso la forma circolare e diventa ottagonale. E’ questa la sua originalità, assieme alla cupola ribassata, a cassettoni e all’immagine rinascimentale della Madonna.
La chiesetta è tuttora officiata e si riempie in occasioni particolari. Oltre alla recita del rosario a maggio è affollata la “celebrazione delle 11 Messe”, tutte in un solo giorno, l’11 luglio di ogni anno, secondo il voto fatto dai sanguinettani alla Madonna, in occasione della fine della tremenda epidemia di colera del 1836.
Storia e storie di immensa emozione.
C’è poi il Duomo, nel cuore del paese. La sua vera particolarità? Oltre alla bellezza dello stile neoclassico, presenta i 14 quadri della Via Crucis, e il grande affresco absidale del martirio di San Giorgio, opere del veronese Gaetano Miolato e l’imponente dipinto a tempera della resurrezione di Cristo del pittore Agostino Pegrassi, sul soffitto della navata.
Ultima tappa.
La chiesa e il convento di Santa Maria delle Grazie. Nei primi anni del 1600, la chiesa quattrocentesca fu ampliata e fu costruito il convento, affidato all’Ordine Minore dei Francescani scalzi, chiamati “Zoccolanti”. Ai piedi dell’altare, nella Chiesa, è possibile vedere alcune lapidi sepolcrali, testimonianza della devozione degli abitanti di Sanguinetto per l’ordine di San Francesco e, soprattutto, per la figura di Sant’ Antonio da Padova. Infatti i lasciti e le elemosine spesso erano accompagnati dalla richiesta di essere tumulati nella Chiesa. Ah, dimenticavamo, dai un’occhiata all’elegante chiostro del convento, di gusto rinascimentale, con un bel pozzo barocco al centro e affreschi sparsi qua e là ad impreziosire porticato e refettorio.
Non lasciare Sanguinetto senza portare a casa un souvenir d’eccezione! Hai spazio in macchina?… trovalo!
Qui infatti vi è la produzione artigianale del “mobile d’arte“, conosciuto in tutta Italia ed esportato anche all’estero! Puoi acquistare dal tavolino portavivande alla classica sala da Pranzo o alla camera da letto, il tutto in stile!
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